giovedì, giugno 01, 2023

RECENSIONE DI IF WE WERE VILLAINS = NON E' COLPA DELLA LUNA DI M.L. RIO

Buona sera, Fantastics! Rieccomi qui, con il recupero di un altro dei romanzi che avevo in programma di recuperare assolutamente in questo 2023. Quindi, nonostante tutto, devo ringraziare la mia convalescenza e il mio riposo forzato (non riesco a stare seduta più di 1h e nemmeno ad appoggiare la schiena sulla sedia, ecco perché non riesco a scrivere il mio romanzo) per avermi permesso di recensire gran parte dei romanzi che avete trovato qui, nel blog, da aprile 2023. 

If We Were Villains mi ha attratto sin dall'inizio per via del titolo, insomma, 'se noi fossimo cattivi' cioè, i'm yours prendimi subito! Sono felice di dire che ha rispettato le mie aspettative!

PREMESSA
Come dicevo, questo era uno di quei romanzi che a febbraio 2023 volevo recuperare ma che poi avevo accantonato per dedicarmi al mio di romanzo. La scrittura è stata proficua, in quei due mesi e sono felice di esser andata sotto operazione con gran parte delle basi delle future scene già gettate, altrimenti se avessi dovuto farlo ora, probabilmente sarei più frustrata di quanto non sono già. Ad ogni modo, If We Were Villains mi aveva attratto, sin dall'inizio, per via del titolo. Il titolo, raga. E' stato amore a prima vista. Col senno di poi, la frase 'per aspera ad astra' - la mia frase personale e che diventerà un tatuaggio - è rimasta appesa alla mia parete per tipo 6 anni. Era destino che questo romanzo giungesse a me, in un modo o nell'altro. Quindi devo ringraziare i Tortellini di Spaghetti Fantasy, perché se ho recuperato questo romanzo è stato grazie a loro e ai loro consigli!

TRAMA (DA IBS.IT)
Quando gli amici diventano nemici, non c'è limite al male che possono farci.
Oliver Marks ha scontato dieci anni di carcere per l'omicidio di un compagno di college. Ai tempi della condanna, non tutti erano convinti della sua colpevolezza, in primis il detective Colborne, che ora lo attende fuori dal carcere per sapere finalmente la verità. La storia che Oliver si accinge a raccontargli si svolge alla Dellecher, una delle più prestigiose scuole di arte drammatica degli Stati Uniti, dove Shakespeare è venerato come un dio e non c'è limite alla competizione. Giovani, belli, ambiziosi, Oliver e i suoi sei amici sono inseparabili e dividono il tempo fra prove, performance e feste all'insegna dell'eccesso. Ma, una volta giunti al quarto e ultimo anno, qualcosa nel gruppo si incrina. I ruoli dei drammi che mettono in scena prendono sempre più spazio nella loro vita reale, ed emergono gelosie sopite, invidie, rancori. È Richard, più di tutti, a perdere il controllo, finché, un freddo mattino di novembre, viene trovato morto. A quel punto, per ognuno dei sei giovani attori rimasti inizia la prova di recitazione più ardua: convincere la polizia, gli altri e se stessi della propria innocenza. Perfetta per i fan del dark academia , una storia di lealtà e tradimento, follia e ossessione, colpa ed espiazione, che conduce il lettore lungo il confine magico e pericoloso tra la vita e l'arte.

RECENSIONE

Beh, credo che questo romanzo si possa riassumere con questa gif. Pochi libri mi hanno fatto così male, ma non credevo che un dark academia avrebbe potuto farmi stare così male. Perfino il finale mi ha lasciato un senso di dolore e tristezza addosso indescrivibile, okay dopo mi guardo tutti i video di Anitta. Ci sta anche il fatto che in questi due giorni io non sia stata molto bene, fisicamente e mentalmente, a causa di ciò che ho. Ma ciò non toglie la potenza emotiva di questo romanzo. 

If We Were Villains è ambientato in un'accademia di belle arti, la Dellecher Fine Arts, situata nel Nord America. E' una scuola a stampo Shakespeariano elitaria, costosa, ed è il trampolino di lancio di moltissimi attori famosi. In questa cornice, troviamo Oliver Marks insieme ai suoi sei amici: Richard, James, Alexander, Filippa, Wren e Meredith. Ogni personaggio contiene in sé un archetipo: Richard è il dittatore, James l'eroe, Alexander l'antagonista, Wren l'ingenua innocentina, Meredith la femme fatale. Oliver è il solo a non avere un archetipo suo. In quanto, secondo i suoi professori (che mi hanno ricordato i professori di Un Paso Adelante, btw) sono molto arroganti, molesti e pretendono il massimo da loro e vogliono tirarglielo fuori a qualsiasi costo. Oliver e James sono stanchi di avere sempre gli stessi ruoli. Oliver, per esempio, ha da sempre ruoli di supporto. E' sempre stato la spalla. Nient'altro. Quell'anno, decidono che sarà diverso per loro. E che faranno di tutto per avere ruoli diversi. 

Le cose cambiano quando Meredith s'invaghisce di Oliver e ci va a letto insieme, la fatale notte in cui Richard muore. In una mossa alla PLL, gli amici si mettono tutti d'accordo sulla versione da fornire alla polizia. 10 anni dopo, con il detective Colbourne finalmente in pensione, Oliver fornisce la sua versione dei fatti. Ma Oliver non si sbilancia a rivelare se tutto ciò che racconta è la verità o meno, lo dice lui stesso. E' un narratore inaffidabile, quindi anche se abbiamo letto la sua storia non è detto che sia vera. La strategia del narratore inaffidabile è stata davvero furba, perché ci fa mettere in dubbio se tutto ciò che abbiamo letto sia la verità o sia soltanto un altro costrutto della mente di Oliver per calarsi nella parte del personaggio che sta per recitare. 

Vi confesso che, quando ho iniziato la lettura, ho associato subito questo romanzo a The Riot Club (se non l'avete visto, vi consiglio di vederlo) e L'Attimo Fuggente (è uno dei miei film preferiti, btw). Credo che non ci sia altro modo per incasellarlo se non questi due film, che rendono bene l'idea di academia/dark academia. Ho amato molto anche un'altra strategia narrativa, ovvero quella di passare da passato a presente tramite la suddivisione in atti delle parti. Questo non solo mi ha permesso di calarmi ancora di più nel mondo del teatro, ma mi ha ricordato quando ho studiato la suddivisione aristotelica degli atti a Letteratura Tedesca 2. Molto molto intelligente come mossa. Così come il passato e il presente si fondono, così come nelle vite dei personaggi si fondono le finzioni dei mondi di Shakespeare con la realtà, creando un confine labile nel quale i personaggi si muovono loro malgrado. Si può dire che tutti, in modi diversi, abbiano usato il method acting che aveva condotto James alla follia. Ma il method acting è anche ciò che io uso per scrivere, so bene quanto sia bello ma anche molto pericoloso. Devi ancorarti alla realtà per non perdere il senno del tutto, perché il confine tra fantasia e realtà diventa, come dicevo, molto flebile e bisogna ancorarsi a qualcosa per non dimenticare il chi sei e cosa stai facendo. 

Ammetto anche che ho dato 4 stelle perché, nonostante io abbia studiato Shakespeare sia alle superiori e, in modo un pochino più approfondito, a Letteratura Inglese 2 (quella dell'Inghilterra, non l'Americana) ho faticato a cogliere tutti i riferimenti a tutte le sue opere.

In ogni caso, vi consiglio caldamente questo romanzo se amate il dark academia ambientato nei conservatori o nelle scuole d'élite private. Super super consigliato!

Vi saluto con una citazione dal romanzo:
"Per aspera ad astra. Ne avevo sentite svariate traduzioni, ma quella che mi piaceva di più era:
Attraverso le spine, verso le stelle."
(Oliver Marks)

xoxo,
Giada

domenica, maggio 28, 2023

RECENSIONE DI DAISY JONES & THE SIX DI TAYLOR JENKINS REID

Buon pomeriggio, Fantastics! Ieri notte ho finito, a malincuore, Daisy Jones & The Six. Insomma, ieri ho ricevuto una notizia che mi ha scosso parecchio, e pensavo che avrei finito oggi pomeriggio di leggerlo. Invece l'ho letto tutto. 

PREMESSA
Ho iniziato Daisy Jones & The Six dopo aver guardato la serie tv, e lo so che non si fa... ma mi andava di fare così. Un po' come ho fatto per la trilogia degli Hunger Games. Mi aspettavo che non fosse completamente uguale al romanzo, e il romanzo non offre quel senso di closure tra Daisy e Billy - una cosa che, invece, ho apprezzato molto nella serie. Credo sia la prima volta che una serie tv sia all'altezza del romanzo da cui è tratta - non ho molti altri termini di paragone, quindi parlo solo in riferimento a ciò che ho visto. Per quelle poche serie tv e film tratti da romanzi, finora soprattutto gli Hunger Games sono rimasti molto molto fedeli ai libri. Ma anche Daisy Jones & The Six non è da meno. Se la traduzione fosse stata migliore, probabilmente avrei dato pure cinque stelline. Ma siccome non lo è stata, ne ha prese tre.

TRAMA (DA SPERLING&KUPFER.IT)
ESSERE LA MUSA DI QUALCUNO NON MI INTERESSAVA. IO NON SONO UNA MUSA. IO SONO QUEL QUALCUNO. FINE DELLA STORIA.

Daisy Jones & The Six: un gruppo rock diventato leggenda. I loro concerti hanno riempito gli stadi di tutto il mondo, le loro canzoni hanno infiammato le notti di un'intera generazione. Il loro mito è la favola di un'ascesa folgorante, dalle prime esibizioni nei locali underground al successo planetario. È l'incarnazione stessa di un'epoca in cui sesso, droga e rock'n'roll sembravano inscindibili. È la sintesi di un'alchimia perfetta: quel magnetismo unico tra Billy Dunne - il frontman della band, carismatico e tormentato - e Daisy Jones, splendida cover girl e cantautrice dal talento naturale, spirito libero e inafferrabile. Eppure, il 12 luglio 1979, dopo un concerto memorabile, il gruppo è scoppiato, sciogliendosi per sempre. Nessuno ha mai saputo perché... Fino a oggi. Ex musicisti e manager, giornalisti e famigliari: sono stati tutti testimoni, e adesso, a quarant'anni di distanza, sono finalmente pronti a raccontare la verità. Ma ognuno ha la propria versione dei fatti. Quella che rivive nelle loro voci è una storia di ragazzi di vent'anni, amici e amanti, fratelli e rivali; idoli sul palco, anime fragili a riflettori spenti. Una storia di notti folli e albe smarrite, sogni troppo grandi da afferrare e demoni troppo forti da annientare, passioni che accendono il sangue nelle vene e stelle che brillano fino a incendiare il cielo. Perché una canzone non è mai soltanto una semplice canzone. C'è la vita, nella musica. Ed è impossibile dire dove finisca l'una e inizi l'altra. Uno straordinario bestseller internazionale che ora è anche un'attesissima serie tv.

RECENSIONE

Io trascrivo sempre le citazioni tratte dai romanzi, principalmente per due ragioni: la prima, è che i romanzi non sono miei ma della biblioteca comunale e quindi non posso sottolinearli né fare altro; la seconda è che, così facendo, in qualche modo ripercorro tutto il romanzo dall'inizio alla fine. E' come lo rileggessi, lo rivivessi, per ben due volte. Non intenzionalmente. Mi piace avere un ricordo dei libri che leggo, specie quelli della biblioteca, perché in qualche modo segnano il mio percorso scrittevole (e sì, diciamocelo, i romanzi che leggiamo, così come la musica che ascoltiamo influenza tantissimo la nostra scrittura). Quindi riscrivere anche stavolta le citazioni mi ha lasciato addosso un senso di tristezza e dispiacere, una cosa che con la fine della serie tv non ho provato.

