sabato, giugno 27, 2020

RECENSIONE DI ELITE - OSSESSIONE E POTERE DI LAURELIN PAIGE

Buona sera, Fantastics! Premetto che oggi è una giornata molto calda, ed è anche il primo giorno che sto abbastanza bene da riuscire a stare seduta per almeno una quindicina di minuti, anche se il punto in cui sono stata operata di ciste pilonidale plurirecidiva mi fa un po' male. Ho passato dei giorni altalenanti, abbastanza difficili e facili nel contempo, ma sono qui per dirvi che manterrò il blog aggiornato quanto la mia situazione di saluta lo permetta. 

PREMESSA
Pensavo di riuscire a finire di leggere questo romanzo prima della data X, ovvero la data della mia operazione, ma ahimé non ci sono riuscita. Tuttavia, devo dire che Sabrina, Donovan e Weston mi hanno fatto compagnia in questi giorni e, come sempre, la lettura si è rivelata il mio porto sicuro dove rifugiarmi nei momenti difficili. Ho ricevuto sostegno da persone insospettabili, un sostegno che ho apprezzato davvero molto e a cui sono grata ogni giorno. D'altro canto, ho anche ricevuto una mazzata sulla faccia da quelle persone che ritenevo più vicine a me... okay, solo una persona, in particolare. Ma non importa. Ormai non ha nemmeno più senso che io mi arrabbi per queste cose. Credo nel karma e nella restituzione del bene fatto, quindi non me ne curo nemmeno più molto. Contano solo le persone che sono al mio fianco adesso, che sono rimaste sia nei momenti difficili che in quelli belli, e a loro sono grata con tutto il cuore per la loro vicinanza e il loro sostegno. La storia di Donovan e Sabrina mi ha tenuta incollata alle pagine di questo favoloso romanzo edito Always Publishing, una CE che vi consiglio fin d'ora, tradotto da Dio e di cui non vedo l'ora di leggere in sequel. Spero che la mia recensione vi piaccia, buona lettura!

TRAMA (DA GOOREADS)
C'era una volta una ragazza, povera e bellissima, che aveva un unico desiderio: entrare a far parte dell’élite.
Sabrina è una giovane brillante, ma di origini modeste. Appena giunta ad Harvard, grazie a una borsa di studio, non può fare a meno di restare ammaliata dal fascino dorato dell’élite d’America e dal suo rampollo, il carismatico e spensierato donnaiolo Weston King.
Le insidie di quel mondo esclusivo sono più oscure di quanto Sabrina riesca a immaginare e a salvarla dal suo destino sarà l’enigmatico e tenebroso Donovan Kincaid, amico di Weston. Ma l’affascinante Donovan non è un cavaliere in armatura scintillante e, nonostante la chimica bruciante che lo unisce alla innocente Sabrina, non esita a schiacciarla e a spezzarle il cuore. Il sogno dorato di Sabrina all’improvviso si infrange, e quel mondo irraggiungibile diventa solo un ricordo lontano.


Dieci anni dopo, Sabrina è una pubblicitaria affermata quando dal suo passato riemerge Weston King, l’uomo che lei ha idealizzato, insieme a un’offerta di lavoro irrinunciabile. Ma il suo segreto più torbido e la sua fantasia più proibita, la figura cupa e diabolica che popola i suoi sogni, è Donovan Kincaid, che lei aveva giurato di non rivedere mai più.
Sabrina viene riammessa nel mondo di lusso e privilegi dei due uomini tanto ricchi quanto pericolosi, e rincomincia una partita che in realtà non si era mai conclusa, in un gioco di passione, controllo, gelosia e potere messo in moto dieci anni prima.
Come un’ombra, Donovan non è mai veramente uscito dalla vita di Sabrina, e torna prepotente a ossessionarla, sconvolgerla, sedurla, per poi cercare di respingerla e di tenerla lontano con ogni mezzo dal mondo di cui non vuole che faccia parte.
Ma ora Sabrina è una donna adulta, che conosce le regole che vigono nell’Élite e non si lascerà spezzare... neanche dall’amore.

Il magistrale racconto di un amore proibito in una favola di passione, segreti, bugie, tradimento, gelosia e potere.
Questo è il mondo dell’Élite.

RECENSIONE
Premetto che, quando scoprii questo romanzo nel catalogo delle biblioteche padovane, ero entrata in fissa per Elite (Netflix) e morivo dalla voglia di leggere qualcosa che avesse a che fare con una élite di ricconi che si comportavano da stronzi con chi aveva meno fortuna di loro. Non chiedete. Non so per quale ragione io sia così fissata con queste cose. Il fatto è che amo i romanzi, così come i telefilm, che parlano di persone ricche che si comportano male - forse, è una delle tante qualità che io e Sabrina abbiamo in comune. Ad ogni modo, dire che mi è piaciuto sarebbe un eufemismo bello e buono. Io ho amato questo romanzo dalla prima all'ultima pagina, e anche se in questo momento sto facendo fatica a stare seduta a causa della garza che copre la mia ferita in zona saccocigea, sono decisa a raccontarvi le mie impressioni su questo romanzo fantastico.

Sabrina Lind è una diciassettenne che, studiando e faticando, è riuscita a entrare ad Harvard. Harvard, da sempre è una delle università della Ivy League, costose e riservate a una ristretta cerchia di persone che provengono da famiglie altolocate. Sabrina è ossessionata da Weston, un donnaiolo molto bello, che passa da una ragazza all'altra come se niente fosse. Tuttavia, è anche a causa di Weston che Sabrina conosce Donovan Kincaid. Ecco, Donovan è tutto ciò che mi attrae: oscuro, misterioso, pericoloso. Ed è anche tutto ciò che attrae lei, tanto che non si risparmia in termini poco carini nei suoi confronti non appena può. Infatti, Donovan è l'assistente del professore di Etica del marketing, e quando le loro strade si incrociano a causa, soprattutto, di un'insufficienza che Donovan le ha dato, ci saranno fulmini e saette. L'attrazione tra di loro diventa subito palpabile, irresistibile; ma lui non si fa remore a usarla e gettarla via come un preservativo - avrei detto calzino, ma considerato il personaggio, trovo questo termine molto più appropriato - usato.

Dieci anni dopo, Sabrina è una pubblicitaria affermata che si è presa cura della dolce e simpatica Audrey, la sua sorellina minore. Ma, anche se sono passati anni, non è riuscita a togliersi dalla testa il tenebroso Donovan - a cui continuava a fare ricorso, nelle sue fantasie, per scappare alla sindrome post-traumatica da stress provocata dal tentativo di stupro ad una festa. La sindrome post-traumatica è descritta davvero molto bene, è molto molto realistica ed è un pugno nello stomaco. Dopo aver realizzato la sua fantasia segreta, quella di farsi Weston, Sabrina torna però tra le braccia di Donovan anche se fa di tutto per non farlo. Si contraddice, si arrabbia, se la prende con lui e con sé stessa, ma non può negare l'attrazione sessuale che c'è tra loro.

Okay, mi da' un po' fastidio stare seduta ora e faccio fatica a concentrarmi nella scrittura della recensione. Spero di farcela a finirla, tanto lo so che dovrò stendermi nel letto per un po' dopo, a guardarmi 365 dni. Il famoso film appena uscito su Netflix, di una serie che spero almeno venga tradotta in inglese. 

Un romanzo bollente, che mantiene le aspettative che mi ero fatta: oscuro, potente, intenso. Un romanzo che tratta temi per niente leggeri, e che non è per tutti gli stomaci, ma è un romanzo talmente meraviglioso che sarebbe un peccato non leggerlo. A parte qualche lieve refuso, non ho riscontrato errori di altro genere, in quanto l'ho trovato perfetto sia nella forma che nel contenuto.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, invitandovi a leggerlo non appena ne avete l'occasione, perché è veramente intenso e strappamutande.
"Avevo trascorso troppo tempo a desiderare la vita cui sentivo di essere nata. Era il momento di uscire allo scoperto e andare a prendermela."
(Sabrina Lind)

xoxo,
Giada

venerdì, giugno 12, 2020

RECENSIONE THE ELITE DI KIERA CASS

Buon pomeriggio, Fantastics! Tre ore fa ho finito di leggere il sequel di "The Selection" di Kiera Cass, e personalmente, non ne sono molto entusiasta. Se avete letto la mia recensione su Goodreads, sapete più o meno come la penso a riguardo, quindi in questa recensione vi racconterò nel dettaglio - senza fare spoiler, ovviamente! - di questo romanzo che mi ha deluso su molte molte cose. Vi basti sapere che mi sono ritrovata d'accordo con le recensioni dei lettori sia americani che inglesi, in quanto loro hanno sottolineato le stesse cose che ho notato io durante la lettura.

PREMESSA
Lo stato d'ansia in cui vivo, a causa dell'operazione chirurgica che avrò tra circa una settimana e mezza, mi rende inquieta. Non vi nascondo che non ho mai letto così tanto in un mese, solo quando avevo appena aperto il blog avevo questo ritmo di lettura, ma anche questo va contestualizzato a dovere: non potevo, non riuscivo a scrivere i miei libri perché la mia testa era su altri libri. E quindi eccomi qui, a divorare un romanzo dietro l'altro, nel disperato tentativo di calmare la mia inquietudine. Sono orgogliosa della mia Challenge, non lo nego. Ma mi manca come l'aria scrivere il mio libro. Mi manca come se mi avessero amputato un braccio e io fossi menomata - chi di voi scrive romanzi può capirmi e capire quello che provo in questo momento. 

Ad ogni modo, alla fine ho deciso di continuare la saga di The Selection e, se il primo l'avevo salvato grazie a due personaggi, in questo ho trovato gran poche cose che reputo salvabili. Diciamo che si fa prima a dire le cose che non mi sono piaciute, che quelle che mi sono piaciute xD 

TRAMA (DAL SITO SPERLING & KUPFER)
Trentacinque ragazze. Così era cominciata la Selezione. Un reality show che, per molte, rappresentava l'unica possibilità di trovare finalmente la via di uscita da un'esistenza di miseria. L'occasione di una vita. L'opportunità di sposare il principe Maxon e conquistare la corona. Ma ora, dopo le prime, durissime prove, a Palazzo sono rimaste soltanto sei aspiranti: l'Elite. America Singer è la favorita, eppure non è felice. Il suo cuore, infatti, è diviso tra l'amore per il regale e bellissimo Maxon e quello per il suo amico di sempre, Aspen, semplice guardia a Palazzo. E più America si avvicina al traguardo più è confusa. Maxon le sa regalare momenti di pura magia e romanticismo che la lasciano senza fiato. Con lui, America potrebbe vivere la favola che ha sempre desiderato. Ma è davvero ciò che vuole? Perché allora ogni volta che rivede Aspen si sente trascinare dalla nostalgia per la vita che avevano sognato insieme? America ha un disperato bisogno di tempo per riflettere. Mentre lei è tormentata dai dubbi, il resto dell'Elite però sa esattamente ciò che vuole e America rischia così di vedersi scivolare via dalle dita la possibilità di scegliere… Perché nel frattempo la Selezione continua, più feroce e spietata che mai.

RECENSIONE
Era dai tempi di "After" che non mi ritrovavo davanti a una protagonista femminile così irritante, incostante, incoerente e fastidiosa. Perdonatemi, amanti di The Selection, ma America in questo romanzo ha dato tutto il peggio di sé su tutta la linea - ma, soprattutto, ho avuto l'impressione che in questo romanzo si tentasse in tutti i modi di saldare gli enormi buchi di trama del precedente romanzo. Sì, lo so che non ve ne ho parlato la settimana scorsa. Tuttavia, una parte di me sperava che in questo libro la trama generale o i personaggi migliorassero almeno un po', che acquisissero almeno un arc narrativo sensato e coerente con l'ambiente e la trama della storia principale. Niente di tutto questo.

