mercoledì, giugno 14, 2023

RECENSIONE DE IL PRINCIPE CRUDELE (THE FOLK OF THE AIR #1) DI HOLLY BLACK

Buon pomeriggio, Fantastics! Quando mi ritrovo a leggere romanzi molto belli, come questo, mi dispiace sempre un sacco finirli. E, lo dirò sempre, l'unica cosa di cui sono grata a questa convalescenza post operatoria è che mi sta facendo recuperare dei romanzi che voglio recuperare da tempo. La trilogia della The Folk of Air/The Elfhame di Holly Black era tra queste, e che primo romanzo, raga! 
Che primo romanzo incredibilmente figo!

PREMESSA
Come vi dicevo, a fine dicembre 2022 mi ero decisa a recuperare alcune saghe/trilogie/dilogie super chiacchierate sul Bookstagram e su Booktok. Nel gruppo dei Tortellini di Spaghetti Fantasy mi parlavano bene di questo romanzo, e anche sono reduce dal fantasy romance di ACOTAR, pensavo di trovarmi di fronte a un primo romanzo simile - un primo romanzo che avesse come tema principale l'amore. Beh, sono felice di essermi sbagliata! Non solo l'amore qui è proprio poco poco accennato, ma è quasi inesistente. E devo dire che calza a pennello con la storia generale! Il principe crudele di Holly Black, con le sue creature Seelie e Unseelie cattive, crudeli e senza cuore, è molto più vicino alle creature fatate di quanto non fosse la versione di zia Maas (che, per inciso, amo alla follia). Insomma, le creature fatate/magiche qui sono cattive, crudeli e hanno a cuore soltanto i propri interessi. In fondo, non sono poi così diverse dagli umani, non credete? Poi, ve lo devo dire, in tanti monologhi interiori di Jude mi sono rivista. E quando riesco a empatizzare così tanto con un personaggio, so già che il romanzo mi piacerà alla follia.

TRAMA (DA MONDADORI.IT)
Credevo di dover essere buona e seguire le regole. Ma adesso ne ho abbastanza di fare la debole. Di fare la buona. Penso di voler diventare qualcosa di diverso.

Jude era solo una bimba quando i suoi genitori furono brutalmente assassinati. Fu allora che sia lei che le sue sorelle vennero rapite e condotte nel profondo della foresta, nel mondo magico. Dieci anni dopo, l’orrore e i ricordi di quel giorno lontano e terribile ormai sfocati, Jude, ora diciassettenne, è stanca di essere maltrattata da tutti e soprattutto vuole sentirsi finalmente parte del luogo in cui è cresciuta, poco importa se non le scorre nemmeno una goccia di sangue magico nelle vene. Ma le creature che le stanno intorno disprezzano gli umani. E in particolare li disprezza il principe Cardan, il figlio più giovane e crudele del Sommo Re. Per ottenere un posto a corte, perciò, Jude sarà costretta a scontrarsi proprio con lui, e nel farlo, a mano a mano che si ritroverà invischiata negli intrighi e negli inganni di palazzo, scoprirà la sua propensione naturale per l’inganno e gli spargimenti di sangue. Quando però si affaccia all’orizzonte il pericolo di una guerra civile che potrebbe far sprofondare la corte in una spirale di violenza, Jude non ha esitazioni. Per salvare il mondo in cui vive è pronta a rischiare il tutto per tutto.

RECENSIONE

Cosa non è questo romanzo! Cosa non è! E' un romanzo troppo corto, decisamente troppo corto, per i miei gusti, perché ne voglio ancora! Ne voglio ancora! Il Principe Crudele, con la storia di Cardan Greenbriar e Jude Duarte, è molto più di un enemies to lovers (che tentano di uccidersi l'uno l'altro, letteralmente), è anche uno slow burn tremendo! La tensione sessuale, dovuta all'odio tangibile tra Cardan e Jude è qualcosa di incredibile e potente. Si sente, attraverso le pagine del romanzo. Giuro. E' qualcosa di tangibile, molto tangibile. E se siete alla ricerca di un romanzo con fae cattivi, questo è il romanzo giusto per voi. Perché qui i fae sono molto molto cattivi e crudeli.

Ma partiamo dal principio. Il prologo è qualcosa di tremendo, un calcio nello stomaco, che vede protagonisti Jude con le sue sorelle che vengono rapite dal mondo degli umani da Madoc, il marito di sua madre, e portate contro la loro volontà nel mondo magico. Questo rapimento, da bambina molto piccola, la segnerà per sempre. I coping mechanisms delle tre sorelle Duarte (e non riuscivo a smettere di pensare alle tre sorelle di ACOTAR) sono molto diverse l'uno dall'altra: da una parte abbiamo la ribellione della figlia legittima di Madoc, Vivienne; dall'altra c'è Taryn che adotta la tecnica del 'fai quello che vogliono, sii remissiva e docile e ti lasceranno in pace'; e infine c'è Jude. Jude è arrabbiata. Una rabbia che ha represso sin da bambina e che l'ha resa violenta, al pari dei fae e degli altri Seelie, e che l'ha resa allo stesso tempo desiderosa di venire accettata dalla società magica. Jude, nonostante le contraddizioni, è molto realistica: se prova rabbia e odio verso le creature magiche, allo stesso tempo desidera venire accettata, disperatamente, da loro. Ed è questo desiderio di sentirsi parte di qualcosa, parte di un gruppetto del mondo magico, a spingerla a fare ciò che fa; ovvero accettare la proposta del Principe Dain e diventare una spia. Un po' la capisco, Jude. Anche io, al posto suo, vorrei esser parte di tutto ciò che mi circonda. Non venire considerata una mortale o un verme schifoso. Anche se, in effetti, è una mortale. Una diciassettenne che, a differenza dei fae che non possono mentire, può mentire. Ed è questo che la rende la spia ideale per Dain. Dain, che viene presentato come il principe ideale, un eroe senza macchia; ma che in un plot twist inaspettato si rivelerà tutt'altro. Alla Corte delle Ombre, il primo vero gruppo di cui fa parte Jude e di cui si sente parte, conoscerà Bomba e Il Fantasma. E imparerà non solo ad affinare le sue abilità di stratega, ma anche a diventare immune ai veleni.

E' un romanzo particolare, diverso dagli altri fae. Qui il romance non è predominante, anzi, ha un ruolo del tutto marginale - eccezion fatta per Locke. Locke, che fa parte del gruppetto di Cardan Greenbriar, il nemico giurato di Jude. Ma ad essere predominante, qui, è la politica. E' un romanzo in cui predomina moltissimo la politica del mondo magico, i sotterfugi e gli intrighi che hanno come oggetto chi portare sul trono. E questo 'gioco dei troni' mi ha ricordato troppo Il Trono di Spade. Quindi, se siete alla ricerca di un romanzo che ha come tema la politica, questo è il romanzo che fa per voi. Ma poi... vogliamo parlare di Cardan Greenbriar? Cioè, mio nuovo bookboyfriend!

Scritto interamente dal POV di Jude, Il Principe Crudele mostra come sono davvero le creature fatate spogliate dei loro ideali romantici. Delle creature che hanno a cuore soltanto i propri interessi e i propri scopi, e che non si preoccupano di calpestare chiunque pur di raggiungerli. La bellezza, per quanto imponente, è spesso un'arma letale. E Cardan sa, nonostante tutto, come usarla a suo vantaggio. Proprio come la sua crudeltà. Crudeltà che è il fil rouge di tutto il romanzo.

Un romanzo super super consigliato, che si è meritato ben 5 stelline. Un enemies to lovers (beh, quasi lovers) che presenta intrighi a corte, politici e mosse da spia ben congeniate. Una protagonista badass, senza peli sulla lingua, e determinata; ma anche molto fragile. Un protagonista, Cardan, spocchioso, arrogante ma coerente. Proprio come il villain. Beh, che dire ancora? Datemi il sequel!

Vi saluto con una citazione, consigliandovi di recuperarlo al più presto possibile:
"Se non posso essere migliore di loro, allora diventerò molto peggio."
(Jude Duarte)

xoxo,
Giada

sabato, giugno 10, 2023

RECENSIONE DE UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARA' UTILE DI PETER CAMERON

Buon pomeriggio, Fantastics! Era da gennaio che rimandavo la lettura di questo romanzo e, sull'onda de La vita invisibile di Addie LaRue (NON L'invisibile vita di Addie LaRue, come avevo intitolato il post l'altro ieri, appena sveglia dopo un piccolo riposino - visto che ultimamente fatico a dormire bene la notte) ho scelto questo romanzo breve. Preciso che non sono una fan dei romanzi brevi, mi piace leggere e scrivere mattoni, ma questo... questo è magnifico, è un piccolo gioiello della narrativa. 

PREMESSA
Quando a dicembre 2022 ho scelto Un giorno questo dolore ti sarà utile è perché, nel romanzo che ho in scrittura, vengono trattati dei temi simili. Molto simili anche a 4321 di Paul Auster, a dire il vero, ma siccome entrambi sono forti, ho sempre rimandato la loro lettura. In realtà, James Sveck rappresenta me se io fossi ancor più introversa e solitaria. Cioè, sono introversa ma mi piace anche stare tra la gente quando capita. Il fatto che le mie precedenti amicizie non siano andate poi molto bene, non mi impedisce di credere nel valore dell'amicizia. Certo, fa male. Ma passa. Prima o poi so che troverò chi resta. Insomma, James Sveck è un ragazzo di diciotto anni molto molto introverso e chiuso in sé stesso, che non sa chi è. E questa sola premessa, unita alla sua crisi esistenziale - dovuta, secondo me, ad un evento traumatico - l'ha reso facile da empatizzare. Perché James Sveck potrebbe essere chiunque.

TRAMA (DA ADELPHI.IT)
James ha 18 anni e vive a New York. Finita la scuola, lavoricchia nella galleria d’arte della madre, dove non entra mai nessuno: sarebbe arduo, d’altra parte, suscitare clamore intorno a opere di tendenza come le pattumiere dell’artista giapponese che vuole restare Senza Nome. Per ingannare il tempo, e nella speranza di trovare un’alternativa all’università («Ho passato tutta la vita con i miei coetanei e non mi piacciono granché»), James cerca in rete una casa nel Midwest dove coltivare in pace le sue attività preferite – la lettura e la solitudine –, ma per sua fortuna gli incauti agenti immobiliari gli riveleranno alcuni allarmanti inconvenienti della vita di provincia. Finché un giorno James entra in una chat di cuori solitari e, sotto falso nome, propone a John, il gestore della galleria che ne è un utente compulsivo, un appuntamento al buio... I puntini di sospensione sono un espediente abusato, ma in questo caso procedere oltre farebbe torto a uno dei pochi scrittori sulla scena che, come sa bene chi ha amato Quella sera dorata, chiedono solo di essere letti. Anticipare le avventure e i pensieri di James rischierebbe di mettere in ombra la singolare grazia che pervade questo libro, e da cui ci si lascia avvolgere molto prima di riconoscere, nella sua ironia inquieta e malinconica, qualcosa che pochi sanno raccontare: l’aria del tempo.

RECENSIONE

It's me, hi. I'm the problem, it's me. Se dovessi associare questo libro a una canzone sarebbe senza dubbio Anti-hero di Taylor Swift. In un certo senso, James Sveck è il protagonista, ma anche il problema principale, l'autore principale di tutti i problemi che avvengono nel romanzo. Un romanzo che, per quanto breve, è molto intenso e doloroso. Estremamente doloroso.

