venerdì, settembre 13, 2024

RECENSIONE DI BOOK LOVERS - UN AMORE TRA I LIBRI DI EMILY HENRY

Buona sera, Fantastics! In questa uggiosa, nuvolosa e piovigginosa giornata di metà settembre ho finito uno dei romanzi transizione - da estate ad autunno, molto in tema - migliori di sempre. Tra poco si avvicina il momento di recuperare Dio di illusioni e Il Cardellino di Donna Tartt, e io non potrei essere più pronta di quanto non lo sia!

PREMESSA
Dopo aver letto Beach Read, sapevo che non avrei resistito. Sapevo che alla fine, una volta aver conosciuto la sua scrittura e il suo stile, alla fine avrei voluto leggere tutti i suoi romanzi. Perdonami Katee Robert, ma Emily Henry sa davvero catturarmi alla grande. Catturarmi come poche scrittrici sono in grado di fare, a dirla tutta. Quando trovo un personaggio che mi somiglia così tanto, difficilmente riesco a staccarmene. O, perlomeno, faccio molta fatica a chiudere il libro e faccio di tutto per rimandare la parola 'fine'. Ecco, in questo caso è stata la stessa cosa. Esattamente come mi sono identificata (in modo spaventoso) in January Andrews, mi sono identificata moltissimo in Nora Stephens. Per certi versi, somiglio veramente tantissimo a entrambe. Forse troppo. E questo mi fa un po' paura, a esser sincera. Forse spero in un finale come il loro.

TRAMA (DA HARPERCOLLINSITALIA.IT)
UN’ESTATE. DUE RIVALI. UN COLPO DI SCENA… DA ROMANZO.
La vita di Nora Stephens è tra i libri, ma lei non è la classica eroina da romanzo, anzi. Non è impavida, non è la ragazza dei sogni e nemmeno quella della porta accanto. A dirla tutta, Nora è un’eroina solo per i suoi autori, perché è l’agente letteraria più spregiudicata di New York e grazie al suo cinismo riesce sempre a spuntare contratti milionari per i suoi clienti.
L’unica persona con cui Nora non riesce a essere spietata è sua sorella. Ecco perché quando Libby la implora di andare a trovarla nel paesino del North Carolina in cui si è trasferita, Nora non riesce a dirle no. E chissà, magari una piccola vacanza potrebbe farle bene. Ma invece dei picnic nei prati e dei battibecchi romantici con affascinanti dottori di campagna o baristi muscolosi che sognava, Nora si scontra con un’amara realtà. L’unico uomo in cui non fa altro che imbattersi è Charlie Lastra, un tenebroso, e molto snob, editor di New York. Potrebbe anche essere una simpatica coincidenza, se non fosse che i due si sono già incontrati molte volte per lavoro… e non è mai stato piacevole. Al contrario, i due si odiano…

RECENSIONE
"Distrazioni." Ripete la parola in tono piatto, come se il concetto non gli fosse familiare. Probabilmente è così. E' stato così anche per me, almeno per un decennio. 
Priorità. Compartimenti stagni. Requisiti. Tutto questo ha sempre funzionato in passato per me, ma adesso una sola spruzzata di spensieratezza mi ha distratto sia da mia sorella sia dalla mia cliente più importante. Dopo quello che è successo con Jakob, dovevo saperlo che non potevo fidarmi di me stessa.
(Nora Stephens)

Cosa non è stato questo viaggio, mamma mia! Cosa non è stato! C'è così tanto che vorrei dire e così poco che riuscirei a buttare giù, in questo momento. Finire il romanzo proprio prima di cena non è stata una grande idea, ecco. E se non scrivo tutto quello che penso ora, non riuscirò a iniziarne uno nuovo stasera. Quindi mi sa che cenerò un po' più tardi lol

Avete presente quando vi ritrovate, per la seconda volta nel giro di un mese, con un romanzo che parla di voi? Ma di voi, voi. Quelli che nascondete sotto strati e strati e che non mostrate a nessuno? Il vostro io più intimo e personale? Leggere i romanzi di Emily Henry ormai è così, per me.

Nora Stephens è un agente letterario, uno dei migliori di New York. Ha la fama di essere crudele, selettiva, e molto molto brava nel suo lavoro. Purtroppo, ha dovuto diventare così, formarsi una corazza dura per sopravvivere in un mondo crudele, quando ha perso la sua mamma da giovanissima. Una mamma ch'era una giovane donna piena di speranze e che credeva nell'amore in modo incondizionato, sebbene soffrisse sempre a causa di quest'ultimo. E così, quando Nora era piccola, ha deciso di non crederci più nemmeno lei. Ha congelato il suo cuore, per non rimanere ferita. Dall'altra parte abbiamo Charlie Lastra, un editor altrettanto crudele, un squalo come Nora, che ha la fama di riconoscere il talento in uno scrittore sin dalle prime pagine. Ma, come tutti, anche lui ha fantasmi e scheletri nel suo armadio. E quando i due si ritroveranno, dopo due anni, a Sunshine Falls - il romanzo in cui è ambientato il romanzo di successo di Dusty, una delle clienti di Nora, le cose cambieranno.
E cambieranno alla grande per entrambi.

Se, da una parte, Libby sogna uno small town romance per la sua sorellona; Nora vive nell'ansia costante di dover sistemare la vita e i problemi della sua sorellina. E' ciò che ha sempre fatto, perché ora dovrebbe essere diverso? Tuttavia, la magia dello small town romance sortirà i suoi effetti su Nora.
E l'incontro con lo stronzo Charlie Lastra le rivelerà molto più cose di sé di quanto si sarebbe mai aspettata. Essere vulnerabili fa paura, ma è anche indice di grande coraggio.

Eh, che dire? Io sono letteralmente ammaliata dai romanzi di Emily Henry. La Rete Bibliotecaria non ha People we meet on vacation, quindi penso che lo comprerò. Nel frattempo, ho la mia pila da smaltire e, credetemi, sono una montagna (letterale) di romanzi.

Quindi, se volete conoscermi bene davvero dovete leggere sia Beach Read che Book Lovers. 
C'è un pezzo di me in entrambe le protagoniste. Sul serio.

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico romanzo, che mi sento di consigliarvi - e mi sento di consigliarvi di leggere DOPO Beach Read, perché ci sono riferimenti ai personaggi di quel romanzo. 
"Ci sono sempre riuscita senza sforzo - è per questo che mi sono innamorata della lettura: l'immediata sensazione di fluttuare, la dissoluzione dei problemi del mondo reale, tutte le preoccupazioni improvvisamente confinate dall'altra parte di una superficie metafisica."
(Nora Stephens)

xoxo,
Giada

domenica, settembre 08, 2024

RECENSIONE DI MIDDLE-GAME (ALCHEMICAL JOURNEYS #1) DI SEANAN MCGUIRE

Buon pomeriggio, Fantastics! Buon pomeriggio piovoso a tutti voi, miei cari lettori. L'intro in stile Lady Whistledown non era contemplato, ma anyway eccoci qui. Finalmente oggi pomeriggio, prima della pioggia - mi sono impuntata di finirlo prima che piovesse solo per scattare la foto per l'insta - sono riuscita a finirlo, e ho delle sensazioni contrastanti riguardo questo romanzo. 

PREMESSA
Se mi seguite dall'anno scorso, su Instagram, sapete che Middle-game rientra tra i miei romanzi da leggere per sfoltire la tbr. Sempre complice l'ansia pre-operatoria, e rimandare il ritiro dell'esito della risonanza magnetica sta avendo solo come risultato quello di mettermi ancora più in ansia - alla fine l'ho preso in mano. Devo dire che mi ha lasciata perplessa questo mix di generi diversi - fantasy, sci-fi, horror - e da nessuna parte c'era scritto che questo era una sorta di retelling del Mostro di Frankenstein. Perché questo è, a modo suo e con le dovute modifiche, ma lo è. Lo so perché ho studiato Frankeinstein all'università. Ad ogni modo, devo dire che ho apprezzato il meticoloso lavoro sotto, i concetti tutti concatenati e il fatto che due forze che governino l'universo siano incarnate in due esseri all'apparenza umani. Ma ciò che ho apprezzato di più sono stati i loop temporali e le diverse linee temporali - you don't say, è proprio ciò che mi ha fatto innamorare perdutamente di The Umbrella Academy. 

TRAMA (DA OSCARMONDADORI.IT)
Ecco Roger. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell’universo.

Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica.

I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto… non ancora.

E poi c’è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro “padre”. Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé.

Diventare “dei in Terra” è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.

RECENSIONE
A volte la mossa vincente per nascondere qualcosa è piazzarla sotto gli occhi di tutti. Quel che si trova senza doverlo cercare, in fondo, non può in alcun modo essere pericoloso.
(Asphodel Baker)
Così comincia questo lungo lunghissimo romanzo dalle diverse linee temporali: dal principio di tutto. Asphodel Baker era una alchimista, donna, vissuta in un periodo storico in cui le donne venivano considerate alla stregua di vacche da riproduzione e una donna intelligente, come lei, non è stata accettata - neanche di fronte alle evidenti scoperte alchemiche - dalla Congrega degli Alchimisti. Così ha creato James Reed, il mostro di Frankenstein, e una sua collega ha creato Leigh Barrow, una donna algida e malvagia che è stata riportata in vita con la necromanzia - o una sorta di necromanzia. Reed vuole conquistare il mondo, e per farlo ha bisogno delle manifestazioni del linguaggio e della matematica, che ha reincarnato nei cuculi, in molti cuculi, ma nello specifico in Dodger Cheswich e Roger. Scusate, ho appena finito il romanzo e ho già rimosso il suo cognome lol 

Dodger possiede la matematica, è l'essenza stessa della matematica e in quanto tale riesce a vedere il tempo stesso che si muove e scorre, avanti e indietro. Roger, dal canto suo, possedendo il linguaggio è capace di vedere la storia di ogni cosa. Nonostante i numerosi tira e molla e il quasi incest - non potrò mai dimenticarlo, penso - perché c'era una confusione tale nel definire la loro relazione che si è capito che sono fratelli, ma avrebbero potuto esser qualcosa di più. Insieme, con l'aiuto di Erin, devono fermare Reed. Devono fermarlo, prima che sia troppo tardi. E per farlo, devono manifestarsi.

Ho apprezzato il fatto che ogni elemento fosse concatenato all'altro: l'amore per la matematica di Dodger, il legame quantico, l'amore per la letteratura di Roger, i loro modi così diversi di vedere il mondo ma anche così simili. I loop temporali e le linee del tempo diverse che si sovrappongono e poi si dividono, come un multiverso che è e non è un multiverso. E' tutto e niente insieme. Per loro, il mondo invisibile diventa visibile, e tutto è questo è super cervellotico e intellettuale e allo stesso tempo stra prolisso.