Andiamo con ordine. "The Elite" riprende da dov'era terminato "The Selection": con Maxon che ha deciso, a causa dei disordini nel Regno, di restringere il numero delle candidate alla Selezione da ventisette a sei. Un'élite che, in teoria, dovrebbe acquisire maggiori doveri e maggiori impegni anche dal punto di vista socio-economico. Bhahahah. Niente di tutto questo nemmeno qui. Qualitativamente, l'ho trovato persino peggiorato rispetto al primo romanzo, ma niente. Questi libri, per quanto trash, sono una droga per me. Un po' come quella serie tv trash di cui tutti parlano e che voi volete vedere, per vedere se effettivamente è così trash come tutti dicono e formarvi un'idea vostra a riguardo. Insomma, America è ancora confusa nei confronti del principe Maxon, però continua a comportarsi come una 'ribelle' a palazzo, facendo di testa sua. Questo, non la fa brillare agli occhi del re Clarkson. 

La Selezione continua, e stavolta è più spietata che mai. Le ragazze sono disposte a tutto pur di farsi notare da Maxon, e la competizione si sposta su più fronti: dai ricevimenti - che a quanto pare sono organizzati all'acqua di rose da delle ragazzine di 17 anni circa senza l'aiuto di nessuno - a una festa riesumata da Maxon. Sì, perché l'elemento centrale di questo romanzo è la scoperta della vera faccia di Gregory Illéa. E qui, devo dirvi che il "Gregory Illéa" mi ha ricordato troppo il romanzo di Suzanne Collins, "Gregor" di Suzanne Collins. Vi giuro, per quanto mi sforzassi di non associarlo a quel libro, che tra l'altro non ho nemmeno ancora letto, la mia mente andava sempre lì. 

America è sempre la stessa incoerente e contraddittoria ragazza di "The Selection", che porta avanti una specie di simil-relazione clandestina con il suo ex pur sapendo quello che ha subito la mia sua migliore amica - che poi, la Cass non ci ha mostrato molti momenti di 'comunanza' o 'sorellanza' tra loro, quindi il loro rapporto è stato sviluppato di punto in bianco ed è diventato subito profondo - e Maxon. E' sempre indecisa. Chiede sempre tempo. Si comporta veramente da stronza, passatemi il termine e scusatemi il francesismo. Solo Tessa era così fastidiosa, e solo Abby Abernathy si comportava così. Ci sono degli stereotipi che speravo andassero via o almeno venissero attenuati in questo romanzo, ma no. La bionda ricca deve essere sempre una stronza. In genere tendo a tifare per i 'buoni' se così si possono chiamare, nei romanzi, ma stavolta mi sono sentita di parteggiare solo per Celeste. Di tutti i personaggi presenti in questo libro, è la più coerente. 

Credo che la cosa che mi abbia fatto abbassare il punteggio così tanto, a parte l'irritazione provocata da America e dai suoi pensieri e azioni monodimensionali - era che, in fondo, tutti i personaggi fossero piatti e monodimensionali, poco coerenti in tutto e per tutto. Anche le fazioni che attaccano di continuo il Palazzo, a cosa servono le guardie? Solo per difendere i reali? Non per attaccare i nemici? I pensieri di America, perché il romanzo è scritto dal suo POV, così come le sue emozioni, sono descritte quasi in modo automatico. Non ci viene data una connotazione emotiva, di ciò che la circonda. Tutto è superficiale, descritto superficialmente anche le sue relazioni. La backstory di Maxon e della regina l'ho trovata un po' buttata a caso, per giustificare il suo comportamento nei confronti delle ragazze e soprattutto, riguardo ai lettori. 

Insomma, ho avuto la sensazione che il romanzo avrebbe dovuto finire nel primo libro. Questo, sembra passare da zero azione nel primo a cento, in questo, nel giro di un secondo e senza un motivo logico o apparente. E' come se questo testo fosse un goffo tentativo di dare sostanza agli eventi di "The Selection", una sostanza che non trova riscontro nel romanzo perché, in fondo, ciò che avviene è come se fosse una versione ridotta del primo. Il finale mi ha delusa tantissimo. E anche ciò che ha detto America riguardo un'azione compiuta durante un progetto, che me l'aveva quasi fatta piacere e l'aveva fatta evolvere.

Tuttavia, questi libri sono una droga. Una droga perché sono frivoli, non pretendono di essere distopici, ma un simil-fantasy a tema romantico - il triangolo d'amore presente in entrambi. Perché, insomma, distopico questo non è, come invece avevo detto ch'era l'altro. Speravo che questo venisse approfondito a dovere, o quantomeno venissero giustificate certe azioni o spiegati certi comportamenti, ma niente. Sembra che questa sia la versione cheap di "The Hunger Games"

Non posso salutarvi con una citazione tratta dal romanzo, perché mi sono appena resa conto che non ne ho. Quindi, spero di averne qualcuna quando leggerò "The One", sì, poiché anche se trovo America insopportabile voglio vedere se i romanzi migliorano almeno un po'.

xoxo,
Giada

domenica, giugno 07, 2020

RECENSIONE DI THE SELECTION DI KIERA CASS

Buon pomeriggio, Fantastics! Urgh, è stato difficile non scrivere 'bloggers e lettori' come ho fatto per tutti questi anni, ma devo disabituarmi. Per quanto sia una vera impresa e le vecchie abitudini siano dure a morire, sono decisa a usare il mio nuovo metodo per rivolgermi a voi. Oggi sto abbastanza bene, rispetto ai giorni scorsi. O meglio, ho ancora mal di pancia, ma si è attenuato. Sono ancora molto in ansia per l'operazione a cui devo sottopormi e mi rompe il fatto che dovrò aspettare per scrivere ancora, ma non importa. Ho imparato che più attendo di fare una cosa, più il risultato finale sarà ancora più soddisfacente. 

PREMESSA
Dopo aver letto Iron Flowers di Stacy Banghart, uno dei migliori distopici dell'anno e aver letto nella quarta di copertina che era in parte ispirato ad Hunger Games e a The Selection, morivo dalla curiosità di leggere The Selection di Kiera Cass. Insomma, se doveva avere ispirato una scrittrice del calibro della Banghart, e credetemi, per me la Banghart è diventata una delle migliori autori di distopico in assoluto, doveva essere un bel romanzo. Forse mi aspettavo troppo. O forse, semplicemente, continuavo a paragonarlo ad Iron Flowers, e in questo ho sbagliato, ma non posso dire che io lo abbia amato follemente, così come non posso dire di averlo odiato. E' una via di mezzo. Un romanzo carino, di certo, ma che non ha fatto scoppiare la scintilla dentro di me per farmi dire 'è favoloso!'. 

TRAMA (DAL SITO IBS)
Uno spettacolo sfavillante come un diamante. Una competizione feroce come la vita. Un gioco pericoloso come l'amore. Molti anni dopo la Quarta guerra mondiale, in un Paese lontano, devastato dalla miseria e dalla fame, l'erede al trono sceglie la propria moglie con un reality show. Spettacolare. Così, per trentacinque ragazze la Selezione diventa l'occasione di tutta una vita. L'opportunità di sfuggire a un destino di fatica e povertà. Di conquistare il cuore del bellissimo principe Maxon, e di sognare un futuro migliore. Un futuro di feste, gioielli e abiti scintillanti. Ma per America Singer è un incubo.

RECENSIONE
Sebbene io l'abbia finito ieri notte all'una e un quarto, sono ancora piuttosto indecisa su cosa scrivere in questa recensione. Qualitativamente, l'ho trovato inferiore sia ad Hunger Games che ad Iron Flowers, ci sono livelli di trash inimmaginabili in questo romanzo. Livelli di trash che è impossibile non notare... voglio dire, tutto il romanzo di per sé è molto molto trash. Oggettivamente, è un romanzo carino. Piacevole, perfino. E sì, mi sto stupendo anche io di ciò che vi sto dicendo.

In un futuro distopico, alla Terza Guerra Mondiale è seguita una Quarta Guerra Mondiale e gli Stati Uniti, come li conosciamo noi oggi, sono risorti dalle ceneri del vecchio Stato che erano e sono diventato il Regno di Illéa, governato dai sovrani. Il Regno di Illéa è una monarchia totalitaria, ma pratica la censura sul suo popolo in modi particolari che non vi spiegherò, ma che dovrete scoprire. Questo elemento è comune in tutti i distopici: uno Stato, in passato libertario e repubblicano, che viene gestito o da un regime totalitario o da una monarchia al fine di mantenere l'ordine nel Mondo in cui tutti vivono e mantenere il popolo in una condizione d'ignoranza per poterli manovrare e far fare loro ciò che vogliono. La popolazione è divisa in casate: ci sono gli Uno, i Due e i Tre che sono i più benestanti e i ricchi, mentre dal Quattro a scalare sono tutte casate di poveri. Fino a raggiungere gli Otto, che sono i vagabondi e i senzatetto. Nel Regno di Illèa, le regole sono ben chiare per tutti: è consigliabile sposarsi solo tra membri delle stesse casate, perché in caso di matrimonio la ragazza deve adattarsi allo stile di vita del marito. Ah, e il sesso è fuorilegge prima del matrimonio per il rischio di rimanere incinta. 

Fatte queste dovute premesse, parliamo di lei. La nostra protagonista. America Singer ha sedici anni, ma tante volte si comportava - e si è comportata - per buona parte del romanzo come se ne avesse dodici o undici. E' una Cinque, quindi lavora insieme alla sua famiglia sin da quando aveva come minimo sette anni. E, grazie ai loro avi, è costretta a svolgere un lavoro (che tuttavia ama) grazie al fatto che suo nonno era un'artista: quindi lei viene pagata per cantare, disegnare, scolpire e dipingere. Cavolo, nonostante il contesto di povertà e miseria, non è niente male! Ad ogni modo, America Singer è molto molto frivola, ed è anche follemente innamorata di Aspen Leger, con cui si frequenta da due anni di nascosto dai suoi genitori. Perché? Perché sua madre vuole che lei faccia la domanda per partecipare alla Selezione, ma ignora che lei sia innamorata di Aspen, che ai suoi occhi è solo un suo caro amico. Non posso girarci intorno: America non mi è piaciuta per quasi tutto il romanzo, si è salvata a trenta pagine dalla fine per poi cadermi su una cosa che non mi sarei mai aspettata da lei.

Non potevamo permetterci il lusso di nutrire desideri: noi avevamo necessità.
(America Singer)

Così, America fa la domanda per La Selezione e, a sorpresa, viene Selezionata! In questo modo, guadagna molta popolarità, e comincia a domandarsi cosa l'aspetterà a Palazzo una volta che conoscerà tutte le altre trentacinque ragazze che competeranno con lei per Maxon. Il principe Maxon è, inizialmente, un ragazzo molto ingessato, ma mi ha fatto molta tenerezza. E' il totale opposto di Aspen, che se da principio era nevrotico e stacanovista, diventa più mascolino e virile. Insomma, Maxon mi è piaciuto quasi più di Aspen, in quanto è un personaggio che si scopre poco alla volta. Scoprirlo e conoscerlo, è sempre una bellissima sorpresa. Quindi, posso dirlo senza tanti giri di parole, che il romanzo si è salvato grazie a loro due e al triangolo amoroso (sebbene non esplicitato), in cui America si troverà coinvolta. 

I personaggi hanno davvero poco spessore psicologico, tante volte li ho trovati monodimensionali e noiosi, salvo qualche raro caso in cui ho assistito a picchi di eventi che hanno mostrato qualche lato del loro carattere. Sarò sincera: per gran parte della sera, pensavo di dare due stelle a questo romanzo. Non mi ha fatta impazzire, così come non mi ha fatto dire che l'ho odiato. C'erano elementi come le domande impostate così: '?...' che non ho capito e che mi hanno infastidito, ma devo confessarvi che in gran parte il mio basso punteggio è dovuto alla monodimensionalità dei personaggi. Sono piatti, non c'è altro da aggiungere. Inoltre, come già accennato, America è molto superficiale: solo qualche volta vediamo altro in lei, oltre che i problemi che si pone per i ragazzi e come risolvere il suo cuoricino spezzato da Aspen. Ma, tuttavia, devo contestualizzare anche questo. Il romanzo è pensato per un contesto YA, suppongo, quindi in parte mi sento di giustificare la superficialità di America. Una cosa che proprio non mi è andata giù è stato l'enorme uso di tell, don't show, ovvero tutto l'opposto di ciò che si insegna a uno scrittore. Le emozioni erano meccaniche, tanto da apparirmi vuote. E po', ragazzi, sarebbe potuto essere davvero un ottimo romanzo se avessero dato un po' di spessore ai personaggi.

