venerdì, giugno 27, 2014

Chiacchierando con l'autore #2: Julia Sienna

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! L'intervista di questa settimana è a Julia Sienna, la simpatica autrice di "The Dark Hunt - I Predatori Oscuri" e "The Dark Hunt - Cacciatori di Ombre" entrambi editi Gainsworth Publishing.
Qui sotto troverete tutto. Enjoy :)

G. Ciao Julia, benvenuta nel blog "Fantasticando sui libri", per coloro che non ti conoscono, ti va di presentarti?

J. Ciao Giada, grazie per il benvenuto, è un vero piacere essere qui con te e i tuoi lettori. Presentarmi... che compito difficile. Sono una persona per nulla semplice, amo i libri, chiacchierare per ore del nulla e ingozzarmi di gelato. Oltre a ciò, adoro anche raccontare storie e avventure ed anche per questo che mi sono avvicinata alla scrittura.


G. Cosa pensi del fantasy moderno?

J. Mah, diciamo che nonostante se ne dicano di cotte e di crude in questo ambito, il vero fantasy moderno di qualità esiste, bisogna solo cercarlo. I pregi di questa versione “nuova” sono senza dubbio quelli di aver staccato il genere dalla leggenda, dalle ere remote, e aver inventato nuove prospettive e nuove possibilità. Non per forza deve essere un fantasy improntato sul Bene e non per forza i protagonisti devono essere i più scontati. Apprezzo le varietà e le molteplici sfumature che il fantasy ha potuto assumere in questi ultimi venti anni di produzione letteraria. Tanti nuovi orizzonti, insomma.


G. Ti piace George R.R. Martin? Tutti lo considerano l'autore fantasy del momento, secondo te è vero oppure no?

J. Mi piace Martin, lo ammetto, anche se sono un po' più legata alla favola e all'epica classica. Nonostante ciò trovo difficile confermare se sia effettivamente l'autore del momento o meno, certo è che l'eco mastodontica della serie tv tratta dalle sue opere aiuta parecchio!


G. Quali sono i tuoi libri preferiti?

J. Tenebre, questa è una domanda difficile. Non esistono libri che non sopporto, diciamo che ci sono tanti libri che non mi sono piaciuti. Ma ammetto siano gusti. Hai qualche oretta di tempo che te ne elenco alcuni?


G. Qual è il tuo scrittore preferito?

J. Uno preferito in assoluto non esiste, diciamo che ne ammiro tanti e continuo a scoprirne di nuovi. Tutti coloro che mi hanno lasciato qualcosa nel cuore sono per me degni di ricordo.


G. Qual è il tuo genere letterario preferito?

J. Sono una lettrice abbastanza onnivora, ma i miei amori restano sicuramente il fantasy e il thriller.


G. Raccontaci com'è nata la tua passione per la scrittura.

J. Per caso, presumo. Non è mai stato un mio pensiero scrivere, ma la mia mente ha deciso di partorire storie che non riuscivo a tenere solo per me. Ed ecco che è subentrata l'idea “e se provassi a scriverle?”. La mia vera passione è raccontare, la scrittura ne diventa un bellissimo e meraviglioso mezzo.



G. I tuoi genitori ti sostenevano nella tua passione?

J. Sì, mi hanno sempre sostenuto e continuano a farlo tutt'ora. Sono sempre tra i primi a leggere le mie storie e i primi a insultarmi se qualcosa non quadra. Quindi, ringraziate anche loro se non vi sono ancora caduti gli occhi in preda all'orrore!



G. Come sviluppi un romanzo? Crei delle scalette dove scrivi cosa devi scrivere capitolo per capitolo oppure utilizzi un altro metodo?

J. Non ho un metodo particolare, diciamo che quando ho una storia per le mani, sono solita appuntarmi i punti salienti dello sviluppo su un file. Poi il resto viene da sé. Se devo sviluppare un capitolo particolarmente complesso, ricorro anche a delle scalette interne con i punti cardine espressi sinteticamente e con chiarezza. Posso anche solo scrivere delle parole chiave che per me però vogliono dire un mondo di cose e sensazioni.



G. Secondo te i sogni sono importanti per la creazione di una storia? - ricordo che Stevenson scrisse Dr. Jekyll & Mr. Hyde dopo aver avuto un incubo.

J. Per me i sogni sono fondamentali in quanto fonte unica di tutte le mie avventure. Ogni trama che conservo nel mio libro delle storie (o più modernamente nel mio pc) deriva proprio dai sogni che faccio.



G. Che consiglio daresti ad un aspirante scrittore o un'aspirante scrittrice?

J. Di non mollare mai e di non smettere mai di studiare per migliorare.



G. Scrivi con la musica di sottofondo oppure prima la ascolti e poi la spegni?

J. Con la musica a palla! Anche se a volte, rare, necessito di rigoroso silenzio.



G. Preferisci il cartaceo o l'ebook?

J. Cartaceo, anche se per questioni di spazio stimo molto anche l'ebook.



G. Saluta i nostri lettori con una delle tue citazioni preferite.

J. Una citazione di Paulo Coelho che mi è sempre piaciuta. “Il guerriero della luce crede. Poiché crede nei miracoli, i miracoli incominciano ad accadere.”

Vi ricordo che la casa editrice Gainsworth ha indetto un gioco a premi su facebook intitolato "L'epica sfida + giveaway",  che potrete trovare a questa pagina: https://www.facebook.com/events/794427007255703/?ref=ts&fref=ts , lì troverete il regolamento per partecipare. Mi raccomando, andateci! Io purtroppo non posso prendervi parte perché per mia sfortuna non ho ancora un ebook reader (in palio ci sono anche dei libri in quel formato), però vi invito a farlo. 

Giada

venerdì, giugno 20, 2014

Chiacchierando con l'autore #1: Connie Furnari

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Dopo uno studio intenso di norma brasiliana sono tornata nel blog per annunciarvi la mia nuova rubrica settimanale "Chiacchierando con l'autore", in cui conosceremo settimana dopo settimana un autore emergente italiano. L'autrice di oggi è la simpaticissima Connie Furnari! Qui sotto troverete l'intervista, buona lettura!

G: Ciao Connie! Benvenuta nel blog "Fantasticando sui libri", per coloro che non ti conoscono, ti va di presentarti brevemente?
C: Sono un’autrice ma anche una lettrice appassionata, mi piace dipingere e guardare bei film!


G: Cosa ne pensi del fantasy moderno?
C: Penso che da un po’ di tempo a questa parte si sia perduto il vero senso di fantasy. Alcune autrici non fanno che scopiazzarsi a vicenda, magari seguendo un filone già battuto. Secondo me dovrebbero osare di più, tentare nuove strade.

G: Pensi che la letteratura odierna sia scaduta nel trash?
C: Sì… non si pensa più alla qualità ma a vendere più copie possibili.


G: Al momento vanno di moda i libri erotici, come 50 sfumature di rosso/grigio/nero, cosa pensi di questo genere?
A: Lo reputo un genere interessante, se scritto con intelligenza. Tutti siamo capaci di scrivere volgarità, credo che solo poche autrici abbiano una vena erotica che appassiona. Io non sono tra queste! ;)


G: Quali sono i tuoi libri preferiti?
C: Tutti i classici, da Stoker a Poe, passando per la Austen e Dickens.


G: Quali sono invece i libri che proprio non sopporti?
C: La fantascienza. È un bellissimo genere ma non rientra nelle mie corde.


G: Qual è il tuo genere letterario preferito?
C: Il Paranormal, in tutte le sue sfumature, anche horror e non solo romance.


G: Raccontaci com'è nata la tua passione per la scrittura.
C: È nata da bambina, mi raccontavo le favole.


G: I tuoi genitori ti sostenevano in questa tua passione?
C: Sì, mi hanno sempre sostenuta.


G: Che consiglio daresti ad un'aspirante scrittrice o ad un aspirante scrittore?
C: Innanzi tutto di non arrendersi e di non avere fretta di pubblicare, bisogna saper aspettare l’occasione giusta, correggere il testo fino allo sfinimento!


G: Secondo te le case editrici danno poco spazio agli autori emergenti perché preferiscono andare sul sicuro puntando su romanzi scontati e banali?
C: Un po’ sì, prediligono gli autori stranieri quando in Italia abbiamo molti autori validissimi! Nel mio blog mi dedico proprio per questo motivo a promuovere gli autori italiani www.conniefurnari.blogspot.com Nel sito troverete anche i miei eBook in omaggio, tanti consigli, indirizzi delle case editrici… Chi mi volesse contattare la mia email è: conniefurnari@hotmail.it


G: Cosa pensi di quelle autrici che non appena hanno pubblicato un libro fanno di tutto per sminuire il lavoro delle loro "colleghe"?
C: Sono autrici che non credono nel proprio lavoro nel loro intimo, insicure. Non capisco questa invidia che c’è in giro, offendere le colleghe come se ci si ricavasse qualcosa in cambio! Secondo me dovrebbero concentrarsi sulle loro opere invece di perdere tempo a offendere gli altri.


G: La Mondadori ha di recente lanciato un nuovo "modo" di leggere i libri, se così si può chiamare, cosa pensi dei flipback?
C: Non mi piacciono! Anche nel modo di lettura in verticale e non nel modo classico. Preferisco magari una versione pocket ma nella versione classic.


G: Dovendo scegliere tra ebook e cartaceo, quale preferisci?
C: Ovviamente il cartaceo!


G: Saluta i nostri lettori con una delle tue citazioni preferite.
C:“Se puoi sognarlo, puoi scriverlo” (lo ammetto, l’ho rubata a Walt Disney!)

Okay, avrei voluto inserire anche i suoi racconti e i primi capitoli dei romanzi che mi aveva mandato ma a causa di problemi tecnici non sono riuscita a farlo; in ogni caso, potrete trovarli nel suo blog www.conniefurnari.blogspot.it e mi raccomando, andate a visitarlo! I racconti sono gratuiti! Oppure potete contattarla via mail al seguente indirizzo: conniefurnari@hotmail.it

Giada

domenica, giugno 01, 2014

Piccola anticipazione... (2)

Buona sera, bloggers e lettori! Terminate "Le Cronache di Narnia", ora cosa leggerò? Beh, io so già cosa voglio leggere, ma lo stress causato dalla preparazione per gli esami universitari è troppo forte e non riuscirei a concentrarmi su un libro, specialmente questo libro, che desidero leggere ardentemente  ma la cui lettura dovrò rimandare all'8 luglio (che è la data del mio esame peggiore, che richiede tutta la concentrazione possibile ed immaginabile) perciò sono davvero costretta ad aspettare di fare quel cavolo di esame per poterlo leggerlo e gustarlo come merita.