Essere la musa di qualcuno non mi interessava.
Io non sono una musa.
Io sono quel qualcuno.
Fine della storia.
(Daisy Jones)

Daisy Jones & The Six è un romanzo su una rock band fittizia degli anni '70, i The Six e la solista Daisy Jones. Daisy Jones è prima una ragazzina e poi una giovane donna che vuole solo essere amata. Questo è ciò che traspare dai suoi bisogni di eccessi, dal suo fare sempre la cosa sbagliata anche con le più buone intenzioni del mondo. In qualche modo, è il prodotto della sua situazione familiare. Una famiglia che non l'ha mai apprezzata fino in fondo, e che non ne ha mai apprezzato il talento. Billy, d'altro canto, è un ragazzo che ha vissuto senza padre e, in qualche modo, ha fatto da padre a suo fratello Graham. Le sue daddy issues lo influenzeranno per il resto della sua vita, ma dopo un primo momento in cui si lascerà andare agli eccessi senza freni, durante la sua prima tournée, Billy accetterà di buon grado il ruolo di padre. In fondo, è ciò che ha sempre desiderato. E Camila, la bellissima e tosta Camila (la Camila della serie tv non le ha reso abbastanza giustizia) è una ragazza coraggiosa, delicata ma anche molto molto determinata. Io mi sono rivista nella storia di Daisy, forse perché in lei ho rivisto il mio bisogno primordiale di essere accettata. Una cosa contro la quale ho sempre combattuto, fino a qualche anno fa. E' difficile, capire che non hai bisogno dell'accettazione degli altri perché il tuo valore venga riconosciuto. Solo che io, a differenza di Daisy, non mi sono mai fatta di niente.

"E' come se alcuni di noi rincorressero i propri incubi allo stesso modo in cui altri rincorrono i sogni."
(Daisy Jones)

Le due storie parallele, quelle di Daisy Jones e dei The Six, alla fine s'intrecciano quando il produttore Teddy decide di far lavorare insieme Daisy e Billy. Ed è lì che avviene la magia. Sebbene i rapporti tra loro due siano tutt'altro che idilliaci, i due riescono a produrre canzoni profonde che scavano nell'animo umano. E ho sempre pensato che fosse questo, che dovessero fare, i romanzi e le poesie. Beh, soprattutto i romanzi. Arrivarti dritto al cuore. Farti male. Spingerti ad affrontare ciò che ti fa male. Essere catartici. 

(...) Ma se ci credessi, direi che l'anima gemella è quella persona che ha in sé tutto quello che tu non hai, e che ha bisogno di quello che tu hai. Non una persona che porta dentro di sé le tue stesse sofferenze.
(Karen Sirko)

Ma Billy e Daisy sono troppo simili, troppo, e prima del loro ultimo concerto si ritrovano a fare i conti con loro stessi. Soprattutto coi loro sentimenti. E si rendono conto che entrambi meritano di meglio dalla vita, e da qualsiasi cosa avrebbero potuto ottenere cedendo alla passione tra loro. Camila, my girl, è la vera MVP, credetemi! Karen Sirko l'ho adorata anche qui, ma Camila è tutto su un altro livello. Lei e Daisy, letteralmente, portano il romanzo sulle loro spalle insieme a Billy. 

La vita sta tutta in chi ti tiene per mano, e in chi scegli di tenere per mano.
(Camila Dunne)

Lo spettro delle emozioni raccontate è così ampio e doloroso che non sto nemmeno qui ad accennarvelo, perché faremmo notte. Quello che posso dirvi, però, è che questo romanzo fa centro. 

Quindi perché, dopotutto, ho dato  3.5 stelline? La traduzione di questo romanzo fa pena. Penso che sia una delle più brutte (Crescent City ora passa al secondo posto) che abbia letto da quando ho aperto il blog. Davvero. Cosa significa lumacare? Cosa significa stonarsi? Su stonarsi ci sono arrivata da sola, perché oltre a essere un termine che nemmeno la Treccani riconosce, viene dall'italianizzazione del termine to get stoned, che significa farsi di droga.

Vi saluto con una citazione tratta da questo bel romanzo (che sarebbe potuto essere bellissimo, magnifico oppure stupendo), invitandovi a leggerlo e anche a guardare la serie tv su Prime Video:
"La storia è quello che hai fatto, non quello che hai quasi fatto o quello che hai pensato di fare."
(Billy Dunne)

xoxo,
Giada

mercoledì, maggio 24, 2023

RECENSIONE DI CRESCENT CITY - LA CASA DI TERRA E SANGUE (CRESCENT CITY #1) DI SARAH J. MAAS

Buon pomeriggio, lettori! Poco fa ho terminato Crescent City, il primo romanzo della trilogia (?) dedicata alla città immaginaria di Crescent City di Sarah J. Maas (di cui ho già recensito tutto ACOTAR, trovate le recensioni qui, se le cercate). Ecco, ho divorato questo romanzo in una settimana. E non volevo finirlo. 
Ho centellinato le pagine per non finirlo. Era da un bel po' che non mi capitava di farlo, ma avrei dovuto aspettarmelo (nonostante la traduzione faccia acqua da tante parti) che SJM avrebbe fatto centro di nuovo.

PREMESSA
Avevo prenotato questo romanzo a fine gennaio, nella mia fase di relax post scrittura. Come saprete, la vita ha esatto (part.passato del verbo esigere) il suo scotto, per me. E visto che non riesco a stare seduta tante ore per scrivere, grazie alla mia operazione di aprile, rieccomi qua. Crescent City non solo ha rispettato le mie aspettative, le ha addirittura superate! E, onestamente, dopo aver saputo del Maasverso tante cose dette qui hanno MOLTO senso! Ci ho visto parallelismi con personaggi di ACOTAR. Il Trono di Ghiaccio di manca da leggere, e so che sono tipo 10 romanzi (non so semmai riuscirò a leggerli tutti), ma arriverò preparata al momento in cui gli Universi di zia Maas convergeranno in un unico romanzo!

TRAMA (DA AMAZON.IT)
Ventitré anni, mezza Fae e mezza umana, Bryce Quinlan ha una vita perfetta: di giorno lavora in una galleria d'arte e di notte passa da una festa all'altra, senza problemi e senza preoccupazioni. Quando però una brutale strage scuote profondamente Crescent City, la città in cui vive, e Bryce perde una persona a lei molto cara, il suo mondo crolla in mille pezzi lasciandola disperata, ferita e molto sola. Adesso non cerca più il divertimento, ma un oblio in grado di farle dimenticare i terribili fatti che hanno cambiato la sua vita per sempre. Due anni dopo l'imputato è finalmente dietro le sbarre ma i crimini ricominciano e Bryce è decisa a fare tutto il possibile per vendicare quelle morti. Ad affiancarla nelle indagini arriva Hunt Athalar, un famoso angelo caduto, prigioniero degli arcangeli che lui stesso aveva tentato di detronizzare. Le sue grandi capacità e la sua forza incredibile sono utilizzate all'unico scopo di eliminare i nemici del suo capo. Quando però si scatena il caos in città, Hunt riceve una proposta irrinunciabile: aiutare Bryce a trovare l'assassino e riconquistare, in cambio, la sua libertà. Quando Bryce e Hunt cominciano a scavare in profondità nel ventre di Crescent City, scoprono un potere terrificante e oscuro che minaccia tutto e tutti, e vengono travolti da una passione irrefrenabile, che potrebbe renderli entrambi liberi, se solo lo volessero. Il dolore della perdita, il prezzo della libertà e il potere dell'amore sono i temi principali de "La casa di terra e sangue", il primo romanzo di questa serie fantasy di Sarah J. Maas, che mescola romanticismo e suspense.

RECENSIONE

Zia Maas, tu non deludi mai! Ma proprio mai! Crescent City mi è piaciuto molto, moltissimo! Ho dato 5 stelle nonostante la traduzione mi abbia irritato più e più volte (sempre per le stesse cose, btw), ma ho cercato di non farmi condizionare troppo da questi erroraracci. Cioè, ho dato 5 stelle ma con riserva - quindi, tecnicamente, sarebbe un 5-. A essere gentili, voglio dire. Perché il romanzo l'ho adorato.

Ma partiamo dal principio. Bryce Quinlan è una mezzo sangue, mezza umana e mezza Fae, che lavora nella Galleria Griffin. La Galleria che, di fatto, è una sorta di museo pieno di reperti storici e antichi gestiti dall'inclemente strega Jesiba Roga - la quale, si dice, abbia trasformato tutti i suoi nemici e colleghi antagonisti in animali che tiene nelle teche di vetro, nella parte inferiore della Galleria. La parte inferiore che, di fatto, contiene libri talmente potenti e pericolosi da necessitare di esser sorvegliata da un folletto del fuoco, Lehabah. Ah, Lehabah! Ho amato tantissimo la dolcezza di questo folletto del fuoco che, per quanto piccolo, svolge un ruolo fondamentale nella trama del romanzo! Bryce vive alla giornata, è una festaiola che ama bere e sballarsi con le droghe presenti in Crescent City (chiamata così per ordine del nuovo Governatore, l'arcangelo Micah) e le cui amiche sono molto, ma molto diverse da lei, che si sente una semplice e inutile umana: Danika Fendyr, un lupo molto potente che diventerò il prossimo Alfa e che è odiata da Sabine, sua madre, perché la Spada ha scelto lei invece di Sabine; Fury Axatar, una killer spietata che viaggia per il mondo a svolgere missioni di cui nessuno sa niente; Juniper la (non mi viene il nome di che creatura sia) aggraziata e delicata come pochi.

Tutto cambia la notte in cui Danika, misteriosamente, muore. Muore lasciando un vuoto, sia interiore sia fisico, nel cuore di Bryce. Bryce che, da quel momento, rifiuta non solo di fare ciò che amava e che ha sempre amato fare - danzare, nonostante tutti le dicessero che non avesse il fisico per farlo - divertirsi, sballarsi. Da quel momento viene affiancata da Hunt Athalar, un angelo schiavo della Repubblica (una Repubblica fantoccio, comandata dagli Asteri. Asteri che qui, di fatto, ricordano i dittatori nazisti degli anni '30 del 1900) con cui ha un rapporto di astio e odio sin dal primo momento. Hunt Athalar è un uomo spezzato, il cui grande amore è morto per mano di Sandriel. E, in un certo senso, è sempre legato al suo passato. Perché non riesce a liberarsene o ad accettarlo come andato. Perché gli provoca ancora dolore, nonostante siano passati secoli e secoli. 

Il romanzo stesso rappresenta i 5 stadi del dolore: da un iniziale shock si passa attraverso il dolore, la rabbia e infine l'accettazione. L'evoluzione di Bryce non è solo fisica, a livello di poteri, ma anche emotiva. La sua vulnerabilità è ciò che la rende un personaggio con cui è semplice empatizzare. Anche con Hunt è la stessa cosa. In un certo senso, i pezzi rotti dell'anima di Hunt sembrano combaciare perfettamente con quelli di Bryce. Bryce che, alla fine, si ritroverà ad affrontare tutti i suoi demoni - metaforici e non. Ritrovandosi faccia a faccia con la morte più e più volte - non un plot armor, ma quasi. E, insieme ad Hunt, a salvare Crescent City - che tanti personaggi ancora chiamano con il suo vecchio nome, Lunathion.

