giovedì, dicembre 10, 2015

Release Blitz: "Distruggimi" (Blood Bonds #2) di Chiara Cilli



Buongiorno a tutti!
E’ con immenso piacere che oggi vi parlo di “Distruggimi”, secondo capitolo della serie Blo­od Bonds di Chiara Cilli.
Aspettavo con ansia la sua uscita e sono felicissima di averlo potuto leggere in anteprima per voi.
Qui di seguito troverete tutti i link utili per l’acquisto, il giveaway per vincere una copia autografata del libro, il booktrailer, la recensione e tanto altro.



Titolo: Distruggimi
Autore: Chiara Cilli
Serie: Blood Bonds #2
Genere: Dark Contemporaneo
Pagine: 262
Prezzo eBook: € 4.99 (prezzo lancio per la prima settimana € 2.99)
Prezzo cartaceo: € 10.94
Data di pubblicazione: 7 Dicembre 2015




Credevo di essere sopravvissuta all'orrore. Mi sbagliavo.
Credeva di potermi sfuggire. Ma non ha scampo da me.

Non riesco a liberarmi di lui.
Non le permetterò di cacciarmi dalla sua mente.

È nella mia testa, nel mio sangue, nelle mie ossa.
È un mostro che vuole impossessarsi della mia anima e farla a brandelli.

Henri Lamaze è l'incubo di morte da cui non sarò mai in grado di svegliarmi.
Aleksandra Nikolayev è l'ultimo demone che devo sconfiggere.

Questa volta non riuscirò a contrastare il suo veleno.
Questa volta sarò io a non sopravvivere a lei.

È finita.
E non posso accettarlo.


**Attenzione**
Romanzo Dark Contemporaneo
Questo romanzo contiene situazioni inquietanti, scene violente, linguaggio forte e rapporti sessuali di dubbio consenso o non consensuali. Non adatto a persone sensibili al dolore e alla schiavitù.



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PER FESTEGGIARE L'USCITA DI DISTRUGGIMI, IL PRIMO ROMANZO DELLA SERIE E' IN OFFERTA!



LEGGI UN PICCOLO ESTRATTO

«Perché lo hai fatto?» sussurrai debolmente. «Tu mi vuoi morta».
Se non fosse stato per il modo impercettibile in cui i suoi pollici disegnavano cerchi concentrici sul mio corpo, avrei creduto si fosse addormentato, tanto tardò a rispondere.
«Voglio che sia per mano mia, 
non perché ti ho lasciato a terra a congelarti».
Fui grata che non potesse vedere 
la mia smorfia di dolore e rabbia.
«Ti prego» gemetti. «Lasciami andare».
Henri si accoccolò meglio contro di me, solleticandomi il collo con il respiro, d'improvviso teso.
«Tu lascia andare me».


TEASER GRAFICO



GUARDA IL BOOKTRAILER



PARTECIPA AL GIVEAWAY


Recensione
Ci eravamo lasciati con il finale sospeso di Soffocami in cui Aleksanda stava tornando sana e salva verso casa mentre i nostri adorati fratelli Lamaze erano rimasti soli e abbandonati al loro castello.

All’inizio di Distruggimi ritroviamo Aleksandra. Il rientro non è come lo aveva desiderato. A casa le cose sono completamente diverse. Ha modo di affrontare suo padre e si scontra con una dura realtà, con un mostro che non riesce a riconoscere nella persona che la ha cresciuta e che per lei era una figura importante. Un essere che non sembra affatto sentirsi pentito del dolore e degli atti osceni che ha inflitto in passato.
Aleksandra vive giornate tormentate. Incubi. Crisi psicotiche. Inappetenza. Ricordi che sono ancora troppo vividi.
Per la dolce mammina, che pare non rendersi conto di quanto sia grave la situazione psicologica della figlia, il modo migliore per tentare di ritrovare un equilibrio è organizzare un ballo per festeggiare il ritorno di quest’ultima.
E così rientra in scena Henri. Ovviamente non è un ritorno soft, anzi… La scena in cui lui e Aleksandra si ritrovano è da fuochi d’artificio.

“Tutto il mio universo era ridotto a Henri Lamaze.
A noi.”

Da questo momento comincia l’azione e la storia entra nel vivo.

Tornano la sete di vendetta di Henri, il volersi rifare dei soprusi subiti, il voler annientare chi gli ha fatto del male e lo ha segnato nel profondo.
Henri non ha dimenticato.
Quello che ha già fatto patire ad Aleksandra non ha placato la sua ira.

“Era finita, glielo leggevo in faccia.
Il mio tempo era scaduto, e questa volta non ce l’avrei fatta.
Mi ero salvata una volta, ora non avevo più alcuna possibilità.”

Tornano la grinta, la forza, la tenacia e la voglia di lottare per la libertà di Aleksandra. E’ una super donna che non si arrende davanti a nulla e che anche stavolta sfodera le unghie e si aggrappa con tutte le sue forze ad uno spiraglio di libertà. Ad un miraggio di uscire viva dall’incubo in cui è stata catapultata per la seconda volta.

“Lui era la mia fine.”

A differenza di quanto raccontato in Soffocami, la violenza fisica in questo secondo capitolo è meno presente. La storia passa su un altro piano: quello psicologico.
Tra Henri e Aleksandra si è instaurato un legame malato. Qualcosa di ben diverso dall’attrazione e dal desiderio. Si cercano ma si odiano, si attraggono ma si respingono, si appartengono ma cercano il modo di starsi lontani anche se è una cosa che non sembrano volere. La situazione che si è creata non è semplice da decifrare. Da parte di entrambi c’è un odio profondo verso l’altro ma allo stesso tempo c’è un qualcosa che li lega. Si sono insidiati a vicenda nelle menti dell’altro come un chiodo fisso e questa cosa li sta portando alla rovina.

“Legarla a me in questa vita e nella morte.
Con il corpo.
Con l’anima.
Con il sangue.”

Insieme ai nostri due protagonisti ritroviamo Armand e André.
Armand, come la scorsa volta, è quello più tranquillo, cerca di appianare le situazioni spiacevoli e di far tornare la tranquillità nelle vite di tutti. Sempre a modo e impostato, lascia però trasparire qualcosa di più su di lui grazie ai suoi pensieri.
André (e lasciatemi specificare IL MIO ANDRE’) si riconferma freddo e anafettivo. Per ora mi è sembrato il personaggio più coerente rispetto alla decisione di farsi vendetta di Henri. Non posso dirvi molto ma ha il suo momento da star nel corso della storia (e comunque quando c’è in scena lui non ce n’è per nessuno).

Purtroppo non mi è possibile raccontarvi molto di più sul libro senza rischiare di incappare in spoiler, se non che il finale è di nuovo aperto e che quando arrivi in fondo hai voglia di sbattere la testa contro il muro per la curiosità di sapere cosa succederà in seguito.

HO ADORATO QUESTO LIBRO!!!
Dall’inizio alla fine vieni rapito e catapultato in questa guerra mentale che si combatte tra Henri ed Aleksandra. Non c’è un attimo di pace. Non un minuto per riprendere fiato perché il susseguirsi delle vicende ti coinvolge fino a rapirti.

Chiara è stata veramente spettacolare nel descrivere ogni scena, ogni sensazione, ogni emozione, ogni minimo dettaglio. E’ riuscita a rendere reali e vividi dei sentimenti che solitamente un libro non trasmette. I pensieri che descrive rendono pienamente l’idea dell’ossessione, dell’odio, del desiderio malato che provano i protagonisti fino a farli diventare concreti. Leggendo si passa dal provare un senso di angoscia alla rabbia, dal sollievo al terrore. Ci si sente parte della storia perché si riesce a comprendere fino in fondo quello che i protagonisti provano in ogni singolo attimo.

Pur essendo il libro quasi completamente concentrato su Aleksandra ed Henri la lettura scorre veloce e piacevole. Ci sono colpi di scena e momenti che tengono con il fiato sospeso. E’ una storia che si legge tutta d’un fiato perché ti rapisce al punto che non ti vuoi staccare dal libro fino a quando non sai come andrà a finire. La comparsa spot degli altri protagonisti della serie arricchisce la trama e aggiunge un pizzico di pepe in più alla storia perché va ad alterare le dinamiche che si creano solitamente tra Henri ed Aleksandra quando sono da soli.