Non vi dirò chi l'ha scritto, perché sarà una sorpresa per tutti voi, l'unico indizio che vi do' è che è il romanzo di una scrittrice emergente italiana e... Parla di angeli.



Non voglio dilungarmi altro, penso vi basti sapere che non vedo l'ora di leggerlo e di commentarlo perché già la frase sulla quarta di copertina è molto interessante!

Vi lascio con questa citazione di Goethe: "Qualunque cosa tu possa fare o sognare di fare, incominciala... L'audacia ha in sé genio, potere e magia. Incomincia adesso!"

Giada

La conclusione del mio viaggio a Narnia

Buona sera, bloggers e lettori! Dopo tre mesi siamo giunti finalmente al post che chiude il ciclo di commenti su "Le Cronache di Narnia" di C.S. Lewis... Un po' mi dispiace che questo fantastico viaggio in quella magica e avventurosa terra sia finito, ma come mi ha fatto notare il mio amico Bruno, tutte le cose belle sono destinate a finire, a maggior ragione una serie di romanzi come quelli che hanno come oggetto Narnia e che sono stati ideati (ma soltanto in seguito) con lo scopo di dare una panoramica generale di Dio e della Bibbia.

Personalmente ho amato tantissimo questi libri, ma non per motivi religiosi, semplicemente perché amo il genere fantasy nella letteratura e chiunque mi conosca sa quanto io lo ami. Ma torniamo a noi, vi starete chiedendo perché ho letto questi libri... Beh innanzitutto perché come ho specificato sopra, sono di genere fantastico e poi perché avendo già letto Tolkien mi è stato consigliato di leggere il suo amico C.S. Lewis, sapevo più o meno con cosa avrei avuto a che fare, dato che avevo "guardicchiato" i film qualche anno fa ma non mi sarei mai aspettata che mi sarebbero piaciuti così tanto. Per quanto riguarda le connotazioni bibliche o per meglio dire, la parafrasi biblica dell'intera opera è stata molto molto coinvolgente e non è da me dire una cosa del genere, trattandosi di una cosa strettamente legata con la Chiesa in quanto non sono una fervente cattolica come lo era C.S. Lewis e non penso che lo diventerò mai in quanto abbiamo idee totalmente diverse riguardo quest'Istituzione- questa è la mia opinione, naturalmente.

Il finale de "L'ultima battaglia" mi ha lasciato in uno stato shock, di incredulità, tristezza, stupore e dolore allo stesso tempo che mi ci è voluto un po' per riprendermi, come ben saprete e solo adesso, a causa degli esami universitari che si avvicinano, ho superato tutto ciò. Dovevo aspettarmelo però, "Le Cronache di Narnia" sono una rielaborazione della Bibbia, dalla Genesi del mondo per opera di Dio all'Apocalisse (che è ciò che rappresenta l'ultimo romanzo che tanto mi ha traumatizzato).

Per quanto riguarda i grandi classici fantasy e per quanto io abbia amato tutto ciò, non ho ancora trovato qualcuno che possa eguagliare la magnificenza de "Il Signore degli Anelli" di Tolkien. Mi dispiace, ma prima di essere una Narniana sono soprattutto una Tolkeniana e questo lo saprete di sicuro se mi conoscete o avrete anche solo parlato con me, perché quando mi laureerò (tra due anni) voglio degli scherzi che abbiano come tema proprio "Il Signore degli Anelli" e che pongano una particolare attenzione ai miei sei personaggi preferiti: Legolas, Aragorn, Sam, Faramir, Eowyn e Gandalf

Vi lascio con questa citazione tratta proprio da "Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello" detta dal mitico stregone Gandalf:
"Uno stregone non è mai in ritardo, Frodo Baggins. Né in anticipo. Arriva precisamente quando intende farlo." 

Giada

Il mito fatto realtà: le origini delle "Cronache di Narnia", Mark Bane

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Come indicato dal titolo, in questo post vi proporrò la mia traduzione del saggio di Mark Bane "Il mito fatto realtà: le origini delle 'Cronache di Narnia'". Sì, questo è ufficialmente il penultimo post sulle Cronache, ci avviamo alla conclusione definitiva, finalmente! La ragione per cui vi ho voluto mettere tale traduzione è perché essa è un'anticipazione alle mie considerazioni finali sulla serie di libri che ho letto e della cui lettura vi ho resi partecipi in questi mesi.

IL MITO FATTO REALTA’: LE ORIGINI DELLE CRONACHE DI NARNIA
Nel processo di scrittura delle Cronache di Narnia, C.S. Lewis ha gradualmente espanso l’ampiezza e lo scopo delle sue ambizioni letterarie. Ciò che era visto all'inizio come una collezione di storie per bambini, si sviluppò in una complessa rappresentazione di un intero universo morale. Man a mano che i 7 libri progrediscono, Lewis spiega il piano divino per questo universo dalla sua creazione fino alla sua apocalisse. Comunque, l’unicità degli obbiettivi letterari di Lewis deriva dal fatto che Lewis riesce a gestire due cose in una. Cioè, lui rimane fedele alla sua originale intenzione di scrivere libri per bambini aggiungendo sottili complessità morale e spirituali. Queste complessità non sono dovute ad intrusioni autoritarie o editoriali. Loro sembrano invece intrecciare la vera fabbrica creativa dell’universo di Lewis, così le Cronache di Narnia sono una serie di libri che sono in grado di deliziare i sensi tanto quanto sfidare e agitare l’animo.

Per capire la precedente affermazione, è necessario esaminare le circostanze sotto le quali questi libri furono scritti. Durante la seconda guerra mondiale, Lewis accettò un numero di bambini che erano stati evacuati dalle loro case a causa dei raid aerei che imperversavano a Londra. Non avendo bambini suoi, lui dice che il miglior modo per intrattenere questi giovani ospiti sarebbe stato raccontare loro storie. Un piccolissimo frammento di una di queste storie sopravvive. In esso, i quattro bambini (due bambini e due bambine) sono evacuati dalla loro casa, separati dai loro genitori e mandati a vivere con uno strano vecchio professore. Non solo questo frammento è praticamente identifico ad uno dei passaggi di apertura de “Il leone, la strega e l’armadio”, ma è anche la difficile situazione è molto simile a ciò che uno dei reali ospiti di Lewis aveva affrontato. Dopo tutto, Lewis stesso era (secondo gli standard dei bambini) era “un professore molto vecchio”, e senza dubbio, e intimidiva i suoi giovani inquilini. Dato che l’autore aveva cercato di fare in modo che l’arte imitasse la vita reale, è altamente probabile che le originali intenzioni di Lewis nello scrivere le Cronache era di intrattenere questi giovani sfollati con una versione fantastica delle loro stesse storie.

Per qualsivoglia ragione, C.S. Lewis aveva scelto di cominciare il suo racconto nell'Inghilterra rurale, nella casa del professore sopra menzionato. Ma cosa sarebbe successo dopo? Questa doveva essere una storia per bambini, perciò Lewis attinse a quel genere di cose che lo deliziavano da bambino. Lui aveva un duraturo amore per “le favole”, perciò scelse immediatamente quel genere. Ma era anche il format perfetto per un libro per bambini, dato che non richiedeva romanticismo e nemmeno aveva bisogno di molta intrusione da parte dell’autore.

Perciò Lewis aveva deciso che questo libro sarebbe stato un racconto di magiche e fantastiche avventure. Ma che tipo di magiche avventure avrebbe potuto avere lui nell'ammuffita casa di un professore vecchio e ammuffito? Non molto e questa è la ragione per cui Lewis trovò necessario espandere l’ambientazione. Dai suoi primi giorni d’infanzia, lui è stato occupato con la creazione della sua città immaginaria: Animalandia, che lascia presupporre il grande stato di Boxen. L’immaginazione del giovane Lewis era meticolosamente dettagliata, lui aveva perfino pianificato le rotte del piroscafo di questa nazione e gli orari della ferrovia. Sebbene nessun piroscafo o stazione esista a Narnia, la nazione al di là dell’armadio riflette gli stessi grandi dettagli immaginari presenti nelle prime creazioni dell’autore. Presto la terra incantata di Lewis sviluppò la sua storia, geografia, miti, leggende e profezie. L’amorevole cura con cui lui si riferiva alle minutiae della vera vita di Narnia rivela che Lewis non aveva più intenzione di scrivere una storia per bambini, lui stava anche partecipando alla potente magia che il professor Tolkien chiama “sub-creazione”.

Uno dei dettagli più caratteristici di Boxen, il mondo del giovane Lewis, erano i suoi abitanti. Molti dei più illustri Boxoniani erano infatti degli animali che camminavano, parlavano ed indossavano vestiti. Questi animali antropomorfizzati che troveranno la loro strada per Narnia sotto forma di memorabili personaggi come il topino armato di spada Ripicì, lo scettico Bri, e naturalmente il grande leone Aslan. Comunque, l'uso di animali come personaggi principali non era solo una continuazione delle fantasie della fanciullezza di Lewis - era una deliberata, calcolata decisione da parte dell'autore. Usando gli animali, Lewis poté comunicare tutte le sottili sfumature della personalità umana senza minare o compromettere il livello di comprensione o l'interesse del suo giovane pubblico. Quale modo migliore per mostrare maestosità regola e gloria se non rendendo Aslan "Il Re degli Animali"?

Lewis aveva sempre voluto scrivere quel tipo di libri che lui stesso avrebbe voluto leggere. Infatti, lui scrisse questa celebrata trilogia spaziale perché all'epoca non c'erano abbastanza storie di science-fiction del tipo che lui avrebbe voluto leggere se fossero state scritte. Dunque Narnia diventò un luogo nel quale lui poté mettere in vetrina alcuni dei suoi interessi letterari. Lui aveva sempre amato la mitologia antica, perciò aggiunse al suo regno di animali parlanti molti personaggi dalla tradizione classica, includendo anche fauni, satiri, centauri, driadi, naiadi e molte altre creature mitologiche. Perfico Bacco, il dio romano del vino fa un'apparizione speciale. Dalle mitologie nordiche, Lewis incorporò giganti e nani e L'Albero della Cenere del Mondo.


