venerdì, giugno 27, 2014

Chiacchierando con l'autore #2: Julia Sienna

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! L'intervista di questa settimana è a Julia Sienna, la simpatica autrice di "The Dark Hunt - I Predatori Oscuri" e "The Dark Hunt - Cacciatori di Ombre" entrambi editi Gainsworth Publishing.
Qui sotto troverete tutto. Enjoy :)

G. Ciao Julia, benvenuta nel blog "Fantasticando sui libri", per coloro che non ti conoscono, ti va di presentarti?

J. Ciao Giada, grazie per il benvenuto, è un vero piacere essere qui con te e i tuoi lettori. Presentarmi... che compito difficile. Sono una persona per nulla semplice, amo i libri, chiacchierare per ore del nulla e ingozzarmi di gelato. Oltre a ciò, adoro anche raccontare storie e avventure ed anche per questo che mi sono avvicinata alla scrittura.


G. Cosa pensi del fantasy moderno?

J. Mah, diciamo che nonostante se ne dicano di cotte e di crude in questo ambito, il vero fantasy moderno di qualità esiste, bisogna solo cercarlo. I pregi di questa versione “nuova” sono senza dubbio quelli di aver staccato il genere dalla leggenda, dalle ere remote, e aver inventato nuove prospettive e nuove possibilità. Non per forza deve essere un fantasy improntato sul Bene e non per forza i protagonisti devono essere i più scontati. Apprezzo le varietà e le molteplici sfumature che il fantasy ha potuto assumere in questi ultimi venti anni di produzione letteraria. Tanti nuovi orizzonti, insomma.


G. Ti piace George R.R. Martin? Tutti lo considerano l'autore fantasy del momento, secondo te è vero oppure no?

J. Mi piace Martin, lo ammetto, anche se sono un po' più legata alla favola e all'epica classica. Nonostante ciò trovo difficile confermare se sia effettivamente l'autore del momento o meno, certo è che l'eco mastodontica della serie tv tratta dalle sue opere aiuta parecchio!


G. Quali sono i tuoi libri preferiti?

J. Tenebre, questa è una domanda difficile. Non esistono libri che non sopporto, diciamo che ci sono tanti libri che non mi sono piaciuti. Ma ammetto siano gusti. Hai qualche oretta di tempo che te ne elenco alcuni?


G. Qual è il tuo scrittore preferito?

J. Uno preferito in assoluto non esiste, diciamo che ne ammiro tanti e continuo a scoprirne di nuovi. Tutti coloro che mi hanno lasciato qualcosa nel cuore sono per me degni di ricordo.


G. Qual è il tuo genere letterario preferito?

J. Sono una lettrice abbastanza onnivora, ma i miei amori restano sicuramente il fantasy e il thriller.


G. Raccontaci com'è nata la tua passione per la scrittura.

J. Per caso, presumo. Non è mai stato un mio pensiero scrivere, ma la mia mente ha deciso di partorire storie che non riuscivo a tenere solo per me. Ed ecco che è subentrata l'idea “e se provassi a scriverle?”. La mia vera passione è raccontare, la scrittura ne diventa un bellissimo e meraviglioso mezzo.



G. I tuoi genitori ti sostenevano nella tua passione?

J. Sì, mi hanno sempre sostenuto e continuano a farlo tutt'ora. Sono sempre tra i primi a leggere le mie storie e i primi a insultarmi se qualcosa non quadra. Quindi, ringraziate anche loro se non vi sono ancora caduti gli occhi in preda all'orrore!



G. Come sviluppi un romanzo? Crei delle scalette dove scrivi cosa devi scrivere capitolo per capitolo oppure utilizzi un altro metodo?

J. Non ho un metodo particolare, diciamo che quando ho una storia per le mani, sono solita appuntarmi i punti salienti dello sviluppo su un file. Poi il resto viene da sé. Se devo sviluppare un capitolo particolarmente complesso, ricorro anche a delle scalette interne con i punti cardine espressi sinteticamente e con chiarezza. Posso anche solo scrivere delle parole chiave che per me però vogliono dire un mondo di cose e sensazioni.



