PREMESSA
Vi confesso che conoscevo, di fama, The Atlas Six. E' un dark academia, quindi ambientato in un'accademia per maghi super segreta ed elitaria, che ha come obiettivo quello di conservare e studiare i testi dell'antica Biblioteca di Alessandria. Sì, vi ricordate quella che abbiamo studiato alle medie e alle superiori, e che andò distrutta in un incendio? Qualunque appassionato lettore o potenziale scrittore ha sempre desiderato, almeno una volta, poter leggere i testi che andarono distrutti in quel maledetto incedio. Io, per quanto mi riguarda, lo considero una delle più grandi perdite del mondo civile. Ma qui, in questo setting fantasy, la Biblioteca è sopravvissuta. Ha finto di morire. I personaggi di Riverdale e Supernatural ne sanno qualcosa a tal proposito *wink wink* Ad ogni modo, l'ho amato. L'ho amato profondamente!
Penso sia uno dei migliori romanzi del 2023, a mani basse.
TRAMA (DA LA FELTRINELLI.IT)
Segreti. Tradimenti. Potere. Benvenuti nella Società Alessandrina.«Cos'altro se non la morte potrebbe conferire una tale vita alla conoscenza che proteggiamo?»
Ogni dieci anni, ai sei maghi più talentuosi in circolazione viene offerta la possibilità di conquistarsi un posto nella Società Alessandrina, l'istituzione più segreta ed esclusiva del mondo, che garantirà loro potere e prestigio oltre ogni limite. In occasione della nuova iniziazione, il misterioso Atlas Blakely sceglie: Libby Rhodes e Nico de Varona, due fisicisti che controllano gli elementi e sono in competizione da tempo immemore; Reina Mori, una naturalista che comprende il linguaggio della vita stessa; Parisa Kamali, una telepatica per cui la mente non conosce segreti; Callum Nova, un empatico in grado di far fare agli altri qualunque cosa; e Tristan Caine, capace di smascherare qualsiasi illusione. Ciascuno dei prescelti dovrà dimostrare di meritare l'accesso alla Società e lottare con tutte le sue forze per ottenerlo, sebbene ciò significhi stringere alleanze con i nemici giurati e tradire gli amici più fidati. Perché, anche se i candidati straordinari sono sei, i posti nella Società sono solo cinque. E nessuno vuole essere eliminato. Costi quel che costi.
Venduto in oltre 18 Paesi, The Atlas Six, primo volume della trilogia di Olivie Blake, è divenuto un caso editoriale internazionale grazie a Tik Tok ancor prima della pubblicazione, ha esordito nella classifica del New York Times ed è già attesissimo dai lettori di tutto il mondo.
COME COMINCIA
Forse erano materiale ormai trito e ritrito tutti i riferimenti alla biblioteca reale di Alessandria che erano già circolati per il mondo. La storia aveva dimostrato che la biblioteca tolemaica era un argomento dal fascino inesauribile; vuoi perché l'ossessione per ciò che poteva contenere non aveva altro freno se non i limiti dell'immaginazione, vuoi perché le brame dell'umanità sono più intense quando condivise collettivamente. In linea generale, tutti gli uomini amano il proibito e, in molti casi, la conoscenza è precisamente questo, e ancora di più la conoscenza perduta. Ritrito o no, ognuno trova qualcosa a cui anelare quando pensa alla biblioteca di Alessandria; siamo sempre stati una specie particolarmente sensibile al richiamo del lontano ignoto.
Si dice che, prima di essere distrutta, la biblioteca contenesse oltre quattrocentomila papiri di storia, matematica, scienza, ingegneria e anche magia. Molte persone erroneamente presumono che il tempo sia un pendio con un'inclinazione costante, un arco regolare di crescita e progresso, ma quando la storia viene scritta dai vincitori il racconto spesso può mal rappresentare la forma. In realtà, il tempo come lo viviamo noi procede semplicemente come un'onda, con un andamento più circolare che lineare. Le tendenze sociali e gli stigmi cambiano, e la direzione in cui si muove la conoscenza non è sempre in avanti. Lo stesso vale per la magia.
La verità poco nota è che la biblioteca di Alessandria andò a fuoco per salvarsi.