Devo dire che in Crescent City ci sono elementi che rimandano alla cultura romana - i Campi di Asfodelo, che io continuavo ad associare a Il Gladiatore, ma ho appena scoperto che in realtà sono associati alla cultura greca. E altri elementi propri della cultura greca. La commistione di personaggi fantastici provenienti da tanti altri 'universi' (non saprei in che altro modo definirli) qui, a differenza di Crave, sono resi bene. Ci sono lupi, mer (sirene), vampiri, streghe e maghi. Ma vedete, come viene resa una cosa fa la differenza tra un pessimo romanzo e un romanzo bellissimo ed emozionante. Per Crescent City, è stato così. La commistione di personaggi così diversi non ha stonato, anzi. Si mescolavano bene l'uno all'altro, forse anche grazie alla divisione di quartieri della città - cosa che ha aiutato moltissimo. Ps. I capitoli che finiscono coi cliffhanger mi faranno morire, una volta di queste! 
I see what you did here, Sarah!

Niente, raga. Io ve lo consiglio di cuore. L'ho amato alla follia e muoio dalla voglia di leggere il sequel, specie sapendo che nel 2024 uscirà il terzo. Devo arrivare preparata all'anno prossimo e, dato che non farò reread (quando capita è un evento MOLTO raro), farò affidamento sulla mia buona memoria.

Vi saluto con una citazione tratta da questo splendido romanzo:
"Odorava di paradiso. Di casa, eternità e del posto in cui desiderava trovarsi."
(Hunt Athalar)

xoxo,
Giada

lunedì, maggio 15, 2023

RECENSIONE DI CRAVE (CRAVE #1) DI TRACY WOLFF

Buon pomeriggio, Fantastics! Altro giro, altra corsa! Bene, ieri sera ho finito il tanto chiacchierato e il tanto amato Crave di Tracy Wolff. Vi mentirei se vi dicessi che l'ho iniziato per soli due semplici motivi: il primo, quello più ovvio, era che è stato spacciato per l'erede di Twilight (ero una Twilighter alle superiori, quindi DOVEVO leggerlo) e il secondo è che le persone che seguo su Instagram ne parlano benissimo. Quindi, insomma, le cose erano due. O mi piaceva o no. E considerato l'hype che avevo, stavolta avevo davvero aspettative molto alte. Come al solito, sono state deluse. Insomma, c'è un limite a tutto! 

PREMESSA
Come vi confessavo sopra, ho iniziato a leggere Crave per due motivi. Da ex Twilighter quale ero, se un libro viene spacciato come degno erede della saga che ha segnato la mia adolescenza, certo che lo leggo! Insomma, chiunque lo farebbe! Voglio dire, pure la cover è la copia sputata di Twilight! E sono stata delusa. Enormemente e dolorosamente delusa. Il ritmo narrativo è uno dei motivi principali per cui mi hanno spinto a dare due stelline, quello più rilevante, per lo meno. E mi dispiace molto, perché questa storia aveva molto potenziale. Davvero molto. 

TRAMA (DA AMAZON.IT)
"Si è mostri solo perché ci si comporta come tali?". Arriva in Italia "Crave", il primo volume della serie paranormal romance di Tracy Wolff. Il romanzo diventerà presto anche un film prodotto dalla Universal Pictures. In seguito alla morte improvvisa dei genitori, Grace è costretta a lasciare la sua amata San Diego e trasferirsi in Alaska, terra di cui non conosce praticamente nulla. Il primo impatto non è dei migliori: un atterraggio da panico su una pista ghiacciata e un viaggio rocambolesco a bordo di un gatto delle nevi, a temperature polari. Tuttavia, quando arriva alla Katmere Academy, la scuola esclusiva di cui suo zio è preside, la ragazza non può che rimanere a bocca aperta alla vista della sua nuova casa: un maestoso castello con le torri che svettano nel cielo nero. Ma l'incanto svanisce in fretta. Tempo un quarto d'ora e Jaxon Vega, il leader indiscusso della scuola, la minaccia e le intima di tornarsene da dove è venuta. Benché indignata e confusa dalle sue parole, Grace è affascinata da quel ragazzo misterioso, con il volto solcato da una cicatrice e gli occhi scuri che celano a stento una grande sofferenza. E decide di scoprirne ogni segreto. Più indaga, però, più si rende conto che Jaxon e i suoi compagni sono tutto fuorché comuni studenti e che alla Katmere Academy niente è come sembra. Quando il soprannaturale fa irruzione con prepotenza nella sua vita, Grace si aggrappa disperatamente all'unica cosa che considera reale: i sentimenti che prova per Jaxon. Saranno sufficienti a permetterle di sopravvivere in un mondo in cui i mostri esistono e non si nascondono sotto il letto?

RECENSIONE

Questa sono io, adesso. Raga. Raga. Farei prima a dirvi cosa non è questo romanzo. E risparmierei un casino di tempo, dato che La Regina Carlotta mi attende su Netflix, ma here we are. Again. Crave, a mio avviso, non merita di essere paragonato a Twilight. Non è l'erede di Twilight. Twilight, almeno, aveva un tema e non si perdeva in millemila creature che rendevano una caciara tutta la saga. Crave, in inglese, significa desiderare, bramare. E ha senso. Diciamo che è il terzo motivo che mi ha spinto a iniziare questa saga super chiacchierata su Instagram e Booktok. Quando qualcosa diventa super chiacchierato o va in hype, di solito è a causa della Gen Z. Quindi grazie, ma non definite questa cosa l'erede di Twilight. Perché non si merita questa titolo.

Grace ha appena perso i genitori in un terribile incidente d'auto. Non avendo più parenti vivi nelle vicinanze, è costretta a trasferirsi da San Diego all'Alaska, dove vive suo zio, preside della Katmere Academy. La Katmere Academy, dove vanno tutte le creature sovrannaturali e quando dico TUTTE, intendo TUTTE quelle dei romanzi fantasy conosciuti: draghi (che sputano ghiaccio), streghe, vampiri che volano (scusate ma fa troppo ridere, davvero), gargoyle e via dicendo. Insomma, raga. La prima regola che mi hanno insegnato, editando, è che non si deve buttare troppa roba nel primo romanzo di una serie perché mandi in confusione il lettore. Ecco, qui è stata na caciara immensa. Specialmente la scena che doveva esser romantica e super cute e mi ha fatto morire dal ridere, perché insomma, voi non ridereste su una scena con un vampiro che vola? Ma non è nemmeno quello che mi ha fatto abbassare il punteggio. O meglio, ste scene al limite dell'assurdo perfino in un romanzo fantasy anche no hahaha La mia supension of disbelief ha un limite. Il peggio/meglio l'abbiamo raggiunto quando poche pagine prima veniamo introdotti nella gerarchia dei vampiri, in pieno stile Vampire Academy e Legacies, e ci buttano dentro il Re e la Regina Vampiro. E poi scopriamo che gli stregoni possono mantenere i loro poteri solo se si sposano tra altri stregoni, perché se sposano un umano perdono tutti i poteri. Ora, io ho amato I Maghi di Waverly da adolescente, ma il senso??? Cioè, già era assurdo un castello nel bel mezzo dell'Alaska, ma questo??

La nostra simpatica, perché devo confessarvelo, Grace è una protagonista simpatica che dà i titoli ai capitoli che fanno morire dal ridere, alla fine si sente attratta sia da Jaxon Vega (il vampiro dark brooding, o se preferite Edward) e il drago Flint (cioè è Jacob, solo che è una creatura sovrannaturale diversa da quella della Meyer). Tutta la storia 'non puoi starmi vicino, sono pericoloso' e la scena della radura, cioè... Non osate definirlo erede di Twilight. Io sono super salty a riguardo. Anche l'insta-love, omioddio anche no. Già è un trope che mal sopporto, ma qui tra il triangolo, l'insta-love, e tutti gli elementi palesemente copiati da Twilight anche no. Comunque, Grace è un personaggio semi-tondo, voglio dire, potrebbe esser stato sviluppato meglio, ma ci accontentiamo. Come dicevo, Jaxon è il vampiro da cui lei è attratta e alcune spiegazioni sui morsi vampireschi e sul veleno che i vampiri secernono, oltre alla scena di cui vi ho raccontato, mi hanno lasciata basita. Flint, insieme a Macy, è davvero il mio side-character preferito. Macy, poi, è di una simpatia unica! Ad ogni modo, Grace conosce Lia e l'Ordine, e con Lia stringe amicizia fin dall'inizio. 

Ma se c'è una cosa che davvero non ho sopportato è stato il ritmo narrativo e come è stato distribuito in queste 440 pagine. Per fortuna noi, nell'edizione italiana, siamo stati risparmiati di cento pagine. E' lento. Molto, molto, molto lento. E per quanto il concept mi piacesse e mi piacesse la storia, purtroppo se il ritmo è lento e poi accelera di colpo da pagina 200 in poi, non ha senso. Posso capire che gli inizi siano lenti, ma qui ci vogliono almeno 100 pagine solo perché Grace arrivi alla Katmere Academy. Senza contare che ci sono troppe creature buttate lì a casaccio. E' stato decisamente too much.

Non posso dire di consigliarvi questo romanzo, ma se il prossimo migliora potrei farci un pensierino. 
Uno solo, eh. 

Adesso vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che comunque vi invito a leggere. Insomma, così ne parliamo insieme qui o su Instagram.
"(...) Ora che ti ho trovato, non potrei vivere in un mondo in cui tu non ci sei."
(Grace a Jaxon)

xoxo,
Giada

martedì, maggio 09, 2023

RECENSIONE DI LET THE GAME BEGIN (KISS ME LIKE YOU LOVE ME #1) DI KIRA SHELL

Buon pomeriggio, Fantastics! Ieri notte ho finito, finalmente, questo romanzo. Il primo di una pentalogia, oltretutto! Mi viene male solo al pensiero, perché se questo libro è così pessimo non riesco a pensare a come potrebbero essere gli altri. Non mi è piaciuto per niente. Ma proprio per niente. Ritengo che ci siano romanzi migliori in commercio. Romanzi molto più meritevoli di questo, sincera.

PREMESSA
Nel mondo dei blogger, volente o nolente, ci si ritrova sempre a sentir parlare dei romanzi famosi. I romanzi del momento. Quindi, a differenza di After, non ho saputo resistere e aspettare si sgonfiasse la bolla di curiosità attorno a questo romanzo - grazie a Matteo Fumagalli e alla sua vicenda con Kira Shell. Okay, se non vi dicessi che è stato lui, con quello che gli è successo, a incuriosirmi sarei una bugiarda. Gran parte della mia curiosità deriva da lui. E poi dalla fama dell'autrice che, e qui lo dico solo per sentito dire visto che non ne ho esperienza diretta, non accetta le recensioni negative dei blogger. Quindi, vedremo cosa capiterà con la mia. Anche se dubito che potrebbe venire a prendersela con me, visto che non sa nemmeno chi sono e non conosce nemmeno questo blog. Kiss me like you love me è stato un parto. Letterale. Nemmeno con i libri di After ho fatto così tanta fatica a finirli. Giuro, nemmeno con quelli. Questo, invece, è stata una lotta. Posso già sconsigliarvelo, e se proprio volete leggere qualcosa di NA, leggete After o Paper Princess. Ricordo che l'ultima volta che ho dato 0,15 stelline su 5 è stato quando ho recensito My Dilemma is you della Chiperi. Quindi, per farmi dare una votazione così bassa, dev'esserci qualcosa nel libro che proprio non mi piace. Qualcosa che va oltre, chiaramente, il mero gusto personale. 
E prima che veniate ad attaccarmi, non sono gelosa di lei. Come non lo ero della Chiperi. Non lo so ancora, eh! Non sono gelosa di nessuna di loro due.