A fianco alla mitologia classica, la tradizione medievale della cavalleria e dei cavalieri in armi era cara al cuore di Lewis. Narnia si sviluppò in un remo dove ideali cortesi fiorirono sotto imponenti e maestosi re e regine. C'era il cavalierato da vincere sul campo di guerra, e un severo codice d'onore che se una persona lo violava, lo faceva a proprio rischio e pericolo. Lewis aggiunse una forma di "Saraceni" con cui i suoi cavalieri di Narnia potevano lottare: i Calormeniani simili ai Persiani che veneravano il dio-uccello Tash. Lewis prese in prestito le idee medievali della belle dame sans merci e l'Arturiano Morgan Le Fay nel creare le sue cattive: la Strega Bianca Jadis e la Signora dalla Veste Verde.


C.S. Lewis prese in prestito questi elementi perché erano cose che gli piacevano e con cui lui si identificava. Lui cercava di comunicare il suo amore per le fiabe eroiche dell'antichità e forse di coltivare lo stesso amore in una nuova generazione di lettori.


Per contro, in questa Narnia nuovamente immaginata, Lewis avrebbe voluto che le storie di scrivessero da sé. Lui fece ciò in un modo unico, facendo affidamento alle immagini che lui avrebbe voluto vedere nella sua mente. Certe immagini, disse, si sarebbero organizzate da sé come una storia; era poi compito dell'autore "chiudere i buchi" così disse. Un immagine, il fauno con l'ombrello, si risolse nel signor Tumnus. La regina delle nevi su una slitta diventò la Strega Bianca. Lewis formò queste immagini in storie in modo da "esorcizzarle" dalle propria mente. L'immagine del fauno aveva risieduto nella sua mente fon da quando era un teenager. Prima che mettesse il leone Aslan nella storia, Lewis ha sognato per più notti di fila dei leoni. Queste immagini venivano da una fonte sconosciuta, ma molte di loro reclamarono a gran voce una loro parte nelle sue storie. Un interessante confronto di questo fenomeno accade nel terzo libro, "Il Viaggio del veliero": qui, un quadro con una barca cresce fino ad espandersi fino a quando non diventa davvero una nave sul mare, un portale verso Narnia. E' una raffinata dimostrazione dell'intenzione di Lewis di rendere le sue immagini interne reali, le quali agiscono come finestre che si aprono nel mondo della sua immaginazione.

Finora, poco è stato detto circa lo spirituale, il religioso, perché non dirlo: l'elemento cristiano nelle Cronache di Narnia. Questo perché quell'elemento non era presenta alla nascita del ciclo narrativo, Lewis aveva negato, enfatizzando, che lui si sarebbe messo a scrivere una serie di storie che erano rappresentazioni codificate della Verità Cristiana, o lezioni morali ingannevoli create per richiamare il giovane pubblico. Ciononostante, l'elemento cristiano nel mythos di Narnia è inconfondibile. Perciò come ha fatto quest'elemento a trovare il modo di entrare in queste storie? Beh, in un modello sub-creativo, Lewis vide nel suo manoscritto il Leone Aslan e vide che era cosa buona. Immediatamente l'autore riconobbe il potenziale di questo personaggio. Il leone era arrivato come "delimitazione" o "limite" nella storia, e Lui era ovviamente uno dei più grandi personaggi. Lewis subito notò l'amorevole timore che gli altri personaggi avrebbero potuto provare ogni volta che lo incontravano. Oltre a ciò, lui non si era perso nella narrazione quando aveva descritto il leone Aslan in quanto il leone era, nella Bibbia, un simbolo che ricorreva spesso e che indicava il Cristo. Qui l'autore si chiese: "Cosa succederebbe se il Figlio di Dio entrasse in un mondo di animali parlanti nella forma del leone?". Se Lewis potesse presentare la versione di Narnia dell'Incarnazione, lui avrebbe un forum nel quale poter articolare alcuni dei suoi sentimenti più preziosi verso Dio. E avrebbe potuto farlo senza la Legge, senza alcun dovere morale o ipocrisia che entri nell'equazione. E' stata l'esperienza personale di Lewis che ha reso difficile sentire nel modo in cui forse si era sentito verso un Dio qualunque, era il semplice fatto che ci fossero dei sentimenti che chiunque dovrebbe avere verso quel Dio. Con Asla, Lewis fece tabula rasa. Lui poteva spingere i lettori a provare amore e devozione senza quel soffocante senso di dovere. Lui poté trasmettere la sua grande gratitudine e il suo amore per Dio senza fare sermoni. Lui poté, come una volta disse, "rubare al passato quei vigili draghi".

Nei primi due libri, Aslan è una figura netta, chiara. Lui ispira paura nei suoi nemici e amore e devozione nei suoi amici. Lui rende quattro bambini del nostro mondo potenti re e regine, e bandisce tutte le tracce del male dal suo regno. Qui Lewis sta parlando dei primi gloriosi giorni di esperienza spirituale del singolo individuo.

Comunque, con l'avvento del terzo libro "Il viaggio del veliero", Lewis porta il lettore in ancora più profonde acque teologiche. Qui Aslan è più distante; lui appare in altre forme, come quelle dell'agnello e dell'albatro. Lewis approfondisce l'esperienza spirituale dei suoi personaggi rendendo Aslan difficile da trovare. La fede adesso entra in equiparazione con il credere senza vedere. Questo è personificato al meglio dal topo Ripicì, che è determinato a trovare la Terra di Aslan, anche se deve nuotare fino alla Fine del Mondo per farlo. Sempre nel "Viaggio del veliero", Lewis presenta l'idea dello scettico, del non credente, nella forma di Eustachio Clarence Scrubb. Eustachio è trasformato in un drago a causa della sua avidità ed ignoranza. Aslan sbuccia via gli strati di pelle di drago fino a quando il vero bambino sottostante viene svelato; in questo modo, il lettore riesce a capire il processo di conversione e santificazione.

I due libri successivi "La sedia d'argento" e "Il cavallo e il ragazzo" rivelano alcuni aspetti "selvaggi" di Aslan. Lui è, dopotutto, "un leone non addomesticato". Nella "Sedia d'argento", quando Jill ed Eustachio vanno per la prima volta nella Terra di Aslan, Jill spinge il suo compagno giù da un precipizio: a causa di questa grande malefatta, Aslan si mette tra lei e il fiume d'acqua. Lui avverte Jill che ha già mangiato piccole bambine prima "e bambini, donne e uomini, re e regine e reami". Comunque, anche in questo aspetto terribile, Aslan vuole che la ragazza venga a bere. La paura di Dio non ci deve impedire di andare da Lui. Più tardi, Aslan da' a Jill un numero di segni da seguire, che lei prontamente dimentica. Quando lei si dispera di ciò in un sogno, Aslan la esorta ad essere coraggiosa: "Non ti rimprovererò sempre", le dice Aslan. Lewis sta illustrando il fatto che la correzione di Dio è d'amore, non di austerità. Ma Dio è sempre Dio come mostrato ne "Il cavallo e il ragazzo". Aslan graffia la principessa Calormeniana Aravis, perché in questo modo lei si ricordi come ci si sente a venire frustrati. Lewis ritrae anche Aslan come un cacciatore divino, un segugio del cielo, in questo romanzo. Il leone insegue Shasta durante tutta la quest, conducendolo alla sua destinazione e al suo destino.

Avendo rivelato la natura divina nei precedenti libri, Lewis usa le ultime due Cronache per affrontare questioni escatologiche, vale a dire l'inizio e la fine di Narnia. Ne "Il nipote del mago" Lewis ci racconta della Genesi di Narnia. Qui Aslan è descritto come il Creatore, lui canta per dare vita a Narnia e da' agli animali il dono della parola. Il Male entra nel giovane mondo attraverso una creatura "caduta": Jadis, la regina del morto mondo di Charn. Come nella storia dell'Eden, Lewis incorpora un giardino con un frutto particolare e molto potente. Lui ritrae anche il ruolo dell'uomo nella creazione stabilendo come re e regina di Narnia un re e una regina. "L'ultima battaglia" mostra la fine di Narnia. Prima noi vediamo la sua discesa nella malvagità e poi il rifiuto dell'autorità di Aslan (rappresentato in questo caso dai nani che non vogliono nessun re, non vogliono essere comandati da nessun essere superiore). Più avanti, i pochi Narniani fedeli sono perseguitati. Quando le cose sembrano più nere che mai, Aslan ritorna per salvare il giorno, ma lo fa rendendo ciò L'Ultimo Giorno. Tutti i mondi hanno la loro fine, secondo Lewis, eccetto la Terra di Aslan. Tutti i fedeli amici di Narnia entrano nella Terra di Aslan, dove si riuniscono con i loro vecchi amici. Ma questa non è la fine. Gli ospiti di Aslan sono invitati ad andare "più in alto e più avanti" per gloriose avventure che sono troppo belle da descrivere. Lewis finisce quest'ultima storia di Narnia dando ai lettori un anticipazione di com'è il Paradiso.

In ultima analisi, è difficile cogliere qualsiasi cosa, come la semplice intenzione di Lewis di scrivere le Cronache. I suoi scopi erano costruiti l'uno sopra all'altro. Lui procedette dalle storie per bambini, dalle favole per bambini e le ha portò in un reame di intensa teologia. Comunque, nessuna parte gioisce del successo ottenuto a spese dell'altra. E' il fatto che "Le Cronache" sono favole che fanno splendere la ricchezza spirituale che vi è dentro di loro, ed è questa ricchezza che e rende una specie di favole che possono essere apprezzate da tutti, sia dagli adulti che dai bambini.


Nel post successivo vi presenterò le mie conclusioni finali, chiudendo la mia avventura nel magico mondo di Narnia creato da questo magnifico scrittore. Vi lascio con una citazione tratta da "La sedia d'argento" in cui Jill, Eustachio e Rilian riescono ad uscire dal Mondodisotto e si ritrovano a Narnia:

Jill era così felice ed emozionata che per poco non svenne, rapita dalla musica selvaggia, misteriosa e dolce che sapeva di magia bianca quanto le note suonate dalla strega sprigionavano diavolerie e malvagità. Per raccontare uno spettacolo del genere ci vogliono molte parole, per ammirarlo pochi istanti: per lei fu come un flash.

Giada

venerdì, maggio 30, 2014

Tre modi di scrivere per l'infanzia, C.S. Lewis

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Oggi vi parlerò del saggio che C.S. Lewis scrisse in postfazione alle "Cronache di Narnia", ovvero "Tre modi di scrivere per l'infanzia".