G. Secondo te i sogni sono importanti per la creazione di una storia? - ricordo che Stevenson scrisse Dr. Jekyll & Mr. Hyde dopo aver avuto un incubo.

J. Per me i sogni sono fondamentali in quanto fonte unica di tutte le mie avventure. Ogni trama che conservo nel mio libro delle storie (o più modernamente nel mio pc) deriva proprio dai sogni che faccio.



G. Che consiglio daresti ad un aspirante scrittore o un'aspirante scrittrice?

J. Di non mollare mai e di non smettere mai di studiare per migliorare.



G. Scrivi con la musica di sottofondo oppure prima la ascolti e poi la spegni?

J. Con la musica a palla! Anche se a volte, rare, necessito di rigoroso silenzio.



G. Preferisci il cartaceo o l'ebook?

J. Cartaceo, anche se per questioni di spazio stimo molto anche l'ebook.



G. Saluta i nostri lettori con una delle tue citazioni preferite.

J. Una citazione di Paulo Coelho che mi è sempre piaciuta. “Il guerriero della luce crede. Poiché crede nei miracoli, i miracoli incominciano ad accadere.”

Vi ricordo che la casa editrice Gainsworth ha indetto un gioco a premi su facebook intitolato "L'epica sfida + giveaway",  che potrete trovare a questa pagina: https://www.facebook.com/events/794427007255703/?ref=ts&fref=ts , lì troverete il regolamento per partecipare. Mi raccomando, andateci! Io purtroppo non posso prendervi parte perché per mia sfortuna non ho ancora un ebook reader (in palio ci sono anche dei libri in quel formato), però vi invito a farlo. 

Giada

venerdì, giugno 20, 2014

Chiacchierando con l'autore #1: Connie Furnari

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Dopo uno studio intenso di norma brasiliana sono tornata nel blog per annunciarvi la mia nuova rubrica settimanale "Chiacchierando con l'autore", in cui conosceremo settimana dopo settimana un autore emergente italiano. L'autrice di oggi è la simpaticissima Connie Furnari! Qui sotto troverete l'intervista, buona lettura!

G: Ciao Connie! Benvenuta nel blog "Fantasticando sui libri", per coloro che non ti conoscono, ti va di presentarti brevemente?
C: Sono un’autrice ma anche una lettrice appassionata, mi piace dipingere e guardare bei film!


G: Cosa ne pensi del fantasy moderno?
C: Penso che da un po’ di tempo a questa parte si sia perduto il vero senso di fantasy. Alcune autrici non fanno che scopiazzarsi a vicenda, magari seguendo un filone già battuto. Secondo me dovrebbero osare di più, tentare nuove strade.

G: Pensi che la letteratura odierna sia scaduta nel trash?
C: Sì… non si pensa più alla qualità ma a vendere più copie possibili.


G: Al momento vanno di moda i libri erotici, come 50 sfumature di rosso/grigio/nero, cosa pensi di questo genere?
A: Lo reputo un genere interessante, se scritto con intelligenza. Tutti siamo capaci di scrivere volgarità, credo che solo poche autrici abbiano una vena erotica che appassiona. Io non sono tra queste! ;)


G: Quali sono i tuoi libri preferiti?
C: Tutti i classici, da Stoker a Poe, passando per la Austen e Dickens.


G: Quali sono invece i libri che proprio non sopporti?
C: La fantascienza. È un bellissimo genere ma non rientra nelle mie corde.


G: Qual è il tuo genere letterario preferito?
C: Il Paranormal, in tutte le sue sfumature, anche horror e non solo romance.


G: Raccontaci com'è nata la tua passione per la scrittura.
C: È nata da bambina, mi raccontavo le favole.


G: I tuoi genitori ti sostenevano in questa tua passione?
C: Sì, mi hanno sempre sostenuta.


