PREMESSA
Giuneitesti ha letto 'Succede sempre qualcosa di meraviglioso' di Gianluca Gotto, quest'estate. L'ho segnato, ovviamente, nella mia TBR, perché sapete quanto io ami i libri introspettivi, dolorosi e intensi. Ecco, poi nella Rete Bibliotecaria ho trovato 'Le coordinate della felicità' e ne sono stata attratta subito. Ho rimandato, perché avevo altre letture in sospeso - in realtà, ora ne ho ben 10, ma andrò con calma. Mi voglio godere ogni singolo libro, visto che non so ancora come e quando mi verrà fatta l'operazione, ma almeno non sarà chirurgica. Sarà plastica, di ricostruzione. E non so ancora nulla di nulla, se non che, perlomeno, ora mi sento più rincuorata. Anche se il preciclo mi sta distruggendo, oggi. In realtà sono almeno un paio di giorni che mi fa stare male, quindi cercherò di non divagare troppo nella recensione e di raccontarvi in cosa ho trovato questo libro così splendido da dargli cinque stelline.
TRAMA (DA AMAZON.IT)
"Io la sognavo una vita così. Una vita in cui poter girare per l'Asia per mesi, per poi svegliarmi una mattina a Bali e decidere su due piedi di voler tornare in Europa. Passare un paio di giorni a Bangkok per mangiare pad thai e salutare l'Oriente. Andare a trovare mia nonna a Torino, poi salire a bordo della mia casa su ruote e ripartire. E alla prima sera on the road, guardando le stelle, discutere con la mia anima gemella della prossima meta. Oppure viaggiare e basta, senza meta, inseguendo solo ed esclusivamente le coordinate della felicità. Sognavo di poter fare della stanza di una guest-house o della hall di un aeroporto il mio ufficio e del mondo intero la mia casa. Poter lavorare in remoto da qualsiasi punto del pianeta e guadagnarmi da vivere facendo ciò che più amo. La sognavo una vita così: libera. E vi dico la verità, da qualche parte tra la testa e il cuore sentivo di potercela fare per davvero, fin dal primo giorno. Forse è quello che ha fatto la differenza: crederci. Crederci sempre."RECENSIONE
Per affrontare questa recensione, che spero non diventi lunghissima o infinita, come quella che stava diventando su Instagram - ci sono stata per un pelo dentro le 2k parole, è doverosa una premessa: ero in un momento molto buio, di crisi personale, quando ho iniziato questo libro dieci giorni fa. Mi sentivo stanca, esausta, dal mandare ventimila CV in giro per tutta la provincia di Padova, fare colloqui, smarcare truffe di lavoro e via dicendo. Non vedevo la luce in fondo al tunnel. Ero davvero molto più di morale, e il fatto che in ospedale avessero sbagliato a farmi la risonanza magnetica e poi avessero dato la colpa a me, è stato quello che mi ha dato il colpo di grazie. Quindi thanks but no thanks a quegli utenti di Goodreads che hanno criticato la supponenza e l'arroganza di Gianluca in questo libro, una cosa che io non ho visto. Io posso solo dire che mi ha aiutato. Mi ha dato la speranza.
Gianluca Gotto racconta la sua vita, in questa autobiografia, e parte da quando era un ragazzo di vent'anni che frequentava l'università di Torino. Una facoltà a caso, che sentiva imposta e su cui non aveva voce in capitolo. Era infelice, e non ne capiva il motivo. Io, a differenza sua, ho fatto una facoltà che amavo. Ho sempre amato ciò che studiavo, quindi questa parte non è risuonata molto con me. Tuttavia, la sua insoddisfazione l'ha spinto a chiedersi cosa lo rendesse davvero felice. Perché si sentisse così. Perché non desiderava le stesse cose che volevano gli altri suoi coetanei.
E la risposta è arrivata quando la sua insoddisfazione, così grande, l'ha spinto a prenotare un viaggio di sola andata per l'Australia insieme alla sua ragazza, Claudia. Ammiro la sua intraprendenza, in passato forse non avrei colto lo spirito che spinge una persona ad andarsene, ma a dieci anni dai miei vent'anni, se non avessi avuto tutti questi problemi di salute, sono sicura che avrei fatto l'Erasmus per il Brasile. E poi sarei rimasta lì. Perché ho sempre amato il calore e l'affetto delle persone del Sud America. Forse, in passato non mi sarei buttata. Ora, invece, è una cosa sento di poter dire che farei. Banalmente, mi trasferirei anche solo a Milano, per lavorare negli uffici di qualche multinazionale che ho incontrato nei colloqui di Joinrs. E, se a Gianluca stava stretta la routine, la quotidianità, per me è ciò che voglio. E' una cosa di cui sento di aver bisogno perché mi fa stare bene, purché mi lasci il tempo di coltivare le mie passioni: questo blog, la scrittura di tutti i miei romanzi e la loro pubblicazione, e il condividere le mie letture su Instagram, dove ho conosciuto, in undici anni di blogging, tante persone appassionate di libri come me. Non è una cosa da sottovalutare, il trovare le tue persone. Può fare la differenza.
Gianluca mi ha insegnato il valore del sacrificio e nel credere nei propri sogni, fino alla fine. E in una delle frasi che è diventato il mio mantra:
Disciplina, rispetto e studio, le stesse tre caratteristiche fondamentali per diventare un giocatore di poker vincente secondo Peter. Probabilmente erano tre concetti validi in qualsiasi aspetto della vita.
Questo mi ha fatto riflettere molto su ciò che voglio, e mi ha dato la spinta a organizzarmi per una cosa che non dirò da nessuna parte per scaramanzia. Solo che mi ha spinto a organizzare il mio tempo, in modo da concedermi relax e non stressarmi troppo, dato che la prima volta non è andata bene. Gianluca mi ha dato lo spunto per cambiare prospettiva, grazie alle sue parole. E avere un atteggiamento positivo nei confronti anche delle cose brutte che mi sono capitate in passato, perché la vita è così. Le cose brutte capitano. Conta solo come le affrontiamo. E se facciamo ciò che amiamo, se coltiviamo i nostri sogni senza, tuttavia, dare meno valore al resto.
Se c'è una cosa che Gianluca mi ha insegnato, è che se lavori sodo anche quando nessuno guarda - specialmente quando nessuno guarda, alla fine tutta la tua fatica e i tuoi sacrifici verranno ripagati. Devi solo avere fede nell'Universo, e donare amore, dare amore e buoni sentimenti.
Un libro bellissimo, profondo, che mi ha colpita dritta al cuore.
(ora vado a finire di trascrivere le citazioni, perché lunedì lo riporto in biblioteca)
Vi saluto con una frase molto bella, che mi ha colpito molto:
": promisi a me stesso che avrei reso la mia vita la storia migliore che avrei mai potuto immaginare."
(Gianluca)
Sì, Gianluca. E' una promessa che ho fatto anche io a me stessa, dopo aver letto la tua esperienza.
xoxo,
Giada