Un giorno questo dolore ti sarà utile è un romanzo ch'è stato pubblicato nel 2007, e io nel 2007 avevo quindici anni ed ero nella mia Twilight Era. Figurarsi se potevo conoscere Peter Cameron. Il romanzo è ambientato nel 2003, quando io ero ancora più piccola, ero alle elementari... insomma, è molto realistico. Non saprei in che altro modo descriverlo. Realistico da far male. James Sveck ha diciotto anni e 'lavora' nella galleria d'arte della madre, Marjorie Dunfur. Una galleria dove vengono esposti bidoni della spazzatura con appiccicata roba random di un artista giapponese che preferisce esser chiamato Senza Nome, dato che non vuole affibbiare etichette alle sue opere e non vuole che esse gli vengano affibbiate. James è il secondogenito, un ragazzo molto molto triste e introverso. Lui non sa perché sia triste, sa solo che lo è da molto tempo. E' svogliato, ma anche molto provocatorio. Dà valore, un valore immenso, ai pensieri e alle parole. Bisticcia sempre con la sua sorella maggiore, una ragazza di ventun anni che ha una storia con un professore universitario sposato e con figli. Inoltre bisticcia spesso pure con suo padre, un uomo di successo che, dopo la fine della sua relazione non si è più risposato. Il totale opposto di sua madre, una donna che definirei hippie e frivola, ma allo stesso tempo definirla così sarebbe riduttivo, perché Marjorie ha molti strati. Entrambi, dopo il crollo emotivo e nervoso di James a Washington sono molto preoccupati per lui, e gli stanno col fiato sul collo affinché vada all'università, alla Brown University. James è totalmente contrario, e desidera usare i soldi della sua istruzione per comprarsi una casa nel Midwest per leggere Trollope. Ma, purtroppo, il suo desiderio viene presto vanificato dalla realtà dell'Estate Management e presto capisce che ciò che viene venduto online - o meglio, nell'era dell'internet nascente - non sempre corrisponde alla verità. Nanette è il suo punto di riferimento, la sua nonna. In parte, desidera una casa vecchia, antica, perché conserva un ricordo magnifico di quella di sua nonna. E, con sua nonna, James ha e avrà sempre un rapporto speciale.

So che vi ho già detto che questo romanzo è un gioiellino, ma lo è. Ci tengo a ripetermi perché Cameron ha saputo scavare nelle emozioni umane con la potenza di un caterpillar. Fa male. Eccome se fa male. A distanza di tanti anni, fa male sentir parlare dell'11 settembre 2001. Fa male leggere delle misure di prevenzione che Ground Zero e, soprattutto, tutta New York aveva preso dopo l'attentato dell'11 settembre. Tuttavia, il romanzo non parla nemmeno di questo.

Io sono fermamente convinta che parli di una crisi esistenziale, la crisi esistenziale di James. Che, in fondo, è a sua volta una crisi identitaria - tutti gli chiedono se sia gay, quando lui nemmeno sa di esserlo o presume di esserlo. E questa crisi identitaria porta con sé una sensazione di straniamento, di alienazione che provoca malessere e disagio durante la lettura. Allo stesso tempo, i battibecchi tra James e sua sorella sembrano portare un'aurea di normalità, se così si può definire. Allo stesso tempo, credo anche che James soffra di una sindrome post traumatica che l'abbia spinto a chiudersi in sé stesso, proprio perché lui era presente quando l'aereo si è schiantato sui grattacieli di New York. E tutto questo, tutti questi elementi, si sommano uno sull'altro, dando al romanzo una profondità emotiva incredibile.

Peter Cameron, mi piaci ma la cruda realtà e il modo realistico con cui è stata resa questa crisi esistenziale ha quasi fatto star male pure me. Anche per questo ho voluto finirlo oggi, sincera.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi consiglio comunque di leggerlo. Vi consiglio, comunque, di recuperarlo:
"E' già difficile trovare simpatico qualcuno, figuriamoci volergli bene: finisci solo per fare un mucchio di sbagli che ti allontanano e basta."
(James Sveck)

xoxo,
Giada

giovedì, giugno 08, 2023

RECENSIONE DE LA VITA INVISIBILE DI ADDIE LARUE DI V.E. SCHWAB

Buona sera, Fantastics! Sono riemersa dopo tipo 4h di sonno, perché ormai alla notte non riesco più a dormire molto bene. A fine giugno dovrei venire operata per la seconda volta, che per me sarebbe la quinta, di volta, e diciamo che l'ansia comincia a farsi sentire. Non tanto per la paura, ma perché mi sento davvero stanca di avere quel che ho. Ad ogni modo, ieri notte ho mio malgrado finito La vita invisibile di Addie LaRue, un romanzo che rimandavo da anni di leggere e che ho amato profondamente.

PREMESSA
Quando l'anno la mia Queen, Chiara Cilli, l'ha letto mi ha messo una curiosità immensa addosso. Per un motivo o per un altro, nella mia pausa scrittevole, non sono riuscita a recuperarlo e la cosa mi dava molto fastidio, perché mi ispirava molto. Già dalla cover ero molto ispirata, voglio dire. Non avevo mai letto un romanzo di stampo faustiano, prima d'ora. In realtà, nonostante io abbia fatto tedesco per quasi 9 anni della mia vita, non ho mai letto nemmeno il Faust di Goethe, da qui il termine faustiano. Ma se di mezzo c'è un patto con il diavolo, e l'anima in vendita, sappiate che mi avete già conquistato! Perché questo genere di romanzi non si focalizzano mai sull'eterna lotta tra bene o male, o su un protagonista morally grey, ma sull'esistenza stessa. Sul significato stesso della vita per l'uomo e quanto il vissuto personale ci spinga a compiere delle scelte che, invece di volgere a nostro vantaggio, sono a nostro svantaggio.

TRAMA (DA OSCARMONDADORI.IT)
“Non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto.”

E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te?
Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l’immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna.
Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli.
Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima.
Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome.

Nella tradizione di Vita dopo vita e La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, La vita invisibile di Addie LaRue si candida a divenire una pietra miliare nel genere del “romanzo faustiano”.

RECENSIONE

Sono quasi come nella gif sopra, quasi. Cosa è, questo romanzo! La vita invisibile di Addie LaRue finisce dritto dritto tra i miei romanzi preferiti del 2023! E, caspita, non credevo che avrei trovato un romanzo migliore di quello della Maas, ma here we are! Questo romanzo è un capolavoro! (e non lo dico mai, credetemi! Ma questo è davvero un capolavoro e voglio che lo leggiate tutti!

Cos'è una persona, se non il segno che lascia al proprio passaggio? Lei ha imparato a destreggiarsi tra le erbacce spinose, ma a certi graffi è difficile sottrarsi: un ricordo, una fotografia, un nome.
(Addie LaRue)

La vita invisibile di Addie LaRue è un romanzo complesso, multisfacettato, che tratta temi molto importanti e delicati. Andiamo con ordine, però. Siamo nel 1714, Addie ha 23 anni e si rifiuta di vivere come la società le impone. Non vuole legami. Non vuole esser costretta a sposare uno sconosciuto solo perché la società glielo impone. Vuole viaggiare per il mondo, uscire dai confini del villaggio in cui vive, Villon-sur-Sarthe e vuole disegnare. Trovare la propria strada. I desideri di Addie, il cui vero nome è Adeline, sono comuni e normali per una giovane donna che vive in quei secoli. In quei secoli nei quali le donne erano ridotte a mero sforna-bambini, dove non potevano avere un pensiero proprio ed esprimerlo in libertà senza rischiare di venire tacciate come streghe o chissà cosa. Nel 2013, Henry Strauss è un ragazzo che non riesce a trovare la propria strada, un ragazzo perso in tutti i sensi, che non sa chi è e cosa vuole. Ecco perché sperimenta relazioni sia con ragazze che con ragazzi. E non è solo Henry ad essere un personaggio palesemente e splendidamente bisessuale - anzi, a dirla tutta Henry è pansessuale, visto che dice che si innamora della persona e non del suo sesso. Anche Addie è bisessuale, e per la prima volta mi sono ritrovata a leggere di due personaggi nei quali mi identifico: anche io sono bisessuale, ed è stato bello vedersi rappresentati come si deve, per una volta. Henry, però, è un ragazzo molto sensibile, troppo, che soffre di depressione ciclica. E questa depressione lo porta a ritrovarsi sul bordo del cornicione di un palazzo, pronto a gettarsi giù. Allo stesso modo, nel 1714, Addie vuole vivere. Vivere il più possibile e senza limiti. Entrambi, infatti, stringeranno un patto col diavolo. Un patto che li vincolerà ai suoi voleri fino alla sua scadenza naturale.

Fatti un goccio ogni volta che ti dicono che non sei abbastanza.
Non sei quello giusto.
Non hai l'obiettivo giusto.
Non hai la motivazione giusta.
Non hail il tempismo giusto.
Non hai il lavoro giusto.
Non hai la direzione giusta.
Non hai il futuro giusto.
Sei tu a non essere giusto.
Non sei tu.
(Sono io?)
(Henry Strauss)

La mancanza di Trigger Warning è stata bella forte, io non avrei mai immaginato che mi sarei ritrovata a leggere una scena di tentato suicidio. E va bene che è stata resa in modo delicato, proprio come le metafore del temporale che vengono usate per descrivere la depressione, ma avrei preferito che ci fosse qualche Trigger Warning. Lo metto qui, nero su bianco, perché per certi argomenti è necessario che ci sia. Io non ne sono stata toccata, sebbene in passato io stessa sia andata in depressione, ma ci sono persone molto più sensibili di me che potrebbero stare male a leggere certe scene.

Sei chiunque gli altri vogliono che tu sia.
Sei più che abbastanza, perché non sei reale.
Sei perfetto, perché tu non esisti.
(Non sei tu.)
(Non sei mai stato tu.)
(Henry Strauss)

Chiusa questa parentesi importante, Addie ed Henry si ritrovano a New York. Contro ogni aspettativa. Contro ogni buon senso, iniziano quella che all'inizio è una relazione sessuale. Una relazione che poi diventa vero e proprio amore. Il tutto mentre l'oscuro (scusate, io continuo a pensare a Ben Barnes e al suo Darkling lol) tallona Addie e la tenta con l'eternità e col vivere per l'eternità al suo fianco, come sua regina. Perché Addie ci ha visto giusto, e lui è molto solo. Rendere sola lei, non ha migliorato la sua esistenza. Comunque io li shippavo sin dall'inizio, è stato bello veder evolvere la relazione tra Addie, una protagonista che definirei morally grey, e il villain. Henry Strauss è un cucciolo e va protetto a ogni costo, quindi capisco perché poi Addie fa quello che fa. 

I ricordi sono statici, invece le idee sono creature ribelli. Mettono radici, attecchiscono e si ingarbugliano, recidendo ogni legame con la loro origine. Sono argute, ostinate e forse - forse- anche a portata di mano.
(Addie LaRue)

La scrittura della Schwab, a cui non tornavo dai tempi di Questo canto selvaggio, è poetica. Vivida. Cinematografica, direi. Spero che ne facciano un film o una serie tv, perché questo romanzo è troppo bello per rimanere solo su carta. Proprio come sono troppo belli i flashback e i flashforward, in un continuo andare e venire tra passato e presente, il cui confine diventa labile man a mano che il romanzo si sviluppa. Magnifico. Semplicemente magnifico.