Mi è piaciuto veramente molto e posso confermare che libro dopo libro Chiara non fa altro che migliorarsi e stupirmi con nuove storie originali e molto ben scritte. Apprezzo moltissimo la sua continua ricerca di nuovi termini e di nuovi modi di impaginare una frase per rendere al meglio un concetto. In questo caso il lavoro che ha svolto sulle personalità, sui caratteri e sulle dinamiche che ci sono tra i protagonisti è stato fantastico.

A questo punto non mi resta che mettermi in modalità zen ed attendere l’uscita di Uccidimi.

* Elisa *

CONOSCI L'AUTRICE
Nata il 24 Gennaio 1991, Chiara Cilli vive a Pescara. I generi di cui scrive spaziano dall'adult fantasy all'urban fantasy, dall'erotic suspense al dark contemporary. Ama le storie d'amore intense e tragiche, con personaggi oscuri, deviati e complicati.

mercoledì, dicembre 09, 2015

RECENSIONE di Non rinuncerei mai a te di Anna Loveangel

Buon giorno, bloggers e lettori! Come va? Io sono piuttosto dolorante in questi giorni, ci sono stati dei momenti questi settimana in cui sono stata davvero molto male ma ho continuato imperterrita a leggere perché è l'unica cosa che posso fare, ora come ora. Vi auguro una buona lettura, spero che questa recensione vi piaccia.

PREMESSA
Non ho mai letto niente di Anna Loveangel fino a tre giorni fa. Perché non ho letto prima i suoi romanzi, perché? Sono stata letteralmente conquistata da questo romanzo, che di sicuro finirà tra le migliori letture dell'anno. Sapete che amo variare i generi che leggo, ecco, due giorni fa avevo voglia di leggere un romanzo rosa e ho pensato ad Anna. Vi ripeto: avrei dovuto leggere prima qualcosa di suo, poiché amo molto come scrive!

TRAMA (da Goodreads)
Samira è una donna forte e piena di carattere, ma dietro questa forza nasconde una debolezza e una dolcezza quasi fuori dal comune. La scrittura è la sua unica fonte di distrazione, l’aiuta, la fa estraniare da questo mondo che le sembra silenzioso e vuoto. Ha una piccola libreria e un sogno che sta per realizzare. La pubblicazione del suo romanzo è imminente ormai, è quasi tutto pronto, manca però l’evento che vedrà nascere “Non rinuncerei mai a te”. Il suo editor ha commissionato ad Alesh Wilson, l’organizzazione di un evento speciale. Sarà proprio quest’ultimo a scombussolare la vita di Samira.
Alesh non è un tipo facile,è un provocatore, uno che non si ferma dinnanzi a niente. Non si è mai preoccupato di corteggiare una donna: pochi sguardi, il suo sorriso perfetto e le notti folli avevano inizio. Con Samira però… è diverso. È ossessione.
Insieme daranno inizio a una provocazione che andrà avanti senza sosta e non gli darà mai tregua, non finché i loro corpi diverranno uno solo…
«Sono solo un esploratore del sesso. Mi piace variare, approfondire la conoscenza in questo modo, Samira. Puoi accusarmi di essere un malato di sesso, ma non sono un approfittatore. Le donne sanno bene a cosa vanno incontro quando mi scelgono»
E lei che scelta farà?

RECENSIONE
OH MY GOD. OH MY ALESH! Non so da dove cominciare a scrivere questa recensione, ma ci proverò, perché è da ieri notte, sì, ho finito il libro all'una di notte, che penso a cosa scrivervi. Samira è una donna forte che cerca di proseguire con la sua vita dopo una rottura dolorosa con il suo ex, Scott, che l'ha tradita. E' una donna ferita nell'animo che ha trovato conforto nella scrittura e che pubblicherà presto il suo libro "Non rinuncerei mai a te", il suo editore, Mike, le sta organizzando una presentazione con il miglior organizzatore di Antigua, ovvero Alesh Wilson. Alesh Wilson, uomo freddo e calcolatore che si diletta con il sesso con donne diverse, nasconde però un passato doloroso di cui non vi svelerò niente, vi dico solo che vi commuoverà moltissimo. Inizia così un fitto scambio di email, contatti via Skype e telefonate tra Samira e Alesh. Alesh è deciso a conquistarla per portarsela a letto come tutte le altre donne, ma lei non è come tutte le altre donne e questo da principio lo metterà molto in confusione. Samira, dal conto suo, non vuole cedere perché se lo facesse, vorrebbe dire che tutto ciò in cui crede non vale più nulla. Un libro intenso, profondo, romantico. 

Perché hai dato quattro stelle, allora? Vi starete chiedendo. Purtroppo Goodreads non mi permette di dare mezzi voti, perché in realtà il romanzo è da quattro stelle e mezzo, il mezzo voto l'ho tolto solamente perché c'è stato un nome scritto prima in un modo e poi in un altro, mi spiego meglio: la cugina di Alesh, prima viene chiamata Khrista e poi Kristha. Lo so, sono un po' troppo nitpicky ("perfettina" o "rompiballe perfettina"), ma penso che questo sia davvero un romanzo valido.

Tornando a noi, comunque, vorrei dirvi che Alesh è una bomba di uomo, da quanto sexy, prestante e aitante è. E' l'uomo dei sogni di qualsiasi donna, o perlomeno, corrisponde al mio. Oddio, non so più per quale bookboyfriend impazzire, se per Matt Staton, Stefano Diamanti o Alesh Wilson. Insomma, sono tutti così fighi che è difficile scegliere! Anche Samira è una bella donna, ma mi capirete, le mie attenzioni sono tutte per gli uomini. Ad ogni modo, la storia d'amore di Samira e Alesh è così intensa che continuerete a leggere fino a tarda notte, chiedendovi come finirà tra loro. Non vi dico nulla neanche stavolta *fa la linguaccia*. Prima di scrivere l'ultimo paragrafo vi devo dire un altro paio di cose: non so se sia il periodo ma ho voglia di leggere romanzi erotici o rosa/erotici e quando leggo le scene di sesso, le quali sono sempre ben scritte e ben rese finora, i miei ormoni impazziscono! Sul serio ragazze, leggendo questo libro vi sembrerà che Alesh faccia a voi le cose "sconce" che fa a Samira. 

E po' il fatto che Samira sia una scrittrice ad un passo dal pubblicare il suo primo libro, mi ha permesso ancora di più d'identificarmi in lei, perché in più di una volta mi sono sentita simile a lei. Vi riporto questa citazione, che riassume perfettamente come mi sento quando sono in giro e osservo gli altri, pensando ai miei romanzi:
Le piace ascoltare il suono delle risate, fissare di nascosto gli sguardi che si scambiano le coppie. I baci dolci, passionali. E' pur sempre una scrittrice e vive di questo. Gli occhi sono la parte più importante del suo corpo, con lo sguardo si ciba di immagini e crea i suoi personaggi dal nulla. Una maglia, un paio di scarpe, ma anche un bracciale, una vetrina colorata. Ogni cosa può stimolare la sua fantasia.
Io mi sento esattamente così. E' la prima volta che qualcuno esprime alla perfezione come mi sento quando sono in giro e in cerca d'ispirazione.

Ma è successo un'altra volta di identificarmi moltissimo in Samira, ed è stato quando lei ha detto questo:
Non è importante il successo in sé né le copie vendute: lei vuole arrivare al cuore dei lettori lasciando, in essi, un segno indelebile.
E' quello che penso io! Chi mi conosce può dirlo che questa è più o meno la stessa cosa che dico sempre io. Non contano le copie vendute o la posizione di Amazon, ciò che conta è toccare il cuore dei lettori con i propri libri.

Infine, Samira ha detto un'altra cosa mi ha colpita moltissimo, sempre riguardo al mondo della scrittura:
Questa si potrebbe definire la parte più scomoda della scrittura, vivere le emozioni dei personaggi non è semplice da gestire, ma Samira preferisce piangere e soffrire con loro, non vorrei mai rimanere impassibile dinnanzi a una scena importante. 

La scrittura di Anna è piacevole, scorrevole, ricca di descrizioni di ambienti, fisiche ed emotive. Più volte mi sono sentita così coinvolta nel romanzo da dovermi ricordare che era Samira quella fortunata ad avere Alesh, e non io. Oh povera me! Di questo passo non troverò mai un ragazzo se i miei standard sono questi!