Questo saggio (On three ways of writing for children) fa parte del libro "On stories and other essays on literature" e penso che Lewis l'avesse scritto per rispondere alle critiche che gli erano state mosse dopo la conclusione delle "Cronache di Narnia". Lewis comincia dicendo che esistono tre modi di affrontare la scrittura per l'infanzia, due sono buoni e il terzo è cattivo, e ci da' un esempio sia dei buoni che del cattivo:

  1. Una signora gli inviò un manoscritto dove una fata dava al bambino uno strano congegno che schiacciando un bottone poteva dargli tutto ciò che desiderava, lui le rispose che non credeva a questa cosa e quella stessa autrice gli disse: "Neanche a me." ha ammesso la signora: "Anzi, mi irrita, ma è questo che vogliono i bambini moderni." 
  2. Il secondo esempio si ha quando Lewis riferisce ai lettori che un conoscente, padre di figli, gli ha detto che lui ha pensato che avesse inserito l'episodio del fauno che dà da mangiare a Lucy ne "Il leone, la strega e l'armadio" per dimostrare una specie di ricompensa alla bambina. Lewis dice che non ha sottinteso niente di tutto questo, che non è vero che per compiacere il pubblico adulto bisogna sempre e solo parlare di sesso anche quando non c'è.
Entrambi questi due metodi vedono la scrittura per l'infanzia come un dare ai bambini quello che vogliono e proprio perché sono un pubblico speciale bisognare da loro ciò che vogliono, indipendentemente che noi ci crediamo oppure no. 

 Il secondo metodo, quello buono, è quello adottato da Lewis Carroll, Kenneth Grahame e Tolkien. "Il racconto è uno sviluppo di quello narrato a voce ad un bambino reale, spesso in modo estemporaneo. Somiglia al primo perché cercare di dare al bambino quello che vuole, ma l'ascoltatore è una persona concreta, un ragazzo diverso dagli altri ragazzi". 

Non è giusto considerare i "bambini" una specie curiosa, i cui desideri vanno stabiliti da noi adulti come se noi fossimo antropologi o viaggiatori, questo non può funzionare. Se invece ci troviamo faccia a faccia con il nostro ascoltatore non è possibile dargli qualcosa che non prendiamo in considerazione, che trattiamo con indifferenza e disprezzo. Quando si racconta una storia a voce ai bambini, lo si fa per farla vivere, e in questo caso la natura del narratore e la natura dell'ascoltatore coincidono; il risultato è una personalità composita. 

Il terzo metodo consiste nello scrivere un racconto per l'infanzia perché esso è la forma migliore per esprimere quello che si ha da dire. Questo metodo si applica a tutti i generi della letteratura infantile. Ad esempio Arthur Mee non ha mai incontrato un bambino e nemmeno desiderava farlo, secondo lui era fortunato che i bambini leggessero ciò che scriveva. 

Dentro al "racconto per bambini" ci sono due sotto-tipologie:
  1. Il fantastico
  2. La fiaba (e Lewis era più propenso per questa)
La trilogia di E. Nesbit è caratterizzata da personaggi bambini visti da un punto di vista prettamente adulto e quindi intrisi dal sentimentalismo tipico con cui i genitori guardano i propri figli, infatti se descriviamo un romanzo per bambini dal punto di vista dei genitori scadremmo inevitabilmente nel sentimentalismo ed in questo caso sarebbe l'infanzia stessa a soffrirne. La trilogia, anche se contiene episodi improbabili, fornisce al lettore adulto più materiale per capire il mondo dei ragazzi che non altri libri creati appositamente per loro e con lo scopo di educarli. L'esperienza vissuta dai bambini differisce da quella dei nostri parenti e genitori, per questo è importante creare qualcosa che insegni loro qualcosa in un modo che sia piacevole sia per il lettore adulto che per il giovane ascoltatore. 

Il principio generale, basato sulla trilogia dei Bastable, è questo: "Se il racconto non è altro che la forma più idonea ad esprimere quello che l'autore ha da dire, allora i lettori interessati all'argomento vorranno leggerlo e rileggerlo. Solo le storie veramente affascinanti durano." e qui cita Sir Michael Sadler, autore de "Il vento nei salici". 

Le fiabe o i racconti fantastici sono visti malamente dal mondo adulto, che fa apparire "la nostalgia" per quel mondo una cosa brutta, ed infatti gli adulti che leggono fiabe o tali racconti sono considerati dagli "adulti" più "adulti" delle persone affette dal "Peter Pantheism" ovvero la Sindrome di Peter Pan, conosciuta e disprezzata. Lewis articola perciò l'argomentazione a questa critica in 3 punti (li cito):
  1. Tu quoque. I critici che usano l'aggettivo "adulto" come un complimento anziché come un semplice termine descrittivo, non possono essere considerati adulti in prima persona. E' giusto preoccuparsi di sembrare grandi, arrossire per le cose da grandi perché sono da grandi, arrossire al sospetto di passare per infantili sono i classici segni di di fanciullezza e adolescenza. Questi segni e queste fasi della vita sono sintomi positivi perché vuol dire che l'organismo giovane aspira a crescere e prolungare la prima maturità e nella mezza età. La preoccupazione di essere adulto è un autentico sintomo di sviluppo bloccato. Lewis a dieci anni leggeva le fiabe di nascosto perché se ne vergognava, a cinquanta le leggeva senza preoccuparsi di ciò che dicevano gli altri.
  2. Il punto di vista moderno ha una falsa nozione di crescita. Ci accusano di arresto dello sviluppo perché non abbiamo i gusti che avevamo da ragazzi, ma l'autentico arresto non può consistere nel rifiuto di abbandonare un patrimonio, bensì nell'acquisirne uno nuovo. Non è vero che per crescere e diventare adulti dobbiamo abbandonare ciò che ci piaceva da piccoli, quello sarà sempre una parte di noi, solo che noi siamo cambiati, abbiamo acquisito nuovi gusti e nuovi interessi. E' crescita personale, non regresso. Alcuni critici confondono il crescere con il prezzo del crescere e sembrano avere tutto l'interesse a far lievitare il costo oltre il necessario.
  3. L'associazione della fiaba e del fantastico con l'infanzia è un pregiudizio locale e occidentale. Poi cita il saggio di Tolkien sulla fiaba "On fairy stories". Nella maggior parte dei tempi e dei luoghi, la fiaba è stata creata per i bambini e apprezzata solo da loro. Ha cominciato a gravitare attraverso la nursery nei circoli letterari e poi è passata di moda. Alcuni bambini non amano i libri di favole, mentre ci sono alcuni adulti che ancora continuano ad amarli. Tutti e due amano le favole, ma non sappiamo esattamente perché.
Qui espone le teorie di Tolkien e di Jung.
  • Secondo Tolkien il fascino della fiaba stava nel fatto che essa l'uomo esercita pienamente la facoltà di "sub-creatore". A suo modo di vedere, questa è una delle funzioni più caratteristiche dell'essere umano.
  • Secondo Jung la fiaba libera archetipi che dormono nell'inconscio collettivo. Noi ubbidiamo all'antico precetto del "conosci te stesso". 
In conclusione, Lewis dice che dobbiamo scrivere un racconto per bambini con lo scopo di aiutarli a combattere i mostri e i draghi del mondo reale, perché quando saranno grandi dovranno affrontare un altro tipo di "mostri" e ogni sorta di difficoltà. In fondo l'obbiettivo del fantasy è proprio questo: raccontare ai bambini di draghi, cavalieri e principesse non per spaventarli o intimorirli ma per mostrare loro che il bene vince sempre sul male e che tutte le difficoltà, anche le più difficili, possono essere superate con un po' di buona volontà. 

Vi lascio con questa citazione tratta da "Tre modi di scrivere per l'infanzia": "Dei più profondi e difficili rapporti bambino-genitore e genitore-bambino non dirò niente: uno scrittore, in quanto semplice scrittore, è al di fuori di tutto questo. Lo scrittore non è neppure uno zio: è un uomo libero, un uguale come il postino, il macellaio o il cane della porta accanto".

Giada

giovedì, maggio 29, 2014

Genealogia dei personaggi nelle Cronache di Narnia

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Sono tornata per darvi gli schemi della genealogia dei personaggi che abbiamo incontrato nelle "Cronache di Narnia" dal primo all'ultimo libro, siccome non ho trovato online programmi abbastanza belli per poterlo fare, dovrete accontentarvi del tipico schema lineare.

I PEVENSIE  (*nomi non pervenuti)
? - Padre*- Madre* - ?
Peter Pevensie
Susan Pevensie
Edmund Pevensie
Lucy Pevensie

Harold Scrubb - Alberta Scrubb
Eustachio Clarence Scrubb






Eustachio Clarence Scrubb

LA DINASTIA DI RE CASPIAN
Padre* - Madre *
Caspian IX - Madre*
Caspian X - Figlia di Ramandu (probabilmente una Stella)
Rilian - Moglie*
Trinian

Parenti:
Miraz l'Usupatore era il fratello del padre di Caspian IX






LA DINASTIA DI RE LUNI
Re Luni (Dar) - Madre*
Cor - Corin Pugno d'Acciaio
Cor - Aravis
Figlio che darà lustro alla loro stirpe

Parenti:
Lo zio di Cor (Shasta), ovvero Darin.

ASLAN
L'imperatore delle Terre d'Oltremare (Dio)
Aslan (Gesù Cristo) che si manifesta come:

  • Leone (in tutti i libri)
  • Agnello ( solo ne "Il viaggio del veliero")
  • Leoni ( solo ne "Il cavallo e il ragazzo")
  • Gatto ( solo ne "Il cavallo e il ragazzo")

I DIRKE
Padre* - Nancy Dirke
Digory Dirke 

Nota:
E' il professore che ospita i bambini nella sua casa di campagna. Insieme alla sua amica Polly è andato nella Foresta di Mezzo, ha visitato Charn e conosciuto la Strega Bianca, ha assistito alla Creazione di Narnia.