Adesso lo so, vi starete chiedendo per quale ragione io abbia dato tre stelle (e cioè la sufficienza) a un romanzo che, per la maggior parte del tempo, non mi ha fatta impazzire? Perché bisogna riconoscere che, nonostante tutte queste pecche, il romanzo scivola via in fretta. E' molto fluente, nonostante l'enorme quantità di trash e credetemi, il trash non è dato dalla Selezione di per sé ma dall'atteggiamento e dal comportamento dei personaggi, America per prima. L'idea del Reality Show di per sé è buona, ma America è la componete principale di trash. Quindi, per quanto io in genere avrei cassato totalmente un romanzo simile, mi sento di salvarlo con una sufficienza per riconoscere la sua scorrevolezza e il fatto che, ad ogni fine di capitolo, ti veniva voglia di continuare la lettura. A questo punto, spero solo che la serie Netflix sia migliore del libro - con After è stato così, per me.

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro, e vi invito a commentare e a farmi sapere se l'avete letto e cosa ne pensate a riguardo. Confrontiamoci, su!
"Era un piano semplice e brillante. A volte, il modo migliore di conservare un segreto è quello di esporlo in bella vista."
(America Singer)

xoxo,
Giada

martedì, maggio 26, 2020

REVIEW PARTY DI MAKING THE RULES DI SAGARA LUX

Buon primo pomeriggio, bloggers e lettori! A dire il vero, non mi piace molto questo mio modo di riferirmi a voi, penso che d'ora in avanti vi chiamerò Fantastics, che ne dite? E' molto più adatto al mio blog e a tutto in generale. Sì, vi chiamerò così da questo momento. Dunque... ieri sera, nonostante la giornata intensa di esami preoperatori, sono riuscita a finire il meraviglioso e intenso nuovo romanzo di Sagara Lux. Ve ne parlerò meglio nel post, quindi scrollate e leggete, poi ditemi cosa ne pensate nei commenti del blog o su Facebook :)

PREMESSA
Sagara Lux è una delle mie autrici preferite, penso che ormai si sia capito. Adoro ogni romanzo che scrive, ogni suo personaggio, ogni suo villain e ogni suo 'buono'... ma non sarebbe neanche un termine corretto definire 'buono', perché ogni personaggio di Sagara ha un chiaroscuro dentro di sé che lo rende ancor più umano, e molto vicino alla realtà. In fondo, nessuno di noi è completamente buono o cattivo, ognuno di noi nasconde delle zone d'ombra che non rivela a nessuno, ma che lo rendono ciò che è, e questo sono anche Robert Rules e Sharon Allen. Due personaggi molto intensi, che vi lasceranno senza fiato. Due personaggi indimenticabili.

SINOSSI (DA GOODREADS)
«Sono due le cose che non dovremmo mai desiderare: quello che non possiamo avere e quello di cui potremmo pentirci.»

ROBERT RULES.
Nella vita, ha ottenuto tutto ciò che voleva. Crede di essere intoccabile; che nessuno scoprirà i suoi segreti.
Ma so cos'ha fatto.
Ho visto il mostro che è dentro di lui.
E ho giurato di distruggerlo.

SHARON ALLEN.
Si è nascosta bene, crede che non riuscirò a trovarla.
Ma so chi è. Quanto è vicina.
E quali oscuri desideri si annidano nella sua mente.

Pensa che sia un mostro. Forse lo sono davvero.
Il suo mostro.
E sto per prenderla.

Lo trovi qui:
https://www.amazon.it/dp/B088JRDZYZ/
RECENSIONE

"Se vuoi la rosa, devi accettare le sue spine"

Robert Rules è l'unico figlio del magnate suo omonimo, suo padre, che gestisce la Rules Corporation: la più grande azienda produttrice di software per la protezione dei sistemi operativi di tutta Seattle e degli Stati Uniti. Un ruolo molto importante, che però ha sempre richiesto un caro prezzo da pagare... Forse il suo stesso matrimonio con la bellissima Brenda.

Possedere lo stesso nome di suo padre, è sempre stato un macigno per Robert. Non solo perché voleva guadagnarsi il suo spazio nel mondo a prescindere dal suo nome o cognome, ma perché è sempre stato, anche da adolescente, totalmente diverso da lui. Per anni, Robert voleva solo che suo padre fosse felice, che divorziasse da sua madre per il bene di tutti, invece le cose non sono andate come sperava. La morte del genitore che gli era più caro, infatti, lo segnerà per tutta la vita, rendendolo l'uomo spietato e crudele ch'è adesso.

Con il tempo e l'esperienza, si maturano istinti che difficilmente sbagliano.
(Robert Rules)

Sharon Allen è una donna in fuga. Da quando sono morti i suoi genitori, e grazie alla sua mente brillante, ha dato la caccia a colui che le ha portato via sua sorella. Jillian Allen è, per questo motivo, il collegamento principale tra Sharon e Robert, ma anche l'elemento che li porterà a scontrarsi più e più volte a vicenda. Ho adorato Sharon sin dalla prima pagina, non è una ragazza fragile, men che meno insicura, è tutta d'un pezzo e non ha paura di prendersi ciò che è suo. E' una caratteristica che accomuna tutte le donne di Sagara: ragazze con un passato doloroso o difficile, che trovano la forza in loro stesse e facendo affidamento su loro stesse e le loro capacità e, lasciatemelo dire, le ho sempre amate per questo. Gridano girl power da ogni riga! E io amo, amo tutto questo!

Il modo migliore per tenersi stretto un uomo è dargli qualcosa, ma negargli ciò che desidera di più. (...) Ho dato inizio a un gioco pericoloso (...), ma di una cosa sono certa: sarò io a stabilire le regole. (Sharon Allen)

E' vero, ciò che inizia Sharon è un gioco molto pericoloso. Moltissimo. Robert Rules non è la persona che appare, ma nasconde un animo molto oscuro, fatto di desideri oscuri e perversi, desideri che scoprirà di possedere anche lei. Man a mano che la storia prosegue, le loro vite entreranno in collisione: e dall'odio, nasceranno tutta una serie di sentimenti che faranno a cazzotti l'uno con l'altro per predominare sui nostri protagonisti principali. La vasta gamma di emozioni che ci presentano mi ha lasciato sul filo del rasoio almeno tanto quanto il mistero dell'assassinio del padre di Robert, un mistero che dovrete scoprire leggendo. Vi posso garantire, però, che rimarrete a bocca aperta. Cavolo, penso che sia uno dei migliori colpi di scena che io abbia mai letto e vi straconsiglio di leggere con attenzione tutte le parti, in modo da assaporare ogni scena e ogni emozione. In realtà, questo è anche il motivo per cui ci ho messo tanto a finirlo: era così bello che non volevo finisse.

I personaggi di Sagara sono sempre stati intensi e forti, ma Sharon e Robert hanno un qualcosa che mi attrae a loro ancora di più. Sono una ventata d'aria fresca nel panorama letterario italiano, e il romanzo di per sé presenta una commistione di generi - il thriller e l'erotico - resi magistralmente. Sharon e Robert, ma anche i personaggi minori, sono tridimensionali. Senti sulla tua pelle le loro emozioni, ridi con loro, soffri con loro, ti danni insieme a loro e, soprattutto, sei alla ricerca della verità proprio come loro due. La verità è uno dei temi centrali del romanzo. Una verità che potrebbe far male, ma potrebbe anche liberare entrambi. Ma, come sempre, la verità richiede un grande prezzo. E lo so che mi sto ripetendo, ma è proprio questo il nocciolo della questione: ogni cosa richiede un prezzo, bisogna vedere quanto entrambi saranno disposti a sacrificare di loro stessi per scoprire ciò che desiderano. A scoprire ogni cosa. Per questo, vi dico che la verità potrebbe liberare, ma anche fare del male. E' una nostra scelta. O meglio, è una scelta dei coprotagonisti.

"Making the Rules" è un romanzo cinematografico, l'ho detto anche nel gruppo, perché tutte le scene sono state rese in modo filmico, lasciando il lettore sul chi vive, in ansia, chiedendosi cosa accadrà loro adesso. Anche questa, è una caratteristica che apprezzo molto in uno scrittore: se uno scrittore riesce a farmi vedere il 'film' nella mia mente del libro che sto leggendo, facendomi provare un ottovolante di emozioni, mi ha già conquistata. Ed è questo il caso di "Making the Rules".

Ho trovato qualche lieve errore di alcune parole inglesi 'Lyar' al posto di 'Liar' e qualche lieve errore di battitura verso il 50% del romanzo, ma non sono errori o sviste che ne pregiudicano la lettura.

Sagara si conferma, di nuovo, la grandissima scrittrice che è. La sua capacità di scavare a fondo nell'animo umano e tirare fuori i lati più nascosti dell'io, permettendoci di guardare attraverso lo spioncino (immaginario) dell'uomo la rende una delle mie autrici preferite. La sua capacità di arrivare dritta al cuore del lettore, facendogli provare le emozioni dei personaggi sulla sua pelle è una dote che ha sempre avuto, ma che si è affinata ancora di più nel corso degli anni, rendendola se possibile ancor più bella e capace di centrare il cuore del lettore. Ha di sicuro centrato il mio, perché cinque stelle sono davvero molto poche per me, ne vorrei dare molte di più. Cinque stelle per il capolavoro che è "Making the Rules", una delle migliori uscite del 2020 e, da questo momento, uno dei miei romanzi preferiti!

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro, invitandovi a leggerlo per perdervi nelle avventure e nelle vite di Sharon e Robert. Per vivere sulla vostra pelle l'emozione e l'adrenalina che loro sono stati capaci di donarmi nella lunga settimana che ho passato.
"La vita è crudele; ti porta spesso a desiderare cose sbagliate o spietate. La differenza tra persone come me e quelle come Rules non sta in ciò che passa nella nostra testa, nella determinazione con cui gli diamo corpo."
(Sharon Allen)

Sharon è come me: se provocata, non abbassa la testa.
Sfodera le unghie.
(Robert Rules)

xoxo,
Giada

domenica, maggio 03, 2020

RECENSIONE DI UN CUORE PER UN CUORE DI ORNELLA CALCAGNILE

Buona sera, bloggers e lettori! I pollini non mi stanno dando pace nell'ultimo periodo, e le numerose letture che sto portando a compimento almeno mi distraggono dall'attesa di venire richiamata in ospedale per la terza volta (che per me è come una quarta, in ogni caso). Nei prossimi giorni preparerò le recensioni degli altri libri di nonfiction letti nell'ultima settimana, e vi consiglierò quelli più interessanti e che offrono un maggiore spunto di riflessione.

PREMESSA
Due giorni fa, ero ancora sveglia sul letto alla ricerca di nuovi romanzi da leggere. Ho fatto la ricerca sul primo Kindle, il mio primissimo Kindle, vecchio e dalla cover consunta a causa dello strofinamento dei libri che portavo nella borsa dell'università, e ho ritrovato questo racconto edito Dunwich Edizioni. "Un cuore per un cuore" mi aveva attratto, a suo tempo, non solo per la cover, ma anche per la sinossi intrigante e nonostante siano passati più di sei anni, ha fatto ancora lo stesso effetto su di me. Tra l'altro, è anche il primo racconto che leggo di Ornella, e mi chiedo per quale assurda ragione io non l'abbia letto prima. Mi è piaciuto molto il suo stile!