Vi saluto con una citazione tratta da questo bel libro:
"La mia mente è ormai persa, in un labirinto complicatissimo e forse senza via d'uscita. Un giorno troverò una scorciatoia, una via più sicura e la affronterò a testa alta. Ora ho solo bisogno di riflettere e decidere qual è la scelta migliore per me. Vivere nel paradiso con la paura o vivere nell'inferno bruciando nelle fiamme per non aver affrontato l'enigma?"
(Samira)

Giada

lunedì, dicembre 07, 2015

RECENSIONE di Distruggimi di Chiara Cilli

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! La seconda recensione che faccio dopo tanto tempo riguarda un libro che ho atteso con ansia di leggere, di cui ho assistito la stesura grazie al gruppo di Chiara Cilli e che ho divorato in TRE GIORNI. Tre giorni. Questo mi capita solo quando un libro è scritto molto bene. E questo libro riconferma il talento di Chiara Cilli. Ma è meglio che non mi dilunghi troppo, cominciamo la recensione.



PREMESSA
Che emozione, che gioia poter leggere questo libro in anteprima! Ero indecisa se leggerlo o meno perché temevo che mi salisse l'ansia per la preparazione dell'esame che devo dare in febbraio e che quindi non riuscissi a godermelo come si deve, invece no! La mia ansia c'è, ma è in un angolino della mia mente.

TRAMA (da Goodreads)
Credevo di essere sopravvissuta all'orrore. Mi sbagliavo.
Credeva di potermi sfuggire. Ma non ha scampo da me.

Non riesco a liberarmi di lui.
Non le permetterò di cacciarmi dalla sua mente.

È nella mia testa, nel mio sangue, nelle mie ossa.
È un mostro che vuole impossessarsi della mia anima e farla a brandelli.

Henri Lamaze è l'incubo di morte da cui non sarò mai in grado di svegliarmi.
Aleksandra Nikolayev è l'ultimo demone che devo sconfiggere.

Questa volta non riuscirò a contrastare il suo veleno.
Questa volta sarò io a non sopravvivere a lei.

È finita.
E non posso accettarlo.


**Attenzione**
Romanzo Dark Contemporaneo
Questo romanzo contiene situazioni inquietanti, scene violente, linguaggio forte e rapporti sessuali di dubbio consenso o non consensuali. Non adatto a persone sensibili al dolore e alla schiavitù.

RECENSIONE

Bello. Bello. Bello. Davvero, non c'è altro modo di iniziare questa recensione. Questo libro è sconvolgente, emozionante, coinvolgente, ricco di azione e di avventure e di una cosa che c'era, ma non era principale nel primo libro: la violenza psicologica che si fanno Aleksandra ed Henri. La storia riparte con Aleksandra che, tornata a casa, riprende con difficoltà in mano la propria vita e affronta il verme schifoso di suo padre. Sì, il padre di Aleksandra sembra provare ancora qualcosa per Henri e questo la disgusta così tanto che vuole che sia lui stesso a dire a sua madre la verità, cosa faceva quando andava a casa dei Lamaze. Questa gif è tutta per il padre di Aleksandra:

Henri non riesce a continuare la sua vita senza Aleksandra, ormai il loro legame malato è andato oltre i soprusi fisici e adesso tutta l'azione si sposta sul luogo mentale, nella mente di Aleksandra e nella mente di Henri. Ma Chiara ci da' subito qualche indizio sulla personalità di Armand e André, infatti in più di un'occasione i ricordi del loro passato, degli abusi e dei soprusi, sembrano emergere dalla parte più recondita della loro memoria e li turbano. Ad ogni modo, questa gif è per Henri, e credo che dirlo a nome di tutte le fan e appassionate lettrici di Blood Bonds:

Armand invece si è reso conto del legame malsano tra Henri e Aleksandra e pensa che dividerli sia la cosa migliore beh, ricordo a tutte le lettrici, che Henri risparmia la vita per ben tre volte nel corso del romanzo di Aleksandra, non vi dico in che contesto e in che modo, ma lo fa. La risparmia quando avrebbe dovuto mettere fine alla sua vita. 


E André? André odia ancora a morte Aleksandra per aver giocato con la mente di Henri, per aver quasi distrutto la loro famiglia e per aver quasi sperato di poterlo cambiare.

Vi dico solo che il modo in cui termina il romanzo mi fa reagire in diversi modi diversi, mi astengo dal dirvi di più:

Giada

domenica, dicembre 06, 2015

RECENSIONE di Sudden Storm di Chiara Cilli

Buona sera, bloggers e lettori! Sapete che faccio parte del gruppo Facebook di Chiara, "Chiara's Bad Girls", ecco, ogni giorno, quando entravo, evitavo gli spoiler di questa trilogia e le ragazze del gruppo mi hanno fatto venire così tanta voglia di leggerla, che ho deciso di farlo.

PREMESSA
Convalescenza e una valanga di libri da recensire, ergo da leggere? La cosa più bella che mi sia capitata. Sì, non ho ancora letto la trilogia delle 50 sfumature di E.L. James ma conto di farlo dopo il ponte dell'Immacolata, per saldare questa mia mancanza e anche per capire che cos'abbia di tanto bello. Insomma, tutto questa premessa per dirvi che sono felicissima di aver potuto recensire il primo libro della MSA Trilogy e spero di poter recensire altri libri di Chiara in futuro, perché sta entrando a far parte delle mie scrittrici preferite.

TRAMA (da Goodreads)
Niente sentimenti.

Forte, bella e trasgressiva, Cristina Cabrisi ama essere al centro dell’attenzione e avere il controllo, soprattutto con gli uomini. Così, quando il destino la mette sulla stessa strada di un uomo talmente bello e intrigante da mozzare il fiato, Cris sfodera tutte le sue armi di seduzione per conquistarlo. Ma Matt Staton, giovane proprietario della MSA, ha altri progetti per lei: la vuole nel team della sua particolare agenzia ed è disposto a tutto pur di averla.
In una partita in cui i sentimenti non sono ammessi, Matt sa che Cris è perfetta per questo lavoro e la sfiderà per ottenere ciò che vuole. Ma lei è abituata a vincere ed è disposta a spingersi oltre il limite pur di far capitolare Occhi di Ghiaccio.
Entrambi sanno che questo è un gioco molto pericoloso, ma quello della passione sfrenata è un richiamo a cui non possono resistere… anche se significa lasciarsi consumare da un’emozione tanto intensa che minaccia di distruggerli in qualsiasi momento.

RECENSIONE
Spero di riuscire a scrivere questa recensione senza troppi intoppi, a causa del dolore post-operazione. Comincio questa recensione col dirvi che sì: ADORO I ROMANZI EROTICIIII!! Tempo fa non l'avrei mai detto o me ne sarei vergognata, ma ora che ho maggiore sicurezza in me stessa, ho capito che non ho nulla di cui vergognarmi. Adoro i romanzi erotici. Adoro i romanzi di Chiara Cilli. Adoro Chiara Cilli. :)

Il romanzo parla della bellissima, aggressiva, trasgressiva Cristina Cabrisi, che lotta con se stessa per dimenticare Federico, il ragazzo con cui ha una relazione sessuale e che è suo amico, quindi a conti fatti la loro relazione è di amici con benefici, che grazie alla sua amica Giovanna conosce Matt Staton, o come lo chiama lei, Occhi di Ghiaccio. Ma partiamo da Cristina: Cristiana è una donna forte che non vuole dipendere da nessuno, è forte, cocciuta, testarda e molto molto sexy. E' una ragazza libera dal punto di vista sessuale, ovvero non si fa problemi ad andare a letto con chi vuole quando lo vuole, e in questo mi ha ricordato un po' Fiona Gallagher di Shameless. E' una vera badass, che inconsciamente (o consciamente?) gioca con i sentimenti dei ragazzi, cercando di capire i suoi.

Cristina conosce Matt Staton, che le chiede di entrare a far parte della Matt Staton's Agency (MSA), che altro non è che un'agenzia per escort di alto borgo. Cristina è affascinata da quest'uomo ammaliante, magnetico, che chiama Occhi di Ghiaccio per via del colore e dell'intensità dei suoi occhi, Tuttavia Cristina non accetterà subito la sua offerta e farà la preziosa, combattendo contro il suo desiderio di entrarvi e il desiderio di non entrarvi affatto, per via dell'etichetta che subirebbe. Matt Staton ha un conto in sospeso con Stefano Diamanti, e infatti prega Cristina di stargli alla larga, perché non sopporta che lui le ronzi intorno o viceversa perché è solo sua, tuttavia non si fa scrupoli a sfidarla a scoparsi due ragazzi come prova per entrare nella MSA e di cui Matt non sembra apparentemente geloso. Sarà perché è una questione d'affari? Non lo so, so solo che quando è avvenuta quella scena io ero così:

Matt Staton  è semplicemente bellissimo. Ma anche Stefano Diamanti non è da meno. 