Un romanzo sull'importanza dei nomi e delle parole. Un romanzo sulla potenza delle parole. Un romanzo perfetto per chi ama scrivere, ma anche per chi ama solo leggere e ama perdersi tra le pagine scritte da storie altrui. Il finale è perfetto. Non c'è altro modo per descriverlo.

Vi saluto con una citazione tratta da questo splendido romanzo, a cui ho dato 5 stelle (ne avrei date mille), invitandovi a leggerlo subitissimo:
"Abbiamo tutti dei nemici caduti sul campo, e le nostre ferite di guerra."
(Henry Strauss)

xoxo,
Giada

giovedì, giugno 01, 2023

RECENSIONE DI IF WE WERE VILLAINS = NON E' COLPA DELLA LUNA DI M.L. RIO

Buona sera, Fantastics! Rieccomi qui, con il recupero di un altro dei romanzi che avevo in programma di recuperare assolutamente in questo 2023. Quindi, nonostante tutto, devo ringraziare la mia convalescenza e il mio riposo forzato (non riesco a stare seduta più di 1h e nemmeno ad appoggiare la schiena sulla sedia, ecco perché non riesco a scrivere il mio romanzo) per avermi permesso di recensire gran parte dei romanzi che avete trovato qui, nel blog, da aprile 2023. 

If We Were Villains mi ha attratto sin dall'inizio per via del titolo, insomma, 'se noi fossimo cattivi' cioè, i'm yours prendimi subito! Sono felice di dire che ha rispettato le mie aspettative!

PREMESSA
Come dicevo, questo era uno di quei romanzi che a febbraio 2023 volevo recuperare ma che poi avevo accantonato per dedicarmi al mio di romanzo. La scrittura è stata proficua, in quei due mesi e sono felice di esser andata sotto operazione con gran parte delle basi delle future scene già gettate, altrimenti se avessi dovuto farlo ora, probabilmente sarei più frustrata di quanto non sono già. Ad ogni modo, If We Were Villains mi aveva attratto, sin dall'inizio, per via del titolo. Il titolo, raga. E' stato amore a prima vista. Col senno di poi, la frase 'per aspera ad astra' - la mia frase personale e che diventerà un tatuaggio - è rimasta appesa alla mia parete per tipo 6 anni. Era destino che questo romanzo giungesse a me, in un modo o nell'altro. Quindi devo ringraziare i Tortellini di Spaghetti Fantasy, perché se ho recuperato questo romanzo è stato grazie a loro e ai loro consigli!

TRAMA (DA IBS.IT)
Quando gli amici diventano nemici, non c'è limite al male che possono farci.
Oliver Marks ha scontato dieci anni di carcere per l'omicidio di un compagno di college. Ai tempi della condanna, non tutti erano convinti della sua colpevolezza, in primis il detective Colborne, che ora lo attende fuori dal carcere per sapere finalmente la verità. La storia che Oliver si accinge a raccontargli si svolge alla Dellecher, una delle più prestigiose scuole di arte drammatica degli Stati Uniti, dove Shakespeare è venerato come un dio e non c'è limite alla competizione. Giovani, belli, ambiziosi, Oliver e i suoi sei amici sono inseparabili e dividono il tempo fra prove, performance e feste all'insegna dell'eccesso. Ma, una volta giunti al quarto e ultimo anno, qualcosa nel gruppo si incrina. I ruoli dei drammi che mettono in scena prendono sempre più spazio nella loro vita reale, ed emergono gelosie sopite, invidie, rancori. È Richard, più di tutti, a perdere il controllo, finché, un freddo mattino di novembre, viene trovato morto. A quel punto, per ognuno dei sei giovani attori rimasti inizia la prova di recitazione più ardua: convincere la polizia, gli altri e se stessi della propria innocenza. Perfetta per i fan del dark academia , una storia di lealtà e tradimento, follia e ossessione, colpa ed espiazione, che conduce il lettore lungo il confine magico e pericoloso tra la vita e l'arte.

RECENSIONE

Beh, credo che questo romanzo si possa riassumere con questa gif. Pochi libri mi hanno fatto così male, ma non credevo che un dark academia avrebbe potuto farmi stare così male. Perfino il finale mi ha lasciato un senso di dolore e tristezza addosso indescrivibile, okay dopo mi guardo tutti i video di Anitta. Ci sta anche il fatto che in questi due giorni io non sia stata molto bene, fisicamente e mentalmente, a causa di ciò che ho. Ma ciò non toglie la potenza emotiva di questo romanzo. 

If We Were Villains è ambientato in un'accademia di belle arti, la Dellecher Fine Arts, situata nel Nord America. E' una scuola a stampo Shakespeariano elitaria, costosa, ed è il trampolino di lancio di moltissimi attori famosi. In questa cornice, troviamo Oliver Marks insieme ai suoi sei amici: Richard, James, Alexander, Filippa, Wren e Meredith. Ogni personaggio contiene in sé un archetipo: Richard è il dittatore, James l'eroe, Alexander l'antagonista, Wren l'ingenua innocentina, Meredith la femme fatale. Oliver è il solo a non avere un archetipo suo. In quanto, secondo i suoi professori (che mi hanno ricordato i professori di Un Paso Adelante, btw) sono molto arroganti, molesti e pretendono il massimo da loro e vogliono tirarglielo fuori a qualsiasi costo. Oliver e James sono stanchi di avere sempre gli stessi ruoli. Oliver, per esempio, ha da sempre ruoli di supporto. E' sempre stato la spalla. Nient'altro. Quell'anno, decidono che sarà diverso per loro. E che faranno di tutto per avere ruoli diversi. 

Le cose cambiano quando Meredith s'invaghisce di Oliver e ci va a letto insieme, la fatale notte in cui Richard muore. In una mossa alla PLL, gli amici si mettono tutti d'accordo sulla versione da fornire alla polizia. 10 anni dopo, con il detective Colbourne finalmente in pensione, Oliver fornisce la sua versione dei fatti. Ma Oliver non si sbilancia a rivelare se tutto ciò che racconta è la verità o meno, lo dice lui stesso. E' un narratore inaffidabile, quindi anche se abbiamo letto la sua storia non è detto che sia vera. La strategia del narratore inaffidabile è stata davvero furba, perché ci fa mettere in dubbio se tutto ciò che abbiamo letto sia la verità o sia soltanto un altro costrutto della mente di Oliver per calarsi nella parte del personaggio che sta per recitare. 

Vi confesso che, quando ho iniziato la lettura, ho associato subito questo romanzo a The Riot Club (se non l'avete visto, vi consiglio di vederlo) e L'Attimo Fuggente (è uno dei miei film preferiti, btw). Credo che non ci sia altro modo per incasellarlo se non questi due film, che rendono bene l'idea di academia/dark academia. Ho amato molto anche un'altra strategia narrativa, ovvero quella di passare da passato a presente tramite la suddivisione in atti delle parti. Questo non solo mi ha permesso di calarmi ancora di più nel mondo del teatro, ma mi ha ricordato quando ho studiato la suddivisione aristotelica degli atti a Letteratura Tedesca 2. Molto molto intelligente come mossa. Così come il passato e il presente si fondono, così come nelle vite dei personaggi si fondono le finzioni dei mondi di Shakespeare con la realtà, creando un confine labile nel quale i personaggi si muovono loro malgrado. Si può dire che tutti, in modi diversi, abbiano usato il method acting che aveva condotto James alla follia. Ma il method acting è anche ciò che io uso per scrivere, so bene quanto sia bello ma anche molto pericoloso. Devi ancorarti alla realtà per non perdere il senno del tutto, perché il confine tra fantasia e realtà diventa, come dicevo, molto flebile e bisogna ancorarsi a qualcosa per non dimenticare il chi sei e cosa stai facendo. 

Ammetto anche che ho dato 4 stelle perché, nonostante io abbia studiato Shakespeare sia alle superiori e, in modo un pochino più approfondito, a Letteratura Inglese 2 (quella dell'Inghilterra, non l'Americana) ho faticato a cogliere tutti i riferimenti a tutte le sue opere.

In ogni caso, vi consiglio caldamente questo romanzo se amate il dark academia ambientato nei conservatori o nelle scuole d'élite private. Super super consigliato!

Vi saluto con una citazione dal romanzo:
"Per aspera ad astra. Ne avevo sentite svariate traduzioni, ma quella che mi piaceva di più era:
Attraverso le spine, verso le stelle."
(Oliver Marks)

xoxo,
Giada

domenica, maggio 28, 2023

RECENSIONE DI DAISY JONES & THE SIX DI TAYLOR JENKINS REID

Buon pomeriggio, Fantastics! Ieri notte ho finito, a malincuore, Daisy Jones & The Six. Insomma, ieri ho ricevuto una notizia che mi ha scosso parecchio, e pensavo che avrei finito oggi pomeriggio di leggerlo. Invece l'ho letto tutto. 

PREMESSA
Ho iniziato Daisy Jones & The Six dopo aver guardato la serie tv, e lo so che non si fa... ma mi andava di fare così. Un po' come ho fatto per la trilogia degli Hunger Games. Mi aspettavo che non fosse completamente uguale al romanzo, e il romanzo non offre quel senso di closure tra Daisy e Billy - una cosa che, invece, ho apprezzato molto nella serie. Credo sia la prima volta che una serie tv sia all'altezza del romanzo da cui è tratta - non ho molti altri termini di paragone, quindi parlo solo in riferimento a ciò che ho visto. Per quelle poche serie tv e film tratti da romanzi, finora soprattutto gli Hunger Games sono rimasti molto molto fedeli ai libri. Ma anche Daisy Jones & The Six non è da meno. Se la traduzione fosse stata migliore, probabilmente avrei dato pure cinque stelline. Ma siccome non lo è stata, ne ha prese tre.

TRAMA (DA SPERLING&KUPFER.IT)
ESSERE LA MUSA DI QUALCUNO NON MI INTERESSAVA. IO NON SONO UNA MUSA. IO SONO QUEL QUALCUNO. FINE DELLA STORIA.

Daisy Jones & The Six: un gruppo rock diventato leggenda. I loro concerti hanno riempito gli stadi di tutto il mondo, le loro canzoni hanno infiammato le notti di un'intera generazione. Il loro mito è la favola di un'ascesa folgorante, dalle prime esibizioni nei locali underground al successo planetario. È l'incarnazione stessa di un'epoca in cui sesso, droga e rock'n'roll sembravano inscindibili. È la sintesi di un'alchimia perfetta: quel magnetismo unico tra Billy Dunne - il frontman della band, carismatico e tormentato - e Daisy Jones, splendida cover girl e cantautrice dal talento naturale, spirito libero e inafferrabile. Eppure, il 12 luglio 1979, dopo un concerto memorabile, il gruppo è scoppiato, sciogliendosi per sempre. Nessuno ha mai saputo perché... Fino a oggi. Ex musicisti e manager, giornalisti e famigliari: sono stati tutti testimoni, e adesso, a quarant'anni di distanza, sono finalmente pronti a raccontare la verità. Ma ognuno ha la propria versione dei fatti. Quella che rivive nelle loro voci è una storia di ragazzi di vent'anni, amici e amanti, fratelli e rivali; idoli sul palco, anime fragili a riflettori spenti. Una storia di notti folli e albe smarrite, sogni troppo grandi da afferrare e demoni troppo forti da annientare, passioni che accendono il sangue nelle vene e stelle che brillano fino a incendiare il cielo. Perché una canzone non è mai soltanto una semplice canzone. C'è la vita, nella musica. Ed è impossibile dire dove finisca l'una e inizi l'altra. Uno straordinario bestseller internazionale che ora è anche un'attesissima serie tv.