G: Che consiglio daresti ad un'aspirante scrittrice o ad un aspirante scrittore?
C: Innanzi tutto di non arrendersi e di non avere fretta di pubblicare, bisogna saper aspettare l’occasione giusta, correggere il testo fino allo sfinimento!


G: Secondo te le case editrici danno poco spazio agli autori emergenti perché preferiscono andare sul sicuro puntando su romanzi scontati e banali?
C: Un po’ sì, prediligono gli autori stranieri quando in Italia abbiamo molti autori validissimi! Nel mio blog mi dedico proprio per questo motivo a promuovere gli autori italiani www.conniefurnari.blogspot.com Nel sito troverete anche i miei eBook in omaggio, tanti consigli, indirizzi delle case editrici… Chi mi volesse contattare la mia email è: conniefurnari@hotmail.it


G: Cosa pensi di quelle autrici che non appena hanno pubblicato un libro fanno di tutto per sminuire il lavoro delle loro "colleghe"?
C: Sono autrici che non credono nel proprio lavoro nel loro intimo, insicure. Non capisco questa invidia che c’è in giro, offendere le colleghe come se ci si ricavasse qualcosa in cambio! Secondo me dovrebbero concentrarsi sulle loro opere invece di perdere tempo a offendere gli altri.


G: La Mondadori ha di recente lanciato un nuovo "modo" di leggere i libri, se così si può chiamare, cosa pensi dei flipback?
C: Non mi piacciono! Anche nel modo di lettura in verticale e non nel modo classico. Preferisco magari una versione pocket ma nella versione classic.


G: Dovendo scegliere tra ebook e cartaceo, quale preferisci?
C: Ovviamente il cartaceo!


G: Saluta i nostri lettori con una delle tue citazioni preferite.
C:“Se puoi sognarlo, puoi scriverlo” (lo ammetto, l’ho rubata a Walt Disney!)

Okay, avrei voluto inserire anche i suoi racconti e i primi capitoli dei romanzi che mi aveva mandato ma a causa di problemi tecnici non sono riuscita a farlo; in ogni caso, potrete trovarli nel suo blog www.conniefurnari.blogspot.it e mi raccomando, andate a visitarlo! I racconti sono gratuiti! Oppure potete contattarla via mail al seguente indirizzo: conniefurnari@hotmail.it

Giada

domenica, giugno 01, 2014

Piccola anticipazione... (2)

Buona sera, bloggers e lettori! Terminate "Le Cronache di Narnia", ora cosa leggerò? Beh, io so già cosa voglio leggere, ma lo stress causato dalla preparazione per gli esami universitari è troppo forte e non riuscirei a concentrarmi su un libro, specialmente questo libro, che desidero leggere ardentemente  ma la cui lettura dovrò rimandare all'8 luglio (che è la data del mio esame peggiore, che richiede tutta la concentrazione possibile ed immaginabile) perciò sono davvero costretta ad aspettare di fare quel cavolo di esame per poterlo leggerlo e gustarlo come merita.

Non vi dirò chi l'ha scritto, perché sarà una sorpresa per tutti voi, l'unico indizio che vi do' è che è il romanzo di una scrittrice emergente italiana e... Parla di angeli.



Non voglio dilungarmi altro, penso vi basti sapere che non vedo l'ora di leggerlo e di commentarlo perché già la frase sulla quarta di copertina è molto interessante!

Vi lascio con questa citazione di Goethe: "Qualunque cosa tu possa fare o sognare di fare, incominciala... L'audacia ha in sé genio, potere e magia. Incomincia adesso!"

Giada

La conclusione del mio viaggio a Narnia

Buona sera, bloggers e lettori! Dopo tre mesi siamo giunti finalmente al post che chiude il ciclo di commenti su "Le Cronache di Narnia" di C.S. Lewis... Un po' mi dispiace che questo fantastico viaggio in quella magica e avventurosa terra sia finito, ma come mi ha fatto notare il mio amico Bruno, tutte le cose belle sono destinate a finire, a maggior ragione una serie di romanzi come quelli che hanno come oggetto Narnia e che sono stati ideati (ma soltanto in seguito) con lo scopo di dare una panoramica generale di Dio e della Bibbia.