Perché è questo l'unico difetto, a parte i termini scientifici e letterari che non conoscevo - il scientific e literary mumble jumble - è che è estremamente prolisso. Sono tre giorni che praticamente mi costringo a finirlo, solo perché ero curiosa di vedere dove sarebbe andata a parare la storia. Ho amato i riferimenti a Il mondo di Oz, che devo recuperare assolutamente. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, e ben presto dovrò fare una lista perché la mia biblioteca deve possedere tutte le nuove uscite Oscar Mondadori:
"(...), ma ha già capito che Dodger non racconta un bel niente se non è obbligata. E' una che i segreti se li tiene stretti, perché quello è l'unico modo di sopravvivere per chi è così tanto sveglio di quanto dovrebbe e così tanto più fragile di quanto non sembri."
(Roger Middleton)

xoxo,
Giada 

lunedì, settembre 02, 2024

RECENSIONE DI ESPIAZIONE DI IAN MCEWAN

Buon pomeriggio, Fantastics! Sono ancora un po' scossa, dal finale di questo libro. Mentirei... Mentirei se vi dicessi che non mi ha scombussolato nel profondo e non mi è entrato sottopelle. Proprio come il librino di Peter Cameron, tanto corto quanto intenso, Espiazione è stato un colpo al cuore. Oltre che la mia seconda, no terza (contando proprio Un giorno questo dolore ti sarà utile) incursione nel mondo della narrativa contemporanea introspettiva. 

PREMESSA
Mesi fa, in piena sacra fiamma della scrittura, ho visto questo film. In inglese lo trovate come Atonement, in italiano come Espiazione - e ha come protagonisti James McAvoy e Keira Knightly. Ecco, se il film mi ha distrutto, il libro mi ha ridotto a brandelli. E' stato molto molto più intenso e doloroso, nonostante io abbia apprezzato la stategia narrativa geniale e immersiva. O forse, proprio per questo. L'ho amato tanto quanto mi ha fatto male. E questo, per me, è un immenso punto a suo favore.

TRAMA (DA IBS.IT)
A tredici anni un amore che sboccia può sembrare un plagio. Una ragazzina che assiste a una violenza può convincersi di aver riconosciuto il responsabile e far condannare un innocente, rovinandolo e rovinandosi. Perché tutta la vita sarà segnata dalle conseguenze. La ragazzina crescerà, diventerà una scrittrice, ma non si libererà del peso dell'ingiustizia inferta a un innocente, alla propria sorella innamorata e in fin dei conti anche a se stessa.

«Un romanzo meraviglioso. Soltanto il geometrico, cristallino McEwan poteva trascinarci con tanta sapienza in tale vertiginoso labirinto» – la Repubblica

All'età di tredici anni, in un caldo giorno d'estate del 1935, Briony Tallis sente di essere diventata una scrittrice. La sera stessa, accusando di un crimine odioso un innocente, commette l'errore che la segnerà per tutta la vita. Eppure la giornata era iniziata sotto i migliori auspici. C'era la commedia da mettere in scena, i cugini arrivati dal nord per trascorrere qualche tempo in casa Tallis, e da Londra era atteso l'amatissimo fratello Leon con un amico, industriale della cioccolata. Soltanto la sorella maggiore Cecilia impensieriva Briony, con quel suo misterioso rapporto che la legava a Robbie Turner, il figlio della loro donna di servizio. Tutti i personaggi entrano in scena ma, nella commedia della vita, non ci sono prove prima della recita e ogni gesto assume un carattere definitivo. Presto, sarà troppo tardi per fermare la macchina dell'ingiustizia e la guerra arriverà a spazzare via il vecchio mondo con le sue raffinate ipocrisie.

RECENSIONE
Non so da dove cominciare questa recensione, sarò onesta. Questo libro, come vi dicevo, mi è arrivato dritto al cuore come pochi hanno fatto, negli ultimi anni. E ora penso di aver finalmente la maturità per apprezzare questo genere di narrativa che, in passato, avrei rifiutato trovandola troppo artificiosa o di difficile lettura. Se scrivo in modo strano o pieno di lirismi, sappiate che è tutta colpa della bookhangover che mi ha provocato questo libro lol

Ma partiamo dal principio. Briony Tallis è una ragazzina di tredici anni che viva in una lussuosa villa nella campagna londinese. Viene da una famiglia agiata, non ha mai conosciuto povertà, e ogni suo interesse è sempre stato soddisfatto senza alcuna remora. Briony non vede l'ora di rivedere i suoi cuginetti, i figli di sua zia Hermione, che arrivano dal nord a causa del divorzio dei suoi genitori. In poche parole, Hermione scarica i figli a sua sorella Emily, che per tutta l'estate dovrà prendersene cura. Briony però è anche una scrittrice in erba, arrogante e decisa a dimostrare alla sua famiglia quanto vale - sebbene sua madre, Emily, sia praticamente una figura assente dalla sua vita a causa delle sue costanti emicranie e suo padre, Jack, sia il Ministro della Difesa dell'interno dell'Inghilterra e non sia mai a casa. In poche parole, è molto più assente della madre - in questo contesto agreste, Briony arruola tutti i cugini per il suo spettacolo teatrale. Anche se loro non lo vogliono, e i due gemelli, i fratelli minori di Lola, Pierrot e Jackson, si contendono il ruolo migliore (il principe-dottore). 

La prima parte si trascina molto lenta, quasi noiosa, fino ad arrivare alla seconda dedicata totalmente alla guerra. Ma è proprio qui la bellezza di questo romanzo: ciò che tu credevi essere il romanzo stesso, in realtà è un romanzo nel romanzo, quindi è volutamente lento e noioso; senza contare che soltanto giunti alla fine si capisce ogni cosa. Nell'ultima parte, chiamata semplicemente 1999, tutto viene chiarito. Ed è questa caratteristica, il fatto che ogni parte - anche io divido i miei libri in parti, quando sono troppo lunghi, quindi ho apprezzato molto tutto ciò - sia uno strato di cipolla da togliere per arrivare al nocciolo della storia vera e propria. Perché quello che abbiamo letto non è un romanzo di fantasia, è la storia vera di Briony Tallis e di come un malinteso, e cioè aver visto ciò che voleva vedere nella sua gelosia infantile, in Robbie Turner lo stupratore di sua cugina, quando non è affatto così. 
E non si può fare a meno di odiare Briony, in ogni periodo della sua vita. Forse, si prova un po' di empatia per lei quando fa l'infermiera, ma il fastidioso e la rabbia nei confronti di questa ragazzina che, convinta, rovina la vita di un innocente e divide due innamorati non può che far molta rabbia.

Bello. Struggente. Potente.
Ian McEwan è uno scrittore lirico, capace nel creare strutture narrative che spingono il lettore a scoprire la vera storia passo dopo passo - in questo mi ha ricordato 4321, perché è strutturato nello stesso modo. Quindi penso proprio che leggerò altri suoi romanzi, perché ho amato troppo questo.

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico romanzo:
"Briony imparò una cosa ovvia e semplicissima che aveva sempre saputo, come tutti: ogni persona è, tra le altre cose, un oggetto facile da rompere e difficile da rimparare."
(Briony Tallis)

xoxo,
Giada

martedì, agosto 27, 2024

RECENSIONE DI A STUDY IN DROWNING - LA STORIA SOMMERSA (A STUDY IN DROWNING #1) DI AVA REID

Buona sera, Fantastics! Ho appena finito A study in drowning e sono ancora un po' sconvolta. La mia bookhangover è più reale che mai, perché ero talmente decisa a finire questo romanzo che ho rimandato un sacco di cose da fare pur di finirlo. Non credevo che questa storia mi avrebbe presa, per com'era partita... ero più che mai decisa a mollarla. Invece, mi ha sorpreso!

PREMESSA
Ansia preoperatoria significa solo una cosa: letture folli e disperatissime. Ecco perché, nel giro di neanche una settimana, ho finito anche questo romanzo. Era da gennaio che l'avevo puntato, ma le mie priorità erano altre - se ricordate, stavo frequentando il corso CAAF mentre continuavo a cercare lavoro - quindi leggevo quel che riuscivo, perché neanche in quel caso riuscivo a scrivere il mio romanzo. In realtà, ogni volta che succede, in genere è una bella cosa. Sono le operazioni chirurgiche, a non essere una bella cosa. E, dopo sei operazioni direi che l'ansia che sento sia più che giustificata. Insomma, alla fine ho recuperato A study in drowning, e dopo le reticenze iniziali dovute perlopiù allo stile strano e particolare, alla fine mi ha preso. Solo che non credevo che mi avrebbe preso così tanto!
Il che è una bella cosa, no? 
Quando un libro ci sorprende così tanto, è una bella cosa.

TRAMA (DA IBS.IT)
Romantica, lirica e potente: la storia di Effy e Preston è una favola oscura, una lettura imperdibile e appassionante per tutti i lettori e le lettrici di romantasy e dark academia.

Effy Sayre ha sempre creduto nelle fiabe. Non ha avuto scelta. Fin da bambina, è perseguitata da misteriose visioni del Re delle Fate. Ha trovato conforto solo tra le pagine di Angharad, il romanzo del compianto Emrys Myrddin, che racconta di una giovane che si innamora del Re delle Fate, arrivando però a distruggerlo. Effy, pur amando più di ogni cosa la letteratura, è costretta a frequentare la facoltà di Architettura, perché alle donne di Llyr non è permesso studiare Lettere. Il libro è tutto ciò che la tiene a galla durante i suoi studi alla prestigiosa facoltà di architettura dell’Università del Llyr. Così, quando la famiglia Myrddin indice un bando per ristrutturare la magione dell’autore, Effy è sicura che questo sia il suo destino. Ma Villa Hiraeth è un’impresa impossibile: una casa ammuffita e decrepita sul punto di sgretolarsi nel mare affamato. E quando Effy vi arriva, scopre di non essere sola. Preston Héloury, un giovane e tedioso studioso di letteratura, è determinato a dimostrare che l’autore preferito del Llyr era un truffatore. Mentre i due studenti investigano sull’eredità di Myrddin, mettendo insieme i pezzi attraverso lettere, libri e diari, scoprono che le fondamenta della casa non sono l’unica cosa di cui non ci si può fidare. Forze oscure, sia mortali sia magiche, cospirano contro la ricerca della verità e l’amore che sta nascendo tra i due. Il segreto che vogliono portare alla luce potrebbe cambiare per sempre le sorti dell’intera Llyr…

RECENSIONE
Angharad era l'opera più celebre di Myrddin. Era la storia di una giovane che diventava la sposa del Re delle Fate. Il Popolo Fatato era crudele, scaltro e costantemente insoddisfatto. Considerava gli esseri umani dei giocattoli, divertenti nella loro misera e fragile mortalità. Il fascino del Popolo Fatato lo faceva apparire bello in modo ipnotico, come un serpente le cui squame formassero un disegno ammaliante, ma il cui morso fosse letale.
(Effy riferendosi ad Angharad, opera di Emrys Myrddin)
A study in drowning è un dark fantasy, con tinte dark academia, molto gotico. In più di un'occasione mi ha ricordato Non aver paura del buio (un film horror con Katie Holmes), Cime Tempestose di Emily Bronte (dove una donna impazzita viene rinchiusa nella soffitta) e anche Piranesi di Susanne Clarke (per via della casa che affonda nell'acqua del mare). E' un romanzo difficile da leggere, almeno all'inizio. Ho trovato lo stile in terza persona focalizzata e non del tutto focalizzata particolare - l'ho trovato una quasi onniscenza che rendeva il romanzo strano. Strano e particolare, così lo descriverei.