RECENSIONE

Io trascrivo sempre le citazioni tratte dai romanzi, principalmente per due ragioni: la prima, è che i romanzi non sono miei ma della biblioteca comunale e quindi non posso sottolinearli né fare altro; la seconda è che, così facendo, in qualche modo ripercorro tutto il romanzo dall'inizio alla fine. E' come lo rileggessi, lo rivivessi, per ben due volte. Non intenzionalmente. Mi piace avere un ricordo dei libri che leggo, specie quelli della biblioteca, perché in qualche modo segnano il mio percorso scrittevole (e sì, diciamocelo, i romanzi che leggiamo, così come la musica che ascoltiamo influenza tantissimo la nostra scrittura). Quindi riscrivere anche stavolta le citazioni mi ha lasciato addosso un senso di tristezza e dispiacere, una cosa che con la fine della serie tv non ho provato.

Essere la musa di qualcuno non mi interessava.
Io non sono una musa.
Io sono quel qualcuno.
Fine della storia.
(Daisy Jones)

Daisy Jones & The Six è un romanzo su una rock band fittizia degli anni '70, i The Six e la solista Daisy Jones. Daisy Jones è prima una ragazzina e poi una giovane donna che vuole solo essere amata. Questo è ciò che traspare dai suoi bisogni di eccessi, dal suo fare sempre la cosa sbagliata anche con le più buone intenzioni del mondo. In qualche modo, è il prodotto della sua situazione familiare. Una famiglia che non l'ha mai apprezzata fino in fondo, e che non ne ha mai apprezzato il talento. Billy, d'altro canto, è un ragazzo che ha vissuto senza padre e, in qualche modo, ha fatto da padre a suo fratello Graham. Le sue daddy issues lo influenzeranno per il resto della sua vita, ma dopo un primo momento in cui si lascerà andare agli eccessi senza freni, durante la sua prima tournée, Billy accetterà di buon grado il ruolo di padre. In fondo, è ciò che ha sempre desiderato. E Camila, la bellissima e tosta Camila (la Camila della serie tv non le ha reso abbastanza giustizia) è una ragazza coraggiosa, delicata ma anche molto molto determinata. Io mi sono rivista nella storia di Daisy, forse perché in lei ho rivisto il mio bisogno primordiale di essere accettata. Una cosa contro la quale ho sempre combattuto, fino a qualche anno fa. E' difficile, capire che non hai bisogno dell'accettazione degli altri perché il tuo valore venga riconosciuto. Solo che io, a differenza di Daisy, non mi sono mai fatta di niente.

"E' come se alcuni di noi rincorressero i propri incubi allo stesso modo in cui altri rincorrono i sogni."
(Daisy Jones)

Le due storie parallele, quelle di Daisy Jones e dei The Six, alla fine s'intrecciano quando il produttore Teddy decide di far lavorare insieme Daisy e Billy. Ed è lì che avviene la magia. Sebbene i rapporti tra loro due siano tutt'altro che idilliaci, i due riescono a produrre canzoni profonde che scavano nell'animo umano. E ho sempre pensato che fosse questo, che dovessero fare, i romanzi e le poesie. Beh, soprattutto i romanzi. Arrivarti dritto al cuore. Farti male. Spingerti ad affrontare ciò che ti fa male. Essere catartici. 

(...) Ma se ci credessi, direi che l'anima gemella è quella persona che ha in sé tutto quello che tu non hai, e che ha bisogno di quello che tu hai. Non una persona che porta dentro di sé le tue stesse sofferenze.
(Karen Sirko)

Ma Billy e Daisy sono troppo simili, troppo, e prima del loro ultimo concerto si ritrovano a fare i conti con loro stessi. Soprattutto coi loro sentimenti. E si rendono conto che entrambi meritano di meglio dalla vita, e da qualsiasi cosa avrebbero potuto ottenere cedendo alla passione tra loro. Camila, my girl, è la vera MVP, credetemi! Karen Sirko l'ho adorata anche qui, ma Camila è tutto su un altro livello. Lei e Daisy, letteralmente, portano il romanzo sulle loro spalle insieme a Billy. 

La vita sta tutta in chi ti tiene per mano, e in chi scegli di tenere per mano.
(Camila Dunne)

Lo spettro delle emozioni raccontate è così ampio e doloroso che non sto nemmeno qui ad accennarvelo, perché faremmo notte. Quello che posso dirvi, però, è che questo romanzo fa centro. 

Quindi perché, dopotutto, ho dato  3.5 stelline? La traduzione di questo romanzo fa pena. Penso che sia una delle più brutte (Crescent City ora passa al secondo posto) che abbia letto da quando ho aperto il blog. Davvero. Cosa significa lumacare? Cosa significa stonarsi? Su stonarsi ci sono arrivata da sola, perché oltre a essere un termine che nemmeno la Treccani riconosce, viene dall'italianizzazione del termine to get stoned, che significa farsi di droga.

Vi saluto con una citazione tratta da questo bel romanzo (che sarebbe potuto essere bellissimo, magnifico oppure stupendo), invitandovi a leggerlo e anche a guardare la serie tv su Prime Video:
"La storia è quello che hai fatto, non quello che hai quasi fatto o quello che hai pensato di fare."
(Billy Dunne)

xoxo,
Giada

mercoledì, maggio 24, 2023

RECENSIONE DI CRESCENT CITY - LA CASA DI TERRA E SANGUE (CRESCENT CITY #1) DI SARAH J. MAAS

Buon pomeriggio, lettori! Poco fa ho terminato Crescent City, il primo romanzo della trilogia (?) dedicata alla città immaginaria di Crescent City di Sarah J. Maas (di cui ho già recensito tutto ACOTAR, trovate le recensioni qui, se le cercate). Ecco, ho divorato questo romanzo in una settimana. E non volevo finirlo. 
Ho centellinato le pagine per non finirlo. Era da un bel po' che non mi capitava di farlo, ma avrei dovuto aspettarmelo (nonostante la traduzione faccia acqua da tante parti) che SJM avrebbe fatto centro di nuovo.

PREMESSA
Avevo prenotato questo romanzo a fine gennaio, nella mia fase di relax post scrittura. Come saprete, la vita ha esatto (part.passato del verbo esigere) il suo scotto, per me. E visto che non riesco a stare seduta tante ore per scrivere, grazie alla mia operazione di aprile, rieccomi qua. Crescent City non solo ha rispettato le mie aspettative, le ha addirittura superate! E, onestamente, dopo aver saputo del Maasverso tante cose dette qui hanno MOLTO senso! Ci ho visto parallelismi con personaggi di ACOTAR. Il Trono di Ghiaccio di manca da leggere, e so che sono tipo 10 romanzi (non so semmai riuscirò a leggerli tutti), ma arriverò preparata al momento in cui gli Universi di zia Maas convergeranno in un unico romanzo!

TRAMA (DA AMAZON.IT)
Ventitré anni, mezza Fae e mezza umana, Bryce Quinlan ha una vita perfetta: di giorno lavora in una galleria d'arte e di notte passa da una festa all'altra, senza problemi e senza preoccupazioni. Quando però una brutale strage scuote profondamente Crescent City, la città in cui vive, e Bryce perde una persona a lei molto cara, il suo mondo crolla in mille pezzi lasciandola disperata, ferita e molto sola. Adesso non cerca più il divertimento, ma un oblio in grado di farle dimenticare i terribili fatti che hanno cambiato la sua vita per sempre. Due anni dopo l'imputato è finalmente dietro le sbarre ma i crimini ricominciano e Bryce è decisa a fare tutto il possibile per vendicare quelle morti. Ad affiancarla nelle indagini arriva Hunt Athalar, un famoso angelo caduto, prigioniero degli arcangeli che lui stesso aveva tentato di detronizzare. Le sue grandi capacità e la sua forza incredibile sono utilizzate all'unico scopo di eliminare i nemici del suo capo. Quando però si scatena il caos in città, Hunt riceve una proposta irrinunciabile: aiutare Bryce a trovare l'assassino e riconquistare, in cambio, la sua libertà. Quando Bryce e Hunt cominciano a scavare in profondità nel ventre di Crescent City, scoprono un potere terrificante e oscuro che minaccia tutto e tutti, e vengono travolti da una passione irrefrenabile, che potrebbe renderli entrambi liberi, se solo lo volessero. Il dolore della perdita, il prezzo della libertà e il potere dell'amore sono i temi principali de "La casa di terra e sangue", il primo romanzo di questa serie fantasy di Sarah J. Maas, che mescola romanticismo e suspense.

RECENSIONE

Zia Maas, tu non deludi mai! Ma proprio mai! Crescent City mi è piaciuto molto, moltissimo! Ho dato 5 stelle nonostante la traduzione mi abbia irritato più e più volte (sempre per le stesse cose, btw), ma ho cercato di non farmi condizionare troppo da questi erroraracci. Cioè, ho dato 5 stelle ma con riserva - quindi, tecnicamente, sarebbe un 5-. A essere gentili, voglio dire. Perché il romanzo l'ho adorato.

Ma partiamo dal principio. Bryce Quinlan è una mezzo sangue, mezza umana e mezza Fae, che lavora nella Galleria Griffin. La Galleria che, di fatto, è una sorta di museo pieno di reperti storici e antichi gestiti dall'inclemente strega Jesiba Roga - la quale, si dice, abbia trasformato tutti i suoi nemici e colleghi antagonisti in animali che tiene nelle teche di vetro, nella parte inferiore della Galleria. La parte inferiore che, di fatto, contiene libri talmente potenti e pericolosi da necessitare di esser sorvegliata da un folletto del fuoco, Lehabah. Ah, Lehabah! Ho amato tantissimo la dolcezza di questo folletto del fuoco che, per quanto piccolo, svolge un ruolo fondamentale nella trama del romanzo! Bryce vive alla giornata, è una festaiola che ama bere e sballarsi con le droghe presenti in Crescent City (chiamata così per ordine del nuovo Governatore, l'arcangelo Micah) e le cui amiche sono molto, ma molto diverse da lei, che si sente una semplice e inutile umana: Danika Fendyr, un lupo molto potente che diventerò il prossimo Alfa e che è odiata da Sabine, sua madre, perché la Spada ha scelto lei invece di Sabine; Fury Axatar, una killer spietata che viaggia per il mondo a svolgere missioni di cui nessuno sa niente; Juniper la (non mi viene il nome di che creatura sia) aggraziata e delicata come pochi.