TRAMA (DA GOODREADS.IT)
Il destino è come un gioco che si diverte a mescolare le vite di Selene e Neil mediante una potente attrazione fatale, passionale e coinvolgente. Il loro non sarà un amore come gli altri, sarà intellegibile, misterioso, erotico e soprattutto silente. Selene, si trasferirà da Detoit nel Lower Manhattan, per tentare di ricucire un rapporto ormai sgretolato con suo padre Matt Anderson, un chirurgo, ricco e famoso, che vive in una lussuosa villa con la sua nuova compagna e i suoi tre figli.
In una circostanza del tutto imprevedibile, incontrerà Neil Miller, il figlio maggiore di Mia Lindom, compagna di suo padre, e fin da subito sarà attratta dalla sua aura enigmatica e misteriosa.
Neil è un ragazzo diverso dal normale, la sua anima ma anche la sua mente sono state irreparabilmente danneggiate rendendo complicato il suo rapporto con le donne e il suo approccio alle relazioni umane. Selene cercherà in tutti i modi di dare delle risposte ai suoi comportamenti ambigui, cercherà di interpretare il suo linguaggio “muto” e di scalfire la prigione di vetro nella quale si è rinchiuso per proteggersi dal mondo. Neil ha sospeso da tre anni la terapia con il dottor Lively, lo psichiatra di fiducia, che segue il suo caso fin da quando era un bambino, ma i suoi progressi sono lenti e lui non ha alcuna intenzione di collaborare per farsi aiutare, considera se stesso sbagliato e vive la sua “diversità” come un limite che gli impedisce di legarsi a Selene, perché tutto ciò che può concedere alle donne sono solo baci furtivi e sesso senza sentimenti: questo è il concetto d’amore che gli è stato insegnato a soli dieci anni.
Ma se a complicare le cose si aggiungesse anche uno sconosciuto in cerca di vendetta, cosa accadrebbe?
Selene e Neil si ritroveranno catapultati in un "gioco" macabro e pericoloso con strani enigmi da decifrare. Ognuno di essi conterrà un messaggio intellegibile che Neil dovrà scoprire prima che “Player 2511” possa colpire lui e chiunque gli stia accanto.
Tutti faranno parte di questo assurdo labirinto, tutti saranno dei bersagli.
Chi riuscirà a salvarsi?
Chi è Player 2511?
Cosa accadrà a Selene e Neil?

«La vita non è un gioco, è la tua vita ad essere in gioco»

RECENSIONE

Non so nemmeno da dove cominciare a parlare, quindi credo proprio che questa gif renda l'idea di come sto ora. Dio, dammi la forza perché se mi dai la pazienza faccio una stage in questo libro... Libro, che viene pubblicizzato dall'autrice come dark romance, ma dalla CE e sui siti viene pubblicizzato come New Adult/Romantic Suspense. Partiamo da qui. Io sono una lettrice vorace. Leggo quasi tutti i generi, eccetto il noir e il crime. Leggo SOPRATTUTTO il dark romance e il dark contemporary, la mia queen è Chiara Cilli e la regina del Romantic Suspense è Sagara Lux. Non sono nuova a questo genere, affatto. In ogni romanzo dark romance o contemporary che ho letto, scritto da autrici SERIE, ci sono SEMPRE i Trigger Warning. E' una cosa a cui tengo molto, questa, perché c'è una scena di violenza sessuale a pag 117 che mi ha fatta star male per giorni. Mi è capitata sotto al naso senza nessun avviso di alcun tipo. Ecco, cara Kira. Questo romanzo viene pubblicizzato dovunque come NA, proprio come l'ho categorizzato io prima di leggerlo, è bene che tu lo faccia mettere nella categoria giusta. E che metta i Trigger Warning, se vuoi che la gente non ne parli male. Perché non basta rendere il passato tragico di un personaggio o usare violenza in ogni dove, specie gratuita e in un romanzo romance, per renderlo dark. No, affatto. Quindi, se vuoi che qualunque lettore ti prenda seriamente e non ci rimanga di merda quando legge quella maledetta scena, metti i Trigger Warning e non trincerarti dietro la definizione di dark romance, perché so benissimo cosa tratta e cos'è. E questo non lo è.

Quindi, data questa premessa ulteriore, cos'è per me? Lo ritengo un romanzo NA con elementi thriller neanche ben congeniati, se proprio volete saperlo. La parte thriller ha una parte minuscola rispetto alle ventimila scene di sesso che durano dalle 5 alle 9 pagine che ti fanno venir voglia di buttare il libro dalla finestra. Sì, è un pensiero che ho fatto in più di qualche occasione io. Ma il libro non è mio, e per fortuna non ho buttato soldi per una cosa simile. La ritengo la mia più grande fortuna, davvero.

Ma adesso partiamo dal principio, dalla storia. Ah, la storia. La storia, da principio, parte anche bene. In un modo che definirei carino: Selene è una ventunenne che se ne va da Detroit, controvoglia, per andare a ricucire i rapporti con suo padre Matt, traditore seriale, a New York. Selene, Kira perché cazzo hai scelto il nome originale di Sailor Moon io non lo so ma ti odio per questo, è prevenuta nei confronti di Mia. Mia, che è bellissima e famosa ed è su tutti i tabloid della nazione per non si sa quale motivo. Non si sa perché sia famosa, ma lo è. Quando arriva a New York, Selene si ritrova faccia a faccia con la propria inesperienza di vita. Cioè, da come viene descritta, sembra che a Detroit non avesse una vita. Non avesse niente di niente. Quando arriva a New York, improvvisamente si ritrova faccia a faccia con questo e tutti i suoi discorsi di women empowerment, badass che me l'avevano fatta piacere all'inizio, svaniscono. Quando Selene conosce i suoi nuovi fratellastri, la sua vita cambia definitivamente: conosce così Logan Miller, un ragazzo che chiaramente è stato adottato perché non può far parte di una famiglia del genere, Chloe la 16 enne oca di casa (non merita altra descrizione, nemmeno per quel che le succederà più avanti, in realtà credo che sia piatta come personaggio) e Neil Miller. Neil, il 25 enne di casa che la attrae subito. Selene ha un fidanzato, ma non sembra ricordarsene quando si ubriaca e perde la verginità con Neil. Prima cosa che mi ha fatto storcere il naso. La trovo una cosa squallida da fare di persona, figurarsi scriverla nero su bianco. Squallida e di pessimo gusto. Tra l'altro, Selene si comporta come una che muore dalla voglia di cazzi - scusatemi, ma è palese. Si comporta come una, dopo questo avvenimento, che corre dietro a un cazzo solo perché non sa resistere ai suoi stessi impulsi. E ci rende partecipi di ventordici mila descrizioni di Neil TUTTE MALEDETTAMENTE UGUALI PER 600 PAGINE. In TUTTE le pagine lei lo definisce così: voce baritonale, sexy, maturo. Spalle large, culo sodo. Angelo caduto, cavaliere oscuro, dannato. Sembra che non ci sia ragazzo più figo di lui. Sembra che solo lui sia il più figo e che, per queste solo caratteristiche fisiche che gli vengono attribuite tra cui l'esser un demone sensuale e virile che attrae qualunque donna con solo la sua prestanza fisica. E' una cosa che, oltre ad annoiarmi terribilmente, l'ha resa ancor più banale e insulsa di quanto già non fosse. Perché Selene non si limita a commentare Neil, oh no, lei ci rende partecipi dei suoi commenti su qualunque stronzata. Si atteggia da 'io non sono come le altre, sono meglio gne gne gne' quando tradisce, ripetutamente, il suo Jared con Neil più volte. Okay, questo non mi ha fatta incazzare. Ciò che mi ha fatto incazzare è quel che succede più avanti e che è il motivo per cui vi ho detto che su questo romanzo vanno di Trigger Warning grandi come una casa: la scena di violenza sessuale che Neil fa a Selene. 

La scena di violenza sessuale, quella che penso abbia fatto incazzare chiunque, è qualcosa a cui nessun lettore era preparato per la mancanza di Trigger Warning. E odio, odio, quando non ci sono. Odio che perfino su Goodreads e sui siti in cui il libro è in vendita venga pubblicizzato come New Adult e l'autrice stessa lo pubblicizza come dark romance. Comunque, ribadisco la mia categorizzazione. Non è dark romance, smettiamola di arrampicarci sugli specchi. Dopo la scena di violenza sessuale durante la quale lei diceva 'no, Neil mi fai male, basta' diventa ancor più arrendevole e senza spina dorsale. I suoi ripetuti pensieri su Neil si sprecano, sempre uguali, sempre gli stessi, sempre le stesse cazzo di espressioni noiose. Neil, d'altro canto, è una persona chiaramente con problemi psichici e psicologici. E mo adesso ve lo spiego: ha sbalzi d'umore continui, è violento e attaccabrighe, e dopo i momenti in cui si mette a distruggere tutto soffre di blackout - i blackout, che gli fanno dimenticare dov'era e cosa stava facendo, quindi lui potrebbe uccidere un uomo o violentare chiunque e non è cosciente. E' questo che lo rende dark romance, Kira? No, e nemmeno il suo passato da bambino abusato. Perché, oltre a questo, si aggiunge poi il DID - che avevo già riconosciuto nel momento in cui ha iniziato a parlare di dissociazione di personalità. Neil usa il sesso e le bionde come coping mechanism, ma non andando più dallo psicologo non ha più alcun controllo sui suoi impulsi e sui suoi scoppi d'ira. 

Le scene di sesso, fatte meramente per allungare il brodo e con lo scopo di filling, sono di una noia mortale. Per filling intendo come gli episodi filler, fatti con il mero scopo di allungare la trama all'inverosimile e senza alcuna funzionalità all'interno della trama. Non sono nemmeno coinvolgenti. Ho letto scene spicy scritte molto molto meglio. Queste sono volgari. Cioè, con un personaggio sociopatico e problematico come Neil, direi che è il minimo. Neil è molto più problematico e sociopatico di quanto Hardin Scott sarà mai, e ve lo dico col cuore in mano. Hardin è mille volte meglio. In realtà, definire questo scempio un After 2.0 è un'offesa per la saga di After che, dopo questo, ho iniziato ad apprezzare ancora di più. 

Siamo giunti finalmente alla seconda parte delle motivazioni che mi hanno spinto ad abbassare il voto, a parte quelle già citate. Il romanzo presenta un linguaggio che vuole apparire forbito e cool, in realtà è pomposo e pretenzioso e quasi sempre utilizza termini che non si sono mai sentiti. Oppure espressioni gergali che non esistono né in cielo né in terra. Vi riporto solo quei due che mi ricordo, perché gli altri la mia mente li ha rimossi subito, onesta: 'chiodo di pelle', 'occhi color fiordaliso', 'lo guardai profondamente' e qui ero wtf? Come si fa a guardare qualcuno profondamente? Kira, me lo spieghi? Poi davvero, ce ne sarebbero altre ma le ho rimosse quando ieri ho finito di leggere il romanzo.