Effy Sayre è una ragazza di diciotto anni appena iscritta all'università di Caer-Isel, nel Nord di un paese diviso da una guerra intera - una guerra di secessione, tra il Nord e il Sud. Frequenta la facoltà di architettura, per la quale non è portata, solo perché non può entrare nella facoltà di letteratura - considerata altamente elitaria e vietata alle donne. Un giorno, fuori dall'ufficio di Mastro Corbenic, il tutor che la molesta da anni, trova un annuncio dedicato alla ristrutturazione di Villa Hiraeth, la villa dove ha vissuto il suo autore preferito, Emrys Myrddin. Per uno scherzo del destino, si ritroverà a condividere spazi e conoscenze con Preston Héloury, il ragazzo che le ha rubato tutti i libri di Myrddin che voleva prendere in prestito in biblioteca. All'inizio, Effy mi sembrava autistica. Certi suoi modi di fare mi facevano pensare a tutto ciò, e ho pensato che fosse bello che un libro includesse un personaggio che tali caratteristiche; per poi scoprire che in realtà quello che sembrava autismo era un meccanismo di difesa - come la dissociazione a cui si sottoponeva ogni volta che veniva molestata dal tutor - per sopravvivere al mondo che la circondava. Perché Effy crede, da sempre, al Popolo Fatato. E, in particolar modo, crede al Re delle Fate - che ha incontrato quand'era molto piccola. E a cui nessuno ha mai creduto. Preston Héloury è il totale opposto di Effy, dove lei è sognante e romantica, lui è presuntuoso, arrogante e razionale. Crede nei fatti inconfutabili, nient'altro che nei fatti. 

Tuttavia, la vicinanza a Villa Hiraeth li spingerà l'uno verso l'altra. E quelli che erano nemici, diventano dapprima alleati e poi amanti. Insomma, un enemies to reluctant allies to lovers in piena regola. Mito e realtà si fondono in questo romanzo, narrato in modo estremamente strano e particolare, che alterna i POV in terza persona di Effy con qualche dettaglio degli altri personaggi. Ecco, per questo è strano. Non mi ha infastidito molto l'ingenuità di Effy, o il suo cercare sempre un escapismo dal mondo reale perché il mondo reale faceva troppo male - been there done that. Penso che non sia facile, da affrontare, vedere il tuo eroe, il tuo mito, l'uomo che ha creato l'opera che ti ha tenuta a galla nei momenti più difficili, rivelarsi un essere crudele e stronzo. 

Man a mano che le ricerche di Preston ed Effy proseguono, la verità verrà a galla. E non sarà semplice.
Specialmente per Effy, che si è sempre rivista molto in Angharad. 

Un romanzo dark fantasy, dark academia, dalle tinte gotiche molto particolare. Va letto nel mood giusto. Come per le prime 50 pagine di Crescent City, è ostico. Ma poi ne vale la pena. Ho dato quattro stelline, solo perché il momento plot twist l'avevo già intuito da metà romanzo - nonostante lo spoiler che mi sono beccata su Pinterest due giorni fa - e anche perché è il momento clou è avvenuto davvero troppo in fretta. Cavolo, avrei voluto uno scontro di almeno un paio di pagine!

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi consiglio comunque di recuperare:
"Tu non sei una cosa sola. Sopravvivere è una cosa che fai, non una cosa che sei. Tu sei coraggiosa e brillante. Sei la persona più vera e piena che io abbia mai conosciuto."
(Preston Héloury ad Effy Sayre)

xoxo,
Giada

giovedì, agosto 22, 2024

RECENSIONE DI PERCY JACKSON E GLI DEI DELL'OLIMPO - LO SCONTRO FINALE (PERCY JACKSON & THE OLYMPIANS #5) DI RICK RIORDAN

Buon pomeriggio, Fantastics! Sono ancora completamente *shocked* dal finale di questo quinto romanzo. Cioè, come si supera un finale del genere? Come? L'ultimo capitolo di Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo ha superato ogni mia aspettativa, ogni singola aspettativa che avevo nei suoi confronti.
Cavolo, questo sì ch'è finire in bellezza una saga! 

PREMESSA
Quando il chirurgo mi ha detto che dovevo operarmi, e sono andata in crisi - non riuscendo a scrivere più, a causa dell'ansia e dello stress - ho deciso che avrei finito di leggere la saga di Percy Jackson... e sono a quota 5/17 totali, non male! Ho ancora molto da recuperare, ma non appena arriverò quota 10 potrò dire di ritenermi soddisfatta. In realtà ho tante altre saghe da recuperare, e per me l'operazione e l'ansia pre-operatoria è un motore impressionante - vi giuro, nel giro di 3 settimane ho letto 3 libri uno dietro l'altro! Ad ogni modo, amo. Ho amato questo finale! 

TRAMA (DA RAGAZZIMONDADORI.IT)
La Grande Profezia incombe su Percy Jackson all'avvicinarsi del suo sedicesimo compleanno: una sua decisione salverà o distruggerà l'Olimpo, ma il figlio di Poseidone sa di non avere altra scelta che scendere in guerra e guidare gli altri semidei in battaglia. Le armate nemiche sembrano inarrestabili e ora che una spia si nasconde tra i ragazzi del Campo Mezzosangue, Crono è sempre più vicino alla vittoria. Tanto più che gli dei hanno raccolto la sfida dei Titani e sono impegnati a contenere l'assalto del mostruoso Tifone, lasciando il Signore del Tempo libero di avanzare verso New York per espugnare il Monte Olimpo. Percy e i suoi amici devono fermarlo, ma prima dovranno convincere i divini Zeus, Ade e Poseidone, divisi da una millenaria rivalità, a unire le forze. Per le strade di Manhattan si combatte una guerra per la salvezza del mondo. Riusciranno a sconfiggere Crono prima che riassuma la sua vera forma e diventi invincibile?

RECENSIONE
Poche cose mi lasciano senza parole come un libro scritto bene. Sì, lo so ch'è per bambini. Sì, lo so che l'età di lettura è dai 12 anni in su. Ma cavolo, ragazzi! Ci voleva!

Siamo arrivati alla resa dei conti per Percy Jackson: finalmente la tanto temuta profezia che lo riguarda si compirà, nella settimana in cui compirà 16 anni. Devo dire che una cosa che ho amato molto è stato proprio il fatto che il personaggio di Percy rimanesse coerente dall'inizio alla fine: sì, è una piccola peste ed è molto vivace, ma è un ragazzo dal cuore buono e tiene molto alla sua famiglia. Il mio cuoricino si è sciolto, devo confessarvelo. Ma l'unico modo per sconfiggere Crono, il Signore dei Titani - che sono stati risvegliati da Luke-Crono, è farsi un bagno nello Stige e assumersi la Maledizione di Achille. In questo romanzo in particolare, le similitudini tra Achille, Patrocolo ed Ettore ci sono in una veste del tutto inaspettata e molto bella e dolorosa - vi dico solo di tenere d'occhio l'amicizia inaspettata tra Clarisse e Silena Beauregard, della Casa di Afrodite. 

In un certo senso, riesco sempre a empatizzare coi cattivi. E se Crono voleva solo la distruzione totale dell'Olimpo e degli dei, a me è venuto ancor più facile comprendere cosa ha reso 'cattivo' Luke Castellan. E anche i comportamenti rabbiosi di Nico Di Angelo nei confronti di Percy e dei suoi amici. E' stato facile comprendere la motivazione dietro le loro azioni, e ho provato pena per loro. Ma ehi!
Voglio assolutamente recuperare la storia di Nico Di Angelo e Will Solace! 

Un romanzo con un alto ritmo narrativo, incalzante e che tiene incollato alle pagine. Io non riuscivo a dormire, la notte, dopo averlo letto. Ma forse, e dico forse, perché mi riesce facile immedesimarmi in queste storie. Percy è un bravo ragazzo, l'ho già detto e lo ripeto, ed è facile volergli bene. Mi è dispiaciuto solo che non sia salpata la mia ship RachelxPercy, ma ehi! Ne abbiamo avuta una migliore!

Ora scappo a prendere i prossimi libri in biblioteca!

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo (l'unica, purtroppo):
"Il mondo stava crollando e l'unica cosa che per me contava davvero era che lei (Annabeth) fosse ancora viva."
(Percy Jackson)

xoxo,
Giada 

sabato, agosto 17, 2024

RECENSIONE DI BEACH READ - ROMANZO D'ESTATE DI EMILY HENRY

Buona sera, Fantastics! Non so come ho fatto a finire Beach Read, stavo vivendo l'eterno dilemma del lettore... ovvero amare un libro talmente tanto da volerlo finire per vedere come finisce, a non volerlo finire proprio, per rimanere con la possibilità di scoprire come finirà. Alla fine, la mia curiosità ha avuto la meglio - come sempre, oserei dire - quindi, alla fine, l'ho finito.

PREMESSA
E' dall'anno scorso che giro attorno a questo romanzo, ma per un motivo o per un altro (lavoro nuovo, nuovi impegni, proseguimento del mio romanzo e cazzi e mazzi vari) l'ho sempre rimandato. Come vi dicevo, non è un bel momento per me, e avevo bisogno di una letturina leggera. Insomma, si chiama Beach Read, sarà divertente, no? E lo è stato, ma è stata una rom-com dai toni drammatici e dolorosi, che mi ha fatto piangere, alla fine. E io non piango mai. Mai. I motivi per cui ho pianto sono molteplici, ma il primo fra tutti è che mi sono rivista in entrambi i protagonisti, fragili e spezzati come mi sento io in questo momento. Un momento in cui sono a galla solo grazie ai libri e alle serie tv, perché non ho la testa per scrivere il mio, di romanzo. Non ne ho l'energia mentale. E il mio umore non è dei migliori. Quindi, mi aspettavo una rom-com estiva, ed è ciò che ho avuto; ma parla anche di scrittori ed io stessa, scrivendo, mi sono rivista in January e Gus. 

TRAMA (DA HARPERCOLLINS.IT)
Augustus Everett è un autore amato dalla più intransigente critica letteraria. January Andrews invece scrive deliziose commedie romantiche che scalano regolarmente le classifiche.
Lui è uno scrittore serio, ma non riesce a parlare di sentimenti. Lei è una sostenitrice dell’amore per sempre e del lieto fine. Non hanno niente in comune. A parte che per i prossimi tre mesi saranno vicini di casa. January ha infatti deciso di rifugiarsi nel cottage del padre sul lago Michigan e pensa di trascorrere l’estate raccogliendo le idee e scrivendo un romanzo pieno della felicità che non sa più immaginare: ha da poco scoperto un segreto sui suoi genitori e non crede più nell’amore. Nella veranda accanto alla sua c’è però un vicino di casa inaspettato: Augustus Everett, suo ex compagno di college e soprattutto autore di fama. Anche lui colpito da un paralizzante blocco dello scrittore. Da sempre i due non si sopportano, ma decidono di lanciarsi una sfida per cercare di darsi una mano, o più probabilmente di punzecchiarsi. Si scambieranno il romanzo. E così Augustus dovrà dimostrare di saper scrivere anche un lieto fine e January di sapersi cimentare nella scrittura del Grande Romanzo Americano. E questa scommessa cambierà inevitabilmente tutti i finali…

RECENSIONE
Beach Read - Romanzo d'Estate mi ha piacevolmente sorpreso, a più riprese. Non è solo una rom-com. E' molto, molto di più. E' la storia di due scrittori spezzati, distrutti dentro, che si ritrovano dopo più di sette anni e che, aiutandosi l'un l'altra, rimettono insieme i cocci delle loro vite. January ha appena perso suo padre, il suo amato padre che aveva una doppia vita con la sua amante, ed è tornata nella loro casa di North Bear Shore. Augustus Everett è uno scrittore di narrativa contemporanea, da quel che ho potuto evincere, tipo JD Vance (perdonatemi il paragone, ma è la prima persona che mi è venuta in mente!) con Elegia Americana e sta cercando di rimettere insieme i pezzi della sua vita dopo che un brutto evento l'ha sconvolta - una cosa che non scopriremo dopo più di metà romanzo, quindi no spoiler per voi.