Tutto cambia la notte in cui Danika, misteriosamente, muore. Muore lasciando un vuoto, sia interiore sia fisico, nel cuore di Bryce. Bryce che, da quel momento, rifiuta non solo di fare ciò che amava e che ha sempre amato fare - danzare, nonostante tutti le dicessero che non avesse il fisico per farlo - divertirsi, sballarsi. Da quel momento viene affiancata da Hunt Athalar, un angelo schiavo della Repubblica (una Repubblica fantoccio, comandata dagli Asteri. Asteri che qui, di fatto, ricordano i dittatori nazisti degli anni '30 del 1900) con cui ha un rapporto di astio e odio sin dal primo momento. Hunt Athalar è un uomo spezzato, il cui grande amore è morto per mano di Sandriel. E, in un certo senso, è sempre legato al suo passato. Perché non riesce a liberarsene o ad accettarlo come andato. Perché gli provoca ancora dolore, nonostante siano passati secoli e secoli. 

Il romanzo stesso rappresenta i 5 stadi del dolore: da un iniziale shock si passa attraverso il dolore, la rabbia e infine l'accettazione. L'evoluzione di Bryce non è solo fisica, a livello di poteri, ma anche emotiva. La sua vulnerabilità è ciò che la rende un personaggio con cui è semplice empatizzare. Anche con Hunt è la stessa cosa. In un certo senso, i pezzi rotti dell'anima di Hunt sembrano combaciare perfettamente con quelli di Bryce. Bryce che, alla fine, si ritroverà ad affrontare tutti i suoi demoni - metaforici e non. Ritrovandosi faccia a faccia con la morte più e più volte - non un plot armor, ma quasi. E, insieme ad Hunt, a salvare Crescent City - che tanti personaggi ancora chiamano con il suo vecchio nome, Lunathion.

Devo dire che in Crescent City ci sono elementi che rimandano alla cultura romana - i Campi di Asfodelo, che io continuavo ad associare a Il Gladiatore, ma ho appena scoperto che in realtà sono associati alla cultura greca. E altri elementi propri della cultura greca. La commistione di personaggi fantastici provenienti da tanti altri 'universi' (non saprei in che altro modo definirli) qui, a differenza di Crave, sono resi bene. Ci sono lupi, mer (sirene), vampiri, streghe e maghi. Ma vedete, come viene resa una cosa fa la differenza tra un pessimo romanzo e un romanzo bellissimo ed emozionante. Per Crescent City, è stato così. La commistione di personaggi così diversi non ha stonato, anzi. Si mescolavano bene l'uno all'altro, forse anche grazie alla divisione di quartieri della città - cosa che ha aiutato moltissimo. Ps. I capitoli che finiscono coi cliffhanger mi faranno morire, una volta di queste! 
I see what you did here, Sarah!

Niente, raga. Io ve lo consiglio di cuore. L'ho amato alla follia e muoio dalla voglia di leggere il sequel, specie sapendo che nel 2024 uscirà il terzo. Devo arrivare preparata all'anno prossimo e, dato che non farò reread (quando capita è un evento MOLTO raro), farò affidamento sulla mia buona memoria.

Vi saluto con una citazione tratta da questo splendido romanzo:
"Odorava di paradiso. Di casa, eternità e del posto in cui desiderava trovarsi."
(Hunt Athalar)

xoxo,
Giada

lunedì, maggio 15, 2023

RECENSIONE DI CRAVE (CRAVE #1) DI TRACY WOLFF

Buon pomeriggio, Fantastics! Altro giro, altra corsa! Bene, ieri sera ho finito il tanto chiacchierato e il tanto amato Crave di Tracy Wolff. Vi mentirei se vi dicessi che l'ho iniziato per soli due semplici motivi: il primo, quello più ovvio, era che è stato spacciato per l'erede di Twilight (ero una Twilighter alle superiori, quindi DOVEVO leggerlo) e il secondo è che le persone che seguo su Instagram ne parlano benissimo. Quindi, insomma, le cose erano due. O mi piaceva o no. E considerato l'hype che avevo, stavolta avevo davvero aspettative molto alte. Come al solito, sono state deluse. Insomma, c'è un limite a tutto! 

PREMESSA
Come vi confessavo sopra, ho iniziato a leggere Crave per due motivi. Da ex Twilighter quale ero, se un libro viene spacciato come degno erede della saga che ha segnato la mia adolescenza, certo che lo leggo! Insomma, chiunque lo farebbe! Voglio dire, pure la cover è la copia sputata di Twilight! E sono stata delusa. Enormemente e dolorosamente delusa. Il ritmo narrativo è uno dei motivi principali per cui mi hanno spinto a dare due stelline, quello più rilevante, per lo meno. E mi dispiace molto, perché questa storia aveva molto potenziale. Davvero molto. 

TRAMA (DA AMAZON.IT)
"Si è mostri solo perché ci si comporta come tali?". Arriva in Italia "Crave", il primo volume della serie paranormal romance di Tracy Wolff. Il romanzo diventerà presto anche un film prodotto dalla Universal Pictures. In seguito alla morte improvvisa dei genitori, Grace è costretta a lasciare la sua amata San Diego e trasferirsi in Alaska, terra di cui non conosce praticamente nulla. Il primo impatto non è dei migliori: un atterraggio da panico su una pista ghiacciata e un viaggio rocambolesco a bordo di un gatto delle nevi, a temperature polari. Tuttavia, quando arriva alla Katmere Academy, la scuola esclusiva di cui suo zio è preside, la ragazza non può che rimanere a bocca aperta alla vista della sua nuova casa: un maestoso castello con le torri che svettano nel cielo nero. Ma l'incanto svanisce in fretta. Tempo un quarto d'ora e Jaxon Vega, il leader indiscusso della scuola, la minaccia e le intima di tornarsene da dove è venuta. Benché indignata e confusa dalle sue parole, Grace è affascinata da quel ragazzo misterioso, con il volto solcato da una cicatrice e gli occhi scuri che celano a stento una grande sofferenza. E decide di scoprirne ogni segreto. Più indaga, però, più si rende conto che Jaxon e i suoi compagni sono tutto fuorché comuni studenti e che alla Katmere Academy niente è come sembra. Quando il soprannaturale fa irruzione con prepotenza nella sua vita, Grace si aggrappa disperatamente all'unica cosa che considera reale: i sentimenti che prova per Jaxon. Saranno sufficienti a permetterle di sopravvivere in un mondo in cui i mostri esistono e non si nascondono sotto il letto?

RECENSIONE

Questa sono io, adesso. Raga. Raga. Farei prima a dirvi cosa non è questo romanzo. E risparmierei un casino di tempo, dato che La Regina Carlotta mi attende su Netflix, ma here we are. Again. Crave, a mio avviso, non merita di essere paragonato a Twilight. Non è l'erede di Twilight. Twilight, almeno, aveva un tema e non si perdeva in millemila creature che rendevano una caciara tutta la saga. Crave, in inglese, significa desiderare, bramare. E ha senso. Diciamo che è il terzo motivo che mi ha spinto a iniziare questa saga super chiacchierata su Instagram e Booktok. Quando qualcosa diventa super chiacchierato o va in hype, di solito è a causa della Gen Z. Quindi grazie, ma non definite questa cosa l'erede di Twilight. Perché non si merita questa titolo.

Grace ha appena perso i genitori in un terribile incidente d'auto. Non avendo più parenti vivi nelle vicinanze, è costretta a trasferirsi da San Diego all'Alaska, dove vive suo zio, preside della Katmere Academy. La Katmere Academy, dove vanno tutte le creature sovrannaturali e quando dico TUTTE, intendo TUTTE quelle dei romanzi fantasy conosciuti: draghi (che sputano ghiaccio), streghe, vampiri che volano (scusate ma fa troppo ridere, davvero), gargoyle e via dicendo. Insomma, raga. La prima regola che mi hanno insegnato, editando, è che non si deve buttare troppa roba nel primo romanzo di una serie perché mandi in confusione il lettore. Ecco, qui è stata na caciara immensa. Specialmente la scena che doveva esser romantica e super cute e mi ha fatto morire dal ridere, perché insomma, voi non ridereste su una scena con un vampiro che vola? Ma non è nemmeno quello che mi ha fatto abbassare il punteggio. O meglio, ste scene al limite dell'assurdo perfino in un romanzo fantasy anche no hahaha La mia supension of disbelief ha un limite. Il peggio/meglio l'abbiamo raggiunto quando poche pagine prima veniamo introdotti nella gerarchia dei vampiri, in pieno stile Vampire Academy e Legacies, e ci buttano dentro il Re e la Regina Vampiro. E poi scopriamo che gli stregoni possono mantenere i loro poteri solo se si sposano tra altri stregoni, perché se sposano un umano perdono tutti i poteri. Ora, io ho amato I Maghi di Waverly da adolescente, ma il senso??? Cioè, già era assurdo un castello nel bel mezzo dell'Alaska, ma questo??

La nostra simpatica, perché devo confessarvelo, Grace è una protagonista simpatica che dà i titoli ai capitoli che fanno morire dal ridere, alla fine si sente attratta sia da Jaxon Vega (il vampiro dark brooding, o se preferite Edward) e il drago Flint (cioè è Jacob, solo che è una creatura sovrannaturale diversa da quella della Meyer). Tutta la storia 'non puoi starmi vicino, sono pericoloso' e la scena della radura, cioè... Non osate definirlo erede di Twilight. Io sono super salty a riguardo. Anche l'insta-love, omioddio anche no. Già è un trope che mal sopporto, ma qui tra il triangolo, l'insta-love, e tutti gli elementi palesemente copiati da Twilight anche no. Comunque, Grace è un personaggio semi-tondo, voglio dire, potrebbe esser stato sviluppato meglio, ma ci accontentiamo. Come dicevo, Jaxon è il vampiro da cui lei è attratta e alcune spiegazioni sui morsi vampireschi e sul veleno che i vampiri secernono, oltre alla scena di cui vi ho raccontato, mi hanno lasciata basita. Flint, insieme a Macy, è davvero il mio side-character preferito. Macy, poi, è di una simpatia unica! Ad ogni modo, Grace conosce Lia e l'Ordine, e con Lia stringe amicizia fin dall'inizio. 

Ma se c'è una cosa che davvero non ho sopportato è stato il ritmo narrativo e come è stato distribuito in queste 440 pagine. Per fortuna noi, nell'edizione italiana, siamo stati risparmiati di cento pagine. E' lento. Molto, molto, molto lento. E per quanto il concept mi piacesse e mi piacesse la storia, purtroppo se il ritmo è lento e poi accelera di colpo da pagina 200 in poi, non ha senso. Posso capire che gli inizi siano lenti, ma qui ci vogliono almeno 100 pagine solo perché Grace arrivi alla Katmere Academy. Senza contare che ci sono troppe creature buttate lì a casaccio. E' stato decisamente too much.

Non posso dire di consigliarvi questo romanzo, ma se il prossimo migliora potrei farci un pensierino. 
Uno solo, eh. 

Adesso vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che comunque vi invito a leggere. Insomma, così ne parliamo insieme qui o su Instagram.
"(...) Ora che ti ho trovato, non potrei vivere in un mondo in cui tu non ci sei."
(Grace a Jaxon)

xoxo,
Giada

martedì, maggio 09, 2023

RECENSIONE DI LET THE GAME BEGIN (KISS ME LIKE YOU LOVE ME #1) DI KIRA SHELL

Buon pomeriggio, Fantastics! Ieri notte ho finito, finalmente, questo romanzo. Il primo di una pentalogia, oltretutto! Mi viene male solo al pensiero, perché se questo libro è così pessimo non riesco a pensare a come potrebbero essere gli altri. Non mi è piaciuto per niente. Ma proprio per niente. Ritengo che ci siano romanzi migliori in commercio. Romanzi molto più meritevoli di questo, sincera.