Matt Staton #TeamMatt


Stefano Diamanti #TeamStefano

Posso dire che se fino a poche ore fa ero #TeamMatt, ora sono inesorabilmente e follemente #TeamStefano, per come si è comportato negli ultimi capitoli Matt con Cristina. Cristina è diventata il Rubino di sangue della MSA. Ecco, ho già detto troppo. Vi lascio con l'ultima gif:

Prima volevo sia Matt che Stefano, Matt per il modo selvaggio e potente con cui possedeva Cristina e Stefano per essere così figo, dolce e comprensivo. Insomma, li volevo entrambi. Poi ho cambiato idea.

Chiara Cilli si riconferma la talentuosa scrittrice che è, e do quattro stelle a questo bel libro, perché ho trovato qualche refuso durante la lettura. Il libro è scritto in prima persona dal punto di vista di Cristina, ed è ambientato a Pescara. Vorrei dire qualcosa sui libri di Chiara: i suoi libri e i suoi personaggi ti entrano dentro, nel sangue, nel corpo, nella mente come i suoi personaggi maschili, e lentamente diventi dipendente dai suoi libri come un drogato e ne vuoi ancora, perché i suoi libri ti piacciono così tanto che sai che non riusciresti a stare neanche un mese senza leggerli. Chiara combina, come sempre e come io amo, azione, sessualità, tensione sessuale tra i personaggi, discussioni, sesso e lotte con una maestria incredibile. Perché allora le hai dato solo 4 stelle? Ve l'ho già spiegato all'inizio del paragrafo.

Il titolo "Sudden Storm", rappresenta perfettamente la tempesta esplosiva che si è venuta a creare con questo triangolo amoroso, ricco di tensione sessuale, tra Cristina, Stefano e Matt. Una tempesta nata all'improvviso che sconvolgerà la vita di tutti.

Vi saluto con alcune citazioni tratte da questo libro di cui non vedo l'ora di leggere il seguito:
"Sono una cacciatrice e amo inseguire la mia preda nel buio".

"D'altronde, chi mi conosce sa che il pericolo è per me l'afrodisiaco più potente. E a me piace avere il controllo del gioco."

Giada

giovedì, dicembre 03, 2015

RECENSIONE di Elektron di Cinzia Baldini

Buon giorno, bloggers e lettori! Lunedì ho avuto la fatica operazione e sono tornata a casa dall'ospedale alle otto di sera, nei tre giorni precedenti ho letto trecento pagine delle quattrocento che compongono questo libro molto molto bello edito da Linee Infinite Edizioni, che ringrazio infinitamente per avermelo mandato.


PREMESSA
Ho letto un solo libro di fantascienza finora, e questo è il secondo. Come l'autrice mi ha giustamente fatto notare, il genere del suo libro non è proprio fantascienza, bensì fantarcheologia. Questo libro è stata una sensazionale scoperta! Di sicuro leggerò altri libri scritti da quest'autrice, perché mi piace tantissimo il suo stile!

TRAMA
Nel terzo decennio degli anni duemi­la una sonda spaziale, lanciata dalla Terra per scopi scientifici, inizia improvvisamente a trasmettere dati contraddittori che segnalano la pre­senza di un elemento di disturbo nei pressi dei cieli meridionali del siste­ma solare. Verificato che le incoerenze non sono dovute al malfunzionamento delle so­fisticate e modernissime attrezzature tecnologiche presenti all’interno del veicolo, gli astrofisici che ne monito­rizzano il percorso non riescono a tro­varne le cause. Con i piedi ben piantati in terra, invece, un gruppo di archeologi si sta godendo il meritato credito scientifico derivatogli dalla clamorosa quanto casuale scoperta dei mitici “Libri della Conoscenza” del dio Thot, l’arcaica divinità nilotica. Ma, per tutti, scienziati e archeologi, la serenità ha le ore contate. Il destino, infatti, sotto forma di un grosso se­questro di antichi reperti operato dal Dipartimento di Polizia egiziana, li costringe ad una forzata collabora­zione. Le indagini si concentreranno nel de­serto occidentale, presso il territorio dell’oasi di Kharga, dove la stretta collaborazione tra la polizia e l’improbabile e variegato gruppo di studiosi permetterà di arrivare ad una svolta imprevista e drammatica. Il tragico epilogo dell’evento crimino­so si tramuterà, per gli archeologi in un insperato colpo di fortuna. Trove­ranno, infatti, un’antica sepoltura inviolata e curiosamente sovrastata da un modello in scala di un missile della serie americana Apollo. La spiegazione logica all’ingarbu­gliata vicenda, come l’identità della mummia cristallizzata e sepolta all’interno della tomba, arriverà solo quando un popolo, sconosciuto e antichissimo, concederà ad archeologi e scienziati di consultare la sua “Sa­pienza Collettiva”.

RECENSIONE
Premetto che avevo provato a leggerlo la prima volta, ma a causa dell'ansia riguardante l'università, dopo cinquanta pagine l'avevo mollato. In seguito, man a mano che l'operazione si avvicinava non riuscivo più a portarmi avanti e ho deciso di leggere questo libro. "Elektron" è un libro complesso, ben strutturato, che narra dell'arrivo sulla terra, in epoca preistorica, di un gruppo di alieni provenienti dal pianeta Proteros, un pianeta che entra ed esce di continuo dal sistema solare, per civilizzare l'umanità e darle quindi una cultura, una struttura sociale e insegnare loro a comunicare e a difendersi dagli animali feroci che popolavano quella porzione di pianeta. Come vi dicevo, il libro è ben strutturato, e alterna il POV di Nur e dei suoi amici e collaboratori a quello dei componenti della missione spaziale "Ank-Taui". Tutto comincia a cambiare per Nur quando comincia ad avere delle visioni e a vedere/non vedere (poiché la donna misteriosa si mostra inizialmente in sua presenza avvolta da una fitta nebbia che le copre il volto) di una donna misteriosa. Le avventure che vivrà Nur in prima persona sono emozionanti, interessante è stato scoprire tantissime cose riguardanti l'archeologia e l'astrofisica che non sapevo e che mi hanno incuriosito molto. Mi ha fatto venire voglia di andare a visitare il misterioso e affascinante Egitto! :)

La scrittura di Cinzia è fluida, ricca di descrizioni e dialoghi piacevoli, è stato bellissimo poter leggere un libro così accurato a livello di stile, descrizioni e cura dei dettagli. Storia e scienza che si mescolano creando un libro bellissimo da leggere, leggende dell'antico Egitto che si mescolano al tran tran dei giorni nostri e creano una piacevole e interessante confusione nei protagonisti. Io però do a questo libro quattro stelle. E questa è la mia motivazione, che non ha nulla a che vedere con il contenuto perché il libro mi è piaciuto da matti: nei capitoli 48-49-50-51 il nome di un membro dell'equipaggio, ovvero Sutekh cambia nome in questi capitoli e diventa Soutekh per poi diventare Setekh alla fine del libro. E' successa la stessa cosa con un altro membro dell'equipaggio di Proteros, ovvero Djehuti che diventa tre-quattro volte, verso i capitoli 60-65 Djehuty. Questi cambi di nome mi hanno causato molta confusione, soltanto alla fine ho capito che il nome dell'assassino del dio Osiride era Seth e che quindi non poteva essere Soutekh o Sutekh il nome proteriano, ma Setekh, cioè il nome che viene ripetuto alla fine. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo bel libro che vi consiglio:
"Le circostanza non le sono favorevoli, ma lei non ci sta a soccombere senza aver provato di tutto per volgerle a suo favore."
(Nur)