Personalmente ho amato tantissimo questi libri, ma non per motivi religiosi, semplicemente perché amo il genere fantasy nella letteratura e chiunque mi conosca sa quanto io lo ami. Ma torniamo a noi, vi starete chiedendo perché ho letto questi libri... Beh innanzitutto perché come ho specificato sopra, sono di genere fantastico e poi perché avendo già letto Tolkien mi è stato consigliato di leggere il suo amico C.S. Lewis, sapevo più o meno con cosa avrei avuto a che fare, dato che avevo "guardicchiato" i film qualche anno fa ma non mi sarei mai aspettata che mi sarebbero piaciuti così tanto. Per quanto riguarda le connotazioni bibliche o per meglio dire, la parafrasi biblica dell'intera opera è stata molto molto coinvolgente e non è da me dire una cosa del genere, trattandosi di una cosa strettamente legata con la Chiesa in quanto non sono una fervente cattolica come lo era C.S. Lewis e non penso che lo diventerò mai in quanto abbiamo idee totalmente diverse riguardo quest'Istituzione- questa è la mia opinione, naturalmente.

Il finale de "L'ultima battaglia" mi ha lasciato in uno stato shock, di incredulità, tristezza, stupore e dolore allo stesso tempo che mi ci è voluto un po' per riprendermi, come ben saprete e solo adesso, a causa degli esami universitari che si avvicinano, ho superato tutto ciò. Dovevo aspettarmelo però, "Le Cronache di Narnia" sono una rielaborazione della Bibbia, dalla Genesi del mondo per opera di Dio all'Apocalisse (che è ciò che rappresenta l'ultimo romanzo che tanto mi ha traumatizzato).

Per quanto riguarda i grandi classici fantasy e per quanto io abbia amato tutto ciò, non ho ancora trovato qualcuno che possa eguagliare la magnificenza de "Il Signore degli Anelli" di Tolkien. Mi dispiace, ma prima di essere una Narniana sono soprattutto una Tolkeniana e questo lo saprete di sicuro se mi conoscete o avrete anche solo parlato con me, perché quando mi laureerò (tra due anni) voglio degli scherzi che abbiano come tema proprio "Il Signore degli Anelli" e che pongano una particolare attenzione ai miei sei personaggi preferiti: Legolas, Aragorn, Sam, Faramir, Eowyn e Gandalf

Vi lascio con questa citazione tratta proprio da "Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello" detta dal mitico stregone Gandalf:
"Uno stregone non è mai in ritardo, Frodo Baggins. Né in anticipo. Arriva precisamente quando intende farlo." 

Giada

Il mito fatto realtà: le origini delle "Cronache di Narnia", Mark Bane

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Come indicato dal titolo, in questo post vi proporrò la mia traduzione del saggio di Mark Bane "Il mito fatto realtà: le origini delle 'Cronache di Narnia'". Sì, questo è ufficialmente il penultimo post sulle Cronache, ci avviamo alla conclusione definitiva, finalmente! La ragione per cui vi ho voluto mettere tale traduzione è perché essa è un'anticipazione alle mie considerazioni finali sulla serie di libri che ho letto e della cui lettura vi ho resi partecipi in questi mesi.

IL MITO FATTO REALTA’: LE ORIGINI DELLE CRONACHE DI NARNIA
Nel processo di scrittura delle Cronache di Narnia, C.S. Lewis ha gradualmente espanso l’ampiezza e lo scopo delle sue ambizioni letterarie. Ciò che era visto all'inizio come una collezione di storie per bambini, si sviluppò in una complessa rappresentazione di un intero universo morale. Man a mano che i 7 libri progrediscono, Lewis spiega il piano divino per questo universo dalla sua creazione fino alla sua apocalisse. Comunque, l’unicità degli obbiettivi letterari di Lewis deriva dal fatto che Lewis riesce a gestire due cose in una. Cioè, lui rimane fedele alla sua originale intenzione di scrivere libri per bambini aggiungendo sottili complessità morale e spirituali. Queste complessità non sono dovute ad intrusioni autoritarie o editoriali. Loro sembrano invece intrecciare la vera fabbrica creativa dell’universo di Lewis, così le Cronache di Narnia sono una serie di libri che sono in grado di deliziare i sensi tanto quanto sfidare e agitare l’animo.