PREMESSA
Nel mondo dei blogger, volente o nolente, ci si ritrova sempre a sentir parlare dei romanzi famosi. I romanzi del momento. Quindi, a differenza di After, non ho saputo resistere e aspettare si sgonfiasse la bolla di curiosità attorno a questo romanzo - grazie a Matteo Fumagalli e alla sua vicenda con Kira Shell. Okay, se non vi dicessi che è stato lui, con quello che gli è successo, a incuriosirmi sarei una bugiarda. Gran parte della mia curiosità deriva da lui. E poi dalla fama dell'autrice che, e qui lo dico solo per sentito dire visto che non ne ho esperienza diretta, non accetta le recensioni negative dei blogger. Quindi, vedremo cosa capiterà con la mia. Anche se dubito che potrebbe venire a prendersela con me, visto che non sa nemmeno chi sono e non conosce nemmeno questo blog. Kiss me like you love me è stato un parto. Letterale. Nemmeno con i libri di After ho fatto così tanta fatica a finirli. Giuro, nemmeno con quelli. Questo, invece, è stata una lotta. Posso già sconsigliarvelo, e se proprio volete leggere qualcosa di NA, leggete After o Paper Princess. Ricordo che l'ultima volta che ho dato 0,15 stelline su 5 è stato quando ho recensito My Dilemma is you della Chiperi. Quindi, per farmi dare una votazione così bassa, dev'esserci qualcosa nel libro che proprio non mi piace. Qualcosa che va oltre, chiaramente, il mero gusto personale. 
E prima che veniate ad attaccarmi, non sono gelosa di lei. Come non lo ero della Chiperi. Non lo so ancora, eh! Non sono gelosa di nessuna di loro due.

TRAMA (DA GOODREADS.IT)
Il destino è come un gioco che si diverte a mescolare le vite di Selene e Neil mediante una potente attrazione fatale, passionale e coinvolgente. Il loro non sarà un amore come gli altri, sarà intellegibile, misterioso, erotico e soprattutto silente. Selene, si trasferirà da Detoit nel Lower Manhattan, per tentare di ricucire un rapporto ormai sgretolato con suo padre Matt Anderson, un chirurgo, ricco e famoso, che vive in una lussuosa villa con la sua nuova compagna e i suoi tre figli.
In una circostanza del tutto imprevedibile, incontrerà Neil Miller, il figlio maggiore di Mia Lindom, compagna di suo padre, e fin da subito sarà attratta dalla sua aura enigmatica e misteriosa.
Neil è un ragazzo diverso dal normale, la sua anima ma anche la sua mente sono state irreparabilmente danneggiate rendendo complicato il suo rapporto con le donne e il suo approccio alle relazioni umane. Selene cercherà in tutti i modi di dare delle risposte ai suoi comportamenti ambigui, cercherà di interpretare il suo linguaggio “muto” e di scalfire la prigione di vetro nella quale si è rinchiuso per proteggersi dal mondo. Neil ha sospeso da tre anni la terapia con il dottor Lively, lo psichiatra di fiducia, che segue il suo caso fin da quando era un bambino, ma i suoi progressi sono lenti e lui non ha alcuna intenzione di collaborare per farsi aiutare, considera se stesso sbagliato e vive la sua “diversità” come un limite che gli impedisce di legarsi a Selene, perché tutto ciò che può concedere alle donne sono solo baci furtivi e sesso senza sentimenti: questo è il concetto d’amore che gli è stato insegnato a soli dieci anni.
Ma se a complicare le cose si aggiungesse anche uno sconosciuto in cerca di vendetta, cosa accadrebbe?
Selene e Neil si ritroveranno catapultati in un "gioco" macabro e pericoloso con strani enigmi da decifrare. Ognuno di essi conterrà un messaggio intellegibile che Neil dovrà scoprire prima che “Player 2511” possa colpire lui e chiunque gli stia accanto.
Tutti faranno parte di questo assurdo labirinto, tutti saranno dei bersagli.
Chi riuscirà a salvarsi?
Chi è Player 2511?
Cosa accadrà a Selene e Neil?

«La vita non è un gioco, è la tua vita ad essere in gioco»

RECENSIONE

Non so nemmeno da dove cominciare a parlare, quindi credo proprio che questa gif renda l'idea di come sto ora. Dio, dammi la forza perché se mi dai la pazienza faccio una stage in questo libro... Libro, che viene pubblicizzato dall'autrice come dark romance, ma dalla CE e sui siti viene pubblicizzato come New Adult/Romantic Suspense. Partiamo da qui. Io sono una lettrice vorace. Leggo quasi tutti i generi, eccetto il noir e il crime. Leggo SOPRATTUTTO il dark romance e il dark contemporary, la mia queen è Chiara Cilli e la regina del Romantic Suspense è Sagara Lux. Non sono nuova a questo genere, affatto. In ogni romanzo dark romance o contemporary che ho letto, scritto da autrici SERIE, ci sono SEMPRE i Trigger Warning. E' una cosa a cui tengo molto, questa, perché c'è una scena di violenza sessuale a pag 117 che mi ha fatta star male per giorni. Mi è capitata sotto al naso senza nessun avviso di alcun tipo. Ecco, cara Kira. Questo romanzo viene pubblicizzato dovunque come NA, proprio come l'ho categorizzato io prima di leggerlo, è bene che tu lo faccia mettere nella categoria giusta. E che metta i Trigger Warning, se vuoi che la gente non ne parli male. Perché non basta rendere il passato tragico di un personaggio o usare violenza in ogni dove, specie gratuita e in un romanzo romance, per renderlo dark. No, affatto. Quindi, se vuoi che qualunque lettore ti prenda seriamente e non ci rimanga di merda quando legge quella maledetta scena, metti i Trigger Warning e non trincerarti dietro la definizione di dark romance, perché so benissimo cosa tratta e cos'è. E questo non lo è.

Quindi, data questa premessa ulteriore, cos'è per me? Lo ritengo un romanzo NA con elementi thriller neanche ben congeniati, se proprio volete saperlo. La parte thriller ha una parte minuscola rispetto alle ventimila scene di sesso che durano dalle 5 alle 9 pagine che ti fanno venir voglia di buttare il libro dalla finestra. Sì, è un pensiero che ho fatto in più di qualche occasione io. Ma il libro non è mio, e per fortuna non ho buttato soldi per una cosa simile. La ritengo la mia più grande fortuna, davvero.

Ma adesso partiamo dal principio, dalla storia. Ah, la storia. La storia, da principio, parte anche bene. In un modo che definirei carino: Selene è una ventunenne che se ne va da Detroit, controvoglia, per andare a ricucire i rapporti con suo padre Matt, traditore seriale, a New York. Selene, Kira perché cazzo hai scelto il nome originale di Sailor Moon io non lo so ma ti odio per questo, è prevenuta nei confronti di Mia. Mia, che è bellissima e famosa ed è su tutti i tabloid della nazione per non si sa quale motivo. Non si sa perché sia famosa, ma lo è. Quando arriva a New York, Selene si ritrova faccia a faccia con la propria inesperienza di vita. Cioè, da come viene descritta, sembra che a Detroit non avesse una vita. Non avesse niente di niente. Quando arriva a New York, improvvisamente si ritrova faccia a faccia con questo e tutti i suoi discorsi di women empowerment, badass che me l'avevano fatta piacere all'inizio, svaniscono. Quando Selene conosce i suoi nuovi fratellastri, la sua vita cambia definitivamente: conosce così Logan Miller, un ragazzo che chiaramente è stato adottato perché non può far parte di una famiglia del genere, Chloe la 16 enne oca di casa (non merita altra descrizione, nemmeno per quel che le succederà più avanti, in realtà credo che sia piatta come personaggio) e Neil Miller. Neil, il 25 enne di casa che la attrae subito. Selene ha un fidanzato, ma non sembra ricordarsene quando si ubriaca e perde la verginità con Neil. Prima cosa che mi ha fatto storcere il naso. La trovo una cosa squallida da fare di persona, figurarsi scriverla nero su bianco. Squallida e di pessimo gusto. Tra l'altro, Selene si comporta come una che muore dalla voglia di cazzi - scusatemi, ma è palese. Si comporta come una, dopo questo avvenimento, che corre dietro a un cazzo solo perché non sa resistere ai suoi stessi impulsi. E ci rende partecipi di ventordici mila descrizioni di Neil TUTTE MALEDETTAMENTE UGUALI PER 600 PAGINE. In TUTTE le pagine lei lo definisce così: voce baritonale, sexy, maturo. Spalle large, culo sodo. Angelo caduto, cavaliere oscuro, dannato. Sembra che non ci sia ragazzo più figo di lui. Sembra che solo lui sia il più figo e che, per queste solo caratteristiche fisiche che gli vengono attribuite tra cui l'esser un demone sensuale e virile che attrae qualunque donna con solo la sua prestanza fisica. E' una cosa che, oltre ad annoiarmi terribilmente, l'ha resa ancor più banale e insulsa di quanto già non fosse. Perché Selene non si limita a commentare Neil, oh no, lei ci rende partecipi dei suoi commenti su qualunque stronzata. Si atteggia da 'io non sono come le altre, sono meglio gne gne gne' quando tradisce, ripetutamente, il suo Jared con Neil più volte. Okay, questo non mi ha fatta incazzare. Ciò che mi ha fatto incazzare è quel che succede più avanti e che è il motivo per cui vi ho detto che su questo romanzo vanno di Trigger Warning grandi come una casa: la scena di violenza sessuale che Neil fa a Selene. 

La scena di violenza sessuale, quella che penso abbia fatto incazzare chiunque, è qualcosa a cui nessun lettore era preparato per la mancanza di Trigger Warning. E odio, odio, quando non ci sono. Odio che perfino su Goodreads e sui siti in cui il libro è in vendita venga pubblicizzato come New Adult e l'autrice stessa lo pubblicizza come dark romance. Comunque, ribadisco la mia categorizzazione. Non è dark romance, smettiamola di arrampicarci sugli specchi. Dopo la scena di violenza sessuale durante la quale lei diceva 'no, Neil mi fai male, basta' diventa ancor più arrendevole e senza spina dorsale. I suoi ripetuti pensieri su Neil si sprecano, sempre uguali, sempre gli stessi, sempre le stesse cazzo di espressioni noiose. Neil, d'altro canto, è una persona chiaramente con problemi psichici e psicologici. E mo adesso ve lo spiego: ha sbalzi d'umore continui, è violento e attaccabrighe, e dopo i momenti in cui si mette a distruggere tutto soffre di blackout - i blackout, che gli fanno dimenticare dov'era e cosa stava facendo, quindi lui potrebbe uccidere un uomo o violentare chiunque e non è cosciente. E' questo che lo rende dark romance, Kira? No, e nemmeno il suo passato da bambino abusato. Perché, oltre a questo, si aggiunge poi il DID - che avevo già riconosciuto nel momento in cui ha iniziato a parlare di dissociazione di personalità. Neil usa il sesso e le bionde come coping mechanism, ma non andando più dallo psicologo non ha più alcun controllo sui suoi impulsi e sui suoi scoppi d'ira. 