Vi lascio con uno scambio di battute fra il gufo Mastro Pennalucida e il nano Briscola ne "La sedia d'argento" che mi ha fatto ridere da matti:
"Eh? Cosa c'è?" fece quello.
"Due forestieri, mio signore." rispose il gufo.
"Due che? Cosa dici? A me sembrano due cuccioli umani, sporchi per giunta."
"Io mi chiamo Jill." intervenne la ragazza facendosi avanti. Sì, perché la cosa più importante era spiegare al Reggente il motivo per il quale si trovavano a Narnia. 
"La ragazza si chiama Jill." gridò il gufo con quanto fiato aveva in gola.
"In tilt? Le bambine sono andate in tilt?Non ci capisco niente io. Quali bambine? Chi è andato in tilt?"
"Qui c'è soltanto una ragazza, signore." disse il gufo.
"Ma vuoi deciderti a parlare chiaro una buona volta?" fece in nano indispettito: "Invece di startene lì a bisbigliare nelle orecchie? Si può sapere chi è andato in tilt?"
"Nessuno è andato in tilt, signore."
"Chi?"
"Nessuno."
" Va bene, va bene, non c'è bisogno di gridare, non sono mica sordo. Vuoi spiegarmi perché sei venuto a dirmi che nessuno è andato in tilt e perché avrebbe dovuto andarci?"
"Mmmh meglio dirgli che io mi chiamo Eustachio."
"Il ragazzo si chiama Eustachio." gridò il gufo a squarciagola.
"Come, è stracco? Perché è stracco? Che bisogno c'era di portarlo a corte?"
"Non ho detto 'stracco', signore, ho detto Eustachio. Il ragazzo si chiama Eustachio."
"Stanco? Stanco chi? Non capisco cosa vogliate dire Mastro Pennalucida. Quando ero giovane, in questa terra c'erano animali che parlavano sul serio, non bisbigliare e mangiarsi le parole di adesso." (...)

Giada


L'ultima battaglia, C.S. Lewis (seconda parte)

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Dopo aver studiato norma brasiliana, sono pronta per esporvi le mie teorie e le mie supposizioni circa l'ultimo romanzo delle "Cronache di Narnia", ovvero "L'ultima battaglia" - un romanzo molto forte per certi aspetti che mi ha lasciato un profondo shock dal quale mi sono ripresa soltanto di recente.

In questo romanzo ci sono tantissimi riferimenti biblici (come in tutti gli altri libri) ma stavolta sono molto più espliciti che negli altri, nel senso che Lewis non si preoccupa più di rendere velata la simbologia cristiana nei suoi libri.

Dopo che Aslan ha risvegliato il Gigante Tempo - il quale scopriamo nel penultimo libro che si sarebbe svegliato solo quando sarebbe giunta la fine del mondo - il Gigante suona il suo potente corno e provoca una serie di terremoti e maremoti che sconquassano e distruggono Narnia ricordano moltissimo l'Apocalisse della Bibbia, in cui giungono i 4 Cavalieri che portano morte e distruzione nel mondo.


Il Regno delle Tenebre rappresenta le Tenebre che scendono sul mondo dopo che Dio (alias Aslan) ha ordinato al Gigante Tempo di suonare il corno.

Il Giudizio Universale, Giotto, Cappella degli Scrovegni
(Padova)
La divisione dei buoni dai cattivi, che avviene dopo la caduta delle stelle dal cielo, stelle che sono persone, tutti i personaggi vengono divisi in buoni e cattivi. Aslan si trova al centro, alla sua sinistra c'è una parte del mondo completamente immersa nell'Oscurità mentre alla sua sinistra c'è un'altra parte del mondo completamente inondata dalla luce delle stelle. I personaggi che vanno per loro scelta nell'Oscurità hanno lo sguardo pieno d'odio e di paura, mentre quelli che guardano con amore e adorazione Aslan vanno nella parte illuminata dalle stelle, al fianco di Aslan.

Il Paradiso è descritto come un luogo ad Ovest di Narnia, immerso in un immenso giardino chiuso da un cancello d'oro dove i personaggi principali ri-incontrano tutti i personaggi che abbiamo incontrato nel corso delle "Cronache di Narnia". E' un posto nel quale tutti vivono pieni di gioia l'armonia che la vita eterna nel Regno dei Cieli è promessa a tutti i "buoni" (un termine piuttosto opinabile, a mio avviso).

L'Ovest in questo caso ha anch'esso un significato molto importante: le vespri sono le preghiere che i cristiani fanno quando giunge la sera, mentre secondo la mitologia norrena ad Ovest c'era un nano che reggeva la volta celeste (come il Gigante Tempo, in quanto si dice che lui faccia la stessa cosa). Secondo me invece ha un significato simbolico molto più intrinseco, da sempre l'Occidente è associato alla morte perché di solito il sole cala ad Ovest e nasce ad Est, quindi il fatto che tutti i personaggi si incontrino in questo magico luogo di eterna gioia proprio ad Ovest significa sì che sono morti ma che vivranno in eterno con Dio.

La trasfigurazione di Aslan in Dio è evidente quando alla fine del libro Lewis dice: " (...) Nel pronunciare queste parole perse l'aspetto del leone, dopodiché accaddero tante cose belle e meravigliose che non posso raccontarle in questo libro". 

La simbologia del numero 7 è presente in quanto i libri sono 7. Il numero sette esprime la globalità, l'universalità, l'equilibrio perfetto e rappresenta un ciclo compiuto e dinamico. Considerato fin dall'antichità un simbolo magico e religioso della perfezione, perché era legato al compiersi del ciclo lunare. Gli antichi riconobbero nel sette il valore identico della monade in quanto increato, poiché non prodotto di alcun numero contenuto tra 1 e 10. Presso i babilonesi erano ritenuti festivi, e consacrati al culto, i giorni di ogni mese multipli di sette. Tale numero fu considerato simbolo di santità dai Pitagorici. I Greci lo chiamarono venerabile, Platone anima mundi. Presso gli Egizi simboleggiava la vita.

La simbologia del numero 4 invece è presente perché sono proprio Peter, Edmund, Susan e Lucy, 4 bambini a liberare Narnia dall'inverno eterno che la Strega Bianca aveva gettato su quel magico mondo. Il numero quattro è il più perfetto tra i numeri, essendo la radice degli altri numeri e di tutte le cose. Esso rappresenta la prima potenza matematica, e la virtù generatrice da cui derivano tutte le combinazioni. E' l'emblema del moto e dell'infinito, rappresentando sia il corporeo, il sensibile, sia l'incorporeo. Il quattro è scomponibile in 1+3, la monade (l'uno) ed il triangolo, e simboleggia l'Eterno, e l'uomo che porta in sé il principio divino. Il quaternario era il simbolo usato da Pitagora per comunicare ai discepoli l'ineffabile nome di Dio, che per esso significava l'origine di tutto ciò che esiste. Infatti sono sempre due i bambini che vanno a Narnia ne "Il nipote del mago" ed il due è un numero che sta alla base del quattro.

Il dio Tash a mio avviso rappresenta una divinità indiana, mi ha ricordato molto Ganesh o la dea Shiva.

I Calormeniani ricordano molto i popoli indiani o islamici, in quanto ne "Il Cavallo e il ragazzo" l'atmosfera è simile a quella che si respira in quei luoghi, ed è proprio in quei luoghi che avvengono matrimoni combinati nei quali prima del matrimonio gli sposi non si possono né vedere né toccare. Inoltre hanno anche la pelle scura o bronzea e questo a parer mio è un indizio molto importante per fare delle supposizioni circa la popolazione reale alla quale Lewis si sia ispirato per creali.

Infine l'evento che più mi ha sconvolta: l'incidente in treno nel quale muoiono tutti i personaggi (Digory, Polly, Peter, Edmund e Lucy e i genitori dei Pevensie), che secondo me non è stato messo a caso, i buoni in questo caso muoiono perché sono gli eletti che si sono conquistati il diritto di vivere per sempre nel Regno dei Cieli. Ma dov'è Susan? Susan è l'unica a sopravvivere, ma non per scelta di Aslan, ma perché ha scelto di non credere più a lui e a tutte le cose belle che ha vissuto a Narnia.


La mia avventura nel magico mondo di Narnia è conclusa e un po' mi dispiace abbandonare i personaggi che ho conosciuto, non vivere più le loro avventure perché ho vissuto con loro delle bellissime avventure, ho amato, ho sofferto, ho pianto insieme a loro. Credo che quando si legga un buon libro ci si senta sempre così... E quando lo si finisce, si ha l'impressione di abbandonare un amico al quale sei legato da un profondo sentimento di rispetto, amore e amicizia. Ma non è tutto perduto: le storie belle come questa vivranno per sempre nel mio cuore, perché è proprio così che dovrebbe essere. Tu puoi finire di leggere un romanzo bellissimo e far fatica a distaccarti da esso, ma sai che quest'ultimo vivrà sempre nel tuo cuore perché esso è ormai parte di te.

Vi lascio con una citazione tratta da "L'ultima battaglia", si tratta della fine del romanzo, quella che mi ha più scioccato:
Lucy disse: "Abbiamo paura di dovercene andare, Aslan. Altre volte ci hai inviato di nuovo nel nostro mondo."
"Non abbiate paura." disse Aslan: "Non avete ancora capito?"
I cuori battevano all'impazzata, animati da una debole speranza.
"C'è stato un grave incidente ferroviario." disse Aslan con voce pacata: "Voi e i vostri genitori, come dite nella Terra delle ombre, siete morti. La lunga notte è finita: inizia il nuovo giorno. Il sogno è terminato e questo è il momento del Grande Risveglio."
Nel pronunciare queste parole perse l'aspetto del leone, dopodiché accaddero cose tanto belle e meravigliose che non posso raccontarle in questo libro. Noi ci feriamo qui e possiamo solo aggiungere che vissero per sempre felici e contenti. Ma fu solo l'inizio della Vita Vera. La vita nel mondo originario e le magnifiche avventure a Narnia non erano state che la copertina, il titolo della Grande Storia. Ora, finalmente, cominciava il Primo Capitolo di un libro fantastico che sulla terra nessuno aveva mai letto. Il Libro che narra la Storia Eterna e che, di pagina in pagina, si fa sempre più avvincente e straordinario.

Giada


domenica, maggio 25, 2014

L'ultima battaglia, C.S. Lewis (prima parte)

Buon giorno, bloggers e lettori! Oggi vi parlerò dell'ultimo romanzo delle "Cronache di Narnia", ovvero "L'ultima battaglia", un romanzo avvincente, interessante e a parer mio anche molto forte per certi aspetti - il finale ha provocato in me uno shock dal quale sto ancora cercando riprendermi. Prima di cominciare a commentarlo però, vorrei dirvi un paio di cose: vivere le avventure dei personaggi di questi sette romanzi, affrontare con loro le battaglie, provare le loro stesse potenti emozioni che stavano provando mi rende difficile abbandonare il magnifico e magico mondo di Narnia... Eppure il mio viaggio in quel mondo è finito - anche perché è finito il libro! Chiunque di voi abbia letto interamente tutte le "Cronache" credo mi capisca, provi una forte nostalgia ma allo stesso tempo sai che proverai sempre un grande amore verso quei personaggi che ti hanno insegnato tanto, che ti hanno dato molto. Questi libri rimarranno per sempre nel mio cuore, ne sono certa, non si dimenticano dei libri che ti danno tutte queste emozioni.