Per capire la precedente affermazione, è necessario esaminare le circostanze sotto le quali questi libri furono scritti. Durante la seconda guerra mondiale, Lewis accettò un numero di bambini che erano stati evacuati dalle loro case a causa dei raid aerei che imperversavano a Londra. Non avendo bambini suoi, lui dice che il miglior modo per intrattenere questi giovani ospiti sarebbe stato raccontare loro storie. Un piccolissimo frammento di una di queste storie sopravvive. In esso, i quattro bambini (due bambini e due bambine) sono evacuati dalla loro casa, separati dai loro genitori e mandati a vivere con uno strano vecchio professore. Non solo questo frammento è praticamente identifico ad uno dei passaggi di apertura de “Il leone, la strega e l’armadio”, ma è anche la difficile situazione è molto simile a ciò che uno dei reali ospiti di Lewis aveva affrontato. Dopo tutto, Lewis stesso era (secondo gli standard dei bambini) era “un professore molto vecchio”, e senza dubbio, e intimidiva i suoi giovani inquilini. Dato che l’autore aveva cercato di fare in modo che l’arte imitasse la vita reale, è altamente probabile che le originali intenzioni di Lewis nello scrivere le Cronache era di intrattenere questi giovani sfollati con una versione fantastica delle loro stesse storie.

Per qualsivoglia ragione, C.S. Lewis aveva scelto di cominciare il suo racconto nell'Inghilterra rurale, nella casa del professore sopra menzionato. Ma cosa sarebbe successo dopo? Questa doveva essere una storia per bambini, perciò Lewis attinse a quel genere di cose che lo deliziavano da bambino. Lui aveva un duraturo amore per “le favole”, perciò scelse immediatamente quel genere. Ma era anche il format perfetto per un libro per bambini, dato che non richiedeva romanticismo e nemmeno aveva bisogno di molta intrusione da parte dell’autore.

Perciò Lewis aveva deciso che questo libro sarebbe stato un racconto di magiche e fantastiche avventure. Ma che tipo di magiche avventure avrebbe potuto avere lui nell'ammuffita casa di un professore vecchio e ammuffito? Non molto e questa è la ragione per cui Lewis trovò necessario espandere l’ambientazione. Dai suoi primi giorni d’infanzia, lui è stato occupato con la creazione della sua città immaginaria: Animalandia, che lascia presupporre il grande stato di Boxen. L’immaginazione del giovane Lewis era meticolosamente dettagliata, lui aveva perfino pianificato le rotte del piroscafo di questa nazione e gli orari della ferrovia. Sebbene nessun piroscafo o stazione esista a Narnia, la nazione al di là dell’armadio riflette gli stessi grandi dettagli immaginari presenti nelle prime creazioni dell’autore. Presto la terra incantata di Lewis sviluppò la sua storia, geografia, miti, leggende e profezie. L’amorevole cura con cui lui si riferiva alle minutiae della vera vita di Narnia rivela che Lewis non aveva più intenzione di scrivere una storia per bambini, lui stava anche partecipando alla potente magia che il professor Tolkien chiama “sub-creazione”.