Alcune recensioni lo definiscono una vita di mezzo, pessima, tra After e 50 sfumature di grigio. Ora, con After mi è venuto il nervoso coi primi due ma alla fine Hardin migliora e quindi la mia perseveranza è stata ripagata; con 50 sfumature ridevo leggendo... Questo, semplicemente, mi ha fatto annoiare, annoiare tantissimo, con le sue millemila ripetizioni uguali, il suo appiattimento dei personaggi che fanno le stesse identiche considerazioni e ripetono le stesse cazzo di cose. Per 600 pagine. Credo che, se tagliamo le scene di sesso, il romanzo ha 300 pagine più o meno. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi sconsiglio caldamente. Davvero, leggete After. Leggete Before. Leggete Erin Watt. Ma non lei. Se proprio volete leggere un NA, leggete quelli.
"(...) Anche dal caos potrebbe nascere qualcosa di stupendo."
(Logan Miller a Selene)

xoxo,
Giada 

martedì, maggio 02, 2023

RECENSIONE DI SERPENT & DOVE (LA STREGA E IL CACCIATORE #1) DI SHELBY MAHURIN

Buon giorno, Fantastics (anche se quando finirò di scrivere questa recensione, sarà pomeriggio, ormai)! Rieccomi qui, pur dopo aver promesso che non ci sarei tornata per un bel po'. Ma la verità è che la mia operazione chirurgica mi ha destabilizzato a livello creativo, e non riesco a concentrarmi molto sulla scrittura del mio romanzo. A ciò si aggiunge naturalmente il fatto che non riesco a star seduta più di tanto, e non è l'ideale se devi scrivere un romanzo bello lungo. Insomma, ho fatto di necessità virtù. 
Sono quindi tornata alle mie origini di lettrice, e ho deciso di riprendere la lettura proprio da questo libro.

PREMESSA
Non ricordo nemmeno quando ho comprato Serpent & Dove... Credo di averlo comprato qualche anno fa, perché una scrittrice ne aveva parlato benissimo. Io, presa dalla curiosità e dalle premesse del romanzo stesso, alla fine ho deciso di comprarlo. Beh, rag3! Questo romanzo merita! Merita assai! E per fortuna ho scelto questo e non Game of Retribution, anche se è nella mia TBR! Ho fatto bene a iniziare la mia convalescenza con questo romanzo! Mi ha tenuta attaccata alle sue pagine per tre giorni di fila! Inoltre, ho imparato un sacco di parolacce in francese lol

TRAMA (DA AMAZON.IT)
UNA STREGA E UN CACCIATORE DI STREGHE LEGATI NEL SACRO VINCOLO DEL MATRIMONIO.
UN AMORE CHE GIOCA COL FUOCO.


Louise le Blanc è fuggita dalla sua congrega e si è rifugiata a Cesarine, rinunciando a ogni forma di magia e vivendo di furti ed espedienti. Perché in quella tetra città le streghe come lei fanno paura. Vengono braccate. E mandate al rogo.
Reid Diggory è un cacciatore, ha giurato fedeltà alla Chiesa e da sempre vive secondo un unico, ferreo principio: uccidere le streghe. La sua strada non avrebbe mai dovuto incrociare quella di Lou, eppure un perverso scherzo del destino li costringe a un'unione impossibile: il santo matrimonio.
Ma anche se quella tra le streghe e la Chiesa è una guerra antica come il mondo, un nemico crudele ha in serbo per Lou un destino peggiore del rogo. E lei, che non può cambiare la propria natura e nemmeno ignorare i sentimenti che stanno sbocciando nel suo cuore, si trova di fronte a una scelta terribile.
Siamo legati a doppio filo dall'amore, dall'onore, o dal fuoco... E l'amore si prende gioco di tutti noi.

RECENSIONE
Ah! Lou! Lou! Mia splendida e cocciuta Lou! Penso sia uno dei personaggi con cui sono riuscita ad empatizzare di più negli ultimi anni - dopo Nesta Archeron, voglio dire. E' stato facile entrare in sintonia ed empatia con Louise Le Blanc. Ho amato ogni aspetto del suo carattere turbolento, così come ho amato ogni singolo aspetto del carattere di Reid Diggory (anche se continuavo a scrivere Cedric Diggory, btw lol). Ad ogni modo, ogni personaggio di questo romanzo è stato significativo e spero di riuscire a rendergli giustizia perché desidero che leggiate anche voi questo libro. Intanto io, però, non vedo l'ora di leggere il sequel e sto controllando la Rete Bibliotecaria per vedere quando mi arriverà lol

Louise Le Blanc vive da due anni a Cesarine come ladra. E' scappata da un luogo sconosciuto e molto pericoloso, e alloggia nella soffitta del Soleil et Lune - un teatro nella periferia. Louise, però, è una strega. Una Dame Blanche, che può vedere i disegni all'interno di qualsiasi cosa e che, con tali disegni, inizia uno scambio equo tra ciò che desidera e la natura. In un certo senso, ho sempre concepito anche io la magia in questo modo: la magia è, di fondo, uno scambio equo tra due parti uguali. E, per avere qualcosa in cambio, bisogna dare qualcosa in cambio. Anche se ciò significa stare male. Nel mondo di Louise, le streghe vengono cacciate. Cacciate, letteralmente, dagli Chasseur. Gli Chasseur, i Cacciatori, mi hanno ricordato i Crociati della Chiesa Cristiana, inviati dal papa per combattere gli infedeli nelle loro terre. Ecco, gli Chasseur fanno la stessa cosa. Solo che, invece di essere agli ordini del Papa lo sono dell'arcivescovo. E l'obiettivo di Louise, il suo obiettivo di vita, è restare fuori dai radar insieme alla sua migliore amica Coco e al suo ex Bas. Ma i pericoli sono dietro l'angolo per la giovane strega che vuole solo, semplicemente, sopravvivere senza dover rischiare la pelle ogni singolo giorno.

Dov'era la salvezza per quelle come me?
Dov'era per noi la pietà?
(Louise Le Blanc)

Dall'altra parte abbiamo Reid Diggory, un orfano che è cresciuto sotto l'ala protettiva dell'arcivescovo fin da piccolo. Vive e mangia solo le regole e le rigide virtù che sono richieste da uno Chasseur come lui. Anche se vive come un'onta nel suo onore, il suo primo amore con la donna angelicata Célie. Vi giuro, avete presente le poesie del 1500 sulla donna che deve essere considerata un angelo? Célie ne è la copia sputata. Le certezze e le virtù di Reid vengono meno quando, dopo esser stato costretto dall'arcivescovo a sposare Louise, s'innamora di lei. Tuttavia, non conoscendo ancora la verità la tratta come andrebbe trattato ogni essere umano. Umanità. Con umanità.

Forse erano tutti ipocriti. Ma io ero la più grande di tutti.
(Louise Le Blanc)

Così, dopo aver ricevuto la spiegazione sulla sua fuga di due anni prima; un gruppo improbabile di amici si lancia al salvataggio di Louise. Capitanati proprio da Reid. Reid, il quale ha capito che non può vivere senza sua moglie. Senza la sua bellissima e testarda moglie. La sua ribelle dal cuore d'oro.

Ho amato molto il contesto medievale che influenza la storia principale. Ho amato molto, devo dire, il ruolo dell'amore e del sesso in un ambiente che voleva la donna angelicata e aborriva le streghe. Quando alla fine, dopotutto, non sono poi diversi dalle streghe. Le streghe, nell'immaginario comune, sono sempre state associate al diavolo. Allo stesso modo le donne, quando non venivano angelicate ed erano solo ribelli o amanti della scienza, venivano additate come streghe. La conclusione? L'amore, alla fine, vince sempre. Ma prima, però, fa passare le pene dell'inferno (specialmente ai lettori, lol!). E che le donne, specialmente quelle intelligenti che siano streghe o meno, sono guardate in malo modo dalla chiesa che vuole eliminarle dal panorama sociale e culturale.

Il romanzo, reso dai POV di entrambi, permette al lettore di entrare in empatia e simpatia con i due personaggi principali. Ho amato moltissimo anche i personaggi di contorno, specialmente Coco, Madame Labelle e Ansel. Non vedo l'ora di leggere il sequel e di conoscere le avventure che si prospettano loro! Shelby, sei diventata ufficialmente la mia nuova scrittrice preferita!

Un romanzo splendido, meraviglioso, unico. Finalmente, dopo Nesta Archeron, la mia nuova eroina preferita. Una donna coraggiosa, che ama con intensità e profondità, e che è disposta a sacrificare tutto per salvare i suoi amici, le persone che ama e che la amano con la stessa intensità.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, consigliandovi allo stesso tempo di recuperarlo assolutamente. Shelby Mahurin, la scoperta del 2023 *--*
"(...) Non possiamo cambiare il passato, però possiamo andare avanti e trovare la pace... insieme."
(Reid a Louise)

xoxo,
Giada

martedì, febbraio 21, 2023

RECENSIONE DI PERCY JACKSON E GLI DEI DELL'OLIMPO - LA MALEDIZIONE DEL TITANO (PERCY JACKSON AND THE OLYMPIANS #3) DI RICK RIORDAN

Buona sera, fantastics! Ieri notte ho finito, prima dei miei standard, il terzo romanzo della serie di Percy Jackson. Devo dire che mi è piaciuto molto più del precedente, e mi ha preso una Percalia stan su tutta la linea! Ad ogni modo, non smetterò mai di inserirlo tra i romanzi consigliati per inserire mitologia greca alle medie... penso che se fossero stati pubblicati quando *io* andavo alle medie, sarei stata una stan totale ancor più di quanto non fossi con Twilight in terza superiore lol

PREMESSA
La mia vita, nelle ultime due settimane, è stata parecchio scossa. Non vi dirò molto di più, perché è sempre il solito problema di salute che mi ha limitato negli ultimi sette anni. Vi dirò, in compenso, che Percy è stata una boccata d'aria fresca e simpatia. Ciò che mi serviva per superare questo momento difficile. E, come dicevo sopra, lo trovo un romanzo molto teen e bello per i ragazzini, che insegna loro la mitologia greca nel modo più piacevole. Quindi, grazie Percy per essermi rimasto vicino in questi giorni difficili. Lui, molto più di Gideon La Nona, mi ha aiutato a sentirmi meglio. E, credetemi, quando un romanzo vi fa quest'effetto, lo ricorderete anche a distanza di tanto tempo. 

TRAMA (DA LIBRERIAUNIVERSITARIA.IT)
Una nuova pericolosa impresa attende Percy Jackson: insieme alle compagne Talia e Annabeth deve introdursi in una scuola per portare al Campo Mezzosangue Nico e Bianca, due potentissimi semidei, eludendo la sorveglianza del vicepreside. Ma sotto le spoglie dell'aguzzino si nasconde un mostruoso emissario del perfido Crono, che rapisce Annabeth. Creature sepolte da millenni sono tornate alla luce, pronte a servire il sogno di vendetta dei Titani contro gli antichi nemici, gli dei dell'Olimpo. Per impedire la catastrofe, Percy e i suoi amici dovranno intraprendere un viaggio ai confini del cielo e sfidare una ferale profezia: uno si perderà, un altro patirà la maledizione del Titano e l'ultimo perirà per mano di un genitore. Chi, tra i cinque eroi partiti per la missione, riuscirà a sopravvivere per giungere al cospetto di Crono e sconfiggere Atlante, costretto a reggere il peso della volta celeste? Età di lettura: da 12 anni.