Non mi aspettavo di identificarmi così tanto in January - che nella mia mente si chiama January Jones, l'attrice di Emma degli X-Men - ma quando ha descritto cos'è la scrittura per lei, è sembrato che mi avesse letto nella mente:

Potevo lavorare sulla trama tutto il giorno, ma non serviva a nient ese non mi buttavo a capofitto nella storia, se la storia stessa non mi catturava riscucchiandomi nel suo vortice. Quello era ciò che avevo sempre amato della lettura, ciò che mi aveva spinto a scrivere. La sensazione di un nuovo mondo, tessuto intorno a te come una ragnatela, e l'impossibilità di muoverti finché il disegno completo non si fosse rivelato. (...) 

C'erano storie che meritavano di essere raccontate, storie che non avevo mai preso in considerazione, e provai un fremito di eccitazione al pensiero che forse potevo scriverne una, e farlo con piacere.

Ad un certo punto, mi aspettavo che sarebbe saltato fuori il POV di Gus, ma quando non è successo sono rimasta un po' delusa. Ma quella delusione è sparita presto, perché lggere la storia dal solo POV di January mi ha permesso di identificarmi ancora di più in lei, e io che sono già sofferente per i motivi miei, ero una fontana alla fine della lettura del romanzo.

Bellissimo. Struggente. Doloroso.

Merita tantissimo, e non solo perché io mi sono rivista in loro. Ma perché penso che la storia di January e Gus sia la storia di tanti scrittori, la storia che tante persone non conoscono e di cui loro non vogliono si sappia. Mostrarsi vulnerabili è un rischio, ma quando si è innamorati, ne vale la pena.

Vi saluto con una citazione tratta da questo meraviglioso romanzo, mentre aspetto con impazienza che arrivi Book Lovers, sempre di Emily Henry:
"(...) Ho passato l'estate scorsa pensando che non sarei stata più felice, e adesso, un anno dopo, sono ancora preoccupata, arrabbiata e nauseata, ma anche felice, a tratti. Le cose brutte bob scavano dentro di te fino a renderti un abisso di infelicità. Insieme allo schifo, ci saranno sempre anche le cose meravigliose. Ci saranno persone come Pete e Maggie, e i temporali nel bosco e il sole sulle onde."
(January a Gus)

xoxo,
Giada

lunedì, agosto 12, 2024

RECENSIONE DE IL REGNO DEI DANNATI (KINGDOM OF THE WICKED #2) DI KERRI MANISCALCO

Buon pomeriggio, Fantastics! Un po' dispiaciuta, ieri notte ho finito il secondo romanzo della serie dedicati ai Malvagi della Maniscalco. Beh, che dire... non sono stata per niente delusa! Forse perché mi sono ritrovata davanti esattamente a ciò che mi aspettavo. Una bella e sana dose di trash, qualche scopiazzatura di Sarah J. Maas, ma per il resto... ho amato! Ho amato (quasi) tutto!

PREMESSA
Non è un bel periodo per me, quindi non mi stupisco che mi piacciano questi romanzi. Il primo della Maniscalco non mi era piaciuto, era assurdo e l'ho trovato pessimo sotto molti aspetti. Questo, invece, l'ho amato. Nonostante il cambio di setting molto confusionario. Nonostante il worldbuilding mal reso, e questo mi ha fatto abbassare il punteggio generale a 4 stelle. Nonostante tutto, insomma. E' un romanzo che sarebbe potuto esser molto più corto, ma l'uso estremo del misunderstanding trope ha contribuito ad allungare *enormemente* il brodo - e aggiungerei, anche *inutilmente*. 

TRAMA (DA OSCARMONDADORI.IT)
Desiderosa di vendicare la morte dell’amatissima gemella, Emilia ha venduto l’anima per diventare regina dei Malvagi e, accompagnata dall’ambiguo Principe Ira, è scesa nei Sette gironi. Non impiega molto a scoprire la prima regola della corte dei Malvagi: non fidarsi di nessuno. Più si trattiene all’inferno, infatti, più le appare chiaro che in quel mondo di vizi e seduzione nulla è mai ciò che sembra.

Anche Ira, un tempo suo alleato, potrebbe nascondere dei segreti sulla sua vera natura. E così, in breve tempo, Emilia rimane intrappolata tra Ira e il suo ancor più malvagio fratello, il Principe Superbia, il re dei demoni.

Tra palazzi lussuosi, infidi cortigiani e feste stupefacenti, Emilia dovrà districarsi tra enigmatici e contraddittori indizi per scoprire cosa sia davvero successo a sua sorella. E, al contempo, sarà chiamata a svelare i misteri sul suo stesso passato per trovare le risposte di cui è in cerca. Sempre che i suoi vizi non le mettano i bastoni tra le ruote.

RECENSIONE
Come dicevo più su, non è un bel periodo per me. E, proprio perché non lo è, mi fa apprezzare ancora di più questo genere di romanzi che, in condizioni normali, disprezzerei. Perché, insomma, non sono validi. Dal mio punto di vista, almeno... non sono l'apice del fantasy internazionale, capitemi. Ci sono autori molto più bravi e capaci, in commercio. Ad ogni modo, bisogna riconoscere alla Maniscalco che sa vendere. Ed è brava a farlo. Perché, come dicevo per Katee Robert, il sesso vende. E anche l'estremo ed esasperante slow burn tra Emilia e Ira.

Emilia Di Carlo è tornata, ma non è più in Sicilia - la Sicilia fantasy elaborata dalla Maniscalco. No, è scesa all'Inferno dopo aver venduto l'anima a Superbia, per poter salvare la sua amatissima sorella gemella. E, subito de botto, viene condotta nel Corridoio dei Vizi dove viene 'scelto' il suo Vizio d'elezione - una perdita di tempo e di pagine, considerato ch'è palese quale sia, ovvero l'Ira. La rabbia. La furia, comunque la vogliate chiamare, quella è. Questo 'smistamento' mi ha ricordato la divisione delle Fazioni di Divergent, solo che qui è stato davvero una perdita di tempo, perché il suo vizio d'elezione era palese sin dal romanzo precedente. Questo device è stato un modo come un altro per avvicinare Emilia fisicamente ad Ira, verso il quale lei prova un'evidente attrazione sessuale - ma il suo atteggimento puritano, a tratti bigotto, le impedisce di godersi la scoperta della sua sessualità. Così passa da zero a cento nel giro di cinquanta pagine, e ci prova e riprova con Ira più e più volte. Perché *dan daaan* quando Emilia l'ha evocato, nell'altro romanzo, ha stabilito un fidanzamento parziale con Ira - che non è davvero Ira, btw - e deve decidere se accettare o meno il mating bond con Ira. Sarah J. Maas here? Il mating bond che viene accettato o rifiutato è, in parte, il perno de Il Regno del Dannati. 

Un altro perno è dato, senza ombra di dubbio, dai teschi animati che Emilia riceve e davvero, non riesce a capire chi sia che glieli manda. Ordisce un piano ai danni di Superbia, ai danni di Invidia... e alla fine la soluzione ce l'aveva davanti agli occhi. Palese. Insomma, io avevo già capito chi era da molto prima. 
Ed era una cosa talmente ovvia che mi son messa a ridere, ieri sera. Ira, poi, è un sottone. Ma è un sottone proprio dall'inizio alla fine. Credo di aver letto poche volte di un personaggio maschile così sottone, il primo era senza dubbio Hawke di Sangue e Cenere della Armentrout. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo fantasy, che nonostante tutto vi consiglio di recuperare perché: sì, è trash. Sì, a tratti fa ridere. Sì, Emilia è una idiota e una ingenua dall'ìnizio alla fine con degli sprazzi da girl power/badass moments, ma sempre idiota rimane. Insopportabile. Ma...
leggetelo comunque, è una letturina leggera che ci sta.
"Gli astri influenzano, ma non costringono."
(Ira ad Emilia Di Carlo)

xoxo,
Giada

venerdì, agosto 02, 2024

RECENSIONE DI THE VINCENT BOYS (THE VINCENT BOYS #1) DI ABBI GLINES

Buona sera, Fantastics! Ho rimandato a lungo questa recensione, perché questo libro non mi è piaciuto. Era da tanto, forse dai tempi del Regno dei Malvagi che non trovavo un libro così pessimo. Ma pessimo sul serio, raga. Forse il peggiore del 2024. 

PREMESSA
Quando ho aperto il blog, nel 2014, questo romanzo era molto in voga. Sono quasi 10 anni fa. Ma comunque, il passare degli anni dovrebbe far migliorare un romanzo. Invece no. Tutto l'hype che avevo per questo libricino sparito nel giro di non so quanti giorni, in cui mi trascinavo leggendolo perché non sopportavo nessuno dei protagonisti - a partire proprio da Ash. Insomma, posso già dirvi che non ve lo consiglio. Ci sono romance scritti meglio in circolazione, e anche erotici scritti molto meglio - perché le scene che ci sono qui fanno venir voglia di lavarsi gli occhi con la candeggina, da quanto pessimi sono. 
E penso di aver detto tutto, con questo.

TRAMA (DA AMAZON.IT)
Ashton, brava ragazza di "professione", cerca di non deludere i suoi genitori e gioca il ruolo della fidanzata perfetta di Sawyer Vincent, il ragazzo che tutte vorrebbero. Ma durante le vacanze estive, mentre Sawyer è in campeggio con il fratello, Ashton inizia ad avvicinarsi a Beau, cugino di Sawyer, terribilmente sexy. E terribilmente pericoloso... Il ragazzo da cui tutte dovrebbero stare alla larga. Beau, che ha sempre voluto bene a Sawyer come a un fratello, ama Ashton fin dai tempi dell'asilo, considerandola però la "ragazza di suo cugino" e, dunque, off limits. Che sia giunto il momento di abbandonare le maschere e di lasciarsi andare ai sentimenti veri? Più Ashton e Beau cercano di stare lontani più il desiderio si fa irrefrenabile. La tenera amicizia che li legava da piccoli si trasforma in attrazione travolgente, impossibile da combattere... Come reagirà Sawyer nel trovare la sua ragazza tra le braccia del cugino e migliore amico? C'è sempre una prima volta per "tutto": per l'amore, per la gelosia, per scoprire chi siamo veramente...

RECENSIONE
Sto facendo una cosa che non dovrei mai fare prima di scrivere le recensioni, ovvero sto spulciando le recensioni negative su Goodreads - sono 2k, quindi ne avrei un bel po' da leggere, ma voglio togliermi sto impiccio dalle palle al più presto possibile. Da qui potete capire quanto non mi sia piaciuto questo romanzo. E' brutto a livelli inimmaginabili. Oh god, da dove comincio?