SINOSSI (DA GOODREADS)
A Steamwood, nel piccolo regno di Enchanted Forest, Biancaneve e il suo principe hanno conseguito il tanto meritato lieto fine dando persino alla luce una bambina, riflesso della madre: Biancabrina.
Una felicità raggiunta a discapito però della “povera” Grimilde che, sopravvissuta, si è nascosta nella cittadina di Steamgrow e ha ordito una tremenda vendetta a danno della figliastra, lanciando nel momento più opportuno una maledizione sul regno, un sortilegio a cui, per sua sfortuna, Biancabrina è riuscita a sottrarsi.
Tra elementi della fiaba classica e quelli innovativi dello steampunk, una nuova improbabile principessa tenterà di riconquistare il regno che le spetta di diritto e apporre la parola fine sulla sua “nonnastra”. Nell’impresa non sarà sola, ma accompagnata dal fidato amico Dopey e i suoi mecha-nani.
Biancabrina riuscirà a guadagnarsi il lieto fine e portare a compimento la sua vendetta o sarà ostacolata dalle creature di Steamwood e dal Narratante, sommo signore di quelle terre?
Tra ferro e vapore, magie e pozioni, ottone e marchingegni, tutto ha inizio con… Once Upon a Steam.

ONCE UPON A STEAM
Steamwood non è un regno da favola. È immerso nel vapore e le sue esalazioni nascondono le stelle, lasciando intravedere nel cielo soltanto una cupa vastità illuminata da due lune gemelle. In un’ambientazione a tratti vittoriana e a tratti steampunk, si muovono i protagonisti delle novelle della serie, incontrandosi – e scontrandosi – sullo sfondo di un universo in bilico tra l’incanto e una minacciosa profezia circa l’arrivo della Stagione dell’Insomnia. Il Narratante, una figura misteriosa senza volto né voce, farà da collante alle varie storie, manifestandosi in modi sorprendenti. Ogni racconto è la rivisitazione di una fiaba classica, ben conosciuta dai lettori, ma che si rivelerà ai loro occhi con nuove sfumature.

RECENSIONE
"Un cuore per un cuore" è un racconto di circa 60 pagine, che narra le avventure e disavventure della figlia di Biancaneve e Florian, la ribelle Biancabrina. Biancabrina non è la classica principessa remissiva, delicata, posata come la madre, ma tutt'altro. E' ribelle, arrogante, maleducata e molto molto rozza. Lei, insieme ai suoi genitori, al suo fidato amico nano Dopey e ai suoi amati mecha-nani, vive a Enchanted Forest. Enchanted Forest, la Foresta Incanta che Biancaneve attraversa nel classico Disney, ma rielaborata in chiave Steampunk. E così, al mondo della fiaba si aggiunge l'universo vittoriano fatto di viti, bulloni e ingranaggi, tutti avvolti da fumi di varie tipologie.
Di cui alcuni persino mortali. 

Quando il Cacciatore, sicario della Regina Grimilde, si presenta inaspettatamente a corte a porgere il suo regalo; tutto il Regno cadrà in un incantesimo di vecchiezza da cui si salverà solo Biancabrina. Naturalmente, non vi svelerò la ragione per cui l'erede è stata risparmiata. Ma questo, insieme ad altri motivi che la muovono, la porteranno a iniziare la sua avventura per farla pagare alla malefica megera. Un'avventura nella quale la sua strada s'incrocerà con quella di un'altra principessa molto amata, che amerete per la sua dolcezza e ingenuità. 

Il Regno è strutturato come una vera e propria città vittoriana, ma presenta anche chiari rimandi alle favole Disney di cui il racconto ne è il retelling. Se l'avete notato, a me piacciono davvero tanto i retelling, ancor più se presentano sotto un nuovo punto di vista le principesse e i principi delle cui storie siamo sempre stati abituati. Gli elementi Steampunk sono molti, e non ve li elencherò tutti. Tuttavia, una cosa mi ha colpito davvero molto, ed è il Narratante. Vorrei dire molto di più, ma non posso farlo perché sono già a mega rischio spoiler; vi basti solo sapere che il Narratante è una figura misteriosa e centrale nel racconto e ha il suo ruolo in ogni vicenda del Regno.


E' un racconto anticonvenzionale, potente, con una morale di fondo non indifferente. E cioè che nessuno può scappare dalle conseguenze della vendetta. Ecco, in questo ci ho visto un che di karmico, perché è vero: ogni vendetta ha le sue conseguenze, e non sono mai positive. Non si può sperare in un esito positivo, da una cosa così tanto negativa e il karma fa il suo corso equilibrando il sistema e l'ordine delle cose.

La citazione che vorrei inserirvi è troppo spoilerosa, quindi evito di metterla. 
Perciò, miei adorati lettori, ci salutiamo qui! 

xoxo,
Giada

sabato, maggio 02, 2020

RECENSIONE DI IRON FLOWERS - SOLO IL CORAGGIO DI UNA DONNA PUO' CAMBIARE IL MONDO DI TRACY BANGHART

Buon giorno, bloggers e lettori! Come potrete vedere, sono tornata di nuovo nel blog dopo quasi un mese di assenza. Sono state delle settimane di scrittura folle e bruciante, interrotte di colpo da una notizia poco piacevole, di cui vi parlerò più avanti: sto ancora faticando io stessa a metabolizzarla, e mi ci vorrà ancora qualche settimana per venire a patti con la realtà dei fatti. Non preoccupatevi, non è niente di preoccupante, almeno, non troppo preoccupante.
Vi spiegherò più nel dettaglio la ragione del mio ritorno sul blog, spero che vi faccia piacere.
Ora come ora, il blog e i libri da leggere (e recensire per voi) sono una delle mie più grandi consolazioni, dato che la mia mente fatica a tornare al mondo della fantasia dei miei romanzi e che, quando ciò accade, mi sento di nuovo serena per dieci brevi minuti.

PREMESSA
"Iron Flowers" è stato il libro che mi ha liberato dal blocco autoimposto dalla quarantena, e mi ha fatto ripartire nella scrittura. Sono state quattro settimane, più o meno, molto intense. Ho scritto molto, moltissimo e ho recuperato almeno una parte di ciò che volevo mettere nero su bianco. Questo, fino a quando non ho fatto una visita medica. La scrittura è uno dei miei capisaldi, è la mia ancora durante le tempeste della vita, e anche se non me la sento di tornare nel mondo dei miei personaggi ora come ora (non sarei in grado di produrre cose che mi piacciono, e finirei col bloccarmi, quindi preferisco lasciare la fantasia vagare libera e non costringermi a fare cose che magari non verrebbero nemmeno bene - anzi, ho la certezza che NON verrebbero bene, perché mi conosco e so quanto io sia esigente con me stessa). Perciò, sono tornata da Nomi e Serina, due ragazze che mi hanno risollevato il morale e mi hanno ridato almeno una parte della scintilla di forza di cui avevo estremamente bisogno. Questo libro è diventato molto più di un oggetto, per me. E' diventato il simbolo del mio ricongiungimento coi miei personaggi e il mio rifugio in un momento molto difficile che sto ancora vivendo. Perciò, chi vi dice che la scrittura e la lettura non siano benefici e un balsamo per le ferite dell'anima, ha solo paura di guardarsi dentro.

La copertina bella, bellissima, non ha però niente a che vedere col romanzo. Le caratteristiche fisiche di Nomi e Serina non corrispondono a quelle della ragazza nella cover.

SINOSSI (DA DEA PIANETA LIBRI)
Audace, potente, magnifico. Un fantasy imperdibile, romantico come The Selection e brutale come Il racconto dell’ancella.

Non tutte le prigioni hanno le sbarre. In un mondo governato dagli uomini, in cui le donne non hanno alcun diritto, due sorelle non potrebbero essere più diverse l’una dall’altra. Nomi è testarda e indisciplinata. Serina è gentile e romantica, e sin da piccola è stata istruita per essere un esempio di femminilità, eleganza e sottomissione. Sono queste le doti richieste per diventare una Grazia, una delle mogli dell’erede al trono. Ma il giorno in cui le ragazze si recano nella capitale del Regno, pronte a conoscere il loro futuro, accade qualcosa di inaspettato che cambierà per sempre le loro vite. Perché, contro ogni previsione, è proprio l’indomabile Nomi a essere scelta come compagna del principe, e non Serina. E mentre per Nomi inizia una vita a palazzo, tra sfarzo e pericolosi intrighi di corte, sua sorella, accusata di tradimento per aver mostrato di saper leggere, viene confinata sull’isola di Monte Rovina, un carcere di donne ribelli in cui, per sopravvivere, bisogna combattere e uccidere. È cosi che entrambe si trovano prigioniere, l’una di una gabbia dorata e l’altra di una trappola infernale. Per le due sorelle la fuga è impossibile: un solo errore potrebbe significare la morte. E allora, quando non c’è soluzione, l’unica soluzione è cambiare le regole.

Un romanzo ribelle, all’insegna del girl power. Una storia che spinge a dire basta e a reagire. Perché nessuno ha il diritto di decidere per te.

RECENSIONE
Come accennato sopra, "Iron Flowers" ha avuto un ruolo fondamentale nella mia scrittura ed è anche il libro a cui sono tornata, quasi piangendo, alla ricerca di figure forti di donne a cui fare riferimento. Perché, in quel momento, solo Nomi e Serina potevano consolarmi, darmi la forza e incitarmi a resistere. Sebbene siano personaggi inventati, mi hanno restituito almeno una parte della scintilla che mi animava prima della notizia shock che ho ricevuto tre giorni fa. Sarò per sempre loro grata. A prescindere da quel che accadrà, perché Nomi e Serina sono due personaggi indimenticabili.

Serina ha diciotto anni, vive a Lanos insieme a suo fratello maggiore Renzo e alla sua sorella minore Nomi. Da sempre, è stata addestrata per diventare una Grazia: le è stato inculcata l'idea che le donne non possono reagire e devono SEMPRE essere remissive e sottomesse, non devono mai alzare la voce e non devono mai dire di no agli uomini. Le Grazie, sostanzialmente, sono una sorta di harem privato sia del Supremo che dell'Erede. Il Supremo è il sovrano del Regno di Viridia. Viridia, sostanzialmente, è una sorta di Venezia fantasy, dove ha sede il palazzo del Supremo e dell'Erede.
Le Grazie provenienti da tutta Viridia vengono convocate nel palazzo per il ballo reale, ballo in cui l'Erede, il bellissimo e anche intimidatorio Malachi dovrà scegliere le sue tre Grazie. 

"No." A Nomi si spezzò il cuore. "Non è una scelta se non si ha la libertà di dire no. Un sì non ha valore quando è l'unica risposta concessa!"(Nomi a Serina)

Al ballo vengono scelte, come Grazie dell'Erede, Cassia, Maris e... Nomi! La sorpresa è così scioccante sia per Nomi che per Serina, che all'inizio entrambe penseranno d'aver sentito male. Serina e Nomi non potrebbero essere più opposte l'una dall'altra: dove Serina è elegante, posata e remissiva; Nomi è ribelle, coraggiosa e impavida. Il ribaltamento dei ruoli prescelti e prefissati produrrà un'onda d'urto non da poco nelle sorelle, che si ritrovano a vivere al contrario i ruoli per cui si erano preparate. Non sarà solo questa, però, l'unica cosa che dovranno affrontare. Nomi, incapace di trattenersi alla vista di libri (che sono vietati alle donne, che non devono saper né leggere né scrivere), ruba dalla biblioteca di Malachi un libro. Sarà quel semplice libro di favola a creare la seconda onda d'urto, che vedrà come protagonista Serina, che verrà condannata per un crimine non commesso: la lettura. 

Era tutto ciò che poteva fare: andare avanti. Pregando che il suo cuore continuasse a battere.(Serina)

Serina si ritrova così a vivere in un'isola vulcanica, insieme a un gruppo di donne cazzute che le fanno subito notare che la grazia e la gentilezza lì non porteranno a nulla. L'unico modo per sopravvivere a Monte Rovina è lottare, è diventare ferro e filo spinato. 