Giada

mercoledì, dicembre 02, 2015

Recensione Film - Harry ti presento Sally

Ieri sera, dopo una pesante giornata universitaria, non ho ovviamente voglia di fare niente se non di restare a casa a guardare un bel film. Mi preparo una camomilla calda, mi prendo un dolcino e mi metto comoda sul divano per guardare un classico che però finora non mi era mai capitato di vedere:
“Harry ti presento Sally”. Il risultato? Piacevole scoperta J
Il titolo originale di questo film del 1989 è “When Harry met Sally…”. Diretto da Rob Reiner, è stato il trampolino di lancio di una giovanissima Meg Ryan. Insieme a lei, Billy Cristal. Il film parla di questi due ragazzi, Harry e Sally, che si incontrano subito dopo la laurea quando Harry era al tempo il fidanzato di una cara amica di Sally. L’occasione che li farà conoscere sarà un viaggio da Chicago a New York dove i due ragazzi vogliono andare a trovare fortuna. In questi viaggio sembrano essere due persone completamente  incompatibili: lei perfettina e lui molto alla mano, lei diffidente e lui più spavaldo. L’argomento che sicuramente più li farà scontrare sarà l’amicizia tra uomo e donna: secondo Sally esiste ed è possibile, secondo Harry no perché un uomo che prova un minimo di attrazione nei confronti di una donna non può esserle amico (ogni riferimento era puramente casuale…)
Si lasciano quindi così, con la certezza di non rivedersi mai più. Ma così non sarà. Infatti anni dopo, si rincontreranno casualmente in aeroporto, raccontandosi brevemente come si erano evolute le loro vite: Sally era felicemente fidanzata, Harry stava addirittura per sposarsi.
I due si lasciano di nuovo, con l’augurio di una felice vita. Si rincontreranno  diversi anni dopo in una libreria: lei non è più fidanzata, lui ha appena divorziato. Cominciano così a confortarsi l’un l’altra, facendo nascere una meravigliosa amicizia.
Chi avrà ragione alla fine, Harry o Sally?
Per scoprirlo, guardate il film e ditemi un po’ che ne pensate J
Come dicevo inizialmente l’ho trovato molto piacevole, simpatico e tenero in alcuni punti. In più poi, io sono una FAN SFEGATATA dell’amicizia uomo-donna: non solo esiste, ma è eccezionale! Gli amici uomini io penso siano uno di quei beni preziosi che nella vita è necessario avere e soprattutto custodire, perché spesso sanno essere più  leali e sinceri di noi donne (ammettiamolo!). E il film a mio parere tratta l’argomento bene, in tutte le sue sfumature, in tutti i suoi pro e contro, in tutti i suoi pregiudizi e  preconcetti. Poi vabbè il finale..... no basta, sennò non lo guarderete mai se ve lo racconto!
CURIOSITA’: il film è stato scritto da Nora Ephron; Harry e Sally rappresentano rispettivamente  Rob Reiner e Nora Ephron: il primo fu lasciato e cadde in uno stato di pessimismo e sconforto verso il mondo (Harry è così nel film), mentre la seconda affrontò la fine della sua storia con più autocontrollo e serenità (come Sally); la scena dell’orgasmo è stata suggerita dalla Ryan, la battuta che dirà poi la signora (che altri non è che la madre di Reiner!) è stata invece suggerita da Cristal; le varie coppie anziane che parlano, sono anche quelle basate su storie vere.


lunedì, novembre 23, 2015

Recensione - Lungo le strade della nostra vita


E’ la mia prima recensione di un libro, speriamo bene e confido in voi!
Ho appena terminato di leggere un romanzo, “Lungo le strade della nostra vita” di Eloy Moreno. E’ di quei romanzi incalzanti e ricchi di suspense come piacciono a me. La trama principale è quella su Alisia, un’insegnante che viene mandata per un breve periodo a Toledo. La sua storia è quella di una qualsiasi donna dei nostri giorni: un lavoro precario, una bambina piccola avuta dopo tante difficoltà, un marito con cui non c’è più la stessa passione e spensieratezza di un tempo… una storia comune.
Ma per Alisia tutto cambierà quando arriverà a Toledo: si perderà tra i vicoletti tortuosi della città, tra la sua magia e le sue leggende. Ritroverà il rapporto con una cara zia di cui ne scoprirà i segreti, e a cui si sentirà più vicina che mai. Ma soprattutto troverà Marcos: un’affascinante poliziotto, giustiziere dei poveri e dei deboli, che le farà scoprire le bellezze e ricchezze di Toledo ma soprattutto della vita. Comincerà con lui una appassionante storia, che la farà perdere ancor di più nei sentieri della sua vita.
Le storie che si intrecciano nel romanzo sono tante: quelle di uomini e donne che lottano per mantenere un lavoro, di altri che assaporano le loro vite giorno per giorno. Di ragazzine che crescono, alcune da vittime altre da carnefici. Di donne che vivono la stessa situazione di Alisia, solo con meno pensieri.
Eloy Moreno è una nascente penna della letteratura contemporanea spagnola. Il suo primo libro, “El boligrafo de gel verde” del 2011, è stato pubblicato da lui stesso. Dopo l’iniziale successo anche grazie i vari social, il libro fu acquistato da una casa editrice che si occupò di ripubblicarlo, con delle modifiche nel testo e nella copertina. In Italia uscirà nel 2012 con il titolo “Ricomincio da te”. Nel 2014 ecco l’uscita del secondo libro, “Lo que encontré bajo el sofà”, tradotto in italiano con “Lungo le strade della nostra vita” (ai nostri editori piace molto usare la fantasia nei titoli!).
E’ vero ciò che recensisce La Vanguardia: << Un romanzo in cui chiunque ritroverà un pezzo della propria storia.>>  Le storie che racconta Moreno potrebbero essere quelle mie, vostre, di chiunque. I pensieri, le paure a cui dà forma sono quelli di tutti. Forse è proprio per la semplicità che il romanzo lo si legge tutto d’un fiato. Del resto come si dice, le cose semplici sono le più belle J

Io ve lo consiglio fortemente, è stata davvero una bella e piacevole lettura. Poi è bello pensare di aiutare un nascente e soprattutto talentuoso scrittore, che si sta facendo la sua strada da solo. Una cosa è certa: dopo questa lettura spero di poter andare presto a visitare Toledo, perché sembra il posto più bello del mondo da come lo racconta lui!

domenica, novembre 22, 2015

"Cantico sull'oceano" di Federica Leva

Oggi vi parlo di un libro che ho amato leggere e che consiglio vivamente: "Cantico sull'oceano" di Federica Leva.

Innanzitutto... chiudete gli occhi. Respirate profondamente. Riuscite a sentire il profumo del mare? Lo sciabordio delle onde? Il sole che vi colpisce in piena faccia e vi scalda la pelle? I gabbiani che volano sulle onde? Questo è il mondo in cui sarete trasportati e che vi farà letteralmente dimenticare il "qui e ora", non importa che voi leggiate questa storia comodamente distesi nel vostro letto, in poltrona, o al contrario in metrò o su un treno. Questa storia vi porterà lontano...

Dalla sinossi del libro:

"Il Louvre sta per chiudere mentre la pioggia battente inonda Parigi. La folla si affretta a uscire ma la musica, quella melodia così eterea, ha scelto il momento per compiere, ancora una volta, la sua magia. E, da quel quadro così poco celebre, inizia il racconto della straordinaria vita della donna dipinta. Siamo nei primi anni del '900 ed Elenoire, una talentuosa compositrice e pianista, è combattuta fra l'esigenza di suonare una musica al di fuori dalle convenzioni dell'epoca e le impostazioni conservatrici del marito. Durante un viaggio verso Nizza, però, qualcosa muterà: la coppia si smarrirà in un villaggio ammantato di surrealismo che permetterà loro di intraprendere un percorso sulla via dell'inevitabile cambiamento. E, sospesi in un mondo fra sogno e realtà, Adrien ed Elenoire saranno costretti ad affrontare le proprie paure e le proprie convinzioni per vivere  in eterno attraverso note incantate.  Una storia d'amore romantica e devastante per la sua intensità che trascinerà il lettore in un'estasi di note e poesia."

Questo è un libro che non si legge solamente, ma si "vive". Pagina dopo pagina l'autrice vi coinvolgerà in una storia al di là del tempo e dello spazio, in un'altra epoca e in un altro spazio. Io sono rimasta assolutamente affascinata dall'atmosfera che questa bravissima autrice è riuscita a ricreare tra le parole sapientemente scelte: parole che come una melodia, creano quasi un'onda di sensazioni ed emozioni. Ho amato proprio questo: la cura nello scegliere le parole. Nulla è lasciato al caso o abbozzato. Le parole evocano suoni, colori, paesaggi, sensazioni che coinvolgono come dire...tutti e cinque i nostri sensi. Spegnete la tv, il telefono, lasciate che l'eco della giornata si allontani da voi... e lasciate che questa storia vi porti magicamente con sé in terre lontane dove tutto...chissà...è possibile.