Ashton Gray è la figlia del pastore, in un paesello dell'Alabama, fidanzata col golden boy della città. Viene considerata la brava ragazza del paese, una brava samaritana e una che fa volontariato solo perché costretta dalle pressioni esterne. E fin qui, all'inizio, poteva anche starci. Voglio dire, poteva piacermi. E' un tema a cui, volente o nolente, sono stata vicina anche io in passato. Il problema comincia quando, il ragazzo della suddetta 'brava ragazza', se ne va in montagna con la sua famiglia e lascia la povera sfigata da sola. Avete presente quando la protagonista non sa di essere bella, ma si atteggia a insicura ugualmente? Ecco, uguale. Sono 3 anni che Ash sta con Sawyer Vincent, golden boy come vi dicevo, e gran giocatore, amato da tutti e da tutta la scuola. La nonna che, inizio romanzo le consiglia di darci dentro con il cattivo ragazzo solo per movimentare un po' la sua estate è stata na cosa... Na cosa da far strabuzzare gli occhi. Cioè, stai da tre anni con uno e ti consigliano di TRADIRLO? Così, ad cazzum. Solo per movimentare un po' la tua estate. Cosa vuoi che sia tradire la fiducia altrui, no?

Beau Vincent è il cattivo ragazzo del paesello, il tipico bulletto che risolve tutto a cazzotti. Ed è sempre stato innamorato di Ashton, solo che lei non lo sapeva *gasp scioccato*. Quando lei decide di riavvicinarsi, passano dal riconciliarsi come amici a fare sesso nel giro di venti pagine. Ho avuto l'impressione che la storia corresse, e molto. Infatti è stato così. Ma golden boy torna dalla montagna e si accorge che la sua fidanzata traditrice e finta santerellina gli sta nascondendo qualcosa, e quando alla fine lo affronta lei si stupisce che lui non prenda bene il fatto che l'ha tradito. Ma dai? Ma sul serio?
Veniamo a ciò che mi ha fatto venir voglia di cavarmi gli occhi. Tralasciando il tradimento che vuole essere, in tutti i modi giustificato qui, dal vittimismo e dalla finta innocenza e poca esperienza di Ashton, Beau dovrebbe essere il tipico cattivo ragazzo. Ma passa da dire parolacce *uhmamma mia!* a dire, e cito testualmente:

"La tua patatina è mia."
"Voglio il tuo buchetto caldo."
A "La tua patatina è mia" ho riso più del dovuto, lo confesso. Se un ragazzo lo dicesse a me, io gli riderei in faccia. Non è così che si rende il dirty talk. Se è un cattivo ragazzo che parla di sesso liberamente e dice parolacce a manetta, per quale motivo non dice 'figa' o 'vagina'? Come Anastasia Steele, Ashton passa da puritana e bigotta alla più grande troiona del paese - perdonatemi, ma la sua uscita infelice su cosa rende una persona una troia mi ha fatto rizzare i peli delle braccia. Quindi, una persona è una troia solo perché non è sposata? E' per questo che Honey, la madre single di Beau, viene considerata tale? Ma ora arriviamo anche a quello, no worries.

La madre di Beau, Honey Vincent, ha sicuramente un peso in questa storiella da quattro soldi. Honey è la ragazzaccia del paese che lavora nel bar malfamato e che vive nelle roulotte. Ora, perdonatemi, ma Ashton apparire classista come non so, oltre che criticante a livelli incredibili. E' una madre single che ha cresciuto un figlio da sola, ovvio che non navighi nell'oro, ma ha fatto del suo meglio. Sempre meglio del padre di Ashton, che con un deus ex machina prevedibilissimo, alla fine accetta Beau nella sua vita. 

Ho trovato tutti i personaggi piatti, piatti all'inverosimile, vorrei precisare. Sebbene ci sia il doppio POV, le loro voci sono tutte uguali. Vorrei anche sottolineare che, quando uno ti tradisce, non è tenuto poi a difenderti dai bulli della scuola. Come è già stato sottolineato, Ashton se l'è andata a cercare. E poi... Dio, quanto sono immaturi. Tutti. Tutti i personaggi sono immaturi, dal primo all'ultimo. Non ce n'è uno che si salvi. Dico seriamente. 

Ad ogni modo, avrei piegato delle pagine per mettere le cit. (che avevo quando ho recensito I peccati degli dei), ma onestamente non voglio nemmeno farlo. Sto libro è troppo brutto per spenderci altro tempo dietro. Troppo, e non lo merita.

xoxo,
Giada

domenica, luglio 28, 2024

RECENSIONE DE I PECCATI DEGLI DEI (DARK OLYMPUS #1) DI KATEE ROBERT

Buon pomeriggio, lettori! Ebbene, come avete potuto notare, il mio periodo di serenità ha avuto vita breve. Quattro mesi e mezzo di scrittura folle e appassionata, che mi hanno ricondotto qui, di nuovo. 
Il mio romanzo in stesura ne ha viste di ogni, specialmente per quanto riguarda i miei innumerevoli problemi di salute dell'ultimo anno e mezzo - ça va sans dire - quindi come sapete, quando arrivano notizie poco belle, per me, torno a rifugiarmi tra le pagine di un libro.

PREMESSA
Sabato scorso ero in crisi, dopo aver ricevuto quella notizia. D'accordo, sarà un'operazione più semplice. Un'operazione plastica ed easy, ma comunque un'operazione. La settima, nel giro di nove anni. Ho attraversato tutte le fasi del lutto - e ora sono vicina, per così dire, all'accettazione. Non vi mentirò, dicendovi che mi costa molto non vedere il mio ritorno alla lettura come un fallimento, dato che ero molto vicina al grande giro di boa del mio romanzo in stesura. I miei problemi di salute mi hanno rallentato tantissimo, ci sto impiegando il doppio del tempo che ci metterei solitamente, e mi costa molto anche non lasciarmi andare alla frustrazione, al nervoso e alla rabbia. Ho già accolto quelle emozioni. Le ho lasciate andare. Tuttavia, sento comunque una profonda amarezza per quest'ennesimo piccolo stop. Quindi, dato che ero in crisi, alla fine ho scelto un romanzo trash che avevo nella mia biblioteca personale. Perché lo è, trash, anche se in senso buono. Bisogna riconoscerglielo, e mi ha aiutato durante questa difficile settimana a calmare la mente. Mi ha aiutata più di quanto possiate immaginare.

TRAMA (DA GOODREADS)
Persefone Dimitriou non ha mai conosciuto altro che agio e ricchezza. La sua è sempre stata una vita di privilegi. Ma la realtà è molto diversa da quella facciata di perfezione dietro cui si nasconde la sua famiglia. L’Olimpo è un covo di corruzione e veleni. Poche dinastie si spartiscono il potere e Persefone ha appena saputo che sarà costretta a sposare un uomo influente e pericoloso, per rafforzare le alleanze necessarie a mantenere lo status quo.
Non le resta che fuggire. Verso un mondo misterioso, lontano dalle luci abbaglianti che minacciano di soffocarla. Perché forse l’unica salvezza per lei si nasconde nelle tenebre.
Ade ha trascorso la sua vita nell’ombra, in attesa di riscatto. Ha sempre saputo che prima o poi il suo momento sarebbe arrivato e la comparsa di Persefone rappresenta l’occasione che aspetta da anni. E così si offre di aiutarla a muovere i primi passi in quel luogo oscuro e ostile, dove non avrebbe alcuna speranza di sopravvivere da sola.
Notte dopo notte, Ade e Persefone sentono crescere la forza che li attrae l’uno verso l’altra. Ma lei è fatta di luce, lui è stato forgiato dalle ombre. Appartengono a mondi diversi.
Fino a dove saranno disposti a spingersi per opporsi a un destino che li vuole divisi?

RECENSIONE
La me di cinque anni fa, avrebbe criticato aspramente questo romanzo. La me di cinque anni fa, avrebbe tirato in ballo tutte le fanfic da cui è chiaramente tratto, come per esempio 50 sfumature con "La stanza dei giochi". La me di cinque anni fa, forse non l'avrebbe nemmeno apprezzato. In realtà, cercavo una lettura leggera e, forse per questo, l'ho apprezzato. Non avevo aspettative. Volevo solo una distrazione. Anche trash. Missione compiuta, raga.

Persefone Dimitriu è la figlia di mezzo di Demetra, la dea del raccolto ch'è stata nominata non si sa come tempo fa. E' la perfetta ragazza solare e carina, gentile. Tutto l'opposto delle sue sorelle: Callisto la maggiore, una testa calda, Psiche ed Euridice, la più piccola e la più ingenua. Non ho commentato Psiche, perché mi è sembrata solo un side character non molto ben specificato, ma va beh. Non soffermiamoci troppo su questo. La vita di Persefone cambia quando la madre la consegna in sposa a Zeus, un vecchio viscido che vuole solo ucciderla dopo averla resa l'ennesima Era. Un commento di Goodreads mi ha colpito, in particolare: Demetra era già Demetra o lo è diventata dopo esser stata nominata? Nemmeno io l'ho capito. Tuttavia, questo mi ha ricordato un po' Lore di Alexandra Bracken, solo che lì era tutto molto ben dettagliato - come ci si aspetta da Alexandra Bracken, insomma. 

Persefone, però, non vuole sposarsi con Zeus; quindi scappa dalla città alta (Upper East Side, chiamiamolo così) e scappa nella città bassa (Upper West Side), dove si getta tra le braccia di un figo sconosciuto. Ade, l'uomo. Il mito. Gli propone un patto: deve 'svalutarla' agli occhi di Zeus facendo sesso con lei dovunque, specie in pubblico, affinché Zeus non la voglia più. Inoltre, finiti i 3 mesi di apparente prigionia, vuole scappare via dall'Olimpo. La divisione della città non mi è sembrata molto chiara, era molto vaga - io, perciò, l'ho associata alle due parti di New York che conosco tramite Gossip Girl. Se fosse stata più dettagliata, ecco... sarebbe stato molto meglio. Le scene di sesso si sprecano in questo romanzo, sono una dietro l'altra e mi hanno permesso di scoprire un lato di me che non conoscevo... il kink del sesso in pubblico. Lo ammetto. Lo considero porno per la mente. Nient'altro che porno, perché questo è. Ma, come vi dicevo, non mi posso lamentare. Questo porno è arrivato al momento giusto, per me. Ecco perché gli ho dato 5 stelle.

Ad una lettura più attenta, il romanzo presenza tantissimi buchi di trama e cose senza senso. Ad una lettura superficiale, meramente dettata dal mio bisogno di cose leggere, merita le 5 stelle. Quindi possiamo considerare la votazione generale una sorta di via di mezzo: 3.5, senza infamia e senza lode. Non si può nemmeno considerare un retelling ben fatto, dato che lo stravolge completamente. Ma ehi...
oggi mi compro gli altri romanzi della serie, questo per farvi capire che l'ho amato alla follia!

Niente citazione di chiusura.
Vi saluto qui.

xoxo,
Giada

domenica, marzo 10, 2024

RECENSIONE DI THE FINAL GAMBIT (THE INHERITANCE GAMES #3) DI JENNIFER LYNN BARNES

Buon pomeriggio, Fantastics! A rilento, ma sto continuando a leggere - anche se, sapete, la mia mente va sempre al mio, di romanzo. Beh, raga! Questo è un finale come si deve! E' così che dovrebbe essere il finale di una saga, o una serie, epica. Così. E' così che dovrebbe essere ogni capitolo finale.