"L'ultima battaglia" è ambientato a Laghetto Calderone, un luogo che si trova vicino alla Landa della Lanterna Verde, da cui passano tutti i criminali e i malavitosi diretti a Narnia. In questo posto vivono uno scimmione parlante, Cambio e il suo "amico" l'asino Enigma, metto "amico" fra virgolette perché non è davvero tale, piuttosto è un suo servo che è sempre d'accordo con tutto quello che dice. Lo scimmione si accorge che fra le acque turbinose del laghetto galleggia un pezzo di pelle di leone, manda Enigma nelle gelide acque a prenderlo e non appena ce l'ha in mano, oltre ad affermare con enfasi che non crede minimamente all'esistenza del vero Aslan (sono passati tantissimi secoli da quando Jill ed Eustachio hanno aiutato il principe Rilian) perciò dopo aver mandato Enigma a prendere delle banane e delle arance al mercato (che secondo lui non ci sono a Narnia) cuce la pelle di leone e la appiccica sopra ad Enigma: l'asino si dovrà fingere il grande e potente leone Aslan.

Nel frattempo a Narnia, Tirian, l'ultimo re viene a sapere da una fonte che non ricordo bene come si chiami che stanno uccidendo e rendendo schiavi gli animali parlanti di Narnia e che gli alberi magici nei quali hanno vissuto fino a quel momento indisturbate le naiadi e le driadi stanno venendo tagliati e arsi per volere di Aslan (così almeno è ciò che si dice in tutta Narnia), Tirian corre perciò ai boschi del Confine Occidentale - ed è proprio qui che scopriamo che in quell'antica foresta c'erano gli alberi d'oro e d'argento e l'Albero della Protezione piantato da due bambini per volere di Aslan il giorno della Creazione di Narnia. Grande amico di Tirian è l'unicorno Diamante, che ha vissuto con lui grande avventure e grandi battaglie, è un animale parlante molto gentile, elegante e cordiale ma sa essere molto spietato in battaglia. Tirian e Diamante scoprono così che sono i Calormeniani che stanno schiavizzando gli animali parlanti di Narnia per il proprio tornaconto, i  due si fanno prendere da una rabbia cieca e uccidono gran parte di quei Calormeniani. Per Tirian il leone Aslan era solo una leggenda, un mito antico e non sa se credere o meno che sia davvero Aslan quello che ha ordinato una cosa del genere, perché lui non l'ha mai visto di persona, ma dicono che sia molto cattivo e furente. Tirian si sente in colpa per aver ucciso tutte quelle persone, perciò decide di consegnarsi al loro sovrano, il fantomatico Aslan, di cui uno scimmione sempre affamato è l'intermediario. Quando Tirian si ritrova davanti a tutti gli animali parlanti di Narnia che credono davvero che lo scimmione sia agli ordini di Aslan, alcuni protestano (e per questo motivo vengono accusati dallo scimmione di essere dei miscredenti) altri invece accettano in silenzio il volere di Aslan; l'orso ricorda ad ognuno di loro che Aslan si è sempre fatto vedere quando voleva parlare con loro, non gli serviva un intermediario; il gatto Rosso si dimostra dalla parte dei Calormeniani. I Calormeniani picchiano Tirian e lo legano ad un albero, in un momento di delirio causato prima dal caldo e dalla sete, poi dal freddo e dalla fame e in un momento di delirio, ripensando ai suoi avi che erano stati aiutati da dei bambini umani provenienti da un altro mondo chiede il loro aiuto e si ritrova nelle sala dove sono riuniti Digory, Polly, Peter, Eustachio, Jill e Lucy (Susan non c'è, scopriremo più tardi dov'è) e subito Peter si presenta come Peter il re Supremo di Narnia, ma Tirian non riesce a spiaccicare parola. In seguito a quella visione, gli animali di Narnia, seppur intimoriti da Aslan, daranno da mangiare e da bere a Tirian, il quale si riprenderà.


Il giorno dopo per sua fortuna giungeranno da Tirian, Jill ed Eustachio, chiamati da Aslan per aiutarlo. I nostri protagonisti incontrano dei nani, e dicono loro che non è il vero Aslan quello che dice agli uomini e agli animali di fare una cosa del genere, ma i nani sono diffidenti, non si fidano e dicono che non vogliono essere governati né da un leone né da un re, vogliono essere governati da nani. Si dimostrano piuttosto poco grati a Tirian, Eustachio e Lucy che li hanno appena salvati dalla schiavitù. Tirian, Jill ed Eustachio raggiungono una capanna per la notte dove ci sono armi e una sostanza che trasforma la loro pelle da chiara a scura, come quella dei Calormeniani. Jill ed Eustachio si allenano con la spada e con il tiro con l'arco, mangiano e bevono vino e alla fine stanchi si addormentano. Il giorno seguente Tirian vuole liberare il suo amico Diamante e attaccare i Calormeniani, cosciente che di sicuro saranno molti di più di loro e si incontreranno alla Roccia Bianca. Gli animali di solito si riunivano di sera davanti al fuoco, il quale a sua volta si trovava davanti ad una Stalla (il luogo in cui si trovano è appunto chiamato la Collina della Stalla) lì lo scimmione fa la sua farsa, mentre dice a tutti gli animali che Aslan e Tash (il dio dei Calormeniani, e teniamo presente che Rashid il capo dice che non crede in lui) sono la stessa persona, sono la stessa cosa e pertanto sarebbe preferibile chiamarlo come Tashlan. Jill è molto abile nel muoversi nelle foreste di Narnia ed è così silenziosa che Tirian dice che se non fosse umana avrebbe detto che era figlia di una delle naiadi, Jill sparisce per un momento e scopre che nella Stalla non c'è il vero Aslan ma un asino travestito da leone. I tre vanno a liberare Diamante e Jill presenta loro Enigma, il fantomatico Aslan. Il piano di Tirian è cambiato e adesso il loro obbiettivo è dimostrare a tutti, nani compresi, che colui che si spacciava per  Aslan non è affatto il vero Aslan ma proprio quando decidono di smascherare lo scimmione davanti a tutti, quest'ultimo cambia le carte in tavola dicendo che c'è un asino che si spaccia per Aslan, che è un impostare e che Tashlan lo punirà.
Improvvisamente il cielo si oscura e un odore di cadavere in putrefazione comincia a farsi forte nell'aria: un uomo dalle tante braccia, dal becco da uccello e dalle ali orribili investe durante il suo passaggio parte del territorio, che muore: quello è il dio Tash, chiamato dai miscredenti che non credevano in lui, è venuto per vendicarsi.


Intanto nella Stalla succede qualcosa di strano. Lo scimmione dice che lì dentro alla Stalla c'è Tashlan e che punirà chiunque e sfida gli animali parlanti ad entrare lì dentro, dove ci sono due guardie Calormeniane pronte ad attaccare e uccidere una delle due persone che si avventureranno lì dentro. Il Rosso, il gatto che era in combutta con i Calormeniani per schiavizzare il popolo libero di Narnia va per primo dentro e dopo che tutti vedono la luce blu, il gatto esce spaventato e perde l'uso della parola. Poi un giovane cavaliere di Calormen, tale Elmeth (o un nome simile) bellissimo che sparisce dentro la Stalla dopo un lampo di luce simile a quello che ha reso muto il gatto. Ne esce il corpo di uomo più vecchio ucciso, il che fa pensare ai nostri protagonisti che ci siano davvero delle guardie. Eustachio viene catturato e gettato nella Stalla.Tirian affronta i nemici, che lo vogliono spingere dentro la Stalla come offerta sacrificale per il dio, con l'obbiettivo di placare la sua sete di vendetta, ma alla fine fa la cosa più ingegnosa: trascina con sé Rishda, il capo dei Calormeniani. Dentro alla Stalla c'è proprio Tash, che porta via con sé il Calormeniano miscredente e mangia vivo lo scimmione. Improvvisamente i nostri protagonisti si ritrovano in un luogo bellissimo: un prato dall'erba morbida, il sole e il cielo azzurro, limpido, proprio oltre la porta della Stalla.. In quel luogo si ritrovano anche Peter, Edmund, Lucy, Polly e Digory; i quali indossano i meravigliosi e comodi abiti di Narnia ed Edmund racconta che tutti erano sul treno in viaggio per Bristol insieme ai loro genitori (dei Pevensie), poi hanno sentito un colpo, Edmund ricorda d'essersi sbucciato il ginocchio,il quale è guarito in fretta e si sono ritrovati qui. I nani non vogliono essere imbrogliati (come il titolo del libro) e non credono a nulla, compare Aslan che dona loro cibo della miglior qualità ma loro vedono solo quello che vogliono vedere ed Aslan dice che non può far niente per coloro che non vogliono vedere. Aslan ruggisce e le stelle cadono una ad una dal cielo, le stelle non sono come quelle del nostro mondo, ma sono bellissime persone e il cielo diventa tutto buio: a Narnia è calata la Notte, ormai tutti si trovano nel Regno delle Ombre. Successivamente Aslan chiama il gigante Tempo, che con il suo corno provoca maremoti, terremoti, insomma distrugge completamente Narnia.

Tutte le creature magiche e i popoli di Narnia (gli uomini della terra di Archen, i Calormeniani, i Narniani) entrano attraverso la porta che porta in quel nuovo mondo, e gli animali, da popolo eletto parlante, perdono il loro dono e diventano comuni animali. Ci sono due fazioni in quel Regno: a destra ci sono le stelle, che guardano con amore Aslan; mentre a sinistra c'è il buio e tutte le persone che sono cariche di odio e disprezzo finiscono nel lato più oscuro e di loro non si sa più nulla. Con un altro cambio di scena magistrale, tutti i personaggi si ritrovano in una Narnia diversa, mentre i personaggi precedentemente incontrati continuano a dire loro "Andate al cuore delle cose!"... In un primo momento nessuno capisce a cosa si riferiscano, perché chiunque dica così corre via verso Ovest. Tutti si mettono a correre, attraversano l'acqua correndo e raggiungono il luogo dove tutto è cominciato: il giardino di Aslan nella Terra di Aslan, dove c'è un cancello dorato, inizialmente intimoriti, alla fine decidono di entrare. Peter, Edmund e Lucy abbracciano il topino Ripicì e Tirian può incontrare finalmente tutti i suoi avi. Susan non c'è perché ha preferito una vita frivola e vuota, invece di preferire Narnia e il bene che Aslan era disposto a fare per lei. Lucy dice ad Aslan che non vuole andarsene, perché questa Narnia dentro la Narnia in cui si trovavano le piace tantissimo e si sente a casa, per Aslan loro non sono abbastanza felici come dovrebbero e dice loro che c'è stato un grave incidente ferroviario e che tutti loro sono morti. Il libro finisce con loro che vivono la loro eterna vita dopo la morte in un luogo idilliaco, ricco di pace, prosperità e gioia: il Paradiso.