"Dovete essere forti come questa prigione, forti come la roccia e l'oceano che vi imprigionano. Voi siete fatte di cemento e filo spinato. Siete fatte di ferro."(Oracolo)

Il contesto distopico del romanzo si è fatto sentire fin dalle primissime pagine: un mondo, seppur fantastico, in cui dopo una grande guerra le donne sono state costrette a ruoli marginali e di poco conto. Le donne, nel mondo di Viridia, non possono leggere, scrivere, informarsi, non possono nemmeno lavorare. Il loro unico scopo è fare figli ed essere delle belle statuine, perché sono esseri deboli in quanto gli uomini e solo gli uomini sono intelligenti e forti. E' stata una bella botta, non vi nego, questo contesto. Mettermi nei panni delle sorelle Tessaro mi ha fatto male, mi ha fatto soffrire davvero molto, fin dalle prime dieci pagine. Vedere ridotto il ruolo della donna a mera progenitrice mi ha colpita dritta al cuore, perché è un tema terribilmente attuale ed è stato reso con una grazia e una forza che mi hanno colpito nel profondo. Provate a immaginare se, di punto in bianco, voi tutte foste private della possibilità di lavorare, leggere e scrivere e che queste attività che tutte noi amiamo fare, fossero considerati dei reati punibili dalle legge con: esilio, riduzione del ruolo lavorativo, prigione. Concordo su quanto è scritto nella sinossi: è un contesto potente che ricorda Il racconto dell'Ancella - che io ho seguito da lontano, perché quando volevo prenotare il libro avevo una coda impressionante davanti di attesa. Ma è un libro che leggerò sicuramente, dato che esigo di sapere cosa accade nel mondo distopico dell'Ancella.

Nessuno glielo aveva mai detto prima. La sua vita era stata scandita dal dovere. E nessuno, nemmeno le persone che amava, le avevano mai permesso di dimenticarlo.(Serina)

Devo ammetterlo, all'inizio Serina mi stava sulle palle. Ma poi, man a mano che la storia è proseguita, ho capito sempre di più le sue ragioni per diventare la Grazia dell'Erede e per quale motivo ci tenesse tanto a venire scelta. Nomi, il vulcano Nomi, mi è stata simpatica fin dalla prima pagina. E' quel tipo di personaggio con cui empatizzi subito, poiché ti riconosci in lei e nel suo carattere scontroso, battagliero e determinato. Entrambe, nel corso del romanzo, fanno un'evoluzione non indifferente e stringono alleanze impensabili pur di raggiungere il loro scopo: salvarsi a vicenda. Naturalmente, nessuna delle due sa cosa stia facendo l'altra o cosa voglia, ma sono accomunate dallo stesso desiderio di liberarsi dalla prigione in cui sono finite. 

Una prigione, anche se dorata
E' sempre una prigione.

Un romanzo potente, forte, coraggioso come le sue protagoniste. Un romanzo che lascia il segno.
Un romanzo indimenticabile, perché tremendamente attuale. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro, che vi straconsiglio di leggere! Gli ho dato cinque stelline, ma gliene avrei date molte molte di più da quanto mi è piaciuto! Se cercate storie su protagoniste forti, coraggiose e indipendenti, questo libro fa per voi:
"Era così strano che avesse chiesto il permesso? In fondo quella era una prigione."
(Serina)

xoxo,
Giada

venerdì, aprile 24, 2020

REVIEW PARTY DI WALLPAPER GIRL DI SILVIA MAY

Buon giorno, bloggers e lettori! Come vanno le cose? Come va la quarantena? Io sto recuperando alla grande tutte le letture in arretrato, non solo digitali, ma anche cartacei che vegetavano da anni nella mia libreria personale e che non ho mai avuto occasione di leggere - non ho ancora fatto l'elenco di tutti i cartacei che ho, perché sono tantissimi, ma penso si aggirino verso i 400-500 romanzi solo nella mia camera. A breve comincerò anche a scrivere racconti one-shot: dopo più di due mesi senza scrivere, la mia creatività sta fermentando e mi sta riuscendo sempre più difficile non andare al pc a fare ciò che amo di più al mondo: scrivere i miei romanzi.


PREMESSA
Poco prima di Pasqua, ho finito di leggere "Wallpaper Girl 1" di Silvia May. Beh, se avete letto la mia mini-recensione su Goodreads, saprete che non mi è proprio piaciuto e che ho dato due stelline. Era da un paio di mesi che non mi capitava di darne a dei libri in lettura, e non so come sentirmi a riguardo... Ad ogni modo, più giù vi spiegherò perché ho dato questa votazione bassa.
Spero che la mia recensione vi piaccia!

SINOSSI (DA GOODREADS)
“Mi sposo!”. E' così che Jamie Hardie annuncia il suo terzo matrimonio a sua sorella Eleanor, con una telefonata nel cuore della notte che le dona un sorriso e una fitta di felicità...

Durante le nozze, celebrate su un’isola sperduta dell’Oceano Indiano, Eleanor rivede Simon Sinclair, l'unico uomo capace di toglierle il respiro e di regalarle un’emozione al centro del petto.

... ma Eleanor non è più la Wallpaper Girl senza seno e l'apparecchio ai denti che leggeva saggi politici di nascosto dalla famiglia, non è neanche la brillante studentessa di Cambridge che, chiudendo gli occhi e ogni pensiero, si è buttata nelle braccia di Simon per vivere un meraviglioso sogno d’amore… e non è neanche lo stimato membro della Camera dei Comuni che crede ciecamente ad una promessa sigillata per sempre sulla pelle dell’uomo che ama…

Ora è una donna carismatica, autorevole, distaccata, una donna di potere con delle grandi responsabilità…

Ora, a soli 34 anni, Eleanor è il Primo Ministro inglese e non c'è posto nella sua vita per lui.

…ma nonostante tutto, nonostante il passato riaffiori con i suoi ricordi dolorosi che la trafiggono con una fitta d’amarezza, ritornano a galla anche sentimenti mai sopiti, pensieri aggrovigliati naufraghi in un sentimento antico e con radici profonde…

Eleanor non può ignorare quello che prova e nonostante si opponga caparbiamente alle sue stesse emozioni, Simon la travolge ancora una volta e tutto sembra rimescolarsi…

In un turbinio di eventi si dipana la storia d’amore di Simon e Eleanor, due cuori tormentati e divisi dagli eventi ma che il tempo non riesce a separare davvero perché, a volte, l’amore è veramente per sempre…

Wallpaper Girl 1 è il primo volume di una trilogia che non si legge… si divora…

RECENSIONE
"Wallpaper Girl 1" narra la storia di Eleanor dall'adolescenza all'età adulta, a partire proprio dalla sua adolescenza. Eleanor non è la classica ragazzina inglese: vive in un contesto in cui la politica la fa da padrone, dove i genitori sono dei ferventi di sinistra mentre lei ha simpatie per i movimenti e le correnti politiche di destra, una destra conservatrice. Tuttavia, Eleanor stessa è la peggior nemica di Eleanor, e forse per questo non mi è mai piaciuta sin dall'inizio del romanzo: passa da un atteggiamento vittimistico - definirsi Wallpaper Girl solo per il suo aspetto fisico ne è un esempio, ed è un rimando che continuerà per tutta la durata del romanzo - a un atteggiamento di compatimento. Okay, penso sia chiaro che Eleanor non mi sia piaciuta né durante l'adolescenza né durante l'età adulta. Da sempre è innamorata di Simon Sinclair, amico del fidanzato della sorella maggiore di lei, Jamie. Simon Sinclair, sin dall'adolescenza, è sempre stato un ragazzo all'apparenza svogliato, trasandato, trascurato, ma in realtà ha sempre studiato sodo per realizzare il suo sogno di entrare a Veterinaria a Bristol. Premettendo che neppure Simon mi ha suscitato molta simpatia, specialmente perché nonostante tutto quello che ha passato durante l'adolescenza con Eleanor, ha continuato a comportarsi da farfallone e 'andare di fiore in fiore'... devo dire che mi aspettavo di salvare almeno lui in questa recensione. Invece no. A mente fredda, mi sono resa conto che non mi è piaciuto nemmeno lui come personaggio, o forse dovrei dire co-protagonista?

Nel 2014, Eleanor riceve l'invito di matrimonio di Jamie e Denzel: si risposeranno per la terza volta in una isoletta nell'Oceano Indiano, mantenendo fede alle promesse fatte in precedenza. E' lì che Eleanor rivedrà, per la prima volta dopo tanto tempo, Simon e il tempo le parrà essersi congelato in quell'istante, e in un attimo tutti i ricordi del passato che hanno condiviso insieme ritorna a galla. 
Torneranno o non torneranno insieme, stavolta?

Eccomi arrivata al punto focale di tutto, un punto che neanche volendo potrei evitare di scrivere. Dunque... come vi accennavo, sono molte le cose che non mi sono piaciute di questo romanzo. Le evidenzierò, in modo che l'elenco sia più chiaro a tutti voi e vi prego, a voi ch'è piaciuto, non assalitemi con insulti d'odio e via dicendo. La prima cosa che mi ha proprio irritato, durante tutta la lettura, sono state ' - ..... - ' al posto dei caporali e ' "...." ' per i pensieri dei personaggi, non solo ha reso confusionario il tutto, ma mi rendeva difficile concentrarmi. La seconda cosa è dovuta senza dubbio a come sono strutturati i capitoli: perché mettere @CITTA'2004? Me lo sono chiesta per tutto il tempo, davvero. Io non ho trovato una spiegazione a ciò, dato che non erano email e non c'era motivo della chiocciola di fronte all'anno che si stava raccontando, non ho trovato una spiegazione logica a questo. La terza cosa è dovuta senza dubbio al POV ballerino: inizialmente pensavo che la storia fosse raccontata dal punto di vista di Eleanor, ma non è così perché al suo, rigorosamente in terza persona, si aggiungono quelli di Jaime, Simon, famigliari e via discorrendo. Perché? Non ho capito dal punto di vista di chi viene raccontata la storia, non era chiaro come si sottintendeva nella sinossi. La quarta cosa, poi, riguarda i refusi ed errori di battitura: permettetevi di irritarmi, se in un romanzo trovo scritto 'aldilà' al posto di 'al di là' oppure 'difronte' al posto di 'difronte'. La quinta cosa, senza ombra di dubbio, è stata l'eccessiva narrazione di tutto il libro, tutto l'opposto dello show, don't tell. Non ho sentito le emozioni dei personaggi sulla mia pelle. Non li ho visti emozionarsi o tremare per delle emozioni forti, perché tutto questo è stato raccontato. La sesta cosa, e spero che non me vogliate a male, è stato l'eccessivo tentativo di ricercatezza e lirismo.  Ho avuto la sensazione che l'autrice volesse far trasparire la grande cultura di Eleanor, invece ne ha dato un'immagine di snob fredda e altro (mi sto censurando, credetemi). La settima e ultima cosa è dovuta alle enormi ripetizioni in ogni POV ballerino, di qui la mia confusione: tutti i personaggi parlavano allo stesso modo. Nel modo ricercato e spocchioso di Eleanor, anche personaggi che non avevano il suo grande spessore culturale. 

Mi sono ritrovata, per assurdo, a fare il tifo per i personaggi contorno come Denzel e Jamie, che non Eleanor e Simon. E' un paradosso, lo so. Ma sono stati molto più coerenti loro di Eleanor e Simon dall'inizio alla fine. I personaggi di contorno erano più interessanti dei personaggi principali, su tutta la linea. Eleanor e Simon sembrano non avere chimica fin dall'inizio, ho vissuto la loro storia come una forzatura, un volere farli mettere insieme anche quando è chiaro che sono incompatibili non solo a livello caratteriale, ma anche a livello di obiettivi di carriera. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, credo la sola che io abbia trascritto nel mio quadernetto, e vi invito comunque a leggere il libro per poterne parlare insieme.
"Lui era la sua eccezione, la sua intemperanza, la sua nota di follia in una vita perfettamente organizzata."
(Eleanor Hardie)

xoxo,
Giada

mercoledì, aprile 08, 2020

RECENSIONE DI THE SILVER SWAN DI AMO JONES/ REVIEW OF THE SILVER SWAN BY AMO JONES

Buona sera, bloggers e lettori! Questa è una giornata strana per me, sono andata in infermeria nel mio paese, e ho ricevuto la terribile notizia, una terribile notizia che sospettavo da due giorni: mi sono rotta in zona saccocigea di nuovo, forse per la quarta volta facendo per tre giorni neanche un'ora di yoga. Da questo momento in avanti vi garantisco che farò l'attività fisica ridotta al minimo, e cioè passeggiate nel mio giardino - fino a quando non si richiuderà di nuovo. Non voglio rischiare di nuovo. E' una sensazione che non mi piace per niente, sebbene io mi stia abituando - per mia sfortuna - a ciò. In questi tre giorni ho letto questo bel romanzo - eccitante - e mi è piaciuto molto. Era molto molto vicino a "QUESTO ROMANZO E' FANTASTICO!" tipo di libro. 