Uno dei dettagli più caratteristici di Boxen, il mondo del giovane Lewis, erano i suoi abitanti. Molti dei più illustri Boxoniani erano infatti degli animali che camminavano, parlavano ed indossavano vestiti. Questi animali antropomorfizzati che troveranno la loro strada per Narnia sotto forma di memorabili personaggi come il topino armato di spada Ripicì, lo scettico Bri, e naturalmente il grande leone Aslan. Comunque, l'uso di animali come personaggi principali non era solo una continuazione delle fantasie della fanciullezza di Lewis - era una deliberata, calcolata decisione da parte dell'autore. Usando gli animali, Lewis poté comunicare tutte le sottili sfumature della personalità umana senza minare o compromettere il livello di comprensione o l'interesse del suo giovane pubblico. Quale modo migliore per mostrare maestosità regola e gloria se non rendendo Aslan "Il Re degli Animali"?

Lewis aveva sempre voluto scrivere quel tipo di libri che lui stesso avrebbe voluto leggere. Infatti, lui scrisse questa celebrata trilogia spaziale perché all'epoca non c'erano abbastanza storie di science-fiction del tipo che lui avrebbe voluto leggere se fossero state scritte. Dunque Narnia diventò un luogo nel quale lui poté mettere in vetrina alcuni dei suoi interessi letterari. Lui aveva sempre amato la mitologia antica, perciò aggiunse al suo regno di animali parlanti molti personaggi dalla tradizione classica, includendo anche fauni, satiri, centauri, driadi, naiadi e molte altre creature mitologiche. Perfico Bacco, il dio romano del vino fa un'apparizione speciale. Dalle mitologie nordiche, Lewis incorporò giganti e nani e L'Albero della Cenere del Mondo.


A fianco alla mitologia classica, la tradizione medievale della cavalleria e dei cavalieri in armi era cara al cuore di Lewis. Narnia si sviluppò in un remo dove ideali cortesi fiorirono sotto imponenti e maestosi re e regine. C'era il cavalierato da vincere sul campo di guerra, e un severo codice d'onore che se una persona lo violava, lo faceva a proprio rischio e pericolo. Lewis aggiunse una forma di "Saraceni" con cui i suoi cavalieri di Narnia potevano lottare: i Calormeniani simili ai Persiani che veneravano il dio-uccello Tash. Lewis prese in prestito le idee medievali della belle dame sans merci e l'Arturiano Morgan Le Fay nel creare le sue cattive: la Strega Bianca Jadis e la Signora dalla Veste Verde.


C.S. Lewis prese in prestito questi elementi perché erano cose che gli piacevano e con cui lui si identificava. Lui cercava di comunicare il suo amore per le fiabe eroiche dell'antichità e forse di coltivare lo stesso amore in una nuova generazione di lettori.


Per contro, in questa Narnia nuovamente immaginata, Lewis avrebbe voluto che le storie di scrivessero da sé. Lui fece ciò in un modo unico, facendo affidamento alle immagini che lui avrebbe voluto vedere nella sua mente. Certe immagini, disse, si sarebbero organizzate da sé come una storia; era poi compito dell'autore "chiudere i buchi" così disse. Un immagine, il fauno con l'ombrello, si risolse nel signor Tumnus. La regina delle nevi su una slitta diventò la Strega Bianca. Lewis formò queste immagini in storie in modo da "esorcizzarle" dalle propria mente. L'immagine del fauno aveva risieduto nella sua mente fon da quando era un teenager. Prima che mettesse il leone Aslan nella storia, Lewis ha sognato per più notti di fila dei leoni. Queste immagini venivano da una fonte sconosciuta, ma molte di loro reclamarono a gran voce una loro parte nelle sue storie. Un interessante confronto di questo fenomeno accade nel terzo libro, "Il Viaggio del veliero": qui, un quadro con una barca cresce fino ad espandersi fino a quando non diventa davvero una nave sul mare, un portale verso Narnia. E' una raffinata dimostrazione dell'intenzione di Lewis di rendere le sue immagini interne reali, le quali agiscono come finestre che si aprono nel mondo della sua immaginazione.