Le scene di sesso, fatte meramente per allungare il brodo e con lo scopo di filling, sono di una noia mortale. Per filling intendo come gli episodi filler, fatti con il mero scopo di allungare la trama all'inverosimile e senza alcuna funzionalità all'interno della trama. Non sono nemmeno coinvolgenti. Ho letto scene spicy scritte molto molto meglio. Queste sono volgari. Cioè, con un personaggio sociopatico e problematico come Neil, direi che è il minimo. Neil è molto più problematico e sociopatico di quanto Hardin Scott sarà mai, e ve lo dico col cuore in mano. Hardin è mille volte meglio. In realtà, definire questo scempio un After 2.0 è un'offesa per la saga di After che, dopo questo, ho iniziato ad apprezzare ancora di più. 

Siamo giunti finalmente alla seconda parte delle motivazioni che mi hanno spinto ad abbassare il voto, a parte quelle già citate. Il romanzo presenta un linguaggio che vuole apparire forbito e cool, in realtà è pomposo e pretenzioso e quasi sempre utilizza termini che non si sono mai sentiti. Oppure espressioni gergali che non esistono né in cielo né in terra. Vi riporto solo quei due che mi ricordo, perché gli altri la mia mente li ha rimossi subito, onesta: 'chiodo di pelle', 'occhi color fiordaliso', 'lo guardai profondamente' e qui ero wtf? Come si fa a guardare qualcuno profondamente? Kira, me lo spieghi? Poi davvero, ce ne sarebbero altre ma le ho rimosse quando ieri ho finito di leggere il romanzo.

Alcune recensioni lo definiscono una vita di mezzo, pessima, tra After e 50 sfumature di grigio. Ora, con After mi è venuto il nervoso coi primi due ma alla fine Hardin migliora e quindi la mia perseveranza è stata ripagata; con 50 sfumature ridevo leggendo... Questo, semplicemente, mi ha fatto annoiare, annoiare tantissimo, con le sue millemila ripetizioni uguali, il suo appiattimento dei personaggi che fanno le stesse identiche considerazioni e ripetono le stesse cazzo di cose. Per 600 pagine. Credo che, se tagliamo le scene di sesso, il romanzo ha 300 pagine più o meno. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi sconsiglio caldamente. Davvero, leggete After. Leggete Before. Leggete Erin Watt. Ma non lei. Se proprio volete leggere un NA, leggete quelli.
"(...) Anche dal caos potrebbe nascere qualcosa di stupendo."
(Logan Miller a Selene)

xoxo,
Giada 

martedì, maggio 02, 2023

RECENSIONE DI SERPENT & DOVE (LA STREGA E IL CACCIATORE #1) DI SHELBY MAHURIN

Buon giorno, Fantastics (anche se quando finirò di scrivere questa recensione, sarà pomeriggio, ormai)! Rieccomi qui, pur dopo aver promesso che non ci sarei tornata per un bel po'. Ma la verità è che la mia operazione chirurgica mi ha destabilizzato a livello creativo, e non riesco a concentrarmi molto sulla scrittura del mio romanzo. A ciò si aggiunge naturalmente il fatto che non riesco a star seduta più di tanto, e non è l'ideale se devi scrivere un romanzo bello lungo. Insomma, ho fatto di necessità virtù. 
Sono quindi tornata alle mie origini di lettrice, e ho deciso di riprendere la lettura proprio da questo libro.

PREMESSA
Non ricordo nemmeno quando ho comprato Serpent & Dove... Credo di averlo comprato qualche anno fa, perché una scrittrice ne aveva parlato benissimo. Io, presa dalla curiosità e dalle premesse del romanzo stesso, alla fine ho deciso di comprarlo. Beh, rag3! Questo romanzo merita! Merita assai! E per fortuna ho scelto questo e non Game of Retribution, anche se è nella mia TBR! Ho fatto bene a iniziare la mia convalescenza con questo romanzo! Mi ha tenuta attaccata alle sue pagine per tre giorni di fila! Inoltre, ho imparato un sacco di parolacce in francese lol

TRAMA (DA AMAZON.IT)
UNA STREGA E UN CACCIATORE DI STREGHE LEGATI NEL SACRO VINCOLO DEL MATRIMONIO.
UN AMORE CHE GIOCA COL FUOCO.


Louise le Blanc è fuggita dalla sua congrega e si è rifugiata a Cesarine, rinunciando a ogni forma di magia e vivendo di furti ed espedienti. Perché in quella tetra città le streghe come lei fanno paura. Vengono braccate. E mandate al rogo.
Reid Diggory è un cacciatore, ha giurato fedeltà alla Chiesa e da sempre vive secondo un unico, ferreo principio: uccidere le streghe. La sua strada non avrebbe mai dovuto incrociare quella di Lou, eppure un perverso scherzo del destino li costringe a un'unione impossibile: il santo matrimonio.
Ma anche se quella tra le streghe e la Chiesa è una guerra antica come il mondo, un nemico crudele ha in serbo per Lou un destino peggiore del rogo. E lei, che non può cambiare la propria natura e nemmeno ignorare i sentimenti che stanno sbocciando nel suo cuore, si trova di fronte a una scelta terribile.
Siamo legati a doppio filo dall'amore, dall'onore, o dal fuoco... E l'amore si prende gioco di tutti noi.

RECENSIONE
Ah! Lou! Lou! Mia splendida e cocciuta Lou! Penso sia uno dei personaggi con cui sono riuscita ad empatizzare di più negli ultimi anni - dopo Nesta Archeron, voglio dire. E' stato facile entrare in sintonia ed empatia con Louise Le Blanc. Ho amato ogni aspetto del suo carattere turbolento, così come ho amato ogni singolo aspetto del carattere di Reid Diggory (anche se continuavo a scrivere Cedric Diggory, btw lol). Ad ogni modo, ogni personaggio di questo romanzo è stato significativo e spero di riuscire a rendergli giustizia perché desidero che leggiate anche voi questo libro. Intanto io, però, non vedo l'ora di leggere il sequel e sto controllando la Rete Bibliotecaria per vedere quando mi arriverà lol

Louise Le Blanc vive da due anni a Cesarine come ladra. E' scappata da un luogo sconosciuto e molto pericoloso, e alloggia nella soffitta del Soleil et Lune - un teatro nella periferia. Louise, però, è una strega. Una Dame Blanche, che può vedere i disegni all'interno di qualsiasi cosa e che, con tali disegni, inizia uno scambio equo tra ciò che desidera e la natura. In un certo senso, ho sempre concepito anche io la magia in questo modo: la magia è, di fondo, uno scambio equo tra due parti uguali. E, per avere qualcosa in cambio, bisogna dare qualcosa in cambio. Anche se ciò significa stare male. Nel mondo di Louise, le streghe vengono cacciate. Cacciate, letteralmente, dagli Chasseur. Gli Chasseur, i Cacciatori, mi hanno ricordato i Crociati della Chiesa Cristiana, inviati dal papa per combattere gli infedeli nelle loro terre. Ecco, gli Chasseur fanno la stessa cosa. Solo che, invece di essere agli ordini del Papa lo sono dell'arcivescovo. E l'obiettivo di Louise, il suo obiettivo di vita, è restare fuori dai radar insieme alla sua migliore amica Coco e al suo ex Bas. Ma i pericoli sono dietro l'angolo per la giovane strega che vuole solo, semplicemente, sopravvivere senza dover rischiare la pelle ogni singolo giorno.

Dov'era la salvezza per quelle come me?
Dov'era per noi la pietà?
(Louise Le Blanc)

Dall'altra parte abbiamo Reid Diggory, un orfano che è cresciuto sotto l'ala protettiva dell'arcivescovo fin da piccolo. Vive e mangia solo le regole e le rigide virtù che sono richieste da uno Chasseur come lui. Anche se vive come un'onta nel suo onore, il suo primo amore con la donna angelicata Célie. Vi giuro, avete presente le poesie del 1500 sulla donna che deve essere considerata un angelo? Célie ne è la copia sputata. Le certezze e le virtù di Reid vengono meno quando, dopo esser stato costretto dall'arcivescovo a sposare Louise, s'innamora di lei. Tuttavia, non conoscendo ancora la verità la tratta come andrebbe trattato ogni essere umano. Umanità. Con umanità.

Forse erano tutti ipocriti. Ma io ero la più grande di tutti.
(Louise Le Blanc)

Così, dopo aver ricevuto la spiegazione sulla sua fuga di due anni prima; un gruppo improbabile di amici si lancia al salvataggio di Louise. Capitanati proprio da Reid. Reid, il quale ha capito che non può vivere senza sua moglie. Senza la sua bellissima e testarda moglie. La sua ribelle dal cuore d'oro.

Ho amato molto il contesto medievale che influenza la storia principale. Ho amato molto, devo dire, il ruolo dell'amore e del sesso in un ambiente che voleva la donna angelicata e aborriva le streghe. Quando alla fine, dopotutto, non sono poi diversi dalle streghe. Le streghe, nell'immaginario comune, sono sempre state associate al diavolo. Allo stesso modo le donne, quando non venivano angelicate ed erano solo ribelli o amanti della scienza, venivano additate come streghe. La conclusione? L'amore, alla fine, vince sempre. Ma prima, però, fa passare le pene dell'inferno (specialmente ai lettori, lol!). E che le donne, specialmente quelle intelligenti che siano streghe o meno, sono guardate in malo modo dalla chiesa che vuole eliminarle dal panorama sociale e culturale.

Il romanzo, reso dai POV di entrambi, permette al lettore di entrare in empatia e simpatia con i due personaggi principali. Ho amato moltissimo anche i personaggi di contorno, specialmente Coco, Madame Labelle e Ansel. Non vedo l'ora di leggere il sequel e di conoscere le avventure che si prospettano loro! Shelby, sei diventata ufficialmente la mia nuova scrittrice preferita!

Un romanzo splendido, meraviglioso, unico. Finalmente, dopo Nesta Archeron, la mia nuova eroina preferita. Una donna coraggiosa, che ama con intensità e profondità, e che è disposta a sacrificare tutto per salvare i suoi amici, le persone che ama e che la amano con la stessa intensità.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, consigliandovi allo stesso tempo di recuperarlo assolutamente. Shelby Mahurin, la scoperta del 2023 *--*
"(...) Non possiamo cambiare il passato, però possiamo andare avanti e trovare la pace... insieme."
(Reid a Louise)

xoxo,
Giada

martedì, febbraio 21, 2023

RECENSIONE DI PERCY JACKSON E GLI DEI DELL'OLIMPO - LA MALEDIZIONE DEL TITANO (PERCY JACKSON AND THE OLYMPIANS #3) DI RICK RIORDAN

Buona sera, fantastics! Ieri notte ho finito, prima dei miei standard, il terzo romanzo della serie di Percy Jackson. Devo dire che mi è piaciuto molto più del precedente, e mi ha preso una Percalia stan su tutta la linea! Ad ogni modo, non smetterò mai di inserirlo tra i romanzi consigliati per inserire mitologia greca alle medie... penso che se fossero stati pubblicati quando *io* andavo alle medie, sarei stata una stan totale ancor più di quanto non fossi con Twilight in terza superiore lol

PREMESSA
La mia vita, nelle ultime due settimane, è stata parecchio scossa. Non vi dirò molto di più, perché è sempre il solito problema di salute che mi ha limitato negli ultimi sette anni. Vi dirò, in compenso, che Percy è stata una boccata d'aria fresca e simpatia. Ciò che mi serviva per superare questo momento difficile. E, come dicevo sopra, lo trovo un romanzo molto teen e bello per i ragazzini, che insegna loro la mitologia greca nel modo più piacevole. Quindi, grazie Percy per essermi rimasto vicino in questi giorni difficili. Lui, molto più di Gideon La Nona, mi ha aiutato a sentirmi meglio. E, credetemi, quando un romanzo vi fa quest'effetto, lo ricorderete anche a distanza di tanto tempo. 