PREMESSA
Amo il romantic suspense nei romanzi, amo ancora di più leggere gli enemies-to-lovers romance, e questo libro, gente, è un mix di entrambi. Anche del dark. Sono ancora molto indecisa sul dove metterlo nella Chiara's Reading Challenge, devo cercare con più attenzione il suo genere preciso di appartenenza. Ad ogni modo, ho sempre amato questo genere. Sono attirata dai romanzi contenenti sangue, sesso, e lotte e "The Silver Swan" ha tutto ciò... perché quindi gli ho dato solo 4 stelle? Lo scoprirete scorrendo più in basso nel post e ricordatevi di commentarlo nella sezione 'commenti' qui sotto oppure nella mia pagina Facebook!

SINOSSI (DA GOODREADS)  
Risolvi l'indovinello...
"Non solo vivo, né morto e non sono qualcosa la piccola Madison può nascondere.
Ma sarai già morta, quando tutto questo finirà...
Il coutdown inizia adesso, e i giochi sono appena iniziati..."

Madison Montgomery viene da una famiglia colma di soldi e potere, ma quando qualcuno vicino a lei commette il crimine peggiore, Madison è costretta a vivere con una cattiva reputazione per il resto della sua vita. Quando inizia a frequentare la Riverside Preparatory Academy, la scuola privata in cui l'ha spinta suo padre negli Hamptons, spera in un nuovo inizio. Cosa non era pronta ad affrontare era un gruppo di cattivi ragazzi che controllano la scuola; 10 per la precisione. Quando Madison attira l'attenzione del loro leader, Bishop Vincent Hayes, si ritrova faccia a faccia con un mondo per cui non era preparata. Un nuovo mondo che inizia e finisce gli Elite Kings Club e questi ragazzi sono pronti a mettere sotto sopra il suo mondo. Segreti sono pronti a fuoriuscire e le bugie di famiglia sono pronte per venire allo scoperto. C'è molto più di quanto Madison Montgomery immagina?


RECENSIONE
"The Silver Swan" non è il tipico libro new adult. E' qualcosa di più, di molto più e questo 'molto di più' è trasmesso nel romanzo da una mistura di elementi di suspense ed elementi di altri generi letterari. Vi avviso: è consigliato solo per lettori sopra l'età di 18+, perché contiene scene di sesso o di dubbio consenso, e sopra ogni cosa, scene violente e grafiche che potrebbero disturbare i lettori più sensibili. 

Cominciamo dall'inizio. Madison Montgomery è una ricca ragazza che si trasferisce in continuazione da uno stato all'altro, a causa del lavoro di suo padre. Madison fatica a fare amicizia con i ragazzi di tutte le scuole nuove dove si trasferisce. E' senza dubbio molto lontano dal cliché tipico di ragazza nuova casta e vergine, e soprattutto, della "damsel in distress": è capace a maneggiare le pistole, con cui fa pratica con suo padre, ed è molto spregiudicata e diretta. Ora passa meno tempo con lui, a causa del suo lavoro. La sua nuova compagna, Elena Riverside è una donna forte e indipendente, che controlla e gestisce la scuola superiore privata dove lei e il suo fratellastro vanno.

Nate Riverside è un figo che fa parte di un importante e, sopra ogni cosa, pericoloso, gruppo di giovani che manipolano, controllano e giocano con le vite delle persone che li minacciano. Devo ammetterlo, c'era senza dubbio della tensione sessuale tra Nate e Madison e speravo in una virata della storia nell'incesto - voglio dire, non mi scandalizzo più da tanto tempo per gli elementi dark di un romanzo, datemeli tutti! Ma no, lei litiga e discute sempre insieme a Bishop Vincent Hayes.  Bishop è il tipico bad boy, alto, muscoloso e oscuro. Madison e Bishop non si piaccino, si odiano a morte, ma la tensione sessuale tra loro è tangibile in ogni scena del romanzo. La loro sete per il sesso, insaziabile. Un sesso beh, molto dettagliato, e sebbene loro continuino a litigare è molto hot. Bishop è una sorta di dominatore, e pretende che lei obbedisca a tutti i suoi ordini alla cieca; nonostante le loro continue litigate e il loro odio reciproco palese. Quest'odio sarà il carburante del romanzo, ed è il top, dato che la storia di sviluppa maggiormente attorno a Madison, Bishop e gli Elite Kings. 

Gli Elite Kings, i 'governatori' della Riverside Prep, sono qualcuno con cui non dovresti mai incrociare la strada. Sono malvagi, manipolatori, e crudeli. Ma amano giocare. Una cosa che ho amat, era il fatto che si atteggiassero come se il club fosse segreto, quando in realtà non lo era, e a loro andava bene il fatto che le persone continuassero a parlane. Perché nessuno conosceva davvero la verità, o quale la verità fosse davvero. 

C'erano alcune scene che speravo di leggere - date la colpa alla mia PMS!- come certe scene di orgia, ma no. Non ce n'erano, neanche un po'. Invece, i lettori vengono travolti dalla grande tensione sessuale e un crescendo di emozioni che li lascia senza fiato. Come ho detto prima, la storia si sviluppa attorno a Bishop e Madison e il loro rapporto conflittuale, ma conosciamo anche MOLTO, ANCHE TROPPO, delle due migliori amiche di Madison: Tatum e Tillie.
Man a mano che procedevo la lettura, ho trovato qualche errore di editing dal capitolo 20-21, riguardante il colore di capelli di Tillie, che a romanzo iniziato li ha rosa, poi rosa chiaro e infine marrone, perciò mi sono chiesta se avesse usato qualcosa che non ha aderito al suo capello, come i Colorista L'Oreal che scaricano dopo qualche doccia. Ma anche ho trovato fastidioso che c'erano errori come l'uso di "bought/brought".

Nonostante tutto, questo era davvero un buon romanzo. Un libro che mi ha tenuta sveglia alla notte spingendomi a domandarmi cosa sarebbe accaduto a Madison e alle sue amiche - anche i suoi nemici, come Ally. Adrenalinico, intenso, scritto solo dal POV di Madison, permette al lettore di entrare in empatia con lei. In genere non mi piacciono molto i libri scritti tutti dal POV di un solo personaggio, ma questo era ben reso. Avrei potuto dargli 5 selle, se non avessi trovato quegli errori, ma sapete quanto io sia puntigliosa su queste cose.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi consiglio di leggere anche solo per poterci confrontare a riguardo.
“Nothing and no one could give me a new beginning, Who was I kidding?”
(Madison Montgomery)




Xoxo,
Giada

martedì, aprile 07, 2020

BLOGGER UNITI PER LE LIBRERIE INDIPENDENTI - PADOVA E PROVINCE

Buona sera, bloggers e lettori!
Qualche settimana fa ho conosciuto Erika Zini, una favolosa mia collega blogger che mi ha proposto di far parte di questo progetto tutto dedicato alle librerie indipendenti dello Stato, con un occhio di riguardo per ogni regione. Mi ha entusiasmato moltissimo, e sono ancora molto gasata perché un progetto che mi ha coinvolto in modo profondo, e che mi ha permesso di conoscere e stringere amicizia con blogger della Provincia di Padova.



Di cosa tratta il progetto?
Lo scopo del progetto è quello di dare voce e spazio a tutti quei librai italiani che hanno visto le loro entrate diminuire vertiginosamente a causa del Covid-19. Purtroppo, il Coronavirus ha condizionato le vite di tutti noi, il lockdown che stiamo vivendo ne è l'esempio più lampante, e con esso non solo abbiamo problematiche a livello psicologico ed economico, ma anche sociale. Dare voce a coloro che sembra siano stati dimenticati dall'ondata del virus, è l'idea di fondo ed è una ideologia che sposo con tutta me stessa. Perché non solo le grandi industrie stanno subendo i contraccolpi degli effetti del lockdown, ma anche l'editoria e le librerie.

Com'è strutturato? 
Non posso dirvi molto, ma posso assicurarvi che potrete leggere testimonianze e, spero, molto altro ancora. Darà uno spaccato della nostra società attuale, senza tralasciare il lato umano. Sì, perché ciò  che noi blogger vogliamo sottolineare con quest'iniziativa è il lato umano del progetto. Un progetto volto a tutti voi, ma anche a tutti coloro che stanno vivendo con difficoltà questo periodo - siano esse difficoltà economiche o psicologiche. Ci tengo molto a sottolineare l'aspetto umano, perché l'empatia è la nostra arma più grande contro i possibili rigurgiti di odio razziale e xenofobia - impossibile dimenticare quando, in gennaio, tutti gli italiani hanno iniziato a schifare i ristoranti cinesi e a ostracizzare, oltre che picchiare i turisti cinesi, coreani o ancora, giapponesi. Personalmente, questi eventi mi hanno fatto riflettere molto: sono da sempre aperta alle culture diverse dalle mie, da sempre cerco un ponte che permetta a queste culture di trovare posto nel mondo italiano moderno, senza venire fagocitate dall'odio razziale e dall'ostracismo. Questo è ciò che temo di più sin dall'inizio dell'epidemia, se devo essere onesta: il razzismo di ritorno.

Dove potremo leggere le testimonianze?
In tutti i blog aderenti all'iniziativa, nei loro canali social come Facebook, Instagram e molti altri ancora. Utilizzeremo tutti i mezzi a nostra disposizione per far calare i riflettori su queste persone, e il vostro aiuto sarà fondamentale. Le vostre condivisioni, i vostri commenti, saranno fondamentali. Più condividerete l'iniziativa, più potremo dare spazio a tutti loro. Potrete leggere le loro novità editoriali, il piano che avevano strutturato per l'anno e anche i loro consigli librosi.

Si parlerà solo di libri?
Certo, è un evento totalmente dedicato ai libri ciò non toglie che non si possano affrontare argomenti di attualità che sentiamo ogni giorno nei telegiornali. I libri sono un mezzo di comunicazione, ma sono anche un mezzo per diffondere cultura quindi sì, potrete trovare sia consigli librosi che molto altro ancora - perché dare spazio anche ad argomenti correlati ai libri, è il nostro scopo.

Perché hai deciso di farne parte?
Beh, come ho detto sopra, è un'iniziativa lodevole e notevole. Erika è la capofila del progetto, mentre noi ci siamo divise le regioni. Io, insieme alla mia collega Marika stiamo gestendo Padova e le province, e credetemi, c'è un gran lavoro dietro le quinte. Ma è un lavoro che non ci pesa fare, poiché sappiamo che lo stiamo facendo per una buona causa.

Riflessione personale.
Il Coronavirus o Covid-19 è entrato con prepotenza nella mia vita, proprio come nella vostra, togliendomi tutte le attività sociali che ero solita fare. Ma mi sta anche dando molto, perché proprio grazie a questo lockdown sto scoprendo nuovi lati di me che non sapevo di avere. Forse tornerò più tardi a scrivere di quanto penso, o forse prima, so che lo farò che amerò ogni singola parola scritta sul foglio di Word del mio nuovo romanzo. Tuttavia, nel frattempo, sto scoprendo il mio lato imprenditoriale. Ho iniziato a seguire corsi online dedicati al Digital Marketing e al Social Media. Ho iniziato a seguire workshops dedicati al lavoro. Ho iniziato perfino a stendere un piano di Digital Cross Posting, una cosa che mesi fa avrei ritenuto impensabile. Sono in contatto con molti autori esteri e italiani, e insieme discutiamo della situazione sanitaria nazionale. Parlo con gli scrittori americani, raccontando loro come stiamo vivendo il lockdown e come loro stanno vivendo il loro. Sto scrivendo moltissime recensioni, ma mi manca come l'aria scrivere il mio romanzo - credetemi, questa è una delle cose che mi manca di più in assoluto. Pensate, io sono a casa dal 17 febbraio. Tra 10 giorni saranno esattamente 3 mesi che sono a casa, quindi sentire persone che si lamentano perché sono fermi da una settimana mi dà veramente noia. Non è facile per nessuno di noi. Non è facile per niente. Ma qualcosa di buono questo lockdown, questo stop forzato di tutte le attività sociali e lavorative lo sta facendo: ci sta avvicinando di più a noi stessi, costringendoci a guardare dentro di noi e magari affrontare le cose da cui stiamo scappando. Ci sta costringendo a trovare metodi alternativi per fare le cose che amiamo, trovando soluzioni creative e al di fuori della nostra comfort zone. Vi assicuro che io amo la mia comfort zone, sebbene quando si tratti di prendere certe decisioni io mi butti senza pensare. Amavo la mia routine, ma mi sto sforzando di adattarmi a quella nuova. Temo, anzi, ne sono sicura, che quando riprenderò a scrivere e riprenderò le mie normali attività; ormai il lockdown sarà concluso.