Ricordo che "Cantico sull'oceano" è stato finalista al concorso letterario "Le ali della fantasia" - Chieti, 2005, ha vinto il 1° premio al concorso letterario promosso da NPlibri - Imperia, 2006, e si è aggiudicato il Premio speciale al concorso letterario "Penna d'autore" - Torino, 2006

Ancora un grande in bocca al lupo per tutto alla bravissima Federica Leva e... alla prossima recensione! :-)

Consuelo

venerdì, novembre 20, 2015

Recensione film - Un amore speciale

Le tre sorelle Tate fanno parte di una famiglia molto benestante: una si sta per sposare (Potty Montgomery), un’altra è lesbica (una giovanissima Sarah Paulson dato che io sono una fan di “American Horror Story”  vederla qui mi ha fatto venire gli occhi a cuoricino!) e cerca in tutti i modi di far accettare la cosa a sua madre (la fantastica Diane Keaton) e l’ultima è Carla (Juliette Lewis) affetta da un leggero ritardo mentale. Proprio per questo fu mandata dai genitori in una scuola specializzata dove trascorrerà gran parte della sua infanzia e adolescenza. Abbastanza grande ed autonoma, il padre ( Tom Skeritt) la persona più accondiscendente della famiglia, la andrà a prendere per portarla a casa. Carla si dovrà riabituare a vivere nel mondo ‘normale’ e anche grazie alla sua tenacia e buona volontà convince i genitori a mandarla nella scuola pubblica dove si troverà a vivere e a fare le cose che fanno tutti i ragazzi della sua età. Proprio a scuola incontrerà Danny (Giovanni Ribisi) anche lui affetto da un leggero handicap mentale, con il quale comincerà una stupenda amicizia: cominceranno a condividere i loro mondi, le loro prospettive di vita e si faranno forza l’un l’altra nelle situazioni che li metteranno in difficoltà. Da questa amicizia nascerà una pura e innocente storia d’amore, fatta di piccole cose che ci faranno spesso sorridere ma anche commuovere. Dopo diversi ostacoli, il finale sarà romantico  per tutti…
Preparatevi, fazzoletto alla mano!
Il film è diretto da Garry Lewis, è del 1999 e il titolo originale è “The other sister”, adattato in italiano con “Un amore speciale”. Il cast è indubbiamente importante, spesso anzi molte le critiche proprio sull’imponenza della Keaton che in alcuni punti è forse andata ad oscurare l’attrice principale. C’è da dire che Lewis è postumo ad un filmone, “Pretty Woman”, che mette a dura prova quindi il suo lavoro perché molte sono le aspettative che si hanno su di lui. Il tema inoltre è stato trattato e ritrattrato anche in maniera più seria ed approfondita da altri film ma io lo considero proprio per la sua semplicità un film carino da vedere in una sera che si vuole essere romantici e leggeri mentalmente J
CURIOSITA’: oggi la Lewis è impegnata nel mondo della musica. Dal 2004 al 2009 ha fondato ed è stata la cantante del gruppo “Juliette and the Licks”. Dopo due album, il gruppo si scioglie e lei ne fonda un altro: “Juliette and the New Romantiques”. Diverse le sue collaborazioni negli ultimi anni in brani e videoclips di altri colleghi.


giovedì, novembre 19, 2015

Il sangue degli innocenti bagna la terra parigina

Questo non è un post come tutti gli altri, mi sento in dovere di dirvelo, il mio non è un articolo dove mi scervello sui collegamenti con le attuali guerre in tutto il mondo, ma il mio è un semplice sfogo che mi tengo dentro da venerdì 13 e sento il bisogno di esorcizzare il dolore e la tristezza con questo post. Se siete interessati potete condividere e commentare.



13 novembre, ore 23.45 
Avevo appena iniziato la dieta e a causa della mia ciste, non potendo andare in palestra, ho deciso di ripiegare sugli intensi allenamenti di Wii Just Dance. Ad un certo punto mi fermo, prendo il cellulare e scorro la home di Facebook, come di consuetudine, ma c'è qualcosa di diverso stavolta. Tutto il popolo di Facebook dice, a caratteri cubitali "PARIGI E' SOTTO ATTACCO". Il mio cuore si ferma. Cosa sta succedendo? Mille pensieri mi attraversano la mente, ma mai e poi mai avrei detto che si trattasse di un attacco terroristico in più punti della città. Spengo la Wii con il cuore in gola e vado su La7, decisa a guardare l'edizione speciale del telegiornale. Le notizie mi allibiscono. Mi spaventano. Mi rattristano. C'è stato un attacco durante un concerto di una metal band al Bataclan, due terroristi si sono fatti saltare in aria fuori dall'Estade de France, la partita amichevole è stata cancellata. Ripenso a ciò che mi aveva detto prima mio papà: "E' successo qualcosa durante la partita". Non capivo. Continuo a guardare il servizio con le lacrime agli occhi. I terroristi hanno preso in ostaggio 100 vittime e grazie ad un tweet di una ragazza ch'è riuscita ad accedere al piano superiore, sappiamo che li stanno uccidendo uno ad uno, che li stanno freddando. Senza rimorsi. Senza cuore. Il primo pensiero è stato che quegli esseri non hanno né cuore né anima, perché altrimenti non avrebbero fatto una strage del genere. Seguo in diretta il blitz della polizia francese all'interno del Bataclan. I poliziotti uccidono due terroristi, alcuni scappano, si contano i feriti e i superstiti. Domani sarà il giorno più buio della storia europea. Un giorno che nessuno dimenticherà mai. I terroristi rivendicano l'attentato di Parigi, dicendo che il loro gesto, oltre ad essere stata una vendetta nei confronti del presidente Hollande, per essere intervenuto in questioni che non lo riguardavano e che il loro gesto era l'11 settembre della Francia. Hollande comunica al mondo intero che chiuderà le frontiere, che metterà lo stato massimo di allerta in tutta la Francia. Su Facebook i miei amici, preoccupati per i loro amici parigini, li contattano. Io sento una forte agitazione nelle gambe e nel cuore. Vado a letto pensando che... Com'è possibile che nel 2015 succedano ancora queste cose? Perché hanno dovuto uccidere cento e passa innocenti solo per rivendicare il loro dio, perché non dimentichiamolo che i terroristi sono entrati al Bataclan con i khalashnikov spianati gridando "Allah Akbar" (Allah è grande). Non so cosa provo, sento solo un tumulto dentro che non riesco a spiegare a parole, sono triste, agitata, preoccupata. Sì, perché l'ISIS ha detto che i loro prossimi obiettivi sono Washington, Londra e Roma. Mi addormento senza sognare niente. Forse perché il mio desiderio di vivere in un mondo pacifico è sfumato quella notte.

Sabato 14 novembre, ore 10.00
Mi sveglio pronta per portarmi avanti con le materie che studio all'università, guardo il telegiornale e il numero di vittime e superstiti dei sette attacchi terroristici è agghiacciante. Cambio canale, finisco di far colazione e cerco di portarmi avanti. Ma mi sento come se mi fosse passato sopra un carro armato, ho il cuore pesante, non riesco a fare niente, il mio pensiero continua ad andare a quelle innocenti vittime che stavano passando una normale serata tra amici al ristorante, al bar, a un concerto. Penso che una di quelle vittime potrei essere stata io. Chiunque di noi potrebbe essere stato una di loro. Decido di lasciar perdere inglese 3 per un giorno, tanto sono abbastanza avanti e un giorno di riposo non mi rallenterà. La notte precedente avevo scritto sotto a un post di una mia amica che prima di ieri io ero favorevole all'integrazione degli immigrati e ho conosciuto dei rifugiati che erano delle persone buone, ma a questo punto credo che la cosa migliore da fare sarebbe chiudere le frontiere... Ma a che scopo? Ora è inutile farlo. Sono tutti qua. Potrebbe essere chiunque. Potrebbe essere una persona che appare in un modo ma che in realtà è ben altro. Non so se riuscirò a fidarmi di tutti di nuovo, ma non voglio fare di tutta l'erba un fascio. Il problema è che a causa di questi terroristi non sappiamo chi è davvero il "buono" e chi è davvero il "cattivo". Le notizie rimbalzano da un sito all'altro, condivido quelle che mi colpiscono di più. Cambio la mia immagine del profilo con la bandiera francese, conscia nel mio piccolo di esser stata per qualche ora oggetto e numero di una statistica di Facebook, ma è stata la prima cosa che mi sono sentita di fare. Avevo bisogno di qualcosa che mi facesse sentire vicino ai famigliari di quelle vittime. Oggi si scatena una guerra dietro l'altra su Facebook per via della bandiera francese nel profilo di ognuno. Leggo quei flame e resto inorridita dagli insulti che certi utenti danno agli altri, che gli dicono di essere "pecore che seguono la massa" ecc. Comunico nella pagina di Facebook del blog che per quel giorno né nella pagina né nel blog non verrà pubblicato nulla, in segno di lutto. Arriva a casa mia cugina e io ho una crisi isterica, dove me la prendo con lei. Quando sono ormai le cinque di sera, mi rendo conto che la mia sfuriata è stata stupida, ma ho scaricato su di lei la tensione che avevo la sera prima. Non è giusto, lo so, ma ridere e scherzare mi sembrava superfluo e stupido in quel momento. Ripenso a ciò che ho scritto su Facebook alla mattina, che mi sentivo il cuore pesante e che mi sentivo impotente, come avrei potuto proseguire la mia vita sapendo che quello ch'era successo a Parigi poteva succedere anche qui da me? Per fortuna un'altra mia amica mi risponde e m'infonde coraggio. Dobbiamo distrarci, altrimenti questa tragedia ci svuoterà la vita dei nostri interessi e delle nostre passioni. Ma non è ancora un buon momento per leggere, non ancora. Non me la sento. La sera accendo una candela e la guardo fuori, appoggio la mano sul vetro e guardo nella notte. Il mio cuore si sta placando, i tumulti che lo agitavano si stanno placando. Ma resta comunque una forte amarezza, una tristezza che il mio cuore fatica a cancellare o perlomeno, a mettere in un angolino del mio cuore.