Finora, poco è stato detto circa lo spirituale, il religioso, perché non dirlo: l'elemento cristiano nelle Cronache di Narnia. Questo perché quell'elemento non era presenta alla nascita del ciclo narrativo, Lewis aveva negato, enfatizzando, che lui si sarebbe messo a scrivere una serie di storie che erano rappresentazioni codificate della Verità Cristiana, o lezioni morali ingannevoli create per richiamare il giovane pubblico. Ciononostante, l'elemento cristiano nel mythos di Narnia è inconfondibile. Perciò come ha fatto quest'elemento a trovare il modo di entrare in queste storie? Beh, in un modello sub-creativo, Lewis vide nel suo manoscritto il Leone Aslan e vide che era cosa buona. Immediatamente l'autore riconobbe il potenziale di questo personaggio. Il leone era arrivato come "delimitazione" o "limite" nella storia, e Lui era ovviamente uno dei più grandi personaggi. Lewis subito notò l'amorevole timore che gli altri personaggi avrebbero potuto provare ogni volta che lo incontravano. Oltre a ciò, lui non si era perso nella narrazione quando aveva descritto il leone Aslan in quanto il leone era, nella Bibbia, un simbolo che ricorreva spesso e che indicava il Cristo. Qui l'autore si chiese: "Cosa succederebbe se il Figlio di Dio entrasse in un mondo di animali parlanti nella forma del leone?". Se Lewis potesse presentare la versione di Narnia dell'Incarnazione, lui avrebbe un forum nel quale poter articolare alcuni dei suoi sentimenti più preziosi verso Dio. E avrebbe potuto farlo senza la Legge, senza alcun dovere morale o ipocrisia che entri nell'equazione. E' stata l'esperienza personale di Lewis che ha reso difficile sentire nel modo in cui forse si era sentito verso un Dio qualunque, era il semplice fatto che ci fossero dei sentimenti che chiunque dovrebbe avere verso quel Dio. Con Asla, Lewis fece tabula rasa. Lui poteva spingere i lettori a provare amore e devozione senza quel soffocante senso di dovere. Lui poté trasmettere la sua grande gratitudine e il suo amore per Dio senza fare sermoni. Lui poté, come una volta disse, "rubare al passato quei vigili draghi".

Nei primi due libri, Aslan è una figura netta, chiara. Lui ispira paura nei suoi nemici e amore e devozione nei suoi amici. Lui rende quattro bambini del nostro mondo potenti re e regine, e bandisce tutte le tracce del male dal suo regno. Qui Lewis sta parlando dei primi gloriosi giorni di esperienza spirituale del singolo individuo.

Comunque, con l'avvento del terzo libro "Il viaggio del veliero", Lewis porta il lettore in ancora più profonde acque teologiche. Qui Aslan è più distante; lui appare in altre forme, come quelle dell'agnello e dell'albatro. Lewis approfondisce l'esperienza spirituale dei suoi personaggi rendendo Aslan difficile da trovare. La fede adesso entra in equiparazione con il credere senza vedere. Questo è personificato al meglio dal topo Ripicì, che è determinato a trovare la Terra di Aslan, anche se deve nuotare fino alla Fine del Mondo per farlo. Sempre nel "Viaggio del veliero", Lewis presenta l'idea dello scettico, del non credente, nella forma di Eustachio Clarence Scrubb. Eustachio è trasformato in un drago a causa della sua avidità ed ignoranza. Aslan sbuccia via gli strati di pelle di drago fino a quando il vero bambino sottostante viene svelato; in questo modo, il lettore riesce a capire il processo di conversione e santificazione.