Quindi il mio messaggio è questo: non lasciatevi sopraffare dalle sensazioni ed emozioni negative. Ci sono passata anche io le prime due settimane, e non fa altro che acutizzare il vostro negativo stato. Trovare soluzioni alternative per ciò che fate. Siate creativi. A breve comincerò pure i racconti one-shot di una pagina, per non perdere la mano e nel frattempo sto gestendo molte cose. Farò, se siete d'accordo, un post sui corsi digitali gratuiti che ho provato e che vi consiglio, cosa ne dite?
C'è del buono in tutto questo, basta solo guardare le cose da un'altra prospettiva.




venerdì, aprile 03, 2020

RECENSIONE DE IL CANTO DEL RIBELLE. LA VERA STORIA DI LOKI DI JOANNE HARRIS

Buona sera, bloggers e lettori! Dopo lo spavento che ho preso ieri, alla fine ho deciso di prendere una pausa dallo yoga e di riposare il corpo - purtroppo, non ho altra alternativa se voglio guarire completamente in zona saccocigea - oltre a ciò, ho deciso di rendere fruttuoso questo periodo di quarantena e di portare a compimento alcune cose che attendevo di fare da mesi, se non anni. Perciò eccomi qua, pronta a recuperare recensioni in arretrato, sia straniere che italiane e non temete - troverete un aggiornamento riguardante questo romanzo nel mio canale IGTV di Instagram.

PREMESSA
Cosa mi ha attirata di questo libro? La cover è una bomba, coerente con la storia raccontata dall'inizio alla fine e non è una cosa che si può dare per scontata, al mondo d'oggi. Tuttavia, non è stata solo la magnifica cover ad attirarmi, ma anche il contenuto. Ho studiato filologia germanica all'università, ed era uno dei miei corsi preferiti in assoluto - se la contendeva con letteratura portoghese, e ho un bellissimo ricordo della mia prof paziente, che sapeva rendere interessante ogni sua lezione parlandoci anche di Tolkien - tanto che, inizialmente, dovevo fare la mia tesi di laurea con quella prof, tanto mi aveva entusiasmato. E' un corso che ricordo con gioia e amore, perché questo mi ha trasmesso quella prof che adoro ancora adesso, che mi ha trasmesso un amore incondizionato per la cultura nordica. Poter leggere, sebbene in modo romanzato, la storia di Loki è stata interessante. Forse una delle cose più interessanti che io abbia mai letto, e questo romanzo entra a pieno titolo nella lista dei MUST HAVE per chiunque sia interessato alla mitologia e al culto nordico, e sopra ogni cosa, all'Edda poetica e in prosa.

TRAMA (DA GOODREADS)
Per Loki, il dio delle fiamme, intelligente, affascinante, ingannatore, spiritoso, l'accoglienza ad Asgard non è delle migliori. Nella città dorata che s'innalza nel cielo in fondo al Ponte dell'Arcobaleno, dove vivono le donne e gli uomini che si sono proclamati dèi, tutti diffidano di lui, che ha nelle vene il sangue dei demoni. Malgrado la protezione di Odino, Loki ad Asgard continua a non essere amato: quello è il regno della perfezione, dell'ordine, della legge imposta. Entrare definitivamente nella schiera delle divinità più importanti, per lui, è impossibile: non solo gli viene impedito, è la sua stessa natura ribelle a impedirglielo. Ma arriva il momento della sua riscossa. Il mondo delle divinità è agli sgoccioli, una profezia ne ha proclamato la fine imminente. E Loki potrà mettere le sue capacità al servizio di Asgard e dei suoi abitanti. È lui che si adopera, con la sua astuzia, per trarre in salvo Thor e compagni. Ma gli dèi sono capricciosi, volubili e di certo non più leali di Loki. Adesso è giunta per lui l'ora di decidere da che parte stare, chi difendere e contro chi muovere battaglia. E di scoprire se i suoi poteri e la sua astuzia possono davvero salvarlo dalla fine che minaccia i Mondi e le creature, umane e divine, che li abitano.

Joanne Harris ci porta nelle atmosfere piene di fascino della mitologia nordica: le divinità buone e cattive, i popoli in lotta tra loro, le forze oscure, le città fantastiche e le battaglie sanguinose. Protagonista assoluto è Loki, il dio temuto ed esiliato da tutti che cerca il suo riscatto: è lui a raccontarci la sua versione dei fatti, secondo una prospettiva diversa da quella che abbiamo conosciuto sin qui. Preparatevi a scoprire Odino, Thor e le altre divinità norrene come non li avete mai conosciuti.

RECENSIONE
Era da tanto tempo che non leggevo un romanzo che mi conquistasse, nel vero senso della parola, in questo modo. Solo pochi autori italiani sono capaci di rendermi così gasata e euforica, non molti quelli stranieri, quindi devo fare i miei più sinceri complimenti a Joanne Harris per essere riuscita in questa mission che per alcuni pare una missione impossibile da compiere.

"Il canto del Ribelle" comincia dal Principio di tutto. No, non da Loki. Ma dall'inizio dell'Edda Poetica di Snorri Sturlson, che è uno dei testi di riferimento di tutto il romanzo, oltre che All'Edda in Prosa e alla Lokasenna. Secondo l'Edda Poetica, il mondo delle divinità nordiche è stato creato dalla mucca Adlhumbla, la mucca dalla quale è originato Tutto. Anche gli dèi come Odino, Vele e Vili. Da lì si parte con la creazione del mondo dai resti del corpo di Adhumbla, un mondo che Odino ha creato ad hoc e che si basa sul principio dell'Ordine cosmico. 

Datemi del cinico, ma io non sono mai stato tipo da accettare le cose sulla parola e si dal caso che sappia che la storia è altro che trama e metafora, che è ciò di cui sono fatte tutte le storie, quando le srotoli sino in fondo.  E ciò che realmente le rende un successo o un mito, ovviamente, è come la storia viene raccontata e da chi.(Loki)

Loki, che per molto tempo ha osservando il mondo degli dèi da lontano, viene attirato e attratto da Odino, il Padre Di tutti, che lo fa diventare un suo fratello di sangue - al pari quindi di Vili e Ve. Tuttavia, l'accoglienza da parte di tutti gli dèi, a partire da Frejya e Heimdall, non è per così dire calorosa come tutti si aspettano. Da qui Loki, ch'era inizialmente una delle più pure forme di Caos che ha assunto un Aspetto umano, comincia a provare sentimenti umani. Sentimenti che preferirebbe spegnere e disconoscere, invece che accettarli come parte del suo essere. Una delle cose che ho notato, durante tutta la lettura, è stata la bruciante necessità di Loki di venire accettato dall'élite e come ogni suo sforzo sia stato vano perché la stessa élite lo rigettava continuamente. Poche volte è stato accettato per com'era veramente e questo mi ha colpito nel profondo. Non so, con certezza, se l'autrice abbia fatto leva sulla "sympathy for the devil", quella compassione per i personaggi malvagi che sono diventati tali a causa del contesto in cui sono nati o si sono sviluppati, ma di sicuro con me ha fatto effetto. Beh, amavo Loki già da prima. Chi non amerebbe un trickster? 

Tutti noi veniamo da fuoco e ghiaccio.
Caos e Ordine.
Luce e Buio.
(Loki)


Sin dall'inizio è stata chiara la natura duale di Loki, che si è guadagnato il titolo di Burlone. Non mi riferisco solo alla sfera sessuale o animale - un Aspetto che tutti gli dèi possono assumere a comando, anche grazie alle rune - una natura duale che rimanda al vero e proprio dio nordico, prodotto del Caos stesso. La cosa che mi ha colpito di più, però, è stato il suo continuo conflitto interiore non solo tra ciò che gli avrebbe fatto più comodo, ma anche su cosa avrebbe potuto avvantaggiarlo o svantaggiarlo nei confronti degli dèi che tanto odiava. Un dio astuto, che non si fa remore nell'usare gli altri, ma anche un dio che ha paura della crudeltà a cui potrebbe essere capace di arrivare, che non teme di sfidare l'autorità e le autorità, in questo caso, sono rappresentate da il Caos e da Odino. 

Piano piano, fa di tutto per incastrare gli dèi. La sua astuzia si vede già da qui: è un combattente, ma ancora non lo sa. E' uno stratega, e di questo ne va fiero. Usa le debolezze degli dèi contro di loro, ma quando glieli sbatte in faccia scappa dalla loro furia ed è costretto ad una delle punizioni più terribili che io abbia mai letto dopo, naturalmente, la decisione di Zeus ti imprigionare Prometeo alla montagna con un'aquila che gli mangiava il fegato e che lo faceva morire ogni giorno. Credetemi, non sto facendo confusione tra le due diverse mitologie, però questo era l'esempio più calzante che ho trovato per rendere l'idea di ciò che voglio dire.

Il Ragnarok è qualcosa di inevitabile: era già scritto alla nascita dei Nove Mondi, e sarebbe arrivato in ogni caso, non importava ciò che Odino faceva per evitarlo. Quando ho studiato filologia germanica, la mia prof ci ha parlato del Ragnarok come di una distruzione totale che avrebbe spazzato tutto e che avrebbe ricostruito da zero, iniziando un nuovo ciclo di vite e dei nuovi Mondi che sarebbero rinati, e che forse, sarebbero migliorati rispetto ai precedenti. 

Il romanzo, scritto completamente dal POV di Loki, permette al lettore di provare empatia e simpatia per questo dio burlone, sfacciato, narcisista, egocentrico, che sta cercando la sua collocazione nel mondo divino e che soffre nell'essere un outsider. E' un romanzo che sfonda la quarta parete, in cui il protagonista di rivolge direttamente al lettore, come se sapesse che il lettore sta leggendo la sua storia e vuole dargli il suo contributo. 

Un romanzo bellissimo, intenso, travolgente. Molto ricco di eventi e di dettagli che richiedono molta attenzione e di cui bisogna tenere conto, perché svolgeranno un ruolo nel romanzo nel modo più inaspettato possibile. 

Vi saluto con una citazione di questo romanzo, che vi consiglio di leggere assolutamente!
"Le parole sono i pilastri dei Mondi: parole, rune, nomi."
(Loki)

xoxo,
Giada

giovedì, aprile 02, 2020

RECENSIONE DI CONNECTING TEXAS DI GARY SCHARRER/ REVIEW OF CONNECTING TEXAS BY GARY SCHARRER

Buona sera, bloggers e lettori! Come state passando la quarantena? La mia ha avuto, finora, molti alti e bassi, ma ho di recente (premesso che questa recensione l'ho scritta ieri, l'01 aprile) iniziato a praticare yoga per mantenermi in forma e calmare la mente (beh, è una forma simil-rotonda), ma mi sta aiutando molto quindi penso che continuerò a farlo anche quando la quarantena sarà finita. Ma prima che la quarantena iniziasse e io stavo scrivendo il mio romanzo felicemente, ignara di quello che il mondo aveva il serbo per noi. Per tutti noi. Ho deciso di leggere questo libro di nonfiction. 
Il mio secondo libro di non fiction.

A dire il vero, è stata una lettura interessante. Spero che vi piaccia la mia recensione, poiché trovo sempre un po' difficile recensire questo genere di libri perché è un genere che non leggo da quando ho terminato l'università nel 2017. 


