PREMESSA
Quattro mesi fa, ho visto tutta la Trilogia del Baztan su Netflix. Ho scoperto ch'era tratta da libri, quindi li ho messi subito nella mia TBR. Non mi aspettavo di leggerli molto presto. Ma ormai sapete com'è la storia: a causa dell'ansia per la mia ennesima operazione chirurgica, ho trovato che l'unico modo per tenerla a bada è leggere a manetta. Certo, se avessi avuto il contratto rinnovato dall'altro posto di lavoro, adesso mi sentirei un pochino meno in ansia costante - i miei denti non ringraziano, a tal proposito. Ma si fa quel che si può. Quindi, alla fine, ho letto un libro che è decisamente fuori dalla mia zona comfort - dovete sapere che a me non piacciono né le serie tv né i libri che hanno come protagonisti detective e via dicendo, ma in questo caso posso dire che mi ha sorpreso che mi è piaciuto. Non da 5 stelline e dire wow. Ma, insomma, è stata una bella lettura. Una bella e breve pausa dal fantasy e dal romantasy.
TRAMA (DA SALANIEDITORE.IT)
Amaia Salazar non è una donna qualunque. È una poliziotta esperta e intelligente, che è riuscita a superare l’ostilità dei colleghi uomini fino a guadagnarsi la loro stima. Anche la sua vita privata è ricca e appagante, grazie a un marito che la ama moltissimo. Ma quando una serie di delitti atroci la richiamano nel paese di origine dove vive la sua famiglia e che Amaia era ben felice di avere abbandonato, ogni certezza si sgretola improvvisamente: antiche angosce si risvegliano, segreti che sperava dimenticati e che invece ritornano, come se fossero misteriosamente collegati a quegli omicidi. Per risolvere il caso Amaia è costretta a confrontarsi con il lato buio della sua anima mettendo a rischio la solidità della propria vita, i legami familiari, perfino la certezza del proprio lavoro, e cercare l’assassino lungo i sentieri di antiche leggende, superstizioni inquietanti che parlano di un potere ancestrale e invincibile… Dolores Redondo ambienta Il guardiano invisibile tra i boschi della Navarra, nel Nord della Spagna: con perfetto equilibrio unisce suspense e folclore, dando vita a un thriller in cui i paesaggi si animano, teatro dell’azione del male e allo stesso tempo della sua sconfitta. Consacrato dal successo internazionale, Il guardiano invisibile si legge avidamente e immerge il lettore nelle sue atmosfere come un tuffo in acque profonde.RECENSIONE
Il Guardiano invisibile è un romanzo particolare, un murder mystery, che però non è solo murdery mystery perché mescola folclore basco (il basajaun, la belage etc) ad eventi che potrebbero essere definiti reali/realistici. Senza parlare di ciò che ho amato, ma che mi ha annoiato anche, allo stesso tempo: la prolissità dei pensieri e delle riflessioni di Amaia. Ma, andiamo, essendo la protagonista, è una critica tirata proprio per i capelli.
Amaia Salazar è una dectective di Pamplona, che viene richiamata a lavorare a un caso nella sua città natia: Elizondo. Elizondo si trova in una valle oscura, piena di boschi, in cui si dice vi alberghino ancora le creature mitologiche del folclore locale: come dicevo su, il basajaun, la belage, le lamiak. Ma Amaia non è solo questo: è una donna che si è dovuta fare da sola, scappando letteralmente da Elizondo non appena ne ha avuto la possibilità, perché reduce da un tentativo di omicidio da parte di sua madre quando aveva solo nove anni. Questo tentativo di omicidio, reso in modo ancor più grafico nel film, descrive alla perfezione la perdita di lucidità, e la rabbia e l'odio della madre Rosario nei suoi confronti. Tuttavia, Amaia non è l'unica figlia di quella donna: abbiamo la maggiore, una stronza dittatrice chiamata Flora; una mezzana insicura e fragile, Rosaura e infine Amaia. Alcuni termini, come amà e aita erano difficili da capire, per fortuna il traduttore ha messo le note, altrimenti sarebbe stato impossibile capire la maggior parte del romanzo lol La lingua basca, in special modo l'euskera, è davveo molto complicata. Fosse stato un mix tra spagnolo e portoghese sarei riuscita a capirlo, ma questo proprio no. Insomma, in questo romanzo si mescolano omicidi di giovani donne e ragazzine, di un range d'età che varia dai 13 ai 20 anni, e il serial killer è un uomo tra i 25-45 anni che proviene da un'educazione castrante. La particolarità, è che pone sopra le parti intime uno txantxigorri, un dolcetto simile a quelli nostri siciliani con la frutta:
Sono questi, ma come potete vedere mi sono sbagliata alla grande e non somigliano per niente ai nostri siciliani. In poche parole, questo serial killer posa sulle parti intime delle vittime questo dolcetto. E' la sua firma, il suo modo per rendersi riconoscibile alle autorità.
Amaia dovrà affrontare, una volta per tutte, il suo trauma passato e, allo stesso tempo, fare i conti con i suoi problemi di fertilità. Tutte le donne della famiglia Salazar soffrono di questi problemi, e non se ne capisce la ragione o il motivo. Da parte mia, dopo la lettura di questo romanzo, ho più domande che risposte. Quindi mi sa che devo già prenotare il sequel?
Non ho citazioni con cui salutarvi, perciò la mia recensione si chiude qui.
xoxo,
Giada