PREMESSA
Okay, ho esagerato coi libri in prestito. La mia voglia di scrivere il mio romanzo sta crescendo esponenzialmente, giorno dopo giorno, e non so se riuscirò a leggerli tutti. Quello che so, senza ombra di dubbio, è che The Final Gambit (un gioco di parole tra 'lo sgambetto finale' e 'la scommessa finale') è un romanzo stupendo. Intenso. Meraviglioso. E mi sono innamorata ancora di più dei fratelli Hawthorne, quindi dovete recuperarlo assolutamente anche voi. Se avete letto i precedenti due romanzi, sapete di cosa parlo. E' una serie mystery interessante, ma penso che in futuro la rileggerò in inglese perché i giochi di parole rendono di più, e meglio, che in italiano. Per il resto, cinque stelle super super meritate!

TRAMA (DA SPERLING&KUPFER.IT)
«Scommetterei tutto quello che ho su di te, anzi, su di noi, contro tutto il mondo.»

Avery e i fratelli Hawthorne sono tornati. E, in questa nuova sfida, chi vince prende tutto. Anche in amore. Un segreto inconfessabile, un cuore confuso, una partita che si decide all'ultima mossa: il terzo volume di The inheritance Games.

Avery Kylie Grambs è finalmente vicina all'obiettivo: le bastano ancora poche settimane a Casa Hawthorne e finalmente otterrà l'eredità di Tobias. Ma a che prezzo? I paparazzi le stanno sempre alle costole, subisce pressioni da ogni dove e il pericolo è ormai una costante della sua vita. Incredibile a dirsi, l'unico aspetto positivo della situazione sono i quattro fratelli Hawthorne. E sono proprio loro gli alleati di Avery, quando un visitatore inatteso si presenta alla porta di Casa Hawthorne, chiedendo l'aiuto della ragazza e cambiando all'improvviso tutte le carte in tavola. In un istante diviene subito chiaro a tutti che ci sono un altro indovinello da risolvere e un'altra partita da giocare. E agli Hawthorne non piace proprio perdere… Il terzo volume di The Inheritance Games, la saga bestseller di Jennifer Lynn Barnes che sta facendo impazzire i lettori di tutto il mondo. Spericolati e sempre determinati a vincere, gli Hawthorne con i loro indovinelli saranno presto oggetto di una serie tv realizzata dagli Amazon Studios.

RECENSIONE
Posso fremere dalla voglia di rimettere mano al mio, di romanzo. Posso essere impaziente di farlo. Ma, almeno, qualche sfizio prima di tornare a scrivere me lo devo concedere. Terminare questa trilogia mi sembrava il minimo, considerato quanto ho amato i due precedenti romanzi. E, per scrivere bene, bisogna imparare dai migliori, no? Ecco, io considero la Barnes una delle migliori sul mercato.

La storia riprende da dov'era terminato il romanzo precedente: Avery e i fratelli Hawthorne sono ad un vicolo cieco: non sanno chi li minaccia, con chi stanno giocano e se il gioco a cui stanno giocando sia un gioco del vecchio o meno. Avery sta tentando di dimostrare a Jameson, con tutte le sue forze, che è davvero innamorata di lui. Ma noi, lettori, ci chiediamo insieme a lei cosa sarebbe successo se Grayson non fosse stato 'spezzato' e incapace di andare avanti dopo Emily, se la storia tra loro due avrebbe funzionato. Col senno di poi, la risposta ci viene data da Avery stessa. Lei non vuole un ragazzo ligio al dovere, impostato. Lei vuole il rischio. Vuole sentire l'adrenalina che precede lo svelare un mistero. E, sopra ogni cosa, vuole giocare. Perché ha sempre amato i giochi da, oserei definire, intellettuali. Ma il mistero di chi stia giocando con loro rimane, ed Avery e gli Hawthorne sono costretti a giocare alle regole del misterioso nemico… fino a quando alla porta di Casa Hawthorne non si presenta Eve. E, con il suo arrivo, gli equilibri in Casa Hawthorne vengono irrimediabilmente messi sottosopra: amicizie vengono messe alla prova, così come la fiducia degli uni verso gli altri e verso lo staff della Casa.


Avery, però, comincia a scavare (anche letteralmente, btw) nel passato della famiglia Hawthorne, per scoprire gli oscuri segreti di Tobias Hawthorne. E sì, quel miliardario di successo non era la persona che tutti credevano che fosse - o, per meglio dire, che i suoi nipoti, che aveva plasmato a sua immagine e somiglianza, credevano che fosse. Insieme alla delusione per aver conosciuto la vera faccia di Tobias, e ciò che lega il mistero di Toby Hawthorne, i fratelli sono ad un bilico. In fondo, lasciar andare i condizionamenti a cui siamo sempre stati abituati, fin da piccoli, è difficile. E serve un elemento shock, che si trova in Eve (e non vi dirò in cosa o per cosa) affinché ciò avvenga. I fantasmi del passato sono tornati per azzannare Avery. Riuscirà la nostra quasi diciottenne a tenergli testa?

Ah, raga! Adoro la Barnes! La adoro follemente! Penso sia una delle migliori in circolazione. E ora che è uscito The Brothers Hawthorne voglio leggere pure quello lol! Menzione speciale per le coppie nate, inaspettatamente, tra il secondo e il terzo romanzo: Nash e Libby (occhi e cuoricino!) e Max... Scoprirete voi con chi!

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico romanzo che vi consiglio caldamente di recuperare al più presto:
"Una volta Max mi aveva chiesto di immaginarmi in bilico sull'orlo di una scogliera a picco sull'oceano. Ed era proprio così che mi sentivo in quel momento, perché l'amore non è semplicemente una scelta - sono centinaia, migliaia di scelte.
Ogni giorno è una scelta."
(Avery Kylie Grambs)


xoxo,
Giada

martedì, febbraio 27, 2024

RECENSIONE DI REGNO DI CARNE E FUOCO (BLOOD AND ASH #2) DI JENNIFER L. ARMENTROUT

Buona sera, Fantastics! Ieri sera, finalmente, ho finito Regno di Carne e Fuoco e onestamente… wow!
Questo romanzo è tanta, ma davvero tanta roba! Per come era partito, non credevo mi sarebbe piaciuto così tanto, ma zia Armentrout, proprio come zia Maas; sa come conquistare il mio cuore <3 

PREMESSA
Quando ho iniziato Regno di Carne e Fuoco, stavo ancora frequentando il corso Caaf. Allora, non riuscivo nemmeno a scrivere il mio romanzo, alla sera, perché tornavo a casa troppo stanca. Adesso, invece, con la bella novità di cui non voglio ancora parlarvi per scaramanzia, ma è una cosa bella, tranquilli <3 Quindi, spero di riuscire ad abbandonarvi nel blog per poter tornare a scrivere al più presto, ma nel frattempo, godiamoci queste settimane di lettura. La Armentout, come la Maas, sa come conquistarmi. E io amo i romanzi spicy e smut. Più spicy c'è, meglio è! Ecco, devo dire che è molto meglio della trilogia di Caldo come il fuoco, se amate le scene esplicite e molto più grafiche - di tutto, per intenderci. 

TRAMA (DA GOODREADS)
Un tradimento... Tutto ciò in cui Poppy ha sempre creduto è una menzogna, compreso l’uomo di cui si è innamorata. L’unica certezza che le è rimasta è che nessuno è più pericoloso di lui: l’Oscuro, il Principe di Atlantia. E che lo combatterà con tutte le sue forze. Una scelta... Casteel Da’Neer è un uomo dai mille nomi e dai mille volti. Le sue bugie sono seducenti come le sue carezze; le sue verità sensuali come il suo morso. Poppy sa che non può darsi, che ai suoi occhi lei è solo uno strumento con cui raggiungere uno scopo. Ma ha bisogno di lui per ritrovare suo fratello Ian e scoprire se è diventato un Asceso senz’anima. Certo, lavorare con Casteel anziché contro di lui presenta dei rischi: quel ragazzo è una costante tentazione, e ha per lei dei piani che potrebbero rivelarsi una fonte inesauribile di piacere oppure di dolore, piani che la costringeranno a guardare oltre ciò che ha sempre pensato di lui e di se stessa… Un segreto... In attesa del ritorno del principe, ad Atlantia è cresciuto lo scontento: si agitano venti di guerra e Poppy è al centro dell’inquietudine che pervade il regno. Il re intende usarla per mandare un messaggio al regno rivale. I Caduti la vogliono morta. I Wolven sono sempre più imprevedibili. E più la sua capacità di percepire il dolore e le emozioni degli altri cresce, più gli Atlantiani la temono. Perché in gioco ci sono oscuri segreti, segreti antichi che tutti vorrebbero nascondere. E quando la terra inizia a tremare e il cielo a sanguinare potrebbe essere già troppo tardi…

RECENSIONE
Wow! Wow! Wow! Al momento sono ancora con la testa a quella incredibile scena finale, che aveva un che di biblico. Davvero, wow! Atlantia mi ha ricordato, in effetti, la Gerusalemme dei film su Gesù che mi facevano vedere da bambina, tipo quello su Mosè. Tanti elementi, degli dei, me l'hanno ricordato. E non so se la Armentrout abbia preso ispirazione dalla mitologia cristiana o meno, ma è una cosa a cui non riesco a smettere di pensare. E' davvero un'idea geniale!

Regno di Carne e Fuoco riprende da dov'era terminato il romanzo precedente: Poppy che non sa ancora cos'è, e grazie a Casteel pensa di essere una Empate. I suoi poteri, dal primo romanzo a questo, si sono inspiegabilmente fortificati e non ne capisce il motivo. A ciò si aggiunge il suo rapporto travagliato con Casteel - che un giorno sono pane, un giorno polenta come direbbero qui in Veneto. Sta ragazza cambia idea ogni cinque minuti, ma almeno ha la decenza di ammetterlo lol Casteel, in questo romanzo poi, è un sottone di prima categoria. Sul serio, può anche essere un crudele assassino a sangue freddo, ma quando c'è Poppy nei paraggi si scioglie e diventa un cinnamon roll umano (beh, in questo caso Elementale) E io AMO quando ci sono questi trope! Una cosa che non ho amato molto, però, è stato l'uso del misunderstanding trope, tante volte sarebbe potuto esser evitato. Per il resto, i Wolven mi hanno ricordato, forse ancora di più in questo romanzo, i lupi di Twilight. I Craven sono simili agli Strigoi - sto guardando Vampire Academy, e ho anche studiato filologia germanica, quindi parlo con cognizione di causa delle somiglianze tra di loro. 

Per il resto, come ho letto in una recensione di Goodreads, questo è: il romanzo delle domande. Poppu fa, anche a ragione, un miliardo di domande. E chiarisce tante cose che, in Sangue e Cenere, non erano molto chiare. E aiuta, ancora di più, a comprendere Casteel. Io sono ancora ferma agli abusi e stupri che ha subito per 50 anni - un po' con Rhys di ACOTAR. In fondo, i due si somigliano molto. Non vedo l'ora di conoscere Xaden Riorson e il Darkling solo per conoscere i dark lords più quotati del Bookstagram lol 

E' stato bello vedere l'evoluzione di Poppy, qui. E una cosa che mi ha incuriosito tantissimo è stata quella nenia terrificante che lei cantava nel sonno. Stavo aspettando il momento in cui si sarebbe fatto riferimento ai papaveri, visto che Poppy in inglese significa proprio papavero. Ma credo che non ci sarà solo il significato del fiore, c'è ben altro dietro... E io ho già prenotato nella Rete Bibliotecaria il terzo, perché col cavolo che resisto, che aspetto per leggerlo! 