Mi si spezza il cuore nell'abbandonare questi romanzi, perché come vi ho già detto mi hanno coinvolto emotivamente. Certo, è chiaro il parallelismo con il Paradiso Terrestre per i buoni nel Regno di Dio alla fine di questo libro, ma mi è dispiaciuto tantissimo terminarlo... Forse non ero pronta, forse semplicemente speravo che vivessero felici e contenti senza morire...Continuo ad avere davanti agli occhi la scena del deragliamento del treno in cui muoiono tutti i personaggi principali, che vengono riportati a Narnia. Mi piange il cuore, lo so, e sto ancora molto male, ma nonostante tutto consiglierei ugualmente a chiunque di leggere "Le Cronache di Narnia" non tanto perché io sono cristiana, beh a dire il vero non molto cristiana, io ho un rapporto altalenante con la religione ma perché queste Cronache trasmettono dei valori molto buoni che sento che i giovani d'oggi non hanno più.

Vi lascio con questa citazione tratta da "L'ultima battaglia" e più precisamente è la chiacchierata fra il fauno Tumnus e Lucy nella Narnia dentro Narnia stessa:
Lucy allora tornò indietro, appoggiò le spalle al muro e guardò il giardino.
"Mi accorgo..." indugiò pensierosa: "Mi rendo conto solo adesso che questo giardino è come la stalla. E' molto più grande visto da dentro che da fuori."
"Ma certo, dolce figlia di Eva." disse il fauno: "Più entri nel cuore delle cose e più grandi diventano. L'interno è sempre più grande dell'esterno."

Giada

sabato, maggio 24, 2014

La sedia d'argento, C.S. Lewis (seconda parte)

Buona sera, bloggers e lettori! Con questo post concluderò il commento su "La sedia d'argento" esponendovi alcune teorie che ho elaborato durante le ore di lezione all'università (sì, quando ci si annoia è meglio utilizzare il tempo che si ha facendo altro senza disturbare gli altri), perciò spero che vi piacciano e apprezzerei se mi diceste se condividete o no le mie teorie, la funzione "commenta" in fondo alla pagina c'è per quello. Il mio viaggio nel mondo di Narnia sta per giungere al termine, per questo ci tengo a far molto bene questa penultima parte. In fondo per me è come dire addio ad un mondo che mi ha fatto compagnia per ben due mesi e con il quale ho vissuto grandi ed intense emozioni.

Ci sono molti elementi simbolici ne "La sedia d'argento" di cui vi voglio parlare, per cui andremo per gradi, dato che sono tutti collegati l'uno all'altro.

Il Regno delle Tenebre della Strega Verde o della Donna dalla Veste Verde ricorda molto chiaramente l'Inferno dantesco, specie per il modo in cui i protagonisti giungono al porto: vengono trasportati su una barca da un essere/uomo, insomma da un navigatore che porta le persone dal mondo precedente al Mondodisotto è un chiaro riferimento a Caronte, il traghettatore delle anime nell'Inferno di Dante.

Il serpente da sempre simboleggia il Male e anche nella Bibbia, Eva viene tentata dal serpente quindi anche in questo il riferimento alla Bibbia mi pare più che evidente. Un altro riferimento alla Bibbia è il cespuglio di rovi, con l'unica differenza che nella Bibbia il cespuglio di rovi è infuocato ed esso che dice a Mosè cosa deve fare per salvare il suo popolo.

Il Monte di Aslan, sia all'inizio che alla fine del romanzo secondo me rappresenta il Monte Golgota, quello dove Gesù ha trascorso le ore del suo calvario, ma bisogna anche notare che nell'accezione comune del termine vuol dire 'ultime dolorose ore di vita' e infatti nel fiume del Monte di Aslan, Aslan fa tornare in vita come fantasma re Caspian X.

Tutto qua, con questo posso dire di aver finito con "La sedia d'argento", vi lascio perciò con questa citazione tratta dal romanzo e si riferisce a quando Jill ed Eustachio arrivano al Palazzo alla corte di Narnia:
Più tardi, quando Jill ed Eustachio salirono sbadigliando al piano di sopra, pronti per andare a letto, lei disse: "Mmmh, che bella dormita faremo stanotte." In effetti era stata una giornata densa di eventi e di novità eccitanti. Ma, come dice il saggio, non si può mai sapere cosa riservi il futuro...

Giada

La sedia d'argento, C.S. Lewis (prima parte)

Buona sera, bloggers e lettori! Stasera vi parlerò de "La sedia d'argento", il penultimo romanzo de "Le Cronache di Narnia", altro romanzo di Lewis che ha toccato il mio cuore per temi e argomenti affrontati e lo commenterò.







Jill Pole è una bambina che frequenta lo Sperimentale insieme al suo compagno di classe Eustachio Clarence Scrubb, il quale è cambiato molto rispetto al trimestre precedente e da antipatico è diventato molto più simpatico e "sopportabile" diciamo così. Jill si nasconde dietro alla palestra della scuola e sta piangendo a causa delle bulle che l'hanno presa di mira, Eustachio la raggiunge e i due parlano; Jill gli fa notare come lui sia cambiato molto rispetto ai tre mesi precedenti. Eustachio confessa perciò alla giovane ragazza che il motivo per cui è cambiato è dovuto all'avventura che ha avuto con il principe Caspian X a Narnia, un luogo magico e incantato che non si trova nel mondo reale, nell'Inghilterra in cui si svolge la storia... Eustachio propone a Jill di chiamare Aslan e di vedere se Lui li riporta a Narnia, intanto però le bulle stanno cercando Jill per farle la festa, così i due corrono fino a quando non attraversano un muro di pietra un portone che solitamente è chiuso e si ritrovano a Narnia. Eustachio e Jill si trovano sul precipizio del Monte di Aslan. Eustachio ha paura (come me) del vuoto e ritrovarsi di fronte un precipizio del genere, talmente profondo da sembrare infinito lo blocca, Jill invece finge di non aver paura e fa la dura perché teme che lui la prenda in giro, in realtà Eustachio voleva solo evitare che cadesse. Jill ed Eustachio litigano ed Eustachio cade giù dal precipizio. La bambina è preoccupata per il suo amico, ma si sente anche molto in colpa per ciò che gli ha fatto, poi improvvisamente trova davanti a sé un leone, ma è anche molto assetata, perciò va in cerca di un ruscello per bere... Il problema è che il leone di cui è tanto terrorizzata la segue. Soltanto in seguito, quando Jill affronterà la sua paura, Aslan le parlerà e Jill gli chiederà se lui li ha portati a Narnia perché glie l'hanno chiesto, Aslan la rimprovera dicendo loro che è stato lui a volerli riportare a Narnia perché lo voleva e non perché loro glie l'hanno chiesto. Aslan dice a Jill i 4 segnali che non deve assolutamente dimenticare, nemmeno quando sarà a Narnia, questi segnali sono:

  1. Non appena Eustachio metterà piede a Narnia incontrerà un vecchio e carissimo amico, una volta fatto questo, lui potrà aiutarli nella loro missione.
  2. Dovranno lasciare Narnia e avventurarsi nel nord fino alle rovine della Città dei Giganti.
  3. Nella Città dei Giganti troveranno delle iscrizioni nella pietra e dovranno seguirle alle lettera.
  4. Infine dovranno ritrovare il principe scomparso, se lo troveranno, lo riconosceranno perché lui gli implorerà di fare qualcosa a suo nome, Aslan.
Aslan fa ripetere a Jill questi segnali a memoria fino a quando non sarà sicuro che lei li sappia bene, una volta essersi assicurato di ciò, soffierà su di lei e la farà volare fino a Narnia. A Narnia Jill incontra di nuovo Eustachio e i due amici sono felici di rivedersi. I due bambini arrivano proprio mentre un uomo anziano sale su un veliero e tutti i Narniani lo salutano commossi, Eustachio sulle prime non capisce che quell'uomo è Caspian X e non lo saluta (come avrebbe dovuto invece fare, secondo il segnale di Aslan). Eustachio e Jill cercano di capire chi era quell'anziano e grazie al gufo Pennalucida vengono a sapere che lui è Caspian X, Eustachio è allibito perché la prima volta che ha visto Caspian X era un ragazzo poco più vecchio di lui, ora invece sembra sul punto di morire. Eustachio ritrova però il nano Briscola su una sedia a rotelle molto grasso e che sembra una palla ed evidentemente sordo, le sue gag comiche sono uno spasso! Ricordo che quando le ho lette mi sono messa a ridere davanti alla CAL1 del Maldura e i ragazzi che passavano avranno pensato che non stavo molto bene! Briscola è anche il Delegato di Caspian X, ma non vuole ricevere i due perché non capisce chi siano, per fortuna, grazie all'intercessione di Pennalucida i tre riescono ad avere una conversazione decente. Quando il gufo Pennalucida sente nominare Aslan dai due ragazzi  e la missione che quest'ultimo ha affidato loro, fa' in modo che essi abbiano delle camere nel Palazzo e si adopera affinché entrambi vivano bene in quel luogo. Il primo periodo che i due bambini vivono a Narnia è bellissimo e paradisiaco, ma Jill teme di dimenticare i segnali perciò cerca di ripeterli ogni volta che può, anche se quel magnifico ambiente la distrae continuamente. Una notte, però, Jill viene svegliata dal gufo che le dice che deve andare via assolutamente dal Palazzo, salire sulla sua groppa e vedere dove la porta; in un luogo buio Jill ritrova Eustachio, e la cosa interessante è che sono circondati da un sacco di gufi: quello infatti è il Parlamento dei Gufi. I gufi vorrebbero che gli umani viaggiassero di notte insieme a loro, perché è durante quella parte del giorno che loro sono più attivi, ma si rendono conto che non possono accompagnarli, non possono portarli nemmeno fino alle rovine dell'Antica Città dei Giganti, perciò Pennalucida decide che li accompagneranno fino alla paluda di Ettins dal paludrone Pozzanghera. 