RECENSIONE
La pentalogia di Percy Jackson sta diventando la mia comfort saga, non solo perché parla di teenager durante i primi anni 2000 (vi faccio l'esempio, questo romanzo è stato pubblicato nel 2007 e si parla di Jesse McCartney e dei Green Day, giuro! La mia anima fangirl ha saltellato come una bimba nel leggerlo!) ma soprattutto perché Percy è un cucciolo di ragazzino, dall'animo buono e leale. E queste sono caratteristiche che, sin dall'inizio della lettura di questa saga, mi ha fatto sciogliere il cuore.

Ma partiamo dal principio. Percy, insieme a Talia (una Talia rediviva, grazie al Vello d'Oro), Annabeth e Grover va a Westover Hall per il salvataggio di due mezzosangue: Nico e Bianca Di Angelo. Westover Hall è una scuola militare, e subito i nostri protagonisti vengono aggrediti dal Dottor Thorn, che si rivela essere una delle creature al servizio del Generale. Non sappiamo chi sia questo generale. L'unica cosa che sappiamo è che è potente, e che è dalla parte di Luke nella sua battaglia per distruggere gli dèi attuali e riportare in auge i Titani. I Titani, che secondo la mitologia hanno divorato i loro stessi figli pur di non permettere loro di governare al loro posto. In questa cornice moderna, troviamo i due nuovi personaggi minori: Nico e Bianca, fratello e sorella, che cambiano scuola ogni anno senza motivo e che sono senza genitori. In realtà, nessuno sa chi sia il loro padre o madre divina, quindi vengono condotti al Campo Mezzosangue appunto per questo. Ma non sarà prima della fine che scopriremo di chi sono davvero figli e, credetemi, è un plot twist che nemmeno io ero riuscita a indovinare (non è vero, l'avevo intuito lol).

Percy sta iniziando a crescere, ormai ha quattordici anni e a sedici si compirà la profezia dell'Oracolo di Delfi. Quindi io, che pensavo d'iniziare subito gli altri millemila libri che ho presto in prestito ho già prenotato il quarto perché DEVO SAPERE.

Che dire, follettini e follettine, questo romanzo dopo Il Mare dei Mostri è senza dubbio il mio preferito. L'evoluzione di Percy, così come quella di Talia e quella delle Cacciatrici di Artemide (e, wow! Il loro inserimento è qualcosa di affascinante e magnifico, e voglio uno spin off solo su di loro!)

Vi saluto con una citazione (l'unica!) che ho trovato in questo romanzo, detta proprio da Atena. 
Atena che, dopo Apollo e Artemide, è di sicuro una delle mie dee preferite:
"-I difetti più pericolosi sono quelli che sono delle qualità, presi con moderazione. - rispose lei. - Il male è facile da combattere. La mancanza di saggezza... è molto difficile."
(Atena a Percy Jackson)

xoxo,
Giada

sabato, febbraio 18, 2023

RECENSIONE DI GIDEON LA NONA (THE LOCKED TOMB #1) DI TAMSYN MUIR

Buona sera, fantastics! Finalmente, e dico con tutto il cuore, ho finito Gideon La Nona. E' un bel romanzo, non fraintendetemi. Amo anch'io scrivere di morte... in un certo senso, scrivere di morti altrui fittizie mi aiuta a venirne a patti nella realtà di tutti i giorni. Non so spiegarlo, ma mi aiuta. Ma non così. Diciamo che questa sfumature del dark fantasy non fa proprio per me.

PREMESSA
Questo libro era popolare, super super popolare, nel Bookstagram qualche anno fa. Ero molto curiosa di recuperarlo, perché insomma... Se un romanzo è molto chiacchierato, volente o nolente attira comunque la mia attenzione. Quindi, dopo aver aspettato un po', ho deciso di sperimentarlo. Amo i romanzi tosti, lo sapete. Sono una fan sfegata del dark contemporary e dark romance, ma non disdegno nemmeno il dark fantasy. Ecco, questo fantasy specifico, su dei negromanti, sugli scheletri dei morti, sulla morte... E' stato troppo per me. Tutto semplicemente troppo. Quindi la mia votazione dipende, in gran parte, dalla mia sensibilità a questa tematica. Adesso che l'ho sperimentata ho capito che non fa per me. E penso che tutti dovrebbero fare così, e non criticare a priori come mi ero ritrovata a fare tanti anni fa *shame on me*. Comunque, se a voi piacciono i dark a tinte gotiche questo è il romanzo che fa per voi.


TRAMA (DA IBS.IT)
Gideon la Nona di Tamsyn Muir ci svela una galassia di duelli a fil di spada, spietati giochi di potere e negromanti lesbiche. I suoi personaggi saltano fuori dalla pagina, magistralmente animati come arcani redivivi. 
Allevata da ostili monache calcificate, valletti vetusti e un’infinità di scheletri, Gideon è pronta ad abbandonare una vita di schiavitù – nell’aldiquà – e una da cadavere rianimato – nell’aldilà. Prenderà la sua spada, le sue scarpe e le sue riviste zozze e si preparerà a un’audace fuga. Ma la nemesi della sua infanzia non la lascerà di certo andare senza chiederle qualcosa in cambio. Harrowhark Nonagesimus, Reverenda Figlia della Nona Casa e prodigio della magia ossea, è stata convocata. L’Imperatore ha invitato tutti gli eredi delle sue fedeli Case a prendere parte a un torneo all’ultimo sangue fatto di astuzia e abilità. Se Harrowhark avrà successo, diventerà un’onnipotente servitrice immortale della Resurrezione; ma nessun necromante può ambire all’ascensione senza un paladino. Senza la spada di Gideon, Harrow fallirà e la Nona Casa morirà. Chiaro, ci sono sempre cose che è meglio se restano defunte.

RECENSIONE
Premetto che questa intro sarà diversa dalle solite. Temo che il romanzo mi sia risultato pesante alla lettura, perché negli ultimi due giorni non me la sono passata proprio bene a livello di salute, quindi leggere un romanzo su negromanti, scheletri, morte su morte non mi ha aiutata. Sono convinta che, se il contesto in cui l'ho letto fosse stato diverso, mi sarebbe piaciuto. Ma, in ogni caso, la lettura di questo romanzo ha rappresentato, per la prima volta da quando sono una blogger, il mio limite di sopportazione. Come ho detto sopra, sono un'amante dei dark, di tutte le sfumature e i generi, e ne ho letti parecchi in questi anni - questo, semplicemente, mi è sembrato troppo. E' stato duro da digerire parlare o sentir leggere così tanto spesso di morte, liquidi corporei, parti del corpo dello scheletro e via dicendo. Penso che questo sia il mio limite personale. Quindi, prendete questa recensione per quel che è: la recensione di un bel romanzo in un momento non molto piacevole della mia vita.

Gideon La Nona è una ragazza di diciotto anni lesbica, sboccata e molto molto scurrile, della Nona Casa. Il mondo come lo conosciamo noi è stato diviso in Nove Case, ognuna delle quali rappresenta un elemento dell'Imperatore. L'Imperatore Imperituro, un Dio senza volto e senza un nome proprio, che gestisce il ciclo di vita e di morte dell'essere umano e sovrannaturale. Gideon è la nemesi naturale di Harrowhark, la papabile Littore. Harrow è una ragazza snob, altezzosa e decisamente stronza. Ma, come sapete, io sempre qui a rooting for the anti-hero *Anti-hero of Taylor Swift plays in the backgroud*. Credo di esser una delle poche persone a cui Harrow sia piaciuta fin dall'inizio, ma come sapete sono una Swiftie totale, e io sempre fito per gli anti-eroi lol 

Harrow costringe Gideon a un patto: verrà con lei alla Casa di Canaan come sua paladina, dopo esser stata addestrata a dovere dalla suora calcificata Aiglamene e le renderà un servizio completo. Totale. Ma nella Casa di Canaan, una sorta di monastero completamente isolato dal resto del mondo conosciuto, si nasconde un pericolo ben più grande della sfida per diventare Littore. Ciò a cui, di fatto, ha sempre ambito Harrow. Ciò su cui ha sempre fondato tutta la sua esistenza. Gideon ci accompagna, col suo POV, in un ambiente sepolcrale in cui il suo legame con Harrow viene messo terribilmente alla prova. E le prove, a lungo andare, finiscono per diventare giochi di vita o di morte in pieno stile Hunger Games. 

Ma Harrow è molto più di quel che appare, e dopotutto non è una stronza dal cuore nero. Una super gotica senza cuore, per farla breve. Il suo rapporto con Gideon si svilupperà per tutti e cinque gli atti (bella pensata, quella di usare gli Atti di teatro su cui si fonda qualsiasi struttura narrativa) e metterci i disegnini degli scheletri. I disegni all'interno di ogni pagina sono magnifici! 

In un susseguirsi di eventi, di numerosissime morti (tante delle quali mi hanno spezzato il cuore, btw), finalmente vedremo Gideon e Harrow scoprire le loro carte. E, non vi nego, di averle shippate fortemente in più di un'occasione, perché andiamo non vuoi mettere la grumpy goth con la tomboy?

Ad ogni modo, ho dato 3.5 stelle al romanzo. Un bel romanzo, ben strutturato senza ombra di dubbio. Semplicemente non credo faccia per me.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi consiglio di leggere se amate i romanzi con il tema predominante della morte e, sopra ogni cosa, con la protagonista lesbo e sfacciata:
"La vita è una tragedia." disse Dulcinea. "Chi muore ci lascia qui, senza la possibilità di cambiare un bel niente. E' la totale mancanza di controllo.... (...)"
(Dulcinea Septimus a Gideon La Nona)

xoxo,
Giada

domenica, febbraio 12, 2023

RECENSIONE DI AFTER 3 - COME MONDI LONTANI DI ANNA TODD

Buon pomeriggio, fantastics! Ieri, finalmente, ho finito anche After 3! Voglio guardare il film, quindi è necessario, almeno stavolta, prepararmi per ciò che potrebbe succedere. Non ho intenzione di arrivare impreparata a questo genere di film, non mi piacciono per niente le sorprese. Ad ogni modo, vi confesso che la prima parte del romanzo mi stava facendo venire la gastrite e il nervoso, la seconda un po' meno. Ma, ad ogni modo, continuo a pensare che la storia tra Tessa e Hardin sia estremamente tossica. Non solo da parte di Hardin come pensavo all'inizio, eh. Anche da parte di Tessa. Soprattutto da parte di Tessa.

PREMESSA
Questi libri sono una droga. Lo confesso. Li sto leggendo solo per curiosità, ma sono una droga. Hanno un linguaggio semplice, a volte sono perfino sbagliati grammaticalmente, ma da questo genere di romanzi non mi aspetto poi molto. E, in fondo, credo che sia questo che mi fa continuare a leggere libri palesemente trash. Andiamo, non potete dire che sia un'epica storia d'amore! A posteriori, riconosco solo ora che anche Twilight era estremamente tossica! Quindi, parlate con una persona che sa riconoscere la tossicità nei libri e che, sinceramente, questi vengano presi come esempio dalle nuove generazioni mi ha sempre dato molto da riflettere. Avrei voluto che qualcuno mi dicesse queste cose, quando ero pazza d'amore per Twilight. Eh, già. 