PREMESSA
Beh, la vera ragione per cui ho scelto di leggere questo libro sulle strade texane e le molte persone che le hanno costruite, è a causa del mio romanzo. Ma anche perché amo scoprire nuovi stati, e grazie ai libri posso farlo senza muovermi dalla mia casetta in Italia. Non fraintendetemi.Io VISITERO' sicuramente il Texas - è uno dei viaggi che farò quando viaggerò negli USA, quindi questo è una sorta di assaggino per me. Queste informazioni sono state una sorta di assaggino per tenermi soddisfatta e appagata fino a quando non lo visiterò fisicamente.

SINOSSI (DA GOODREADS)
L'evoluzione del sistema nazionale di strada negli Stati Uniti è innegabilmente collegato alla nostra unica storia e il nostro passato e i nostri futuri successi. Le strade di oggi sono molto lontane dai giorni del Modello T, quando coraggiosi appaltatori usavano muli e Fresno per costruire strade e ponti che hanno, letteralmente, usato le persone a uscire dal fango e attraversare fiumi intraversabili. Quelle strade primitive, sviluppate all'inizio del ventesimo secolo, ci collegano ancora oggi ogni giorno. Ma quella storia non è avvenuta in una notte.
L'eredità  dei coloriti appaltatori le cui carriere si sono unite con l'influente Associazione Generale Appaltatori pone le basi per Connecting Texas, che è ricco di interviste personale e fotografie attuali a confronti con fotografie storiografiche. Gary Scharrer cattura con chiarezza l'effetto che le buone strada hanno avuto nell'economia Texas (e in quella nazionale.)
Milioni di noi si mettono in moto ogni giorno per andare a lavoro, o a scuola, o in innumerevoli altri posti nelle nostre attività quotidiane. Ma la maggior parte di noi non pensa alle strade che sotto di noi. Saltiamo in macchina o in camion, e ce ne andiamo. Ma avete mai pensato a queste arterie essenziali? Molti di noi danno per scontato che le buone strade e ponti siano semplicemente una garanzia della vita moderna.
Leggere Connecting Texas cambierà queste prospettive per sempre.
Gary Scharrer ha lavorato per 43 anni nel giornalismo prima di approdare alla Associazione Generale Appaltatori del Texas. Il suo lavoro in Connecting Texas riflette il luogo sempiterno interesse nei metodi di trasporto. 


RECENSIONE

“If you work hard, the sky’s the limit” 
Con questa premessa parte il mio primo libro letto sul business e sulla storia di uno Stato estero, che analizza la storia dei grandi uomini, dei grandi appaltatori dietro le principali arterie veicolari del Texas. Perché ho scelto proprio il Texas? Oltre ad essere la location del mio romanzo (a esser onesta, uno dei tanti), perché volevo scoprire gli uomini che l'hanno reso lo Stato ch'è adesso.
Sin dall'inizio, l'autore ci presenta immagini a confronto - un prima/dopo  - che viene analizzato non solo sotto l'aspetto economico e famigliare (poiché la maggior parte degli appaltatori sono costituiti da clan famigliari che si sono tramandati il lavoro di generazione in generazione) ma anche sociale. E quest'analisi socio-economica si è rivelata una vera e propria scoperta.
Dà al lettore un'immagine completa e anche affettiva di tutti loro, ma soprattutto del Texas: uno stato composto da persone che lavorano duro, e che contribuiscono in modo efficace e tangibile allo sviluppo del luogo in cui vivono.
E' stata una lettura molto buona, non è stata nemmeno noiosa - e avrebbe potuto esserlo - considerato il tema principale e le numerose analisi sia a livello storico-lavorativo che socio-economiche. Mi ha istruito sui grandi uomini che le hanno costruite, e anche se non ricordo tutti i loro nomi, so che hanno dato un grande aiuto al Texas e hanno vissuto a lungo per vedere il frutto del loro lavoro. 

Vi saluto con una citazione tratta dal libro, che vi consiglio di leggere. Io gli ho dato 5 stelle, ma se avessi potuto ne avrei date molte di più.
“I think that if you come up from the bottom, you feel more secure in your decisions.”
(Thomas Moore, Moore Brothers Inc.)




Xoxo,
Giada

sabato, marzo 28, 2020

RECENSIONE DI STARCROSSED DI JOSEPHINE ANGELINI

Buona sera, bloggers e lettori! Come avete passato questo sabato pomeriggio di quarantena? Io ormai ho perso il conto di quanti giorni sono, effettivamente, in quarantena: sono a casa, come saprete, dalla fine di febbraio e sono stata a casa anche la prima settimana di marzo, prima ancora che Conte emanasse il primo decreto. Ad ogni modo, finalmente sto bene e ho ripreso a fare anche attività fisica, facendo yoga tramite un'app del cellulare che sta avendo effetti benefici sul mio fisico e sulla mia psiche in generale. Spero che questa recensione vi piaccia, vi attendo come sempre sulla pagina Facebook del blog o qui sotto, nei commenti, per parlare insieme del romanzo!


PREMESSA
Sapete quando avete tanto, troppo, di una cosa e non sapete cosa scegliere da leggere? Io sono così coi romanzi. Ho tre Kindle che scoppiano di libri da leggere, e non riesco a scegliere quasi mai nulla. Ho riesumato dal primo Kindle "Starcrossed" di Josephine Angelini, un romanzo che avevo scelto di prendere gratuitamente quando Giunti al Punto regalava in omaggio un romanzo al mese con l'acquisto di un lettore ebook. C'è da premettere che i miei gusti letterari sono cambiati molto dal 2014 circa ad ora, forse per questo ho fatto fatica a calarmi completamente, almeno all'inizio, nella storia e nei personaggi... ma alla fine la scintilla tra me e i personaggi è scattata e mi sono appassionata a questa storia.

E' la personale versione della Angelini dei miti greci, e devo dire che non è venuta poi fuori male.
E' sicuramente un libro adatto ai ragazzi dai 12 anni in su, e mi sento di consigliarlo alle mamme che hanno i figli in quella fascia d'età.

Senza volere ho anche spuntato un'altra categoria dalla Chiara's Reading Challenge: uno Young Adult Romance - in questo caso anche Paranormal.

TRAMA (DA AMAZON)
Helen, timida adolescente di Nantucket, sta quasi per uccidere il ragazzo più attraente dell’isola, Lucas Delos, davanti a tutta la scuola. L’episodio si rivela qualcosa di più di un mero incidente. Helen inizia a dubitare della sua salute mentale: ogni volta che incontra la sua mancata vittima, le appaiono tre donne misteriose che piangono lacrime di sangue. Il tentato omicidio la porta a scoprire che il suo destino è intrecciato inesorabilmente a quello di Lucas e che insieme sono costretti a interpretare i ruoli di un’antica tragedia d’amore. Helen, come l’omonima Elena di Troia, è destinata a scatenare un conflitto sanguinario tra dèi e mortali. Un Caso editoriale con pochi precedenti nel mondo degli YA. Gli editori ne hanno subito acquistato i diritti per cifre da capogiro. Un successo mondiale annunciato, già in cima alle classifiche di Gran Bretagna e Germania.Il nuovo punto di riferimento sul web per la generazione Y.

RECENSIONE
Ah, da dove cominciare questa recensione? E' più difficile di quel che pensiate, per me, perché ho provato sentimenti contrastanti nei confronti di questo libro per la maggior parte della lettura. Ve li dirò più avanti, dovrete solo scorrere il post in basso per leggerli... intanto vi dico che sì, è stata una lettura che ha avuto alti e bassi per me, non è da "wow è bellissimo!", ma è una storia carina. 

Helen Hamilton è una diciassettenne che vive nell'isola di Nantucket insieme al suo adorato papà. Sin da quando era piccola, ignora l'identità di sua madre, che l'ha abbandonata ancor prima che nascesse, e l'ha fatta crescere solo col suo papà, Jerry. Questa mancanza, quest'assordante assenza nella vita di Helen si percepità fin dall'inizio del libro, in qualche modo la madre di Helen è una sorta di fantasma che aleggia intorno a lei, sebbene non compaia mai in carne e ossa. Una delle caratteristiche principali di Helen, la co-protagonista, è la sua insicurezza e la sua paralizzante timidezza. Questo, forse perché ero anch'io un'adolescente timida e insicura, mi ha permesso di provare empatia per lei. A questo, però, si aggiungono i dolorosi crampi che prova ogni volta che è in pubblico e che la spingono a scappare dai gruppi di persone che si fermano a osservarla, come se fosse una sorta di fenomeno da baraccone. Perché sì, Helen non è una qualsiasi adolescente. Cioè. non è come una qualsiasi adolescente, almeno nell'aspetto fisico: è alta almeno 1,80m, ha un fisico statuario e sembra non sudare quando, durante le corse campestri, arriva sempre prima grazie alla sua capacità di correre più in fretta di chiunque altro. 

Perché lei avrebbe dovuto ciondolare o vergognarsi di se stessa solo perché esisteva?
(Helen Hamilton)

Man a mano che la storia continua, vediamo Helen e Lucas Delos, il fighissimo nuovo acquisto del liceo di Natucket, passare da odiarsi a comportarsi come due piccioncini innamorati. Tuttavia, il pericolo è dietro l'angolo ed è composto dai cugini di Lucas, i numerosissimi cugini del ragazzo che ama, perché c'è molto più da scoprire di quel che non pensa. Scoprire che Helen appartiene al mondo dei Semidei la sconvolgerà completamente, ma alla fine sarà costretta ad accettare ciò ch'è sempre stata, e ciò che sarà per sempre: una Semidea, non una semplice umana. Lentamente, la vediamo scoprire i suoi numerosi poteri e il suo ruolo nella faccenda legata ai cugini di Lucas - che non posso dirvi, poiché già sto rischiando di farvi molti spoiler e non voglio rovinarvi la lettura di questo libro. 

La promessa di uno scontro inevitabile, predetto dalle Parche, porterà Lucas ed Helen non solo a fare i conti con i loro sentimenti, ma anche a scegliere cosa fare per evitare che un altro ciclo di sangue, vendette e morti causi un'altra guerra mondiale, che rischia di spazzare via l'umanità intera. Uno 0,75 in più, per la Angelini, per aver creato dei personaggi minori che ho amato profondamente: Jason e Claire, ma anche Hector - che ho apprezzato sin dall'inizio - e la piccola Cassandra - tutto un nome un programma, mi pare ovvio quale sia il suo ruolo nella storia già dal nome, ed è una cosa che avevo capito subito anche io, a circa metà romanzo.

In tutta onestà, ho fatto fatica a calarmi in questo romanzo. L'inizio è stato molto lento, a tratti noioso, e l'uso della terza persona focalizzata sul personaggio non era stabile ma si alternava ad altri personaggi. Perché vi dico questo? Ho fatto la stessa cosa, tantissimi anni fa, e la cosa mi è stata cannata da più persone. Tuttavia, questo mi ha provocato abbastanza confusione a volte, e dovevo assicurarmi di aver capito bene il POV di chi sta parlando all'interno del POV principale. Mi ci è voluto più del solito per entrare in sintonia coi personaggi, e se mi conoscete e mi seguite, sapete che di solito capisco se un libro mi piace dal 30%. Ecco, al 30% io stavo per mollare il romanzo. Ero molto combattuta, non sapevo se davvero lasciarlo perdere e cominciarne un altro oppure proseguire la lettura. Alla fine, ho scelto di dare una chance a questo libro. Forse è stata una buona decisione, visto che al 50-60% il libro si è rivelato essere molto più interessante e più carico d'azione. 

Ad ogni modo, lo trovo un libro carino. Non è un libro da "wow, favoloso!", ma alla fine gli ho dato quattro stelle, il che è tanto per me, considerato che all'inizio della lettura volevo darne solo 3 perché non mi convinceva molto. Se l'avete letto, commentate il post e fatemi sapere se vi è piaciuto!

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che nonostante tutte le cose che a me non sono piaciute - rintuzzare in primis - alla fine mi sento di consigliarvi:
"Me ne frego di quant'è difficile stare insieme, niente è peggio che stare lontani."
(Lucas Delos)

xoxo,
Giada

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