RECENSIONE
Beh, raga. Non c'è altra gif giusta per esprimere ciò che sento in questo momento. The Atlas Six (che pochi secondi fa avevo chiamato The Atlas Paradox, il sequel. Va beh, tanto sarà mio anche quello lol) è un romanzo incredibile. E' un trattato sulla forma dell'universo, sulla composizione dell'universo e su ciò che compone noi stessi come persone. Perché, come ogni romanzo fantasy che si rispetti, non riguarda solo l'aspetto 'magico' di per sé, ma soprattutto il lato umano. E' questo, in fondo, che mi fa amare ogni volta questo genere letterario e, soprattutto, il motivo per cui ho sempre amato scrivere fantasy: puoi canalizzare e analizzare i comportamenti umani e le emozioni degli umani attraverso un contesto fantasy. Il fantasy è molto profondo. Basta solo esser disposti a comprenderlo. La grandezza non è facile; questo Dalton non lo disse, né aggiunse che la grandezza non veniva mai offerta a chi non era pronto a farsene carico.(Dalton Ellery)
The Atlas Six, dal canto suo, non è da meno. Ogni personaggio è un tassello che compone una sfaccettatura delle emozioni e dei traumi umani. Un coping mechanism che differenzia, a modo suo, ogni personaggio. Abbiamo Libby Rhodes, una fisicista capace di cose inimmaginabili, che oltre ai suoi witty banter con Nicolàs de Varona (l'ho amato alla follia, questo personaggio!), sta ancora cercando di elaborare il lutto per sua sorella, morta per una malattia degenerativa non specificata - e, penso, non volutamente specificata. Potrebbe essere qualunque cosa. Nicolàs, che si crede borioso e arrogante, quando in realtà ha il cuore tenero e cerca di sobbarcarsi i problemi altrui perché è questo, in fondo, il suo modo di dimostrare affetto. Anche le continue discussioni e il rapporto chiaramente disfunzionale e codipendente con Libby sono un chiaro esempio di quanto i due siano fatti l'uno per l'altra. Non preoccupatevi. Non è uno spoiler, per quanto io abbia sperato fino alla fine un threesome tra Libby, Nico e Tristan. Tristan, le cui daddy issues hanno plasmato, a suo modo, il suo potere di vedere oltre le illusioni. Callum Nova, un empatico che all'apparenza non sente nulla, che si comporta in modo cinico e da stronzo solo perché sente troppo. Quel "Io sento immensamente" mi ha colpito come un pugno in pieno stomaco, perché anche io sono così. Anche io ho sempre l'impressione di sentire troppo. Troppo. Poi c'è Reina Mori, una figlia illegittima di una delle famiglie giapponesi più potenti, che è una batteria per la Natura. La Natura che le parla in un modo totalmente divertente e quasi infantile. Talmente potente da non riuscire a controllare niente del suo potere, nemmeno una briciola. Parisa Kamali. Beh, Parisa è sicuramente il personaggio più interessante di tutti, una femme fatale che sa cosa vuole e non si vergogna a usare il sesso, il proprio corpo, per ottenerlo. Ma come tutti i personaggi ben costruiti, anche la bellissima Parisa nasconde un segreto che la rende fragile. I personaggi di contorno, se così si possono chiamare, sono altrettanto interessanti: c'è Gideon Drake, l'amico di Nico, che tenta di scappare dalle grinfie della sua madre-sirena criminale che lo vuole usare e vuole usare il suo particolare potere; c'è Dalton Ellery, la marionetta di Atlas, cioè è una cosa palese a chiunque lo legga. Un uomo che non sa nemmeno più chi è e cosa vuole dalla sua vita. E' una totale marionetta. C'è Atlas Blakely, enigmatico, misterioso. E infine c'è Ezra Fowler, il noioso fidanzato di Libby.
"Siamo così per via di quello che abbiamo, non per quello che ci manca." disse Callum, all'improvviso insofferente. "Chi sarebbe Parisa se non avesse visto i pensieri di suo fratello? E se Reina non fosse stata sfruttata da quando è nata?"(Callum Nova a Tristan Caine)
Allora, premetto che io avevo già capito chi era il vero villain e il complice del villain già a pagina 200. Quindi il grandioso colpo di scena che avrebbe dovuto sconvolgermi, non mi ha sconvolto affatto. Insomma, devo decidermi a iniziare i libri games. Sono troppo brava a trovare i colpevoli. Ad ogni modo, ogni capitolo è in terza persona e presenta il titolo del POV di quel personaggio. La terza persona ha aiutato molto, probabilmente se fosse stato in prima sarebbe stato troppo confusionario. Inoltre la caratterizzazione è molto ben fatta, con elementi e pensieri e manie che solo determinati personaggi avrebbero. E' stato facile empatizzare con loro, con tutti e sei, a dir la verità. Quando uno scrittore ci riesce, per me è sempre un gran punto a suo favore, perché vuol dire che è riuscito ad appassionarmi alla storia. Completamente. E se uno scrittore mi conquista, mi fa venire voglia di leggere anche il resto della saga o della trilogia. Per fortuna, questo è stato il caso. Voglio dire, come sempre sono partita senza aspettative, ma almeno non sono stata delusa. Sarebbe stato tremendo!
"La guerra è come il compromesso: entrambe le parti devono perdere qualcosa per vincere."(Parisa Kamali a Dalton Ellery)
La Società Alessandrina e la sua diretta rivale, Il Forum, sono molto interessanti. Spero nel sequel di trovare risposte su come sono strutturate entrambe, perché sono molto curiosa.
Inoltre, il senso di circolarità del romanzo, con Dalton che parla ai potenziali candidati e il fatto che sia lui, alla fine, sempre a parlare, è molto bella. Dà un senso di simmetria, come direbbe Atlas Blakley.
Vi lascio con una citazione tratta da questo magnifico romanzo, a cui ho dato 5 stelle, e di cui non vedo l'ora di leggere il sequel. Tanto già lo so, non resisterò ad aspettare finché arriva quello italiano. Prenderò quello in inglese.
"Perché il problema della conoscenza, Rhodes, è la brama inesorabile che suscita. Più sai, meno ti sembra di sapere. Per cui, spesso gli uomini perdono la ragione nell'inseguirla."
(Atlas Blakely a Libby Rhodes)
xoxo,
Giada