Domenica 15 novembre, ore 10.00
Continuano ad arrivare notizie da tutti i telegiornali, aggiornamenti sui terroristi e sul grido di "guerra" di Hollande. Comincio a riflettere sulla storia in generale. Anche i coloni si sono presi le stesse terre per le quali i terroristi si fanno saltare in aria tantissimi secoli fa, una guerra non può essere una soluzione, penso. Se dichiara guerra e fa tornare la leva obbligatoria, i giovani saranno costretti ad andare in guerra, e queste guerre continueranno, è un circolo vizioso, non finirà mai. Ritengo inizialmente stupido che si possa combattere la guerra con l'amore, non perché il concetto di amore mi sia estraneo, ma perché penso che quei terroristi fanatici non sappiano cosa sia e che combattano in nome di un dio che dice loro di farsi saltare in aria e uccidere il maggior numero di infedeli. Certo, noi con il cristianesimo e le Crociate in Terrasanta abbiamo fatto la stessa cosa. Come dice Fabiola, la storia ciclicamente si ripete. Lo sapevo, lo so. La mia amica ha ragione. Queste persone non sono mosse dal loro dio, ma dal dio denaro. Inizio a chiedermi quale dio possa voler una cosa del genere dai suoi adepti, mi chiedo perfino se esista un dio, se esista il Dio dei cristiani o il dio degli islamici. Non so cosa rispondermi. Io credo che le guerre in nome di un dio siano futili, perché viene versato sangue per un'ideologia che altro non è che un'ideologia che inneggia all'odio. Ma non è giusto quello che sto pensando, perché i cristiani, sebbene non si facciano saltare in aria come i terroristi, non sono meglio di loro. Scopro che l'Italia è uno dei maggiori rivenditori di armi nel mondo, che detiene il 45-50%, non mi ricordo l'esatta percentuale. L'ISIS è una creazione americana, su Facebook rimbalza la foto di Bush con il capo dell'ISIS. Non so se crederci o meno, perché su Facebook girano tante bufale. Ma so per certo che l'ISIS è stata creata dagli USA, gli stessi USA che hanno offerto appoggio alla Francia e gli stessi USA che sono gli esportatori mondiali di armi per eccellenza. Un'altra giornata è passata, ma questa giornata ha messo in discussione tutto ciò in cui credevo, tutto ciò che credevo di sapere e ha minato la mia fiducia nel genere umano.

Lunedì 16 novembre, ore 10.00
Vado all'università e parlo con le mie compagne di corso prima di entrare a filologia germanica di quanto è accaduto in Francia. Scopro che la mia università ha fatto un minuto di silenzio per le vittime dell'attentato a mezzogiorno e che tiene le bandiere a mezz'asta, ecco perché quando ho attraversato la passeggiata del Carmine le bandiere erano messe così. Si cerca una ragazza, Valeria Solesin, che era al Bataclan con il suo fidanzato e la sua amica, che si sono salvati. Gli ospedali francesi sono blindati, ma la si cerca dovunque. Seguo le ricerche con apprensione, perché Valeria era una studentessa universitaria in un centro di ricerca demografico francese, stava passando una normale serata a un concerto al Bataclan. Spero che non le sia successo nulla, spero che sia in un ospedale, magari incosciente ma viva. Viva. Qualche giorno dopo verrà ritrovato il suo cadavere perforato da sei colpi di khalashnikov, era stata colpita alle spalle, come fanno solo i vigliacchi. Mi piange il cuore, perché Valeria era una studentessa, una giovane ragazza che aveva tutta la vita davanti e che ha visto la vita venirle portata via da quegli assassini. Un uomo querela il giornale Libero per il titolo di apertura "Bastardi islamici". Da una parte posso capire la rabbia dei giornalisti, ma secondo me non andava fatto. Non dovevano scrivere una cosa del genere. Oltre ad inneggiare all'odio e a fomentare la psicosi da terroristi che sta dilagando, non fa altro che metterci uno contro l'altro. Arriva la sera, e ad un'altra mia amica, Connie, una scrittrice, le viene detto che lei in quanto scrittrice non doveva esporre i suoi pensieri e le sue emozioni riguardo gli avvenimenti di Parigi. Ma che discorsi sono? Uno scrittore è una persona in carne e ossa, ha tutto il diritto di esprimere i suoi pensieri e le sue emozioni se qualcosa lo fa star male o lo colpisce. Il titolo non c'entra nulla. Gli scrittori prima di essere scrittori sono esseri umani. Non ci vedo più dalla rabbia e rispondo per le rime alla ragazza che ha detto così a Connie.

Martedì 17 novembre, ore 21.00
Tornata a casa dall'università, vengo a sapere che Hollande sta mantenendo la sua promessa di attaccare i terroristi e rade al suo Raqqua, uccidendo molti innocenti, persone che non c'entrano nulla. Comunico su Facebook il mio pensiero, e cioè che gli innocenti sono innocenti a prescindere da che paese attaccano o viene attaccato con bombardamenti aerei. Per me gli innocenti che sono stati uccisi a Parigi non sono diversi da quelli uccisi da Hollande a Raqqua, perché alla fine sono sempre quei poveri cristi che non c'entrano niente a venire colpiti e decimati fino all'inverosimile. Mi viene detto che forse se avessi perso qualche mio parente o amico negli attentati di Parigi la penserei diversamente. No, mi rimangio quello che ho scritto provando a mettermi nei panni di quelle persone. No. La guerra come risposta ad una dichiarazione di guerra non è la risposta, la soluzione. Finché si risponderà alla violenza con altra violenza, non finirà mai la guerra. Posso non aver perso nessun familiare o amico negli attentati di Parigi, ma ciò non toglie che per me gli innocenti siano tutti uguali, di qualsiasi guerra si parli, e che alla fine sono sempre loro a venire messi in mezzo nel tentativo di uccidere i terroristi. Il clima che si sente in giro per Padova è di pura tensione, si può tagliare con il coltello. Io stessa mi accorgo di essere più diffidente e di guardarmi bene le spalle prima di ritrovarmi davanti a persone che reputo musulmani o islamici. Non va bene così. Non devo farmi prendere dalla psicosi. Devo rimanere lucida e razionale, anche se per una persona passionale e imprevedibile come me, tutto ciò risulta difficile. In preda a dei sentimenti non ben definiti, scrivo su Facebook che i terroristi non riusciranno mai a farmi odiare un mio simile, un musulmano o chicchessia, perché io ho sempre rispettato gli altri e le loro culture e non intendo fare diversamente. Io non sono tollerante, io rispetto le culture e religioni degli altri. Ma loro hanno ucciso un sacco di innocenti. Lo so, ma con la rabbia e la paura non risolviamo niente. Faremo soltanto il loro gioco. E' questo quello che vogliono, farci dubitare del nostro prossimo e farci la guerra uno con l'altro col fine di approfittarne. Non riuscirete mai a farmi odiare un musulmano o un islamico.