TRAMA (DA SPERLING&KUPFER.IT)
La vita di Tessa non è mai stata così complicata. Nulla è come lei pensava che fosse: né la sua famiglia, né i suoi amici. L'unico su cui dovrebbe poter contare, Hardin, sembra sempre pronto, con il suo carattere scontroso, a rovinare tutto. Non appena scopre l'enorme segreto che lei gli ha nascosto, diventa furioso e, invece di provare a essere comprensivo, cerca di ostacolarla in tutti i modi.

Così, mentre la partenza per Seattle si avvicina, per Tessa è arrivato il momento di fare una scelta e affrontare la più dolorosa delle domande: Hardin sarà mai in grado di cambiare per lei?

Tessa sa che lui la ama e farà di tutto per proteggerla, ma c'è una bella differenza tra non poter vivere senza una persona e amarla.

La spirale di gelosia, conflitti e riappacificazioni che li lega è esasperante. Eppure Tessa non ha mai provato niente di così intenso per qualcuno, nessun bacio è mai stato così eccitante né un'attrazione così irrefrenabile. L'amore finora è bastato per tenerli insieme. Ma il bisogno che provano l'uno per l'altra riuscirà a essere più forte di tutti gli ostacoli?

RECENSIONE
Ah, rag3! Ho un paio di considerazioni da fare nell'intro di questa recensione a due stelline che ci tengo a farvi sapere: la prima è che, senza dubbio, pensavo di aver già letto questo romanzo. Giuro, sono dovuta andare su Goodreads e controllare di non averlo già fatto. Perché era palesemente uguale al precedente. C'è qualche piccola variazione sul tema, ma in fondo è sempre lo stesso brodo allungato. La seconda è che, anche qui senza ombra di dubbio, viene toccato un tema delicatissimo con una frettolosità disarmante. Un tema davvero molto sensibile, e mi chiedo perché cazzo nessuno abbia pensato di mettere un Trigger Warning in questo romanzo, perché non è possibile trovarsi davanti a una scena di tentato stupro in un romanzo venduto come il teen romance perfetto. 

Ma andiamo con ordine. Tessa e Hardin sono tornati insieme, di nuovo, ma la loro relazione vive sul ghiaccio fine in quanto Tessa è decisa più che mai ad andare a Seattle. A Seattle, insieme alla casa editrice Vance, in cui lavorerebbe come stagista - una stagista super brava, che ha tutte le carte in regola per badare a se stessa. Sta cercando appartamento, e Sandra, la responsabile dell'agenzia è sparita misteriosamente. A una settimana dal suo trasferimento Tessa è senza una casa. Quello è solo il problema minore, in ogni caso. Hardin, grazie ai soldini del suo padre rettore, riesce a evitare di venire espulso dal college, ma dice a Tessa di esser stato espulso perché pensa che mentire sia l'unico modo per convincerla a stare insieme a lui. A rimanere con lui. Tipo ventosa. O un parassita che toglie la vita alla pianta principale. Insomma, Hardin è disposto a sabotare qualsiasi cosa pur di tenersela stretta. Ma ciò che mi ha dato fastidio, molto fastidio, in questa prima parte è che Tessa ha pregato Zed, che è stato pestato a sangue da Hardin nella serra di biologia e che ha distrutto oggetti costosissimi (ma se l'è cavata solo con la multa, porello!) di non sporgere denuncia. E la cosa assurda è che non lo fa! Non lo fa! Perché Zed è superiore moralmente, ma che cazzo! No, no, no! Hardin si sarebbe meritato una denuncia coi controfiocchi! Eccome, se se la sarebbe meritata!

"Conoscerti mi ha complicato la vita, ma non preferirei non averti conosciuta. Sopporterei di nuovo tutto: i litigi con Hardin, le amicizie che ho perso, ogni cosa. Lo rivivrei da capo, per te. (...)"
(Zed a Tessa)

Sorvolando sul fatto che Zed pare uno zerbino, in questa frase, Tessa ha avuto più e più volte l'occasione di trovare di meglio. Ma la sua codipendenza affettiva da Hardin le rende impossibile vedere al di là del suo naso. Senza contare che Hardin è stata la sua prima esperienza sessuale, e non sembra minimamente interessata a conoscere altri ragazzi - anche perché Hardin le ha vietato di vedersi e sentirsi con Zed o di avere qualsiasi altra amicizia che non sia lui. Hardin, le ragazzine penseranno che sia un ragazzaccio che ha avuto un'infanzia difficile che deve venire salvato. Deve venire guarito da qualcun altro. E invece no. Non funziona così nella vita vera. Nella vita vera non prendi e distruggi chiunque, fai terra bruciata attorno alla persona che pensi di amare, solo perché ti sei attaccato morbosamente a lei. Perché sei convinto che lei sia l'unica che possa guarirti.

Questo ci porta al viaggio sullo yatch di Tessa con Hardin e la sua famigliola nuova, quella che comprende Landon. E mentre le cose tra Tessa e Hardin vanno sempre peggio, abbiamo l'apice della discussione tra un abuser e l'abusato. Vi giuro, io ho subito gaslighting. Hardin lo fa continuamente a Tessa. E mi sono sentita male per lei. Non puoi tenerti una persona stretta con le bugie e le manipolazioni. Non puoi costringerla a non lasciarti

"Rispondi a questo, allora: pensi che troverai qualcun altro che ti sopporti? Le tue perenni lamentele, il tuo irritante bisogno che tutto sia in ordine, la tua arroganza?"
"La mia arroganza? La mia arroganza? tu non fai altro che mancarmi di rispetto: sei sempre sull'orlo della violenza emotiva, sei ossessivo, soffocante e maleducato. Sei entrato nella mia vita, l'hai stravolta e ora ti aspetti che ti obbedisca, perché ti sei creato un'idea di te stesso completamente falsa. (...)"
(Tessa e Hardin)

Hardin è un manipolatore, ancor più in questo romanzo. Peggio, direi. A partire dal gaslighting fino al fatto che usa il sesso come mezzo per tenere Tessa stretta a se. Perché non dimentichiamoci che lui è la sua unica esperienza sessuale, e questo la rende pura e angelica ai suoi occhi. La sua salvatrice. 

Una cosa che ha detto Hardin mi ha fatto venire i brividi, molto più di quanto non abbia fatto tutto il resto:
So esattamente come prenderla per ottenere da lei ciò che voglio.
(Hardin Scott)


Tuttavia, le manipolazioni e il gaslighting sono solo la punta dell'iceberg con Hardin. Perché, dopo una discussione, la punisce anche con il trattamento del silenzio. Anche questo l'ho subito, ed è quasi peggio del gaslighting.

Questo mutismo mi sta facendo impazzire. Vorrei che dicesse qualcosa... qualsiasi cosa.
A volte il suo silenzio è peggio delle sue urla.
(Tessa Young)

Così, nonostante Hardin le abbia sabotato le possibilità di trovare casa a Seattle, alla fine Tessa riesce ad andarci. Non prima di aver subito un gran bello shock. Ve lo dico, eh. Dovete sapere del tentato stupro. E della droga dello stupro. E' stata una cosa allucinante veder sta cosa in un romanzo per ragazzine ed esser venuto come cosa bella. Perché cazzo non c'è un trigger warning??? 

Il linguaggio del romanzo è semplice, fin troppo semplice. Ma la cosa che non mi è piaciuta è che tutti parlano e pensano allo stesso modo. Sempre con i due (:) per esprimere i propri pensieri. Mi sembra che a parlare sia sempre la stessa persona, non c'è una differenziazione, quanto meno è un appiattimento sempre più totale degli unici due POV: quello di Tessa e Hardin. A parte questo, ho trovato qualche errore grammaticale che adesso non vi metto, perché mi sta venendo fame dal nervoso. 

Ad ogni modo, questo è forse il primo romanzo della saga di After a cui do due stelline. Perché non posso non ignorare ciò che succede nelle ultime 200 pagine. E' qualcosa di bello, e spero che i prossimi due non mi facciano venire la gastrite dal nervoso. O dalla voglia di prendere Hardin a schiaffi. A me non fa pena. Ma proprio per niente. Quel ragazzino ha bisogno di uno psichiatra e di uno psicologo. anche Tessa, eh. Hanno entrambi enormi daddy issues

Vi saluto con una citazione da questo romanzo, che non me la sento di consigliarvi:
"Sai, c'è una bella differenza tra non poter vivere senza una persona e amarla."
(Riley ad Hardin)

xoxo,
Giada

mercoledì, febbraio 08, 2023

RECENSIONE DE IL PRINCIPE PRIGIONIERO (CAPTIVE PRINCE #1) DI C.S. PACAT

Buon pomeriggio, fantastics! A grande, grandissima richiesta, ho iniziato questo romanzo tre giorni fa. Un romanzo di cui avevo sentito parlare molto, ma che grazie ai Tortellini Chiacchierini finalmente ho recuperato <3 Devo abituarmi a dire il titolo in italiano, perché continuo a dirlo in inglese e mi sono ritrovata a scriverlo in inglese anche nel mio quadernetto delle citazioni lol Ad ogni modo, questo romanzo è *tanta roba*, cioè... perché ho aspettato così tanto per recuperarlo??

PREMESSA
Avevo già sentito nominare, negli anni passati, questo romanzo. Non capivo di cosa trattasse di preciso. No, rettifico: sapevo solo che parlava di un prigione prigioniero (captive significa questo, in inglese). Ma non ero pronta per leggerlo. O meglio, credo che non fosse il momento adatto per lui. Il momento adatto per questo romanzo. Ma poi, quando l'ho finito ieri... ero tipo: gimmie, gimmie more! Che romanzo stupendo! Magnifico! Non ero preparata per alcune scene forti, e questo mi ha fatto abbassare un pochino il punteggio totale, ma per il resto mi è piaciuto tantissimo! Adesso prima smaltisco la Grande Pila dei romanzi in prestito della biblioteca, e se avrò ancora voglia leggerò gli altri due sequel! 

TRAMA (DA TRISKELLEDIZIONI.IT)
Damen è un guerriero e un eroe per il suo popolo, nonché il legittimo erede al trono di Akielos. Ma quando il fratellastro si impadronisce del potere, Damen viene catturato, privato del suo nome e spedito a servire il principe di una nazione nemica come schiavo di piacere.

Bellissimo, manipolatore e pericoloso, il suo nuovo padrone, il principe Laurent di Vere, rappresenta tutto il peggio della corte di quel paese. Ma all’interno di quella letale ragnatela politica niente è come sembra, e quando Damen si trova, suo malgrado, invischiato nelle macchinazioni per il raggiungimento del potere, è costretto a collaborare con Laurent per sopravvivere e salvare la sua casa.

Per il giovane condottiero, a quel punto, vige una sola regola: non rivelare mai, in nessun caso, la propria identità, perché l’uomo da cui dipende è anche colui che, più di chiunque altro, ha motivo di odiarlo…

RECENSIONE
Wow! Wow! Wow! Era da un pezzo che non esordivo così, con una recensione! Ma questo romanzo è totalmente, completamente wow! E' un romanzo breve, troppo breve per i miei gusti... Avrei voluto sapere di più di Damen e Laurent! Per fortuna sono già stati pubblicati tutti e tre, altrimenti ora starei morendo, letteralmente, dalla curiosità di leggere i sequel! 

L'unica cosa che posso dirvi, prima di cominciare la recensione vera e propria, è che dovete essere aperti mentalmente per poterlo apprezzare. Non è un romanzo che consiglierei a chi è troppo conservatore o pudico, data la graficità di tante scene. 