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico super spicy romanzo, che vi consiglio assolutamente di recuperare non appena ne avete l'occasione:
"Non dovresti mai dimenticare che prima eri un accessorio, mentre adesso sei uno strumento."
(Casteel a Poppy)

xoxo,
Giada

sabato, febbraio 03, 2024

RECENSIONE DI BASTA UN CAFFE' PER ESSERE FELICI (FINCHE' IL CAFFE' E' CALDO #2) DI TOSHIKAZU KAWAGUCHI

Buona sera, Fantastics! Non sono mai stata una fan delle raccolte di romanzi, fino ad ora. Ho sempre preferito i romanzoni (sì, ti sto guardando per bene Regno di Carne e Fuoco di Jennifer Armetrout), tuttavia questo autore giapponese è stata una scoperta incredibile. E, non conoscendo proprio per niente la letteratura giapponese (o asiatica, in generale), per me è stata una gran bella cosa sperimentare qualcosa che non sia prodotto da autori o autrici occidentali. 

PREMESSA
Quando ho finito Finché il caffè è caldo, avevo già deciso che volevo leggere il sequel. Sono ancora nel mood di romanzi brevi. O raccolte di racconti - e voi meglio di me sapete quanto io sia una mood reader. Quindi, sono ancora indecisa se iniziare la Armentrout o leggere il terzo (così sarei a 3/5 romanzi di Kawaguchi letti). Vediamo come arriverò a casa dopo il corso, lunedì. Per ora, se fosse per me, li inizierei insieme. Ho bisogno di molto smut per sopperire al dolore che mi hanno portato questi romanzi. Perché, davvero raga, Kawaguchi ti scava un buco nel petto, ti spezza il cuore e poi te lo ricompone. A livello emotivo, queste storie sono state molto più toste del precedente. Molto molto più toste. Vi consiglio di leggerle solo se siete di umore alto, perché altrimenti vi riducete col magone come me. O piangete. In ogni caso, i vostri occhi non rimarranno asciutti.

TRAMA (DA GOODREADS)
Accomodati a un tavolino. Gusta il tuo caffè. Lasciati sorprendere dalla vita. L'aroma dolce del caffè aleggia nell'aria fin dalle prime ore del mattino. Quando lo si avverte, è impossibile non varcare la soglia della caffetteria da cui proviene. Un luogo, in un piccolo paese del Giappone, dove si può essere protagonisti di un'esperienza indimenticabile. Basta entrare, lasciarsi servire e appoggiare le labbra alla tazzina per vivere di nuovo l'esatto istante in cui ci si è trovati a prendere una decisione sbagliata. Per farlo, è importante che ogni avventore stia attento a bere il caffè finché è caldo: una volta che ci si mette comodi, non si può più tornare indietro. È così per Gotaro, che non è mai riuscito ad aprirsi con la ragazza che ha cresciuto come una figlia. Yukio, che per inseguire i suoi sogni non è stato vicino alla madre quando ne aveva più bisogno. Katsuki, che per paura di far soffrire la fidanzata le ha taciuto una dolorosa verità. O Kiyoshi, che non ha detto addio alla moglie come avrebbe voluto. Tutti loro hanno qualcosa in sospeso, ma si rendono presto conto che per ritrovare la felicità non serve cancellare il passato, bensì imparare a perdonare e a perdonarsi. Questo è l'unico modo per guardare al futuro senza rimpianti e dare spazio a un nuovo inizio.

RECENSIONE
Basta un caffè per essere felici è un romanzo doloroso. Non può sembrare, dalla cover. Ma lo è. 
Pochi romanzi mi hanno ferito come mi ha ferito questo romanzo, davvero. Kawaguchi si riconferma l'autore che è capace di spezzarmi il cuore coi suoi romanzi brevi e dolorosi, dai finali tristi e felici - allo stesso tempo, ovviamente - ma siccome mi segna errore 'dolceamari', beccatevi questa definizione.

Kawaguchi è lo scrittore dell'animo umano. Di questo ormai ne ho la conferma. Il suo modo di descrivere lo spettro delle emozioni umane, dalla gioia al dolore, fino alla disperazione più totale è qualcosa di straordinario. E, per me, quando uno scrittore tocca le corde del mio cuore mi ha conquistata, totalmente. Completamente.

In questa raccolta di romanzi, la storyline principale si è spostata di 6 anni nel futuro rispetto a quella precedente. Il 'futuro' che veniva rappresentato nel romanzo precedente, per intenderci. E dato che il futuro è sempre mutevole, e cambia con le nostre intenzioni e le nostre azioni, la situazioni che vengono descritte sono in parte collegate al romanzo precedente (con apparizioni dei personaggi che hanno viaggiato nel tempo nel romanzo precedente) e in parte modificate da eventi di cui i personaggi, di questo romanzo per intenderci, di cui non hanno alcun controllo. Abbiamo Gotaro, che ha preso in affidamento la figlia del suo amico più caro dopo che lui e la moglie sono morti in un incidente d'auto, Katsuki, che soffre di una malattia terminale che l'ha separato dalla sua fidanzata, Yukio che si sente perso e disperato e vuole salutare la madre, morta l'anno prima, quando non aveva denaro per andare a Tokyo; e Kiyoshi che vuole dire addio alla moglie con amore. 

Ogni personaggio ha sofferto molto, in modo diverso, ma ha sofferto. E la sofferenza, così come le occasioni perse, hanno un effetto causa-effetto nei personaggi. Proprio come nella vita vera, non ci si libera del dolore ignorandolo o mettendolo da parte in un angolo della mente. Bisogna affrontarlo. Non importa se si piangerà, nel frattempo. L'unico modo per superarlo, e vedere la vita con nuovi occhi è affrontarlo. Ed è questo che fa, ogni personaggio che decide di affrontare il viaggio nel futuro o nel passato. Affronta i suoi conti in sospeso, ma anche il suo dolore e la sua sofferenza. 

La scrittura dei giapponesi è molto delicata. E, almeno, qui non ho trovato paragrafi che sembravano tratti da Wikipedia. In ogni caso, Kawaguchi è l'autore che sa parlare al mio cuore.

Vi saluto con una citazione, spero non spoilerosa, tratta da questo magnifico romanzo:
"Yukio era stordito da questa sensazione misteriosa. La luce non era aumentata, eppure ogni cosa su ci posava gli occhi aveva un aspetto più fresco e luminoso. La sua vita di disperazione era diventata una vita di speranza. Il modo di pensare si era radicalmente trasformato.
'Non è il mondo a essere cambiato, sono io...' "
(Yukio)

xoxo,
Giada

martedì, gennaio 30, 2024

RECENSIONE DI FINCHE' IL CAFFE' E' CALDO (FINCHE' IL CAFFE' E' CALDO #1) DI TOSHIKAZU KAWAGUCHI

Buona sera, lettori! E' passato un po' di tempo da quando non tornavo qui, ma d'altronde si fa di necessità virtù, no? Questa è la mia necessità fatta virtù. La vita, negli ultimi tempi, è stata piena di eventi belli e brutti, in cui la scrittura è stata la mia costante. Ora, invece, sto cercando di aggrapparmi all'altra cosa, oltre alla scrittura, che mi dà pace e serenità. E che mantiene la mia mente attiva, nelle storie dei miei personaggi, quando torno troppo stanca dal corso alla sera: leggere libri. 

PREMESSA
Quando ho trovato "Finché il caffè è caldo" di Kawaguchi, non mi aspettavo molto. Volevo qualcosa di easy. Semplice. Qualcosa di non troppo lungo, perché il corso CAAF ha prosciugato ogni mia energia creativa e, quando ci sono giornate di grosse spiegazioni, non riesco a scrivere il mio libro come vorrei.
Avrei potuto essere frustrata, piangere o incazzarmi. Non ho fatto niente di tutto ciò. Ho cercato la soluzione alternativa. Non guarderò serie tv, anche perché significherebbe non pensare nemmeno al mio, di romanzo. Quindi mi accontento di questo, leggere. E voi sapete, quanto io ami farlo. 

Kawaguchi tratta tematiche molto simili a ciò che scrivo nei miei libri, ma certi eventi sono stati un vero pugno nello stomaco, inaspettati e dolorosi come solo chi tratta di temi vicini ai miei sa esserlo.

TRAMA (DA GOODREADS)
Un tavolino, un caffè, una scelta. Basta solo questo per essere felici.
ECCO LE 5 REGOLE DA SEGUIRE:
1. Sei in una caffetteria speciale. C’è un unico tavolino e aspetta solo te.
2. Siediti e attendi che il caffè ti venga servito.
3. Tieniti pronto a rivivere un momento importante della tua vita.
4. Mentre lo fai ricordati di gustare il caffè a piccoli sorsi.
5. Non dimenticarti la regola fondamentale: non lasciare per alcuna ragione che il caffè si raffreddi.

In Giappone c'è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare.
Ma c’è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kōtake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutte scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.

Finché il caffè è caldo è diventato un caso editoriale in Giappone, dove ha venduto oltre un milione di copie. Poi ha conquistato tutto il mondo e le classifiche europee a pochi giorni dall’uscita. Un romanzo pieno di fascino e mistero sulle occasioni perdute e sull’importanza di quelle ancora da vivere.

RECENSIONE
Sarà che sono stata male fino a poche ore fa. Sarà che sono in preciclo potente. Sarà che sono reduce da una settimana di discussioni e litigate, in cui sono volate parole grosse. Ma questo libro è stato un colpo al cuore. Mi ha fatto davvero molto male. Il fatto poi, che tratti dei temi così vicini ai miei romanzi ha aumentato a dismisura la mia voglia di scrivere il mio romanzo, che ora non posso fare perché torno a casa troppo, decisamente troppo, stanca ora di sera. 

Un caffè misterioso, senza nome e in una provincia non ben identificata del Giapponese, situato in una locale sotto la strada, è famoso per permettere a chi lo desidera di poter viaggiare nel tempo. Si può viaggiare nel passato, o nel futuro. Ma si può farlo una volta soltanto, non più di una. Si ha una sola occasione per poter fare ciò che si desidera. In questo contesto, conosciamo i proprietari del caffè: Nagare, marito di Kei. Kazu, la sorella di Kei. E tutti i clienti abituali: abbiamo la donna in carriera Fumiko, che ha appena rotto col suo fidanzato; Hirai che gestisce un bar alternativo e super frequentato dall'altra parte della strada e che scappa ogni giorno dalle costanti visite di sua sorella Kumi; Kotake, che convive col marito affetto da demenza senile che comporta una perdita delle memoria Kei che convive da tutta la vita in una condizione di insufficienza al cuore che le ha ridotto la vita e che, inevitabilmente, le impedirà di vedere il suo bambino crescere. 

Tutte e tre, in un modo o nell'altro, si sentiranno attratti dalla prospettiva di vedere il passato o il futuro. Non possono cambiarlo, questa è la regola. E non possono nemmeno alzarsi dalla sedia, altrimenti verrebbero sbalzati nel presente di colpo. Tutte e tre, in qualche modo, hanno un'occasione persa nella loro vita che vorrebbero recuperare per sistemare le cose o, perlomeno, dare un'occhiata a come sarebbero le cose se invece di scappare, fossero rimasti lì. E sono proprio quelle occasioni perse, quelle parole non dette, quei sentimenti non espressi, il perno di questo romanzo breve. Non posso dire di più, perché in quanto breve rischierei davvero di rovinarvi la lettura. Ma merita. Merita davvero tanto questo piccolo romanzo. 