I due libri successivi "La sedia d'argento" e "Il cavallo e il ragazzo" rivelano alcuni aspetti "selvaggi" di Aslan. Lui è, dopotutto, "un leone non addomesticato". Nella "Sedia d'argento", quando Jill ed Eustachio vanno per la prima volta nella Terra di Aslan, Jill spinge il suo compagno giù da un precipizio: a causa di questa grande malefatta, Aslan si mette tra lei e il fiume d'acqua. Lui avverte Jill che ha già mangiato piccole bambine prima "e bambini, donne e uomini, re e regine e reami". Comunque, anche in questo aspetto terribile, Aslan vuole che la ragazza venga a bere. La paura di Dio non ci deve impedire di andare da Lui. Più tardi, Aslan da' a Jill un numero di segni da seguire, che lei prontamente dimentica. Quando lei si dispera di ciò in un sogno, Aslan la esorta ad essere coraggiosa: "Non ti rimprovererò sempre", le dice Aslan. Lewis sta illustrando il fatto che la correzione di Dio è d'amore, non di austerità. Ma Dio è sempre Dio come mostrato ne "Il cavallo e il ragazzo". Aslan graffia la principessa Calormeniana Aravis, perché in questo modo lei si ricordi come ci si sente a venire frustrati. Lewis ritrae anche Aslan come un cacciatore divino, un segugio del cielo, in questo romanzo. Il leone insegue Shasta durante tutta la quest, conducendolo alla sua destinazione e al suo destino.

Avendo rivelato la natura divina nei precedenti libri, Lewis usa le ultime due Cronache per affrontare questioni escatologiche, vale a dire l'inizio e la fine di Narnia. Ne "Il nipote del mago" Lewis ci racconta della Genesi di Narnia. Qui Aslan è descritto come il Creatore, lui canta per dare vita a Narnia e da' agli animali il dono della parola. Il Male entra nel giovane mondo attraverso una creatura "caduta": Jadis, la regina del morto mondo di Charn. Come nella storia dell'Eden, Lewis incorpora un giardino con un frutto particolare e molto potente. Lui ritrae anche il ruolo dell'uomo nella creazione stabilendo come re e regina di Narnia un re e una regina. "L'ultima battaglia" mostra la fine di Narnia. Prima noi vediamo la sua discesa nella malvagità e poi il rifiuto dell'autorità di Aslan (rappresentato in questo caso dai nani che non vogliono nessun re, non vogliono essere comandati da nessun essere superiore). Più avanti, i pochi Narniani fedeli sono perseguitati. Quando le cose sembrano più nere che mai, Aslan ritorna per salvare il giorno, ma lo fa rendendo ciò L'Ultimo Giorno. Tutti i mondi hanno la loro fine, secondo Lewis, eccetto la Terra di Aslan. Tutti i fedeli amici di Narnia entrano nella Terra di Aslan, dove si riuniscono con i loro vecchi amici. Ma questa non è la fine. Gli ospiti di Aslan sono invitati ad andare "più in alto e più avanti" per gloriose avventure che sono troppo belle da descrivere. Lewis finisce quest'ultima storia di Narnia dando ai lettori un anticipazione di com'è il Paradiso.

In ultima analisi, è difficile cogliere qualsiasi cosa, come la semplice intenzione di Lewis di scrivere le Cronache. I suoi scopi erano costruiti l'uno sopra all'altro. Lui procedette dalle storie per bambini, dalle favole per bambini e le ha portò in un reame di intensa teologia. Comunque, nessuna parte gioisce del successo ottenuto a spese dell'altra. E' il fatto che "Le Cronache" sono favole che fanno splendere la ricchezza spirituale che vi è dentro di loro, ed è questa ricchezza che e rende una specie di favole che possono essere apprezzate da tutti, sia dagli adulti che dai bambini.


Nel post successivo vi presenterò le mie conclusioni finali, chiudendo la mia avventura nel magico mondo di Narnia creato da questo magnifico scrittore. Vi lascio con una citazione tratta da "La sedia d'argento" in cui Jill, Eustachio e Rilian riescono ad uscire dal Mondodisotto e si ritrovano a Narnia:

Jill era così felice ed emozionata che per poco non svenne, rapita dalla musica selvaggia, misteriosa e dolce che sapeva di magia bianca quanto le note suonate dalla strega sprigionavano diavolerie e malvagità. Per raccontare uno spettacolo del genere ci vogliono molte parole, per ammirarlo pochi istanti: per lei fu come un flash.

Giada
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