Il paludrone racconta loro cos'è successo al principe scomparso: la madre di Rilian, della quale si diceva che aveva nelle vene sangue delle stelle, era ad un pic-nic all'aperto con la sua corte quando un serpente è uscito da un albero e l'ha morsa, avvelenandola e facendola morire. Rilian, figlio di Caspian X, è ritornato in quel luogo ogni settimana fino a quando non ha incontrato una donna dalla Veste Verde ed in seguito ha portato con sé lord Drinian per mostrargli quella meraviglia... Qualche tempo dopo, Rilian continuava a darsi pena per trovare il serpente che ha ucciso sua madre, ma durante una di queste spedizioni non è più tornato, il re Caspian X, soffrendo molto e non avendo più nessun con cui condividere la vita, ha deciso di andare verso i Mari dell'Estremo Ovest per compiere un ultimo grande viaggio prima di morire - Caspian X era infatti chiamato "Caspian Il Navigatore" perciò decide di aiutarli nella loro missione di ritrovare Rilian. Pozzanghera è convinto che sia stata la Signora dalla Veste Verde a fare un incantesimo a Rilian. Il percorso per raggiungere le rovine della Città dei Giganti è lungo e difficile, specialmente con i cattivi pronostici del paludrone, tra i quali prevede delle grosse litigate. Il problema è che i nostri protagonisti hanno perso il primo segno e sono in ritardo, devono darsi una mossa a trovare gli altri tre prima che sia troppo tardi. Dopo una serie di disavventure di varia natura, alla fine Eustachio, Jill e Pozzanghera giungono su una collina piatta dove trovano un percorso nascosto, il quale purtroppo non ha uscita; così sono costretti a ritornare al freddo e al vento. Il terreno sopra al quale sono è ricoperto di solchi, e i quattro sono stanchi, assonnati e affamati e avviene la prima grande litigata che Pozzanghera aveva previsto. Successivamente, durante quel tempaccio, i nostri protagonisti incontrano la Donna dalla Veste Verde che sta passeggiando accompagnata dal Cavaliere Silenzioso, la quale instilla in loro il desiderio di giungere dai Giganti "Buoni" per la Festa d'Autunno, ricordandogli che devono dire loro che è stata lei a mandarli. Jill, Eustachio e Pozzanghera litigano di nuovo sul dire o meno ai Giganti chi sono e qual è la loro missione, e dopo molto discutere infine arrivano ad un accordo: andranno dai Giganti ma non diranno loro niente di niente del loro compito. Le porte della Città vengono di solito chiuse di sera, perciò la prima sera i nostri amici la passano fuori, soltanto il giorno seguente entreranno nella città. Al Castello di Harfang (la Città dei Giganti "Buoni") i bambini vengono accolti benissimo e trattati con un grande riguardo, ma Pozzanghera finalmente può avere la sua rivincita e dimostrare che anche lui sa divertirsi.In un primo momento tutto sembra andare bene, fin troppo bene; ecco perché Pozzanghera comincia a sospettare che ci sia qualcosa che non va: quella sera stessa mangeranno insieme ai Giganti un animale parlante di Narnia e Pozzanghera griderà alla punizione di Aslan per non aver rispettato i segni. Quella notte Jill sogna Aslan che le mostra la collina piatta con sopra la scritta SOTTO DI ME e Jill capisce che hanno sbagliato di nuovo. Ma li attende una scoperta ben peggiore dell'aver mangiato un animale parlante di Narnia: i Giganti li vogliono mangiare alla cena per la Festa d'Autunno, perciò devono sbrigarsi e scappare più in fretta che possono dal castello e ordiscono un piano a tal proposito: si fingeranno più felici e adorabili che mai affinché i Giganti pensino che sono felici di stare da loro, dato che la Festa d'Autunno si sta avvicinando. Il giorno in cui decidono di scappare Pozzanghera nota con acume che essi hanno dei vestiti vistosissimi che non li fanno passare inosservati e infatti pochissimo tempo dopo i Giganti si accorgono che sono scappati. 
Mappa del Mondodisotto
Scappa e scappa, finiscono sotto la scritta ed entrano nel Mondodisotto, un luogo oscuro, buio, dove l'unica luce è data dalle lanterne bluastre (e i bambini sono accolti da una specie di Caronte infernale) dove incontrano il Cavaliere Silenzioso che dice che la Donna dalla Veste Verde è la sua protettrice, l'ha salvato e l'ha portato con sé nel Mondodisotto con lui progetta di conquistare il Mondodisopra (ovvero Narnia) con eserciti di nani del mondo sotterraneo che lei ha soggiogato grazie ad un incantesimo (questo però lo scopriamo soltanto verso la fine, però). Il Cavaliere Silenzioso non si toglie mai l'armatura e sembra un pazzo tiranno assetato di potere, lui dice ai bambini e Pozzanghera che ogni sera si tramuta in serpente e morde chiunque senza controllo, uccidendo le persone, e che una volta è scappato e chiede loro se vogliono restare a vederlo; dopo un po' di perplessità tutti decidono di restare ad osservarlo. Il Cavaliere dice loro che non appena lo legheranno alla Sedia d'Argento lui comincerà a pregarli di liberarlo, dapprima con le buone, poi con le cattive minacciandoli e di sicuro non sarà in sé durante tutto ciò... 

La trasformazione non avviene, ma il Cavaliere sembra soffrire molto sulla Sedia, si dimena, urla e li prega di liberarlo e soltanto quando avrà detto "Liberatemi, in nome di Aslan" i nostri protagonisti lo libereranno dalle corde che lo tenevano legato, in seguito lui ridurrà in mille pezzi la sedia, liberandosi dall'incantesimo della Strega. Scopriamo così che il Cavaliere Silenzioso altri non è che Rilian, il figlio di Caspian X, che aveva vagato in giro per le Terre Selvagge del Nord alla ricerca del malvagio Serpente che aveva ucciso sua madre ma era caduto sotto l'incantesimo della Strega. La Strega arriva e scopre che Rilian si è liberato ed è tornato in sé, perciò getta una polverina verde sul fuoco e comincia a suonare uno strumento e in questo modo fa cadere sotto il suo controllo tutti, tranne Pozzanghera che lotta per resistere, e il quale rompe quest'altro incantesimo spegnendo il fuoco salendo sopra alle fiamme con i piedi. La Strega si arrabbia e si trasforma in serpente, prendendo Rilian e cercando di stritolarlo, tutto però si risolve per il meglio grazie al contributo di tutti e Rilian la uccide. Nel momento in cui la Strega muore, il Mondodisotto viene sconquassato da terribili terremoti e da maremoti, tutti coloro che erano soggiogati dalla Strega vengono liberati e i nani di Bism che avevano scavato il passaggio fino a sotto il Palazzo di Narnia tornano nella loro casa, i nani invitano Rilian ad andare nelle profondità della Terra prima che si chiuda il passaggio e ad assaggiare le pietre preziose vive (non morte come quelle del nostro mondo) e anche se Rilian vorrebbe arrivare ai confini interni della Terra, proprio come suo padre Caspian X aveva raggiunto il Confine Orientale del Mondo alla fine decide di non farlo e di agire per salvare la vita a tutti. L'acqua si sta alzando, il corridoio segnato dalle lanterne blu sta scomparendo perché le lanterne si stanno spegnendo, sembra che tutto sia perduto quando Pozzanghera vede che c'è una fessura sopra la parete di terra, Jill ci sale sopra e lancia un grido. Eustachio corre in suo aiuto ma il buco è troppo piccolo per lui e rimane bloccato. Jill si ritrova nel bel mezzo della festa della Danza della Neve di Narnia, in cui le naiadi, le driadi e tutti gli animali danzano e giocano allegramente, chiede aiuto e dopo averlo ottenuto riesce a liberare tutti i suoi amici. Durante quella sera di grande festa, i nostri protagonisti vorrebbero partecipare ma sono molto provati dagli ultimi avvenimenti che dopo essersi riscaldi e aver bevuto un po' di vino caldo si addormentano subito. Caspian X muore e Rilian fa in tempo a dire addio a suo padre, a Narnia, le campane suonano a lutto e suonano così forte che anche sul Monte di Aslan si sentono. Aslan dice a Eustachio di prendere una spina da un cespuglio di rovi e di mettergliela sulla zampa, nell'acqua del fiumiciattolo c'è il corpo dell'ormai vecchio e morto Caspian X: il sangue di Aslan lo riporta in vita e lo fa tornare giovane proprio com'era quando ha conosciuto e subito Caspian X ricorda ad Eustachio la spada che lui ha rotto quando hanno combattuto contro il Serpente marino, Caspian è uno spettro e vuole vedere il mondo degli umani, ma Aslan gli dice che non deve volere le cose sbagliate. Aslan fa prendere loro dal cespuglio due rami che diventano due fruste, poi ruggisce e fa tornare a casa Eustachio e Jill, i quali si vendicano frustando i bulli e le bullette della scuola. Ah, dimenticavo di precisare che lo Sperimentale è una scuola che non insegna ai bambini né latino né storia e nemmeno geografia e la preside non bada a niente di tutto ciò, ma quando si ritroverà davanti i due bambini e il leone farà in modo che tutti le credano ma verrà presa per pazza e mandata via dalla scuola e lo Sperimentale diventerà una buona scuola per ragazzi. Rilian regnerà come re buono e saggio su Narnia.

Questo romanzo è stato particolarmente intenso perché era il penultimo e mi sono sentita ancora più coinvolta, insomma man a mano che avanzavo nella lettura di questa serie di libri il mio coinvolgimento emotivo aumentava sempre di più. 

Bene, vi lascio con una citazione tratta da "La sedia d'argento" e si tratta dell'incontro fra un Caspian X redivivo come fantasma ed Eustachio:
"Oh, Eustachio...Possibile che tu non capisca?"  fece Caspian.
"Ma..." balbettò il ragazzo, stavolta rivolto ad Aslan: "Ma lui non era...Morto?"
"Sì." rispose il leone in tono pacato e sereno con l'ombra di un sorriso (questo almeno sembrò a Jill) : "Lui è morto, molti sono coloro che muoiono. Anch'io sono morto. Pochi sono coloro che non sono morti."
"Adesso capisco cosa ti turba." esclamò Caspian: "Pensi che io sia un fantasma o qualcosa del genere, vero? Lo sarei se fossi apparso a Narnia, perché non appartengo più a quella terra. Ma non si è fantasmi nelle terre che ci appartengono. Se apparissi nel tuo mondo sarei uno spettro, forse, non so; ma a ben rifletterci probabilmente non è nemmeno il vostro, perché adesso siete qui."

Giada
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...