Ma partiamo dal principio. Damianos, principe di Akielos, viene spogliato di tutti i suoi diritti sul trono dal fratellastro e dalla sua amante, e spedito come dono al principe di Vere. Damianos non perde solo tutti i suoi averi e i suoi diritti, ma anche il suo nome. E da Damianos, diventa Damen. Damen è un omone, sexy, alto e brooding e decisamente dominante che ha dei principi morali che segue sin da quando viene trascinato, contro la sua volontà, alla corte di Vere. Se Akielos ricorda l'antica Grecia, in cui era uso e costume prendere sotto la propria ala un ragazzino, giovane, per insegnargli le pratiche e il lavoro a Vere tutto ciò è reso in modo estremamente sessuale. E in ciò mi ha ricordato l'antica Bisanzio. Damen, infatti, viene venduto come schiavo del piacere al principe. Tuttavia, Damen rifiuta sin dal principio quel ruolo, con tutte le sue forze. Anche se è palesemente attratto dalle ragazze bionde, non disdegna nemmeno i ragazzi. Ed è questa sua fluidità sessuale, tanto che sono arrivata a pensare che Damen fosse, in fondo, un pansessuale. Non so se le mie ipotesi si riveleranno vere, però mi è piaciuto questo suo lato. Da bisessuale (e anche pan), ho apprezzato molto il modo in cui è stata resa la sessualità. L'eroticità di tante, ma veramente tante, scene. Mi sono eccitata anche io leggendo *alcune* scene. If you know what I mean, guys ;)

E se, da una parte, abbiamo la descrizione della vita di Damen come schiavo del piacere; dall'altra c'è sullo sfondo la lotta intestina tra il principe e il reggente, che controlla di fatto Vere in vece di Laurent. Il reggente è un uomo viscido, malvagio. Una serpe. Lui sì, lo è. Non Laurent! Laurent mi è sembrato un personaggio molto complesso, stratificato, di cui abbiamo appena iniziato a scorgere la superficie. Credo proprio che Laurent sia molto di più di ciò che appare, e anche se il mio cuore è già tutto di Damen, una porzione del mio cuoricino è anche per il grumpy che è Laurent <3

Le descrizioni sono leggere, ben distribuite nelle 210 pagine che costituiscono il romanzo. Non lo rendono pesante, anzi! Invogliano la lettura! Se mi conoscete, sapete che amo le descrizioni ben diluite nei romanzi, e non troppo concentrate perché mi fanno passare la voglia di leggere lol Ecco, Il Principe Prigioniero è come sarebbe dovuto essere Io sono buio. Sia messo agli atti!

Gli ho dato 4.5 stelline, e quel mezzo punto l'ho tolto solo perché mi sono ritrovata, come vi dicevo, delle scene molto grafiche che mi hanno sconvolta un pochino. Non ero preparata a quel tipo di scene, davvero. Anzi, credo che dire che mi ha sconvolta un po' sarebbe un eufemismo. 

Per il resto non posso dire molto, altrimenti rischierei di farvi spoiler e non voglio. 
Voglio che possiate apprezzare appieno anche voi questo romanzo, come ho fatto io <3

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi straconsiglio che amate le storie hot ma con uno sfondo non indifferente di politica e intrighi di corte:
"Dici che posso mettere fine a tutto ciò in qualsiasi momento? Non ho neanche cominciato, ancora."
(Laurent a Damen)

xoxo,
Giada

domenica, febbraio 05, 2023

RECENSIONE DE IO SONO BUIO (AND I DARKEN) DI KIERSTEN WHITE

Buona sera, fantastics! Dopo una settimana lunghissima e infinita, finalmente sono riuscita a concludere questo romanzo! *sospiro di sollievo drammatico* Mi aspettavo molto molto di meglio, devo dirvi la verità. E già fin d'ora posso dirvi che mi aspettavo una cosa, e che alla fine si è rivelata tutt'altra. A ciò si è aggiunto il pessimo ritmo narrativo della storia, e ta dàààn, ecco la ricetta perfetta per rendere faticosa la lettura a qualunque lettore! 

PREMESSA
Ricordo perfettamente quando Io sono buio è stato pubblicato, nel 2016. Avevo il blog da tipo due anni, credo, e collaboravo saltuariamente con Fabbri Editori. Una parte di me sperava che mi avrebbero reso parte del lancio di questo romanzo, all'epoca, perché volevo crescere, volevo farmi conoscere, ma ero anche tanto avida di storie. E questa, in particolare, mi aveva attirato particolarmente. Io sono buio è stata una delusione totale, su tutta la linea. Gli ho dato due stelle, ma per quanto mi riguarda potrei benissimo averna data una, perché non mi è piaciuto. E' stata una sofferenza terminare questo romanzo. 

TRAMA (DA IBS.IT)
Un triangolo avvelenato in cui forze potenti tendono gli animi: desideri di riscatto, gelosie tremende e un'ambizione sfrenata.

"La domanda è: cosa sei disposta a sacrificare, figlia del drago? Cosa ti lascerai portare via per conquistare anche tu il potere?»

Una principessa non dovrebbe essere brutale. Ma Lada, figlia di Vlad Dracul, è diversa da ogni altra: affamata di potere fin da piccola, preferisce la lotta e i coltelli alle bambole. L'esatto contrario del fratello Radu, dolce, bellissimo e delicato come un bocciolo di rosa. Quando i due vengono lasciati in ostaggio dal padre, ancora bambini, al sultano dell'Impero Ottomano - prigionieri di un sovrano crudele e sottomessi a una cultura completamente diversa dalla propria - Lada inizia a progettare la sua spietata vendetta. Mentre la ragazza si prepara a combattere, il figlio del sultano Mehmed si mette tra lei e il fratello, spingendoli a diventare rivali. Avvolta in un vortice di passioni turbinose, Lada si troverà di fronte alla scelta più difficile: portare a termine il suo piano o arrendersi all'unico nemico che forse non è in grado di sconfiggere, l'amore.

RECENSIONE
Beh, rag3. Non so da dove cominciare con questa recensione, perché ho così tante cose da dirvi che potrei fare notte. Cioè, non so se rendo l'idea di quanto non mi sia piaciuto questo romanzo. Mi aspettavo un forbidden romance, di cui abbiamo avuto sì e no due pagine in croce, e invece mi sono ritrovata a leggere uno storico-non storico-retelling di Dracula-genderbent che faceva acqua da tutte le parti. Vi ho già accennato il ritmo narrativo, che per me è fondamentale in una storia. Ecco, qui vi spiegherò perché non ha funzionato. 

Ma partiamo dal principio. Io sono buio parte proprio dalla nascita dei figli legittimi (perché Vlad ne ha due, di figli illegittimi) di Vlad Dracul: la brutta (o, almeno, è come viene definita fin dall'inizio) Ladislav "Lada" e il delicato, fragile e piagnucolone Radu. Le prime cento pagine riguardano la loro infanzia, nel castello vicino all'Arges e le loro lotte coi boiardi. Lada è una ragazzina rabbiosa, violenta, idrofoba. Cattiva e dura. In realtà, ha sempre agito così nella speranza di entrare nelle grazie del padre. Vlad, che preferiva senza ombra di dubbio il maggiore ed abuser sia di Lada che Radu, ovvero Mircea. In passato ho studiato russo, fino a quando non ho mollato il corso. Ma anche con le mie competenze di base so che ESISTE la versione femminile di Ladislav, ed è LadislavA. Ho capito per quale motivo Vlad ha voluto darle un nome maschile, tuttavia sapevo molto bene anche ciò. 

Man a mano che la storia progredisce, siamo resi partecipi dell'entrata di Lada e Radu abbandonano l'età infantile ed entrano nell'adolescenza. La loro adolescenza però, ha come oggetto il venire fatti scappare in piena notte e trasportati in un paese sconosciuto, la Turchia. Non si sa per quale motivo. Lo scopriremo, leggendo, soltanto più avanti. Lada rifiuta di adattarsi all'Impero Ottomano, opponendo resistenza a qualunque cosa. Radu, d'altro canto, si dimostra talmente aperto nei confronti della cultura islamica da prendere in considerazione la possibilità di convertirsi. L'imperialismo non è stato reso nel modo che mi aspettavo, così come tante cose non mi sono sembrate chiare. L'unica cosa che ho capito è che gli ottomani definivano 'cani' i rumeni, gli albanesi e i valacchi. La Valacchia, da cui Vlad Dracul è scappato con la coda in mezzo alle gambe perché Mircea ne ha preso il controllo. 

Lada, però, comincia ad affezionarsi sempre di più a Mehmed. Il figlio del sultano. E si ritrova così, nel bel mezzo di una lotta di potere per conquistare Constantinopoli. Il padre di Mehmed non lo considera suo figlio, ma solo un elemento di disturbo da eliminare il più in fretta possibile, in quanto ostacolo per il trono. I giannizzeri sono dei soldati che hanno come scopo nella vita combattere e morire per il sultano, tuttavia non mi sono sentita di accusarli per la loro decisione d'iniziare una rivolta. Succede, quando i ceti più bassi non vengono retribuiti con il dovuto denaro e trattati con il dovuto rispetto. Quindi, anche stavolta, mi sono ritrovata a simpatizzare per i villain. Che novità, eh?

Ora passiamo al punto focale. Il motivo delle mie due stelline. Ho fatto molta molta fatica durante la lettura delle prime 50 pagine. Non so come ho fatto ad arrivare a 100. Da pagina 100 in poi il ritmo è aumentato di botto, venendo rallentato di tanto in tanto da descrizioni lunghissime di ambienti che mi hanno annoiata. Quindi sì, stavo per mollarlo dopo 50 pagine. Pronta a fare DNF, perché insomma, non voglio più perdere tempo. Poi diventa interessante, e mi dico e va beh, ora lo finisco. Mi aspettavo una super storia di forbidden romance, tra una cristiana che odia i traditori islamici e un islamico che rispetta le culture altrui. E nada. L'elemento LTGBQUI, per quanto ben reso, l'ho trovato stonante qui. E' stato come se l'autrice avesse voluto mettere un'accozzaglia di temi, senza riuscire a svilupparne per bene nemmeno uno. E ha dato troppo spazio alla backstory di Lada e Radu, che secondo me ha occupato troppo spazio e ha reso il romanzo di una lentezza terribile. Insomma, quest'accozzaglia di roba mi è sembrata una estrema ratio per tentare di accalappiarsi i lettori usando coppie gay/gay in the closet. C'è un personaggio gay che capirete ch'è gay a distanza di un miglio, tanto è palese. 

Mi ha rassicurata vedere che, su Goodreads, non sono stata l'unica a pensarla in questo modo. Ho scoperto delle cose sull'autrice e sul romanzo che non mi hanno fatto piacere. Specialmente il motivo per cui la scrittrice ha voluto scriverlo, e il fatto che tutti gridano al fatto che non si sia documentata. Io non vengo dalla Romania, dall'Albania o dalla Turchia ma sono lettori che provengono da lì che l'hanno detto. Poi oh, bisogna prendere con le pinze ciò che viene scritto su Goodreads - non dimentichiamo il review bombing a Lightlark prima ancora della sua pubblicazione. 

Ad ogni modo, non mi sento di consigliarvi questo romanzo. Dal mio punto di vista ce ne sono di migliori in commercio, di questo genere (storico-nonstorico-retelling di Dracula-genderbent). Ma se volete leggerlo, allora fatelo. E venite a commentare, perché sono sempre aperta a una discussione costruttiva! 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo:
"(...) Certe vittorie non sono che sconfitte travestite."
(Skanderberg a Radu)

xoxo,
Giada
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