Mercoledì 18 novembre, ore 20.00
Tornata a casa dall'università scopro amaramente che Valeria Solesin è stata trovata uccisa, hanno ritrovato il suo cadavere e che stasera si accenderà una candela in sua memoria. Tutti proseguono con le loro vite, ma l'attentato di Parigi, ma si sente che qualcosa è cambiato. Non si respira più l'atmosfera di prima. E ne sono consapevole.

Mercoledì 19 novembre, ore 10.00
Il quartiere di Saint Denis, a Parigi, viene messo sotto assedio dalla polizia parigina che ha scovato tre-quattro terroristi. Mandano il cane a perlustrare l'accesso, ma la terrorista si fa saltare in aria e uccide il cane. Il cane, voi mi direte, piangi anche lui? Perché proprio un cane? Perché per me il cane è il migliore amico dell'uomo, era un cane addestrato a fare quel tipo di lavoro, ad attaccare; ma magari sognava di giocare a palla o di correre nel prato. Un'altra vittima in questa strage di Parigi che sembra non finire mai.


Scusa per la telecronaca dei giorni, ma ho fatto diverse riflessioni e siccome le ricordo tutte molto bene, avevo bisogno di esporvele. L'attentato di Parigi ha sconvolto le nostre vite, su Facebook veniamo accusati di preoccuparci solo di queste vittime quando in Siria o ad Aleppo questo succede all'ordine del giorno. Non è vero. Sono stata colpita tante volte anche dalla morte di vittime innocenti anche riguardanti altre guerre in Africa, ma non avevo il coraggio di esprimermi, perché è difficile trovare le parole quando succedono queste cose, perché vorresti non accadessero mai e poi perché sembra che sia già stato detto tutto ciò che si voleva o poteva dire. Io non sono solo una blogger, una studentessa universitaria o un'aspirante scrittrice, io sono prima di tutto una persona e non posso restare impassibile quando succedono queste cose, non posso rimanere ferma e continuare la mia vita come se non fosse successo niente quando la stessa cosa poteva succedere anche a me. Se avessi fatto l'Erasmus. Se avessi scelto il francese al posto dello spagnolo. Ci sono tanti "se" e tanti "ma", non lo saprò mai; ma queste tragedie non mi lasciano indifferente. Vi ho detto che il giorno dopo l'attentato mi sono sentita come se un carro armato mi fosse passato sopra, ed è vero. Quel giorno non riuscivo a fare niente, non riuscivo a mantenere la concentrazione, ero agitata, nervosa, triste. Ho cominciato a leggere per distrarmi un po' dalle bruttezze di questo mondo.

Giada

RECENSIONE di Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo di Raffaela Fenoglio

Buon giorno, bloggers e lettori! Scusate il grande periodo di assenza, ma sono stata molto impegnata con il materiale da preparare per gli esami, ma sono felice, perché vi ho lasciato in buone mani. Oggi vi recensirò un libro che ho amato molto, ovvero "Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo", un libro che mi è stato recapitato dalla gentilissima scrittrice Raffaela Fenoglio.

PREMESSA
Ho sentito parlare tantissimo di questo libro, perciò quando Raffaela mi ha detto che me lo avrebbe mandato ho fatto i salti di gioia. Non ho mai letto un time travel, e sono felice che proprio il suo libro mi abbia aperto a questo genere. Sì, non ho ancora letto Diana Gabaldon, che scrive time travel anche lei, però sono felicissima di aver potuto leggere questo libro.

TRAMA (da Goodreads)
Gala Cox Gloucestershire ha quindici anni e frequenta il liceo artistico. Ha un carattere indeciso, un’intelligenza fuori dal comune e la passione per le materie tecniche. E non sta affrontando un bel momento: ha appena perso la sua migliore amica, Nadia, in un terribile incidente dai risvolti misteriosi e il suo amatissimo papà se n’è andato di casa senza una ragione apparente.
Ora Gala vive con la mamma Orietta, medium scostante e autoritaria, e alcuni spiriti vaganti tra i quali l’indiano Matunaaga e la monaca benedettina Ildegarda di Bingen.
Gala crede di sapere tutto sull’aldilà, fino a quando non inizia a frugare nello studio del padre alla ricerca di una traccia che le permetta di ritrovarlo. Qui, una scoperta casuale le aprirà le porte di un mondo prima sconosciuto, catapultandola in una realtà parallela e pericolosa.
In un graduale e inesorabile susseguirsi di avvenimenti e scoperte, Gala vedrà crollare le proprie certezze una ad una. L’amore per le persone a lei care la spingerà a intraprendere una lotta che la renderà una ragazza più forte, molto più di quanto abbia mai potuto immaginare.

La storia di un’adolescente quasi normale, che tra appassionanti viaggi nel tempo e dialoghi con gli spiriti, diventa una riflessione sulla vita e su cosa ci attende nel nostro futuro.

RECENSIONE
La protagonista di questo libro è Gala Cox Gloucestershire, una ragazza di quattordici anni che vive in una enorme villa con sua madre, Orietta, che fa la medium. Gala non ha avuto un'infanzia facile, spesso i ragazzini ha prendevano in giro per il lavoro che faceva sua madre e una volta uno ha addirittura minacciato di darle fuoco. Al suo fianco ha il fantasma del saggio Matunaaga e la ferrea Ildegarda di Bingen, due figure che sono sempre presenti per tutta la durata del romanzo, sono l'unica certezza che ha Gala perché da qualche mese ha perso la sua migliore amica, Nadia Lumo, ha iniziato a frequentare il liceo artistico "Amedeo Modigliani", sebbene abbia uno spiccato talento per le materie scientifiche e l'ingegneria e pensa che tutto il mondo ce l'abbia con lei, non apprezzando ciò che le sta intorno. La vita di Gala cambia improvvisamente quando Nadia torna dal mondo degli spiriti e le chiede di andare con lei nella Londra del 1889 perché ha bisogno del suo aiuto, lo shock per lei è indescrivibile. E' importante sottolineare anche che Gala al suo fianco ha anche Dennis Franti, un ragazzo esuberante che nasconde un animo profondo e tenero, che non fa vedere quasi a nessuno. Durante la lettura del libro, viene spiegata la ragione che sta dietro al suo comportamento e mi sono quasi messa a piangere quando l'ho saputa. Ma non vi dirò niente. Dovete leggere il libro per scoprirlo. Gala ed Edvige/Nadia tornano nella Londra del 1889 e qui Gala conosce l'antipatico e viscido Lord Atticus van de Brock e sua nipote, l'ancor più antipatica Lady Modesty Queenooney, medium anch'essa che non vede di buon occhio Gala. Gala comincia a vivere una serie di avventure per tenere al sicuro Edvige dalla minaccia di Black Coat, un assassino che uccide giovani ragazze carine e le fa camminare scalze per le strade. Credetemi, resterete a bocca aperta quando scoprirete chi è davvero Black Coat. Questo libro, nella sua lunghezza, riesce a descrivere appieno una ragazza che vive in una situazione non proprio normale (suo padre Sam se n'era andato senza motivo e lei era convinta che l'avesse lasciata a causa della discussione che avevano avuto la sera prima) che subisce un processo di crescita che la porterà ad essere una ragazza diversa da ciò che era all'inizio del romanzo, una persona matura, decisa e forte. 

Raffaela è entrata a pieno titolo nel gruppo delle mie scrittrici preferite. Il libro è scritto in prima persona, dal punto di vista di Gala e grazie a questo espediente narrativo possiamo conoscerne i pensieri, i dubbi, le paure, permettendo al lettore di immedesimarsi completamente in lei. Descrizioni perfette, personaggi costruiti bene e molto realistici, anche il 1800 è descritto egregiamente. Periodi brevi e concisi. E' un libro che vi farà emozionare e vi farà riflettere molto su quanto sia difficile per un adolescente crescere e prendersi le responsabilità, ma anche come non ci si possa addossare la colpa di cose che non si ha fatto. 

Vi lascio con una citazione tratta da questo libro che vi consiglio:
"Ma per un verso per l'altro era stata una serata strana. Che non sopportava chiacchiere inutili. Quella giornata già stata abbastanza piena di parole. I nostri pensieri volarono altrove. Scese tra di noi un silenzio di amicizia. Non astratto, non imbarazzante. Sereno. Che voleva dire che non era necessario riempire i vuoti con le parole. Darsi importanza con frasi ad effetto. Cercare l'ammiccamento. Bastava che fossimo insieme per essere forti. E lo sapevamo entrambi."

Giada
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