TRAMA (DA LIBRERIAUNIVERSITARIA.IT)
Una nuova pericolosa impresa attende Percy Jackson: insieme alle compagne Talia e Annabeth deve introdursi in una scuola per portare al Campo Mezzosangue Nico e Bianca, due potentissimi semidei, eludendo la sorveglianza del vicepreside. Ma sotto le spoglie dell'aguzzino si nasconde un mostruoso emissario del perfido Crono, che rapisce Annabeth. Creature sepolte da millenni sono tornate alla luce, pronte a servire il sogno di vendetta dei Titani contro gli antichi nemici, gli dei dell'Olimpo. Per impedire la catastrofe, Percy e i suoi amici dovranno intraprendere un viaggio ai confini del cielo e sfidare una ferale profezia: uno si perderà, un altro patirà la maledizione del Titano e l'ultimo perirà per mano di un genitore. Chi, tra i cinque eroi partiti per la missione, riuscirà a sopravvivere per giungere al cospetto di Crono e sconfiggere Atlante, costretto a reggere il peso della volta celeste? Età di lettura: da 12 anni.

RECENSIONE
La pentalogia di Percy Jackson sta diventando la mia comfort saga, non solo perché parla di teenager durante i primi anni 2000 (vi faccio l'esempio, questo romanzo è stato pubblicato nel 2007 e si parla di Jesse McCartney e dei Green Day, giuro! La mia anima fangirl ha saltellato come una bimba nel leggerlo!) ma soprattutto perché Percy è un cucciolo di ragazzino, dall'animo buono e leale. E queste sono caratteristiche che, sin dall'inizio della lettura di questa saga, mi ha fatto sciogliere il cuore.

Ma partiamo dal principio. Percy, insieme a Talia (una Talia rediviva, grazie al Vello d'Oro), Annabeth e Grover va a Westover Hall per il salvataggio di due mezzosangue: Nico e Bianca Di Angelo. Westover Hall è una scuola militare, e subito i nostri protagonisti vengono aggrediti dal Dottor Thorn, che si rivela essere una delle creature al servizio del Generale. Non sappiamo chi sia questo generale. L'unica cosa che sappiamo è che è potente, e che è dalla parte di Luke nella sua battaglia per distruggere gli dèi attuali e riportare in auge i Titani. I Titani, che secondo la mitologia hanno divorato i loro stessi figli pur di non permettere loro di governare al loro posto. In questa cornice moderna, troviamo i due nuovi personaggi minori: Nico e Bianca, fratello e sorella, che cambiano scuola ogni anno senza motivo e che sono senza genitori. In realtà, nessuno sa chi sia il loro padre o madre divina, quindi vengono condotti al Campo Mezzosangue appunto per questo. Ma non sarà prima della fine che scopriremo di chi sono davvero figli e, credetemi, è un plot twist che nemmeno io ero riuscita a indovinare (non è vero, l'avevo intuito lol).

Percy sta iniziando a crescere, ormai ha quattordici anni e a sedici si compirà la profezia dell'Oracolo di Delfi. Quindi io, che pensavo d'iniziare subito gli altri millemila libri che ho presto in prestito ho già prenotato il quarto perché DEVO SAPERE.

Che dire, follettini e follettine, questo romanzo dopo Il Mare dei Mostri è senza dubbio il mio preferito. L'evoluzione di Percy, così come quella di Talia e quella delle Cacciatrici di Artemide (e, wow! Il loro inserimento è qualcosa di affascinante e magnifico, e voglio uno spin off solo su di loro!)

Vi saluto con una citazione (l'unica!) che ho trovato in questo romanzo, detta proprio da Atena. 
Atena che, dopo Apollo e Artemide, è di sicuro una delle mie dee preferite:
"-I difetti più pericolosi sono quelli che sono delle qualità, presi con moderazione. - rispose lei. - Il male è facile da combattere. La mancanza di saggezza... è molto difficile."
(Atena a Percy Jackson)

xoxo,
Giada

sabato, febbraio 18, 2023

RECENSIONE DI GIDEON LA NONA (THE LOCKED TOMB #1) DI TAMSYN MUIR

Buona sera, fantastics! Finalmente, e dico con tutto il cuore, ho finito Gideon La Nona. E' un bel romanzo, non fraintendetemi. Amo anch'io scrivere di morte... in un certo senso, scrivere di morti altrui fittizie mi aiuta a venirne a patti nella realtà di tutti i giorni. Non so spiegarlo, ma mi aiuta. Ma non così. Diciamo che questa sfumature del dark fantasy non fa proprio per me.

PREMESSA
Questo libro era popolare, super super popolare, nel Bookstagram qualche anno fa. Ero molto curiosa di recuperarlo, perché insomma... Se un romanzo è molto chiacchierato, volente o nolente attira comunque la mia attenzione. Quindi, dopo aver aspettato un po', ho deciso di sperimentarlo. Amo i romanzi tosti, lo sapete. Sono una fan sfegata del dark contemporary e dark romance, ma non disdegno nemmeno il dark fantasy. Ecco, questo fantasy specifico, su dei negromanti, sugli scheletri dei morti, sulla morte... E' stato troppo per me. Tutto semplicemente troppo. Quindi la mia votazione dipende, in gran parte, dalla mia sensibilità a questa tematica. Adesso che l'ho sperimentata ho capito che non fa per me. E penso che tutti dovrebbero fare così, e non criticare a priori come mi ero ritrovata a fare tanti anni fa *shame on me*. Comunque, se a voi piacciono i dark a tinte gotiche questo è il romanzo che fa per voi.


TRAMA (DA IBS.IT)
Gideon la Nona di Tamsyn Muir ci svela una galassia di duelli a fil di spada, spietati giochi di potere e negromanti lesbiche. I suoi personaggi saltano fuori dalla pagina, magistralmente animati come arcani redivivi. 
Allevata da ostili monache calcificate, valletti vetusti e un’infinità di scheletri, Gideon è pronta ad abbandonare una vita di schiavitù – nell’aldiquà – e una da cadavere rianimato – nell’aldilà. Prenderà la sua spada, le sue scarpe e le sue riviste zozze e si preparerà a un’audace fuga. Ma la nemesi della sua infanzia non la lascerà di certo andare senza chiederle qualcosa in cambio. Harrowhark Nonagesimus, Reverenda Figlia della Nona Casa e prodigio della magia ossea, è stata convocata. L’Imperatore ha invitato tutti gli eredi delle sue fedeli Case a prendere parte a un torneo all’ultimo sangue fatto di astuzia e abilità. Se Harrowhark avrà successo, diventerà un’onnipotente servitrice immortale della Resurrezione; ma nessun necromante può ambire all’ascensione senza un paladino. Senza la spada di Gideon, Harrow fallirà e la Nona Casa morirà. Chiaro, ci sono sempre cose che è meglio se restano defunte.

RECENSIONE
Premetto che questa intro sarà diversa dalle solite. Temo che il romanzo mi sia risultato pesante alla lettura, perché negli ultimi due giorni non me la sono passata proprio bene a livello di salute, quindi leggere un romanzo su negromanti, scheletri, morte su morte non mi ha aiutata. Sono convinta che, se il contesto in cui l'ho letto fosse stato diverso, mi sarebbe piaciuto. Ma, in ogni caso, la lettura di questo romanzo ha rappresentato, per la prima volta da quando sono una blogger, il mio limite di sopportazione. Come ho detto sopra, sono un'amante dei dark, di tutte le sfumature e i generi, e ne ho letti parecchi in questi anni - questo, semplicemente, mi è sembrato troppo. E' stato duro da digerire parlare o sentir leggere così tanto spesso di morte, liquidi corporei, parti del corpo dello scheletro e via dicendo. Penso che questo sia il mio limite personale. Quindi, prendete questa recensione per quel che è: la recensione di un bel romanzo in un momento non molto piacevole della mia vita.

Gideon La Nona è una ragazza di diciotto anni lesbica, sboccata e molto molto scurrile, della Nona Casa. Il mondo come lo conosciamo noi è stato diviso in Nove Case, ognuna delle quali rappresenta un elemento dell'Imperatore. L'Imperatore Imperituro, un Dio senza volto e senza un nome proprio, che gestisce il ciclo di vita e di morte dell'essere umano e sovrannaturale. Gideon è la nemesi naturale di Harrowhark, la papabile Littore. Harrow è una ragazza snob, altezzosa e decisamente stronza. Ma, come sapete, io sempre qui a rooting for the anti-hero *Anti-hero of Taylor Swift plays in the backgroud*. Credo di esser una delle poche persone a cui Harrow sia piaciuta fin dall'inizio, ma come sapete sono una Swiftie totale, e io sempre fito per gli anti-eroi lol 

Harrow costringe Gideon a un patto: verrà con lei alla Casa di Canaan come sua paladina, dopo esser stata addestrata a dovere dalla suora calcificata Aiglamene e le renderà un servizio completo. Totale. Ma nella Casa di Canaan, una sorta di monastero completamente isolato dal resto del mondo conosciuto, si nasconde un pericolo ben più grande della sfida per diventare Littore. Ciò a cui, di fatto, ha sempre ambito Harrow. Ciò su cui ha sempre fondato tutta la sua esistenza. Gideon ci accompagna, col suo POV, in un ambiente sepolcrale in cui il suo legame con Harrow viene messo terribilmente alla prova. E le prove, a lungo andare, finiscono per diventare giochi di vita o di morte in pieno stile Hunger Games. 

Ma Harrow è molto più di quel che appare, e dopotutto non è una stronza dal cuore nero. Una super gotica senza cuore, per farla breve. Il suo rapporto con Gideon si svilupperà per tutti e cinque gli atti (bella pensata, quella di usare gli Atti di teatro su cui si fonda qualsiasi struttura narrativa) e metterci i disegnini degli scheletri. I disegni all'interno di ogni pagina sono magnifici! 

In un susseguirsi di eventi, di numerosissime morti (tante delle quali mi hanno spezzato il cuore, btw), finalmente vedremo Gideon e Harrow scoprire le loro carte. E, non vi nego, di averle shippate fortemente in più di un'occasione, perché andiamo non vuoi mettere la grumpy goth con la tomboy?

Ad ogni modo, ho dato 3.5 stelle al romanzo. Un bel romanzo, ben strutturato senza ombra di dubbio. Semplicemente non credo faccia per me.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi consiglio di leggere se amate i romanzi con il tema predominante della morte e, sopra ogni cosa, con la protagonista lesbo e sfacciata:
"La vita è una tragedia." disse Dulcinea. "Chi muore ci lascia qui, senza la possibilità di cambiare un bel niente. E' la totale mancanza di controllo.... (...)"
(Dulcinea Septimus a Gideon La Nona)

xoxo,
Giada
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