E' la prima volta che sperimento un autore dell'Est, quindi certe descrizioni qui sarebbero considerate puro e mero infodump. Come la descrizione degli abiti - io le amo e le metto sempre, ma qui erano proprio rese in stile infodump. Certe volte, i paragrafi sembravano presi da Wikipedia, ma mi sono piaciuti ugualmente. Insomma, sebbene abbia le sue pecche, l'ho amato infinitamente e ho già preso i due sequel. Perché non mi sono mai sentita attratta dalla letteratura asiatica? Avrei dovuto sperimentarla prima d'ora, per la miseria! Devo assolutamente sperimentare altri autori!

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico romanzo breve, che vi consiglio di leggere:
"Kazu è ancora convinta che, se vuole, la gente troverà sempre la forza di superare tutte le difficoltà che si presenteranno. Serve solo cuore. E se /quella/ sedia ha il potere di cambiare il cuore delle persone, di sicuro un senso deve averlo."
(Kazu)

xoxo,
Giada 

giovedì, settembre 21, 2023

RECENSIONE DI TRE PIANI DI ESHKOL NEVO

Buona sera, Fantastics! Oggi pomeriggio, dopo che mi è arrivato l'IT Alert che mi ha fatto quasi venire un infarto mentre stavo leggendo, ho finito Tre piani. Era settimane, se non da mesi, che non vedevo l'ora di recuperare questo romanzo basato sui tre piani della psicologia di Freud - sapete, Psicologia era nella mia top 5 di scelte di Facoltà, in quinta superiore. La psicologia mi ha sempre affascinato molto come materia, e non potevo non leggere questo romanzo.

PREMESSA
Quando avevo preso in prestito Tre piani la prima volta, è stato durante i miei 4 mesi di pausa post scrittura. Poi, per necessità (la necessità era scrivere il mio romanzo e lo è ancora), visto che mi avrebbero operato in Aprile ho restituito tutti i romanzi e li ho rimandati a data da destinarsi. Ora che comincio a stare meglio, non so se riuscirò a recuperare i 10 romanzi che ho in prestito. Nella peggiore delle ipotesi, li riporterò indietro. Dopo più di 5 mesi senza scrittura comincio a stancarmi di leggere cose scritte da altri, e voglio riprendere il mio di romanzo. Ad ogni modo, Tre piani ha superato di gran lunga le mie aspettative, sia stilisticamente che a livello di contenuti. E' un romanzo che richiede molta concentrazione, sebbene sia di fatto un romanzo breve, più che altro per cogliere al meglio le sfumature di questi tre piani: Es, Io e Super-Io. E devo dire che i personaggi di ogni piano rispecchiano alla grande quelli di Freud. Quindi, cinque super stelline!

TRAMA (DA AMAZON.IT)
In Israele, nei pressi di Tel Aviv, si erge una tranquilla palazzina borghese di tre piani. Eppure, dietro quelle porte blindate, la vita non è affatto dello stesso tenore. Al primo piano vive una coppia di giovani genitori, Arnon e Ayelet. Hanno una bambina, Ofri, che occasionalmente affidano alle cure degli anziani vicini in pensione. Ruth e Hermann sono persone educate, giunte in Israele dalla Germania, lui va in giro agghindato in giacca e cravatta, lei insegna pianoforte al conservatorio e usa espressioni come «di grazia». Un giorno Hermann, che da tempo mostra i primi sintomi dell'Alzheimer, «rapisce» Ofri per un pomeriggio, scatenando una furia incontenibile in Arnon, inconsciamente e, dunque, irrimediabilmente convinto che dietro quel gesto, in apparenza dettato dalla malattia, si celi ben altro. Al secondo piano Hani, madre di due bambini e moglie di Assaf, costantemente all'estero per lavoro, combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e lo spettro della follia che, da quando sua madre è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico, non smette mai di tormentarla. Un giorno Eviatar, il cognato che non vede da dieci anni, bussa alla sua porta e le chiede di sottrarlo alla caccia di creditori e malintenzionati con cui è finito nei guai. Hani non esita a ospitarlo e a trovare cosi un riparo alla sua solitudine. Salvo poi chiedersi se l'intera vicenda non sia un semplice frutto dell'immaginazione e dei desideri del suo Io. Dovrà, giudice in pensione che vive al terzo piano, avverte l'impellente bisogno di dialogare con il marito defunto e per farlo si serve di una vecchia segreteria telefonica appartenutagli. Sorto da una brillante idea narrativa: descrivere la vita di tre famiglie sulla base delle tre diverse istanze freudiane - Es, Io, Super-io -della personalità, "Tre piani" si inoltra nel cuore delle relazioni umane: dal bisogno di amore al tradimento; dal sospetto alla paura di lasciarsi andare. E dona al lettore personaggi umani e profondi, sempre pronti, nonostante i colpi inferti dalla vita, a rialzarsi per riprendere a lottare.

RECENSIONE
Okay, sarà la pioggia. Sarà che la pioggia mi rende malinconica e triste. Sarà che sto così perché sono cinque mesi che non scrivo, ma questo romanzo mi ha annientato, nel vero senso della parola. E lo so che è la terza volta, nel giro di un mese, che uso questa immagine come intro per la recensione, ma rende davvero l'idea di come stavo oggi quando l'ho finito. Sapevo, sapevo, che sarebbe finita così. 
Eppure continuo a cercare romanzi che colpiscano dritti al cuore, che facciano male, perché so che diventeranno i miei preferiti. Che rimarranno impressi nel mio cuore. E, come sempre, quando finisco questo genere di romanzi piove, così il mio umore è ancora di più sotto le scarpe, sempre succede. E' successo perfino con Un giorno questo dolore ti sarà utile. Lo prendo come un segno dell'universo per dirmi che devo smetterla, almeno per un po', di leggere cose che mi fanno male... e scriverle lol

In un condominio in un quartiere borghese di Tel Aviv, un quartiere residenziale adatto per coppie e famiglie, c'è un gruppo di persone. Nel primo piano, abita la coppia Arnon-Ayelet. Il primo piano è il piano dell'Es, degli impulsi interiori, del nostro subconscio, come la rabbia, la gioia, l'amore e l'odio. Fatta questa piccola premessa, passiamo ad Arnon-Ayelet. Arnon è un uomo con chiari problemi di rabbia e violenza, che viene visto in malo modo perfino dai suoi colleghi di lavoro: è paranoico, sospettoso, e incline a fantasie di violenza e omicidio. Ma vive per le sue due figlie, in particolare per Ofri, ch'è stata messa da parte dalla madre al momento della nascita della sua sorellina. Ayelet è una donna dura, quasi cattiva, senza scrupoli o tenerezza dentro di sé. Io l'ho trovata molto cattiva e aggressiva. Ayelet e Arnon affidano, con sempre più frequenza, Ofri ai loro vicini di casa: gli immigrati tedeschi Ruth ed Hermann, il problema sorge quando Hermann, che ha iniziato a soffrire di demenza senile, inizia a dimenticare dove mette le cose, dove abita, e perfino chi gli è stato affidato. Quello che succede nel frutteto tra Hermann e Ofri non si saprà mai, ma la paura di Arnon è più che lecita, penso che qualunque genitore si sentirebbe così se scoprisse che sua figlia è sparita per ore con un vecchio di cui pensava di potersi fidare. Ma Arnon perde completamente la ragione, fino a perdere anche i freni inibitori con la nipote dei due tedeschi. 

Al secondo piano, il piano dell'Io (il piano della consapevolezza, che regola gli stimoli e gli impulsi) abbiamo Hani e Assaf. Hani ha appena partorito il suo secondo figlio, Nimrod, e cerca di barcamenarsi con sua figlia. E' in piena depressione post-partum e sta perdendo, lentamente, il senso della realtà. Assaf è sempre via per lavoro, quindi nessuno è mai pronto ad aiutarla. E' sempre sola. Hani è una giovane donna con una grande sensibilità, molto ingenua e quasi fastidiosamente ingenua, ma in fondo buona. Quando suo cognato, il truffatore Eviatar giunge sul pianerottolo di casa sua, non riesce a dirgli di no. Non riesce nemmeno a denunciarlo alle autorità competenti. Nella sua vita vuota, banale, il rischio e il pericolo rendono tutto molto più interessante. Tuttavia, alla fine riesce a non cedere alla tentazione di andare a letto con lui, perché nonostante tutto è ancora innamorata di suo marito. 

All'ultimo piano, il terzo, c'è la vedova  Dvora. Ex giudice del distretto, sta tentando di tenersi occupata per non pensare alla morte per cancro di suo marito. Dvora racchiude appieno tutti i processi mentali che, spesso inconsciamente, mettiamo in atto nell'Es e nell'Io: proiezione, rimozione e da una piccola ricerca, ho scoperto anche sublimazione (non ho ancora capito cosa sia, quindi prendetela per buona). Trovo calzante che sia stato assegnato a un personaggio come lei, abituato a sputare sentenze e decidere la sorte di tante persone, proprio il Super Io. In fin dei conti, questo piano è quello responsabile della nostra capacità di distinguere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato ecc. Dvora soffre ancora per l'allontanamento di suo figlio Adar, in seguito dapprima incidente che ha coinvolto una donna incinta di cinque mesi e poi la rissa tra Adar e suo marito. Alla fine, Dvora ha scelto suo marito. Ma le piangeva sempre il cuore all'idea di aver perso anche suo figlio. Dvora è, senza dubbio, il personaggio migliore di tutti. Sensibile ma non troppo, delicata ma non fragile. Dvora alla fine conoscerà Avner (credo di aver sbagliato il nome, ma non lo ricordo con precisione, sorry!) durante una protesta studentesca e sociale, che riguarda la richiesta di migliori condizioni di studio e di lavoro del popolo israeliano. Un incontro fortuito, ma non troppo. Io continuo a pensare che siamo destinati a incontrare certe persone, che le nostre strade si devono per forza incrociare, per capire cosa non va in noi e come migliorare per noi stessi. Per loro è stato così, perché la sua conoscenza le ha permesso di arrivare all'ultimo stadio del lutto, l'accettazione e iniziare una nuova vita. 

Malgrado Tre Piani sia un romanzo davvero molto breve, forse il più breve che io abbia letto quest'anno, è senza dubbio un romanzo contenente un affresco umano emozionante. La realizzazione, e descrizione dei tre piani di Freud (che viene citato proprio durante il piano di Dvora, btw) attraverso i personaggi è molto realistica, fatta bene. I personaggi non aderiscono in modo rigido ai tre piani freudiani, ma sono umani - e in quanto esseri umani sono fallibili. 

Vi lascio con una citazione tratta da questo romanzo magnifico, che vi consiglio di recuperare al più presto. Lo amerete, promesso!
"Lo vedi, Dvora, è questo il problema dei segreti. Se non sai che esistono, non ti infastidiscono. Ma se ti porgono un capo del filo, non puoi fare a meno di tirarlo."
(Avner a Dvora)

xoxo,
Giada
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